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Delitto in alto mare
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E-book249 pagine3 ore

Delitto in alto mare

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Info su questo ebook

Dall’autrice del bestseller Uno strano caso per il commissario Calligaris

Il commissario Adalgisa Calligaris è reticente a festeggiare in grande le “nozze di stagno”. È una donna dura, un po’ brusca, e preferisce di gran lunga la semplicità agli sfarzi. Ma l’insistenza di suo marito, il magistrato Gualtiero Fontanella, la convince ad accettare l’idea di partire per una crociera in Giappone. Durante il volo da Roma a Tokyo, Adalgisa conosce Bianca, una karateka di quattordici anni che fa parte di una squadra di otto giovani atleti in viaggio premio, che la coppia incontrerà di nuovo, per una coincidenza, sulla nave da crociera. Proprio quando Adalgisa sta per ammettere che, nonostante l’iniziale scetticismo, il viaggio è stato un’ottima idea, la compagna di cabina di Bianca, Ottavia, scompare nel nulla. La sua cruise card non è stata registrata in uscita: possibile che sia ancora a bordo? Per risolvere il mistero, Adalgisa dovrà dire addio allo spirito vacanziero e tirare fuori il suo proverbiale fiuto investigativo…

Una crociera in Giappone
Una ragazza che scompare dalla nave
C’è un assassino a bordo?

Hanno scritto dei suoi libri:
«Alessandra Carnevali ha saputo creare una poliziotta dura e intelligente e una narrazione dai lampi dialettali umbri con l’ironia a tenere tutto insieme.»
Il Corriere della Sera
Alessandra Carnevali
È nata a Orvieto ed è laureata in Lingue. Ha partecipato, in veste di autrice, al Festival di Sanremo 2002 con il brano All’infinito eseguito da Andrea Febo. Nel 2007 è stata la prima blogger accreditata al Festival di Sanremo. Ha curato il blog Festival, sulla musica italiana e Sanremo, per il network Blogosfere. Si occupa di promozione web per eventi e artisti emergenti. La Newton Compton ha pubblicato Uno strano caso per il commissario Calligaris, libro vincitore del Premio ilmioesordio nel 2016, Il giallo di Villa Ravelli e Il giallo di Palazzo Corsetti.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2019
ISBN9788822734143
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    Anteprima del libro

    Delitto in alto mare - Alessandra Carnevali

    Prologo

    «Una crociera? Sei impazzito?», gridò Adalgisa voltandosi di scatto verso il marito. «Una crociera sul mare? Con la nave?»

    «No, nel deserto e col treno», rispose Gualtiero seccato dalla reazione della moglie. «Non capisco perché ti agiti tanto, è una cosa bellissima andare in crociera e noi non ci siamo mai stati. Mi sembra un ottimo modo per festeggiare il nostro anniversario».

    Adalgisa lo guardò come se stesse per strozzarlo e sbuffò rumorosamente: «Ti faccio notare che il nostro anniversario è stato a maggio!».

    «Lo so, però a maggio eravamo troppo impegnati con il lavoro e io ti avevo detto che avremmo festeggiato a fine estate…», le ricordò Gualtiero che non si sarebbe mai aspettato una reazione così negativa alla proposta di quel viaggio.

    L’uomo tacque e se ne andò in cucina a prendersi un bicchiere di acqua fresca. Faceva un gran caldo e la giornata di lavoro era stata davvero pesante. Niente ferie quell’estate per il magistrato Fontanella che era rimasto chiuso nel suo ufficio in procura per quasi tutto il mese d’agosto. Una scelta. Proprio in previsione di prendersi almeno un paio di settimane per celebrare degnamente, seppur in lieve ritardo, quell’anniversario. Il decimo di matrimonio con Adalgisa Calligaris.

    «Sono le nostre nozze di stagno, mi sembrava abbastanza rilevante», argomentò Fontanella contrariato. Poi, appoggiando il bicchiere vuoto nel lavello, aggiunse: «Ero convinto di farti contenta organizzando qualcosa di speciale. Evidentemente mi sbagliavo».

    Adalgisa lo raggiunse in cucina, lo abbracciò da dietro e gli stampò un bacio sulla nuca pelata: «E tu per le nozze di stagno mi vuoi portare al mare? Portami direttamente nel campo qui dietro casa nostra, dove c’è la pozza con le rane».

    Il tentativo della moglie di risollevare con un po’ di humour lo stato d’animo sconsolato di Gualtiero non sortì alcun effetto.

    Fontanella aveva passato parecchio tempo a pensare a quale potesse essere la loro vacanza ideale, ma non ne aveva mai fatto parola con la moglie per non guastarle l’effetto sorpresa. Fissò Adalgisa con i suoi occhi azzurri, per una volta più tristi che inutili, e con voce rassegnata disse: «Non abbiamo mai festeggiato prima d’ora i nostri anniversari, stavolta potevamo fare un’eccezione. Ma se non ti va… pazienza».

    «Non è che non mi va, ma sai che io odio il mare…», cercò di spiegare Adalgisa, «cioè, non lo odio di per sé, odio quello che il mare comporta… costume da bagno, ciccia in bella vista e costante confronto con qualche cinquantenne liftata e palestrata. Non ce la posso fare…». Poi, squadrando Gualtiero dall’alto in basso, aggiunse: «E francamente, manco tu».

    Il magistrato, che era nato a Bari e il mare ce lo aveva nel

    DNA

    , a forza di vivere in Umbria si era solo apparentemente adattato a un’esistenza collinare. In realtà, quella distesa infinita e azzurra, increspata dalla brezza salmastra se la sognava di notte e di giorno.

    All’aspetto estetico della faccenda francamente non ci aveva nemmeno pensato. Gualtiero si guardò allora la pancia prominente, si accarezzò il doppio mento sbarbato di fresco, poi assunse un’espressione corrucciata da bambino deluso. Alla fine sbottò: «Ma, Adalgisa, a noi quando mai ce n’è fregato qualcosa di essere fighi?».

    Adalgisa alzò le mani aperte e ammise: «Mai!».

    «E allora?», tornò al contrattacco Gualtiero. «Guarda che in crociera mica si sta tutto il tempo sotto il sole. Si vedono città nuove, una diversa ogni giorno, con un albergo viaggiante che ti porta a destinazione senza che tu ti debba preoccupare di nulla. Un relax totale e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno».

    Il magistrato guardò sua moglie con gli occhi del Gatto con gli stivali in Shrek e aggiunse: «Dai, dai, dai, Adalgisuccia, dai che ti piacerà…».

    Quella frase suonò al commissario Calligaris come un campanello d’allarme. Quando Gualtiero la chiamava Adalgisuccia c’era da preoccuparsi seriamente e, qualunque fosse l’obiettivo del marito, lei sapeva già che non si sarebbe arreso fin quando non lo avesse raggiunto.

    Capitolo 1

    Dieci anni erano già trascorsi da quel 5 maggio 2007, quando Adalgisa e Gualtiero avevano deciso di condividere gioie e dolori come moglie e marito.

    Cosa li avesse uniti, Adalgisa se lo chiedeva ogni giorno e, anche se non riusciva a darsi una risposta precisa, non si era mai pentita della scelta fatta.

    Gualtiero Fontanella era un uomo gentile, colto e simpatico e con lui Adalgisa aveva iniziato a sentirsi una donna normale. Il magistrato barese l’aveva amata e coccolata e il commissario Calligaris aveva dovuto ricredersi su una sua profonda convinzione, ovvero che certe attenzioni fossero destinate soltanto a donne belle, alte e magre.

    Per non parlare del sesso, che prima di Gualtiero era per Adalgisa poco più che un concetto astratto, una faccenda decisamente fuori dalla sua portata.

    Fino ai quarant’anni suonati, la parola sesso le faceva solo venire in mente la risposta che sua nonna le aveva dato quella volta che da ragazzina, in uno slancio di impertinenza, le aveva chiesto cosa fosse per lei l’orgasmo. Le era rimasta impressa, indelebile nella mente, l’espressione terrorizzata dell’anziana donna, le sue dita ossute tra i capelli candidi, mentre esclamava: «Che non lo potesse mai prova’ nessuno!».

    Così da quel momento fino all’incontro con Fontanella il sesso per Adalgisa era quindi quella cosa terribile che tanto aveva angosciato la nonna, non avendo alcuna prova contraria o motivo concreto per dubitarne.

    Non conoscendolo, se non per la pessima reazione della madre di sua madre, il commissario non ne aveva mai sentito la necessità e non capiva cosa spingesse più o meno tutti quelli che aveva intorno a desiderarlo, a cercarlo e a decantarne con entusiasmo i miracolosi effetti.

    Lo comprese soltanto la prima notte di nozze, quando Gualtiero, dimostrandosi assai più esperto di quanto non le fosse sembrato a prima vista, la guidò con pazienza alla scoperta delle gioie dell’alcova. E fu così che Adalgisa, alla tenera età di quarantuno anni, conobbe finalmente l’amor carnale e di conseguenza l’orgasmo. E tutto sommato, le piacque. Tanto da persuadersi che la nonna, all’epoca, avesse capito male la domanda o che la buonanima del nonno fosse un tipo a dir poco maldestro.

    Di una cosa però Adalgisa continuava a essere certa. Non avrebbe mai parlato con nessuno di sesso, né avrebbe mai ammesso, se non con suo marito, che le fosse sembrata una cosa piacevole. E se un giorno qualcuno malauguratamente le avesse domandato cosa fosse, avrebbe risposto esattamente come sua nonna: «Che non lo potesse mai prova’ nessuno!».

    Capitolo 2

    L’idea della crociera era venuta in mente a Fontanella qualche giorno prima, mentre prendeva un caffè con l’ispettore Corvo al bar di Celestino.

    Matteo gli aveva confessato che quando era molto giovane aveva lavorato come musicista sulle navi da crociera. Aveva viaggiato per un anno nel Mediterraneo, toccando la Spagna, la Francia, il Marocco, la Tunisia e le isole greche. Un anno da vagabondo prima di entrare in polizia, un periodo felice trascorso in mezzo al mare, suonando ogni sera in una piccola formazione jazz nel bar di poppa della nave, dove i passeggeri trascorrevano il dopocena, bevendo e ballando guancia a guancia vecchi successi americani.

    «Ho sempre pensato che non ci sia nulla di più romantico di una crociera quando si è innamorati», aveva detto Corvo al magistrato, poi a occhi chiusi, come in estasi, aveva aggiunto: «La nave ti trasporta per il mondo e tu, che hai abbandonato ogni preoccupazione sulla banchina di partenza, non devi far altro che lasciarti andare, cullato dal mare e baciato dal vento».

    «Accipicchia, Corvo, mi stai facendo venire voglia di partire…».

    «Perché non ci porti il commissario? Magari le fai una sorpresa», suggerì l’ispettore.

    «Odia le sorprese, ma forse se le propongo un bel viaggio…», rifletté a voce alta Fontanella. «Oltretutto dobbiamo ancora festeggiare il nostro decimo anniversario…».

    Matteo spalancò gli occhi: «Già dieci anni? Sembra ieri che ballavamo il liscio in quell’agriturismo… accidenti come vola ’sto tempo!».

    Fontanella scosse il capo: «Non me lo dire che tra un po’ vado in pensione…».

    «Be’, anche a me non manca molto, tra me e te c’è solo un anno di differenza», commentò Corvo, poi esclamò: «Anzi, sai che ti dico. Appena posso, mi ritiro e torno a suonare sulle navi. Che ne pensi?»

    «Un’idea fantastica… se ti regge il fisico», rispose il magistrato, alzandosi per andare a pagare i caffè.

    Celestino fece segno a Fontanella che offriva la casa, poi si intromise: «Ho sentito parlare di crociera o sbaglio?»

    «Non ti sfugge niente, eh, Celesti’?», gli fece Corvo, sorridendo.

    «Al barista non deve sfuggire nulla, altrimenti che barista è?», disse Fontanella, poi gli chiese: «Ti piacciono le crociere?»

    «Sì, cioè no», rispose Celestino arrotolandosi sopra il gomito le maniche della camicia verde a grandi fiori viola, «ma una volta c’ho portato l’Antonella quanno ancora eravamo sposati, quanno ancora me sa che nun me metteva le corna…».

    «Come sarebbe me sa? Non sei sicuro?», lo sfotté Corvo.

    Celestino alzò lo sguardo al soffitto: «Be’, mo’ che ce penso, me sa che c’era ’l maître del ristorante che je batteva i pezzi, quindi capace che m’ha cornificato pure lì…».

    «Che le faceva il maître?», fece Fontanella che non aveva capito l’espressione del barista.

    «Je batteva i pezzi, je faceva la corte, insomma…», cercò di spiegare il barista, poi continuò: «Però, a parte quello, semo stati gran bene. Bella la crociera, bono ’l magna’, ce tornerei, si c’avessi ’na donna. Dottore, ce porti la dottoressa Calligaris, lei che può. Vedrà, ce fa ’n figurone».

    «Vediamo, vediamo. Ci penserò e poi lo dirò a Adalgisa», fece Fontanella avviandosi verso l’uscita del bar.

    Corvo lo seguì, ma a metà strada si fermò e gettò un’occhiata a Celestino che era uscito dal bancone per riprendere le tazzine dal tavolino.

    Sotto la camicia floreale verde e viola, indossava un paio di pantaloni da marinaio blu a righe bianche e ai piedi scarpe Superga a stelle e strisce.

    «Secondo me», disse Corvo al barista, «se cambi stilista, una da portare in crociera la trovi, anzi la trovi pure sulla nave dove, come tu ben sai, si rimorchia alla grande».

    Celestino fu tentato di mandarlo a quel paese, poi pensò che non era il caso di offendere un poliziotto e si limitò a sibilare uno smozzicato: «…rivederci!».

    Capitolo 3

    Fontanella quello stesso pomeriggio era entrato nell’unica agenzia di viaggi di Rivorosso. La Paggi Viaggi, gestita dalla proprietaria Mariella Paggi e da Catia e Romina, due ragazzette sui vent’anni, assunte di fresco, che del mondo potevano aver visto sì e no qualche spiaggia dell’Isola dei famosi in

    TV

    .

    La signora Paggi, una quarantenne nubile, palestrata e perennemente abbronzata, conosceva di vista il magistrato e lo considerava un pezzo grosso della zona. Così non appena lo aveva visto affacciarsi dalla porta d’ingresso, si era fiondata melliflua a stringergli la mano, lasciando tintinnare i ciondoli d’oro dei suoi braccialetti. Il suo incedere aveva sparso nell’aria un sentore di costoso profumo francese: «Si accomodi, dottore, che piacere vederla qui. Qual buon vento? Come posso esserle utile?»

    «Mah, non lo so nemmeno io… volevo giusto qualche informazione!», fece Fontanella, quasi pentendosi di essere entrato.

    Mariella Paggi gli indicò una grande scrivania in fondo all’ufficio: «Ma venga, si accomodi qui e mi dica tutto. Sono certa che sapremo darle tutte le informazioni di cui ha bisogno».

    «Avevo una mezza idea di prenotare una crociera per me e per mia moglie…», disse Fontanella con un filo di voce come se stesse chiedendo qualcosa di proibito.

    «Una crociera! Per lei e per il commissario! Ma che idea fantastica!», gridò la Paggi, attirando l’attenzione delle due impiegate e di un cliente che stava consultando dei cataloghi illustrati.

    Il magistrato provò un forte imbarazzo, anche se non sapeva esattamente perché. O forse sì. Non voleva che la cosa si sapesse e magari venisse riferita a Adalgisa, rovinandole la sorpresa. Poi si accorse che il cliente dei cataloghi, che non sembrava uno del posto, rideva sotto i baffi. Doveva aver tratto l’affrettata conclusione che il commissario con cui Gualtiero voleva fare la crociera fosse un uomo e questo lo faceva evidentemente sganasciare dalle risate.

    Fu Mariella Paggi a chiarire l’equivoco: «E dove vorreste andare, lei e sua moglie?», poi scandì a voce alta: «Il commissario Adalgisa Calligaris!».

    Il cliente lasciò il catalogo sullo scaffale e uscì in fretta dall’agenzia senza salutare.

    Fontanella stava per fare altrettanto, quando la Paggi gli piazzò sotto il naso una quantità industriale di cataloghi e programmi di viaggi, volantini di offerte e dépliant colorati.

    «Come vede c’è solo l’imbarazzo della scelta…», disse la donna.

    «Vedo, vedo», commentò il povero Gualtiero.

    Mariella lo incalzò: «Lei deve solo dirmi dove volete andare e quando volete partire, io penserò a tutto il resto».

    «Settembre, pensavo…», osò il magistrato.

    La donna si grattò il mento: «Settembre, settembre… be’, nel Mediterraneo potete andare ovunque, sia occidentale che orientale. Nord Europa no, il clima comincia a essere instabile. Per i Caraibi è presto, ma non per l’Estremo Oriente. La Cina, l’India, il Giappone…».

    Lo sguardo di Fontanella si illuminò: «Il Giappone mi attira da sempre», gli scappò detto.

    «Fantastico!», fece la Paggi che non aspettava altro per spalancargli sotto il naso il catalogo di una famosa compagnia navale, la

    FCC

    , First Class Crociere: «Ecco qua, la nave dei sogni che vi porterà alla scoperta del Sol Levante».

    La nave nella foto del catalogo appariva come un gigante bianco, pieno di vetrate, oblò e balconi. Era la Seastar, la nuova ammiraglia della

    FCC

    , inaugurata pochi mesi prima con una cerimonia di cui avevano parlato anche i telegiornali e con un viaggio che aveva visto la partecipazione di diversi

    VIP

    . Diciotto ponti, sette ristoranti, dieci bar, tre piscine, una

    SPA

    , un’enorme palestra con vista mare, teatro, casinò, discoteche, animazione e sport per tutte le età e cabine per tutti i gusti e per tutte le tasche.

    Fontanella rimase a bocca aperta: «Ma è una città viaggiante, quanti passeggeri porta?».

    La Paggio non si fece cogliere impreparata: «Circa quattromila persone più, ovviamente, l’equipaggio!».

    «E che itinerario fa?», chiese il magistrato, con discreto interesse.

    «Praticamente tutto il Giappone», esclamò con soddisfazione la proprietaria dell’agenzia, poi, sfiorando con l’unghia scarlatta dell’indice una mappa sul catalogo, elencò: «Si arriva a Tokyo in aereo, poi ci si imbarca a Yokohama e si parte alla volta di Maizuru, Fukuoka, Kagoshima, Kōchi e ritorno a Tokyo. Undici giorni di crociera più un paio di giorni di sosta a Tokyo, prima di ritornare in Italia».

    Fontanella virò subito sull’aspetto economico della faccenda: «Per la modica cifra di?»

    «Dipende dal tipo di cabina che sceglierete!», illustrò la Paggi. «Si parte dalla cabina interna, la meno costosa, senza finestre e situata nei ponti più bassi, per passare a quelle con oblò, a quelle con il balcone, fino alle suite situate a prua al ponte diciotto. Un vero e proprio mondo a parte con servizi esclusivi e maggiordomo personale».

    «Balcone?», osò il magistrato.

    «Partiamo dai seimila euro, voli in economica inclusi», sparò la Paggi.

    Il magistrato deglutì rumorosamente, poi cercò di darsi un tono: «Sono compresi anche il soggiorno a Tokyo e le escursioni?»

    «No, quelli sono a parte…».

    «Ah, ecco!», commentò Fontanella, immaginando un ulteriore salasso, si alzò e tese la mano alla Paggi per congedarsi e aggiunse: «Ne parlerò con mia moglie e poi decideremo. Per ora la ringrazio».

    La Paggi lo accompagnò verso l’uscita e lo salutò: «Si ricordi che io sono qui per qualsiasi altra informazione».

    Il magistrato annuì e si allontanò dall’agenzia.

    La titolare rientrò nel locale e andò a sedersi alla sua scrivania.

    «Ma chi era quello?», chiese Catia, togliendo per un secondo lo sguardo dallo smartphone.

    «Il dottor Fontanella, il magistrato che ha sposato il commissario di Rivorosso», rispose Mariella con sussiego.

    «E me cojoni!», si lasciò scappare Romina.

    La Paggi fulminò la ragazzetta con lo sguardo: «Vuoi scommettere che te qui duri poco?».

    Romina sbuffò respingendo indietro una ciocca di capelli tinta di verde.

    Catia si mise a ridere e, rivolta alla Paggi, avanzò la sua ipotesi: «Vuole scommettere che

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