Vendetta d'amore: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Miguel Gutierrez ha conquistato il mondo degli affari, guadagnato milioni e costruito un impero con le proprie mani. Possiede praticamente tutto ciò che desidera, ma l'unica cosa che non può comprare è l'amore di sua moglie.
Orgoglioso e appassionato, sa di aver giurato di amare e rispettare Allegra fino all'ultimo giorno della loro vita. Ma adesso quella promessa non ha più alcun valore: lei ha infranto i loro voti nuziali, e lui la farà pentire di quella scelta. Otterrà la sua vendetta, in un modo o nell'altro.
Janette Kenny
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Vendetta d'amore - Janette Kenny
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Proud Revenge, Passionate Wedlock
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2009 Janette Kenny
Traduzione di Cristina Proto
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-561-8
1
Allegra strinse con forza la maniglia e s’impose di aprire la porta su quel passato che temeva di affrontare. Aveva vissuto gli ultimi sei mesi in una sorta di limbo, e la sua memoria era ancora avvolta nell’ombra. In compenso, i pochi ricordi erano talmente chiari da sopraffarla.
La sua preziosa bambina era morta. Il marito che aveva profondamente amato non si era più fatto vivo dal giorno dell’incidente.
Era come se quel giorno la sua vita fosse finita. E Dio solo sapeva se aveva desiderato morire, dopo aver appreso di essere la responsabile dell’accaduto!
«Miguel non ti merita» le aveva ripetuto suo zio. «Divorzia da lui.»
Il pensiero di annullare il suo matrimonio la disgustava, ma, per andare avanti con la propria vita, Allegra aveva bisogno di mettere un punto fermo.
Doveva accettare la morte di sua figlia. Doveva recidere tutti i legami con la vita che aveva vissuto fino al giorno dell’incidente. E doveva farlo lì, dove tutto aveva avuto inizio.
Inalò a fondo ed entrò nella casa sulla spiaggia, dove era cominciata la sua storia d’amore con Miguel. Aveva considerato l’impatto con i ricordi, ma si ritrovò del tutto impreparata ad affrontare la dolce sensazione di essere appena tornata a casa dopo un lungo e difficile viaggio.
Decisa ad affrontare il passato, entrò nella sala, come aveva già fatto infinite volte. La luce dorata del sole che filtrava dalle finestre e danzava sulle piastrelle sembrò fin troppo accogliente per un luogo che doveva ancora essere immerso nel lutto.
Prima di arrivare aveva avvertito la governante, e quella donna gentile doveva essersi affrettata a pulire la casa. Aveva persino lasciato le finestre aperte per dare aria ai locali.
«Señora, dove vuole che le sistemi il bagaglio?» le domandò l’autista.
«Nella camera al piano di sopra, quella che si affaccia sul mare, per favore.»
Allegra era riluttante a mettere subito piede nella camera da letto. Ultimamente il sonno non le era stato amico. Ed era meglio lasciare indisturbati i ricordi legati a quella stanza.
Come se avesse potuto dimenticare Miguel!
L’autista portò le valigie al piano di sopra e tornò in un attimo. Allegra gli pagò il viaggio dall’aeroporto, aggiungendo una mancia generosa.
«Gracias, señora» disse lui, sorridendole con una cortesia che un tempo lei avrebbe dato per scontata.
In passato aveva dato molte cose per scontate. Come si dice? Non apprezzi ciò che hai finché non lo perdi?
Un dolore profondo la assalì. Forse il medico aveva avuto ragione nell’avvertirla che poteva non essere abbastanza forte per affrontare quella situazione.
Odiava l’incertezza. Odiava il buco nero che ancora esisteva nella sua memoria.
Allegra accompagnò l’autista alla porta, ricacciando in gola l’impulso di chiedere all’uomo di ricondurla all’aeroporto. Fuggire non avrebbe risolto niente.
Doveva chiudere con il passato e far nascere una donna nuova. E non era riuscita a pensare a un posto migliore per farlo della casa sulla spiaggia.
Si volse verso il palapa, il tetto di paglia all’ombra del quale aveva pregustato di prendere il tè del pomeriggio, e s’immerse nel quieto panorama di cui si era innamorata quando era giunta lì, due anni prima.
Se chiudeva gli occhi riusciva a tornare al giorno in cui si era trasferita in quella casa. Si era infilata in fretta il costume e si era precipitata sulla spiaggia privata. L’acqua era calda e trasparente, e la brezza gentile le aveva fornito un sensuale massaggio sulla pelle.
L’Inghilterra era lontana, e Allegra si era ripromessa di gustare ogni singola delizia che lo Yucatan aveva da offrire, mentre prendeva la più grande decisione della propria vita: doveva sposare il rispettabile dottore inglese che frequentava da più di un anno?
Le piaceva. A suo modo lo amava. Ma non era sicura di voler prendere quell’impegno definitivo.
In quel momento, Miguel era uscito dalle onde, simile a un dio pagano, il corpo bronzeo snello, il sorriso pigro e sensuale.
A quel ricordo, Allegra scosse la testa e sorrise. Lo aveva preso per un fanatico della spiaggia. Come si era sbagliata!
Poi, fin troppo presto, il caldo amante latino che l’aveva presa tra le braccia sulla spiaggia e l’aveva catturata nel proprio mondo privilegiato a un tratto era diventato troppo impegnato a costruire un impero per poter passare più di qualche momento fugace con la moglie e la piccola appena nata.
Si era scusato sostenendo di aver bisogno di concentrazione, lontano da una bimba nervosa e da una moglie stanca. E lei aveva aspettato il ritorno dell’amante, del marito, del suo eroe.
Ma non era più tornato.
Chiuse la porta a chiave e appoggiò la fronte al legno fresco. Quando si girò e sollevò la testa, vide il sole abbassarsi attraverso le finestre fino a raggiungere l’angolo dorato della cornice di una foto su un mobile. Per un attimo non riuscì a respirare, a pensare, a muoversi.
Le mani tremarono nell’allungarsi verso la foto: ritraeva la sua preziosa bambina, la sua Cristobel.
Non aveva mai desiderato niente come aveva desiderato quella piccola concepita per amore. Un dono di Dio, aveva detto Miguel, e lei si era dichiarata d’accordo.
Come aveva potuto essere così incosciente, con quella bambina?
A Miguel bastarono due passi nella casa sulla spiaggia per sentire il profumo provocante di Allegra. Con lo sguardo rabbioso perlustrò la sala e la trovò seduta sul divano, la testa china.
Non era uno scherzo della sua immaginazione. Questa volta la punizione era alla sua portata.
Il cuore ebbe un sussulto, nonostante la rabbia. Era stato così fin dal loro primo incontro, quando l’aveva vista in piedi sulla riva del mare, simile a un angelo etereo dalla pelle bianca e morbida.
Lei aveva infranto le sue difese e si era impadronita dei suoi pensieri. Per la prima volta nella sua vita aveva quasi perso il controllo delle emozioni.
Strinse le dita nell’asciugamano che si era avvolto intorno al collo e si avvicinò. La sabbia che portava con sé scricchiolò sotto i piedi, ma lei sembrò non farci caso.
Dormiva senza emettere un suono, come se non avesse pensieri, o fosse esausta.
La luce fievole giocava su quei tratti di porcellana e sulla sua fragile figura.
Miguel si accigliò, notando quanto fosse pallida e magra: la camicia e i pantaloni le pendevano addosso.
L’aveva vista mille volte nei propri sogni: sorridente, civettuola, sensuale. L’aveva vista felice, arrabbiata e triste.
Ma non l’aveva mai vista così.
Incarnava l’immagine di un cucciolo fragile che era stato gettato sulla riva. Troppo debole per essere vittima di una guerra.
E quel nuovo incontro sarebbe stato una battaglia, perché lui non avrebbe ceduto ai propri desideri. No. Aveva giurato di farle rimpiangere la sua negligenza nei confronti della figlia, e delle promesse nuziali.
Si piegò per scuoterla e svegliarla, poi s’irrigidì, quando vide la cornice stretta al suo petto. Dios mio! Osava stringere al petto la foto di Cristobel?
Barcollò all’indietro e si passò una mano tremante sul volto, lacerato tra l’impulso di strapparle la foto incorniciata e l’istinto di prenderla tra le braccia. I ricordi che mi tormentano fanno anche a lei questo effetto?, non poté fare a meno di chiedersi. È assillata dal rimorso?
Le tracce di mascara sulle guance pallide gli confermarono che aveva pianto da poco. Ma quel rimorso giungeva troppo tardi.
Quella donna aveva causato la rovina del loro matrimonio e della loro famiglia il giorno in cui aveva ignorato le promesse nuziali, dimostrandogli che aveva avuto ragione a nasconderle una parte di sé.
Perché, invece di rimanere a Cancun a condividere il loro lutto e ad assistere al funerale della loro figlia, era fuggita in Inghilterra con il suo amante, dimenticando suo marito e la bimba ormai gelida nella tomba.
Ma lui non aveva scordato la sua perfidia.
Si tolse l’asciugamano dal collo con uno strattone e lo gettò su una sedia vicina. Granelli di sabbia cosparsero la stanza con una pioggia bianca scintillante.
La donna di fronte a lui si mosse, un movimento brusco di chi si sveglia con la sensazione che qualcosa non vada. Ogni nervo del corpo di Miguel si tese nel momento esatto in cui lei registrò la sua presenza.
Le sorrise, cupo. «Buenas noches, querida. È bello che tu sia tornata a casa, alla fine.»
Lei batté le palpebre e si drizzò a sedere. «È bello che tu sia qui a salutarmi.» Serrò le labbra squadrandolo con un’occhiata esaminatrice. «È una novità.»
Era una stoccata gratuita, decise Miguel. Certo, prima della nascita della bambina aveva trascorso settimane lontano da lei, ma aveva dovuto farlo.
Così si era immerso nel lavoro. E non aveva messo al corrente la moglie infedele dei suoi affari. No, anni prima aveva duramente imparato quella lezione.
Era un Gutierrez. Come avevano fatto generazioni prima di lui, teneva gli affari separati dalla vita familiare. Era l’unico modo di vivere che conosceva, e lei avrebbe dovuto imparare ad accettarlo.
Solo che lei non lo aveva fatto. Allegra aveva cercato affetto tra le braccia di un altro uomo.
«Che cosa ci fai qui?» gli chiese.
«Si sta preparando una tempesta tropicale. Sono venuto a prevenire i danni.»
«E a nuotare?»
«Sì. L’acqua è calma, prima della tempesta.»
Lei si guardò intorno nella sala, la foto incorniciata ancora stretta al petto. La fronte era corrugata per la confusione. O l’irritazione.
«Sei venuto spesso» notò lei.
«È comodo passare la notte qui, quando sono bloccato in città per affari.» In verità, si recava lì a riflettere su tutto ciò che aveva avuto, e aveva perduto.
«A quanto ricordo, passavi più tempo lontano da casa che dal residence.»
«Perché sei tornata?» domandò lui, brusco.
«Per chiudere con il passato.» Allegra si alzò in piedi e mosse qualche passo nella stanza. «Desidero far visita alla tomba di Cristobel. Ho intenzione di vendere questa casa.» Lo guardò. «Voglio il divorzio.»
Se lo aspettava, ma la freddezza con cui lei comunicava i suoi desideri lo irritò. «Sei tornata con il tuo dottore?»
«Ovviamente no.»
Per una volta le credeva. Si era lasciata alle spalle quell’uomo. Anche quell’uomo. «Nostra figlia riposa con i suoi antenati.»
«Questo me lo aspettavo, ma non puoi impedirmi di far visita alla sua tomba.»
Certo che poteva. Bastava una semplice richiesta, e Allegra Vandohrn sarebbe stata rispedita in Inghilterra.
«Ti accompagnerò io» decretò.
Allegra s’irrigidì. «Non ho bisogno della tua compagnia.»
«L’avrai comunque.»
Lei si limitò a sospirare e ad annuire con un tremito. «Hai usato spesso la mia casa?»
«Ogni volta che ho voluto.»
«La tua arroganza mi sorprende. Avresti potuto alloggiare in un albergo. Farti portare nella tua hacienda.»
«Preferisco evitare la folla di un albergo. Come sai, guidare può essere pericoloso quando si è sfiniti, o imprudenti.»
Quell’osservazione la