Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il programma Gamer: Il programma Gamer, #1
Il programma Gamer: Il programma Gamer, #1
Il programma Gamer: Il programma Gamer, #1
E-book483 pagine6 ore

Il programma Gamer: Il programma Gamer, #1

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il mondo come lo conosciamo è finito; i mostri sono emersi dall'interno del terreno e distruggono tutto ciò che il genere umano ha costruito negli ultimi cinque anni e migliaia. La metà della popolazione è morta a causa dei demoni noti come sheitans.

Non ci sono abbastanza soldati per affrontare il filo, quindi il governo guarda un gruppo di persone che sa esattamente come sconfiggere questo tipo di nemico; lo hanno fatto fin dall'infanzia. Sono i GIOCATORI.

In questo mondo, i prodotti di videogiochi per controllare i venti delle persone e renderli soldati, in grado di combattere contro qualsiasi tipo di nemico. Ora è il momento più importante del vero destino dei videogiochi.

Questo è il primo terzo di una serie in tre parti.

LinguaItaliano
Data di uscita14 giu 2020
ISBN9781393968467
Il programma Gamer: Il programma Gamer, #1

Correlato a Il programma Gamer

Titoli di questa serie (1)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa di azione e avventura per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il programma Gamer

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il programma Gamer - Humberto Decanini

    Il programma Gamer

    Humberto Decanini

    ––––––––

    Traduzione di William Piccione 

    Il programma Gamer

    Autore Humberto Decanini

    Copyright © 2020 Humberto Decanini

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di William Piccione

    Progetto di copertina © 2020 Ariel Leviel

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    Titolo originale: El Programa GAMER

    © Jorge Humberto Decanini Salinas, 2016

    www.nerdcast.net

    Geek Media, 2018

    1ª edizione

    ISBN-13: 978-1717028136

    No di Registro Pubblico: 03-2016-111113244000-01

    Editato per Geek Media

    www.geekmedia.com.mx

    Diritti riservati secondo la legge.

    Non si permette la riproduzione, pubblicazione o trasmissione in qualsiasi forma o medio del contenuto di questa opera senza il consenso espresso del titolare del Copyright.

    Dedica e Ringraziamenti

    ––––––––

    Dedicato in memoria di Luis Angel Duarte Gonzales, il miglior secondo giocatore che ho potuto avere, senza il quale questa opera non si sarebbe mai neanche arrivata a concepire. una vita salvando mondi virtuali insieme: 1981 - 2016.

    Grazie di cuore a Carlos Garcia, Julian Mercado, Angel Cuandon, Sergio Carmona e Edmundo Zarate per le loro partecipazioni durante l'applicazione e correzzione di questa opera.

    Grazie speciale a William Piccione per la sua preziosa collaborazione nella traduzione di questa opera nella lingia italiana. Grazie amico per permettere che Il Programma GAMER raggiunga più persone.

    Grazie speciale a Ariel Leviel per fare di questa opera più attrattiva con le sue copertine così bene realizzate, stesse che catturano di grande forma l'essenzia del mondo del Il Programma GAMER.

    Spiegazione della versione

    ––––––––

    Se hai letto precedentemente Il Programma GAMER forse ti sentirai confuso rispetto a quale versione si tratta questa opera, e non ti do colpa giacché, oltre del Il Programma GAMER, pubblicata in dicembre del 2016 (questa della copertina di fuoco), esistono altre tre versioni chiamate DLC I, DLC II e DLC III(2018), i quali si tratta della stessa storia però estesa rispetto a quella originale, contenendo la stessa trama però con vari capitoli addizionali.

    Ad ogni modo adesso ti trovi con nuove versioni, con copertine differenti e sottotitoli, e forse non sai di cosa si tratta. Ti spiego:

    il Programma GAMER – Tormenta di Fuoco, NO si tratta di una nuova storia, neanche è un altro capitolo differente nella novella, né sequel né prequel. Tanto La Era degli Sheitan come Tormenta di Fuoco e Inferno sulla Terra, non sono nulla che un cambio di immagine che si è visto gestendo nei tre DLC.

    Così che se hai già letto i DLC non troverai in questa nuova versione nessun elemento di storia nuovo. I cambi si limitano a nuove copertine, un nuovo logotipo e i sottotitoli, che cercano di fare più facile la identificazione di ognuno delle fasi di questa trilogia.

    Tuttavia sì si realizzarono alcuni adeguamenti minori che permettono una maggiore connessione tra Il Programma GAMER e la mia altra novella, Belial, principalmente modificazioni nel personaggio Gotnov, modificando aspetti come la sua età, corporatura e altezza, con il fine di non creare contradizioni nella novella dove detto personaggio è protagonista.

    Inoltre sono stati modificati alcuni aspetti del risultato, quello con l’obbiettivo di preparare a questa serie per un futuro sequel, in questo modo alcuni personaggi rimarranno un poco più danneggiati che prima, questo con l’obbiettivo di creare linee coerenti che continueranno nel sequel del Il Programma GAMER.

    Spero che apprezzi i cambi che ho realizzato a questa opera, quello con l’aiuto di molta gente talentuosa che condivide la passione per i videogiochi, la letteratura e la fantascienza. Se questa è la prima volta che leggi la novella, ti ritrovi nelle tue mani l’edizione definitiva del Il Programma GAMER, però se hai già letto le versioni anteriori, grazie per la tua preziosa collaborazione economica, mi aiuta a continuare con questa saga che continua a crescere.

    I miei saluti, non dimenticare di salvare la tua partita terminando la lettura giacché questa storia continuarà

    Prologo

    ––––––––

    Scrivere una novella è qualcosa che qualsiasi appassionato di letteratura pensa qualche volta di fare e non è insolito iniziare poche righe per, poi, semplicemente lasciarle dimenticate in qualche posto del computer. Questo è stato esattamente quello che mi successe, dopo aver scritto poche parole di una novella la lasciai dimenticata per un tempo fino a che semplicemente decisi iniziare a scrivere di nuovo. Dopo quasi due anni di lavoro giornaliero compì il primo obiettivo, il completamento di una novella completa di fantascienza.

    Il Programma GAMER è una novella; un testo realizzato dovuto alla mia grande passione per i videogiochi. Erano loro che mi hanno motivato immaginare mondi diversi, scenari chiamati "what if" e a desiderare formar parte di questo ambiente che è la creazione dell’universo.

    Riguardo l’autore

    Nato l’8 maggio del 1981 nella città di Monterrey, Nuevo León, ero un bambino riservato da quando lo posso ricordare, timido, pauroso, malaticcio al soffrire di asma bronchiale dai cinque anni. Le relazioni social, lo spor, non erano qualcosa di cui ero fatto. Ero talmente pauroso e fragile che passavo la maggior parte del tempo davanti al televisore e, poco dopo, ai videogiochi, immerso in una fantasia propria che andò sviluppandosi secondo come lo facevo anche io.

    Una infanzia isolata da due cose: prima di tutto impedendo un corretto sviluppo di abilità motrici e sociali; e secondo favorendo la immaginazione; cosi che quello che vedevo nella televisione trattavo di interpretarlo nei miei disegni e ripeterlo con i miei giocattoli. Quando finalmente ho avuto accesso alla mia prima console di videogiochi, l’Atari 2600, iniziò un romanzo che non è ancora terminato.

    Essendo stato avido videogiocatore tutta la vita, ho potuto vedere e sentire quello che i videogiochi possono fare a chi li gioca, sia buono o cattivo dipende unicamente dalle conseguenze; è un fatto che il videogioco funziona come un metodo di apprendimento essendo un sistema basato nella ricezione di procedimenti che portano a un premio o castigo, quello che impianta il procedimento fino a che questo risulti in una azione praticamente automatica.

    Come li succede a parecchi giovani che desiderano mettere a prova le sue doti in qualche disciplina, io iniziai da giovane a sviluppare personaggi, idee concetti che, a causa della mia inesperienza e piccola età, risultavano spiacevoli e vergognosi. Tuttavia la ideazione di mondi e personaggi fu qualcosa che non si separò mai da me; la idea di raccontare una storia si ramificò e germogliò con il trascorso degli anni, anche se cambierebbe in questo tempo il mezzo con cui dovrebbe essere raccontata.

    Fumetti, cartoni animati, film, videogiochi certamente e la letteratura, passarono per la mia mente dal momento di immaginare quello che dovevo raccontare e come lo farei; la letteratura sarebbe stata solo il metodo selezionato.

    Riguardo la opera

    Il Programma GAMER è un libro che, pretendo, sia una celebrazione alla cultura dei videogiochi e ai videogiocatori (GAMERS). Non si tratta di videogiochi in sé, non cerca di creare un mondo artificiale; piuttosto portare al proprio affezionato per questo mezzo lontano dal suo ambiente di pixel e poligoni e metterlo alla prova dentro un mondo fisico (anche se in questo caso non meno irreale).

    Così il Programma GAMER tratta in un certo modo su come cambiano i videogiochi a queste persone eccezionali che li amano, i videogiocatori; di come quelli che giocano imparano dal gioco stesso e applicano queste abilità in un ambiente diverso da quello che sviluppò detto apprendimento.

    Il Programma GAMER è una storia di fantascienza di contenuto militare dove le condizioni del mondo in cui si svolge cambiano dalla notte alla mattina per una situazione che praticamente ogni essere umano pensa o pensò qualche volta che potrebbe succedere: l’Apocalissi. Proprio come si può vedere in molte religioni, esiste una credenza su una fine dei tempi, una fine del mondo; tale evento apocalittico è l’anticamera cui questa storia si sviluppa, cambia le regole della vita reale, convertirla in qualcosa non troppo differente da un videogioco.

    Come ci cambiano i videogiochi ai videogiocatori?

    Avevano ragione gli oppositori dei videogiochi a dire che gli stessi causano comportamenti violenti? Eric Harris e Dylan Klebold avrebbero potuto effettuare il loro massacro in Columbine grazie a che stavano precedentemente allenati con Doom?

    Ai principi del decennio degli anni 90 tre videogiochi hanno causato un importante dibattito sulla sua influenza nella mente dei bambini e giovani che lo hanno usato: Mortal Kombat, Night Trap e Lethal Enforces. Questo dibattito mise sotto mira dei mezzi di comunicazione la questione su che se qualcosa dai videogiochi avrebbe influenza nella mente dei suoi consumatori (principalmente bambini e adolescenti in quei anni). Questa contestazione non era nuova, negli anni precedenti si considerò altrettanto dannoso per il cinema, la televisione e la musica e incluso potremmo arrivare così lontano come il 1607 quando, nel capitolo VI del Ingegnoso Nobile Don Quijote y Sancho Panza, i personaggi del prete e il barbiere si dedicavano al rogo di decine di libri di cavalleria a coloro che accusano di pazzia del personaggio che si lancia all’avventura per le ville e cammini della vecchia Spagna imitando ai suoi eroi della carta.

    Il Programma GAMER è un’opera ci finzione che prende alcuni fondamenti reali sulla possibilità manifesta di cosa i videogiochi sono qualcosa di più di un gioco. In questo libro si narra gli eventi che succedono dopo l’emersione di strane, giganti e mostruose forme di vita provenienti dal mondo sotterraneo, esseri demoniaci che, arrivando alla superfice, attaccano a tutti gli esseri viventi che ci sarebbero, distruggendo nell’atto tutto ciò che la umanità ha costruito durante la sua esistenza; ciò richiede ai sopravvissuti a nascondersi in posti isolati e remoti da cui resisteranno agli attacchi delle bestie. Anche questo concetto tiene fondazioni basati nella vita reale; nel 2014 uscì alla luce una notizia che diceva che il Pentagono aveva preparato protocolli di azione in caso di una invasione zombi, un piano chiamato CONOP 8888. Sebbene detto documento aveva come finalità a servire come mezzo di addestramento per alcuni studenti, era abbastanza mediatico come per raggiungere e replicare in diversi mezzi di comunicazione, molti in cui lo presero sul serio.

    Con la umanità ripiegata in diversi accampamenti precedentemente sviluppati (analogia all’Arca di Noè) i demoni prendono possesso del mondo esterno quello che conduce ad una grande guerra dell’umanità unita contro queste creature, guerra che la nostra specie inizia a perdere. Davanti la mancanza di elementi militari che facevano finta come braccio armato dei sopravvissuti, i governi restanti girano verso quelle persone che una volta li consideravano macchine per uccidere questi bambini che i suoi genitori assicuravano che se li erano sciolto il cervello per colpa di giocare tanti giochi; e escono alla luce un vecchio progetto iniziato negli anni 50 che aveva per obbiettivo addestrare ai cittadini dai più giovani per utilizzarli in una futura Terza Guerra Mondiale.

    Il Programma GAMER non è una storia sui videogiochi ma sulle persone che giochiamo. Tratta su una fantasia comune dei videogiocatori, che, uguale che al vecchio Don Quijote li succedeva, desidera vivere sulla propria pelle le avventure che li appassionano da anni prima. Di un mondo che mette a prova abilità imparate attraverso ripetizioni constanti, dove le lunghe ore davanti allo schermo con un joystick in mano non erano uno spreco della infanzia ma un addestramento per qualcosa di più rande.

    Nel Il Programma GAMER ci sono constanti riferimenti a momenti che tutti i videogiocatori hanno sperimentato per tutta la loro vita nel divertimento elettronico; abilità archetipiche che si ripetono varie volte in differenti titoli; è di per sé un videogioco portato fuori dai limiti di un computer e messo in un mondo così immaginario per il lettore come reale per i personaggi che lo vivono.

    Si tratta di una opera che desidero piaccia a tutti coloro che sfruttano i videogiochi, che si senta identificato con le situazioni che i vari personaggi hanno da affrontare lungo le pagine a venire. È una storia di videogiochi, scritta per un videogiocatore di tutta la vita e dedicata a tutti noi, coloro che amiamo i videogiochi; e, speriamo, possa piacere a qualsiasi persona che si goda la fantascienza, che sia buona o no, questo giudizio dipenderà da te.

    Prima dell’Apocalissi

    ––––––––

    —Il libro dell’Apocalissi è per certo una metafora, una allegoria; in nessun momento si assicura che potrebbe succedere qualcosa del genere, è qualcosa che hanno tutte le religioni...

    ––Però quindi perché tanti dettagli in come si vede il dragone, la marca della bestia e i mari scacciando ai suoi morti?

    Il moderatore del programma del dibattito era famoso per interrompere bruscamente ai suoi invitati, il programma di oggi Apocalissi, destino o leggenda; aveva come relatori a diversi teologi, filosofi e religiosi di diverse credenze. Al momento dell’emissione tutte le date previste per profeti erano trascorse come qualsiasi altro giorno e i temi sopra la fine dei tempi erano ogni volta meno popolari; così tante apocalissi erano già successe quell’interesse era sul pavimento.

    ––Di questo è quello che tratta la metafora. ––Indicò l’invitato cattolico. ––La idea del dragone al male di grandi proporzioni, una figura grottesca, orripilante e maestosa che sommerge tutto il bene nei dintorni. ––Commentò mentre la camera inquadrava il suo volto abbronzato e lo schermo mostrava il suo nome al lato dei suoi molti risultati accademici in studi sulla teologia.

    ––Mi dice che tutto ciò che predicano i suoi libri è un senso figurato? Perché passare tutto il tempo comportandoci così bene...

    Il moderatore non ebbe occasione di terminare la sua nota, che la trasmissione fu immediatamente interrotta; gli spettatori dalle loro case videro il temuto Sistema di Trasmissione di Emergenza, una immagine conosciuta in risparmi in film che trattano di disastri a grande scala. Coloro che vedevano il programma cambiarono canale varie volte però in tutti c’ero lo stesso:

    ––QUESTA NON È UNA PROVA, PER FAVORE RIMANETE IN LINEA.

    ––QUESTA NON È UNA PROVA, PER FAVORE RIMANETE IN LINEA.

    ––QUESTA NON È UNA PROVA, PER FAVORE RIMANETE IN LINEA.

    Nello studio di registrazione nessuno sapeva realmente cosa stava succedendo e presumevano che si trattasse di qualche problema tecnico; dopo alcuni minuti di dubbio in cui non trovavano indizi di problemi locali, gli elementi dello staff iniziarono ad arrabbiarsi e mostrarsi disperati per andare a ricevere, ognuno per diversi mezzi, notizie sorprendenti; il suo stato di preoccupazione giunse ad allarmare agli invitati quelli che finalmente decisero chiedere che succedeva.

    ––Abbiamo ricevuto una parte informativa dalle nostre agenzie... sta succedendo qualcosa, qualcosa di grande. ––Disse il direttore del piano, visibilmente alterato. ––Cerchiamo ancora conferme da altri fonti però sembrerebbe che si sono aperti enormi buchi nel terreno.

    ––Un terremoto? ––Chiese l’invitato ebreo.

    ––Piuttosto vari simultanei, tutti in differenti parti del mondo, molti in zone no sismiche.

    ––Bene, e per caso è così grave? ––Chiese l’invitato musulmano.

    ––Quali parti sono state colpite?

    Il direttore del piano sembrava ignorare la domanda dopo aver ricevuto un comunicato per radio.

    ––Questo sembrerà una pazzia, ––sudava e parlava quasi emettendo uno squittio. ––Mi informano che qualcosa sta uscendo dai pozzi, bene, vari, eh, cose.

    Il volto del direttore del piano si vedeva pallido, tuttavia se li poteva riconoscere una specie di incredulità dovuta ad uno strano sorriso che li deformava il volto, qualunque cosa fosse che stava succedendo non sembrerebbe essere di accordo alla sua forma di spresarsi, un misto di ansietà e emozione morbosa. I suoi occhi si vedevano titubanti, sembrava che stava nei volti degli invitati qualche guida che li indicava se quello che leggevano nelle loro notizie, stesse che non avevano ancora condiviso con alcuni di loro, potrebbe essere una realità.

    Il presentatore del programma era stato misteriosamente silenzioso dalla interruzione del suo spettacolo, contrariamente alla sua abitudine non si vedeva propenso a partecipare al dibattito; coloro che lo conoscevano sapevano che la sua personalità nello schermo non era la stessa alla sua personalità reale, piuttosto non per questo era meno curioso.

    ––Vai uomo, dicci già cosa succede. ––La sua voce era calma pero aveva il volto teso.

    ––È che è impossibile... le fonti dicono che dai pozzi stanno uscendo esseri, animali, giganti, mostri... Sembrerebbe una cosa da film... è incredibile.

    Il gruppo rimase in silenzio per qualche secondo, più di qualcuno cercò di trattenere qualche risa.

    ––Parlano di una creatura enorme, come un drago. ––Disse queste ultime parole quasi sorridendo dovuto all’argomento che stavano trattando precedentemente e all’ironico momento in cui la trasmissione si è fermata, tuttavia era difficile dire se faceva in questo modo per qualche tipo di paura o se realmente li causava risa l’assunto. Tutti gli invitati rimasero in silenzio per qualche istante, guardando ognuno gli occhi nervosi dei suoi colleghi. In questo tempo è stato possibile sentire meglio l’ambiente generale nello studio, in cui passava gradualmente dalla incredibilità iniziale ad una chiara paura secondo più informazioni arrivano in studio.

    ––Bene, bene, ––disse l’invitato cattolico con una certa aria ironica e senza rivelare molte emozioni da parte sua, serio come un quadro ad olio si trovava a dire: ––Chi lo avrebbe visto arrivare?

    Capitolo 1

    La città in fiamme

    ––––––––

    Primo mese

    —Non vedo niente fuori.

    Parlava con bassa voce, quasi un sussurro; la temperatura era fresca e anche cosi sudava, iniziava a cadere la notte. Vedeva verso la strada, da dietro le tende, di fronte ad una piccola finestra tonda dell’attico, abbastanza nascosto, sufficiente per non essere visto da fuori; la strada era deserta, nessuno camminava, nessun veicolo transitava; conoscevo bene questa strada, ci passavo tutti i giorni, era abituata a stare piena di vita; colma di bambini correndo che si divertivano giocando con il pallone, giovani che passavano con gli animali domestici, uomini più anziani che sistemavano i propri giardini, potavano le rose e uscivano la spazzatura, casalinghe che scaricavano la spesa dalla macchina, salutavano i suoi vicini o rimproveravano i bambini per attraversare con imprudenza; adesso li sembrava così diversa, cosi sola, muta, morta.

    ––Non viene nessuno.

    Vedeva fuori incredulo, solo ieri era cosi differente! Stava dentro di una comoda e spaziosa residenza, un luogo privilegiato che solo poche persone potevano accedere; l’interno stava oscuro. Non stava solo, poche persone in più lo accompagnavano; erano tutti vicini.

    ––Loro dissero che venivano a liberarci, che succede, perché non arrivano? ––Diceva una donna, anche lei sussurrando; le mani le tremavano, desiderava fumare una sigaretta però nessuno lo permetteva.

    Erano lì dalla notte precedente, in poco tempo si sarebbero completate le ventiquattro ore, hanno fatto l’unica cosa che potevano, quello che pensarono era la miglior opzione, obbedivano alle indicazioni che vedevano alla TV: ––Rifugiatevi nelle vostre case, non salite per nessun motivo, gli aiuti sono in arrivo. ––Era quello che ripetevano ancora e ancora i presentatori; non c’era più energia elettrica, non avevano forma di sapere se le indicazioni fossero cambiate, forse non c’era nessuno.

    ––Non è passato né anche un giorno! ­­––Dicevano per tranquillizzarsi, certo che qualcosa deve accadere, gli aiuti dovranno arrivare.

    Continuarono aspettando, vedevano i propri cellulari, li tenevano spenti per risparmiare energia, alcuni lo accendevano per tentare di fare una chiamata o per controllare internet, però non c’era nessun segnale.

    Come si faceva più oscuro, più era percepibile questo lontana luminosità arancione che si vedeva dalla notte precedente, un bagliore che ogni volta diventava più grande. Erano incendi, enormi, senza controllo, che divoravano la sagoma dei palazzi nell’orizzonte; costruzioni iconiche che erano il punto di riferimento della città, la cui vista dalla periferia ricordava agli abitanti per il rumore che si viveva; erano soliti osservare la metropoli dai loro balconi, mentre bevevano qualche liquore costoso e sorridevano per la vita così comoda, così bella che li dava questi privilegi; i palazzi stavano adesso avvolti in fiamme hanno già raggiunto le colline che circondavano la città, bruciava tutto. Stavano lontani, poche ore fa lo erano di più, gli incendi crescevano e le fiamme si avvicinavano sempre più alla periferia; si ascoltavano sirene in lontananza; presto non sarebbe rimasto nulla, avrebbero dovuto essere riscattati quanto prima.

    Un nuovo suono, diverso, organico; come la voce di un uomo nel bel mezzo di un lamento, ne seguì un altro, e un altro ancora, si sentiva sempre più forte, non erano persone, erano queste cose, quello che salì dai buchi.

    ––Si avvicinano!

    ––Li vedi?

    ––Li sento!

    Chiusero gli occhi, il suono aumentava; piangevano abbracciati, nascondevano il loro volto tra le mani. Qualcuno osò a guardare fuori dalla finestra.

    Cose orribili, enormi si avvicinavano ad alta velocità, i più piccoli saltavano tra i tetti delle case, come scimmie appese tra i rami; la più grande abbatteva le abitazioni e facevano esplodere i veicoli parcheggiati; erano creature spaventose. Tutti rimanevano in silenzio, trattenevano il respiro, ascoltarono un altro suono, un motore, un elicottero, più di uno.

    ––Sparate!

    Rumore di detonazioni, ululati di dolore e furia; tre elicotteri militari aprivano il fuoco dal cielo contro quel gruppo di creature; i proiettili hanno distrutto la strada, fecero saltare in aria i giardini ben curati, però a queste creature non li facevano niente, era come se non li importavano i danni che ricevevano, come se non lo potevano sentire; il giovano non smetteva di guardare, le bestie ricevevano gli impatti come spugne all’acqua, nemmeno reagivano, gli elicotteri tornavano ad aprire il fuoco, non avevano più idee.

    Una creatura saltò da un tetto e riuscì a entrare in una degli aeromobili, il ragazzo non smetteva di guardare, non lo commentava, non diceva niente a nessuno, l’elicottero iniziò a girare senza controllo, quasi abbatte a dei compagni; si schiantò contro una casa, una che stava abitata; il rumore della esplosione fece in modo che gli accompagnanti del ragazzo si scossero, pensarono che fosse la fine, aprirono gli occhi, si resero conto che erano ancora vivi, piansero con maggior forza.

    Iniziò a sentirsi calore, molto calore; c’erano fumo e fiamme, un incendio circondava la zona abitata, da dove verrà? Era molto, troppo, il fuoco si intensificò, raggiuse le abitazioni e li ingoiò a tutti, no rimase nessuno da salvare, la battaglia fuori non aveva più senso, i due elicotteri rimanenti se ne sono andati, lasciando sotto di loro un enorme incendio fuori controllo e decine di mostruose creature che entravano e uscivano dalle fiamme.

    Secondo mese

    ––NON PERMETTETE CHE SI AVVICINANO! SPARATE, ANDIAMO, ANDIAMO, ANDIAMO!

    C’erano molte decine di soldati che avevano formato una recinzione con veicoli, la maggior parte con furgoni militari; sparavano da dentro contro le bestie, li davano con tutto ciò che avevano e non li facevano niente, i mostri continuavano avanzando. C’era fuoco in giro, gli edifici erano in fiamme. La missione di questi uomini e donne era interrompere l’avanzare delle creature nel mezzo di un viale centrale della zona urbana, un viale molto amplio, circondata da edifici alti che formavano la loro posizione, dovevano guadagnare tempo, trattenerli il più possibile; solo c’era un posto da dove potrebbe arrivare l’attacco, dalla parte anteriore; centinaia di creature si avvicinavano ad alta velocità, uscivano da dentro gli incendi, intatti dalle fiamme; videro sagome di cose enormi che si muovevano da dentro un muro di fuoco, erano spaventati, era qualcosa che non avevano visto prima, qualcosa che non credevano fosse possibile.

    ––NON TEMETE, SOLO SPARATE! TU, ALZA QUEST’ARMA, SPARA A QUESTO MALEDETTO!

    Iniziò a tremare, il terreno andava a pezzi, un soldato perse l’equilibrio e cade; un altro lasciò andare la sua arma, tutti si guardarono, tornarono a vedere le bestie, stavano più vicini, gli spari terminarono, queste cose stavano guadagnando terreno; uno cercò di alzarsi, di tornare a sparare, le scosse si intensificarono, gli edifici di un lato cadevano; detriti piovevano dalle altezze, un pezzo di cemento schiacciò la testa ad un uomo, il casco rimase incorporato con il cranio, gli occhi uscirono di fuori, niente più che un giovane soldato lo aveva notato. Il terreno sprofondò, si formò un buco, poi un altro, alte creature emersero, erano proprio lì, a pochi metri dai soldati, tra di loro; potevano vederli. Una creatura prese un militare robusto, lo abbatte, lo muoveva con violenza e separò il busto dalle gambe; un'altra stava sopra un povero disgraziato, la bestia infilzò i suoi denti nel mezzo della schiena, nella colonna, la tolse come se fosse quella di un pesce, estraendola quasi completamente dal corpo di quel tizio, l’uomo rimase in vita solo qualche secondo, più di quello che avrebbe desiderato. C’erano più scosse, di maggiore intensità; poi si formò un enorme cratere che si ingoiò tutti i soldati, tutti i veicoli, tutta l’attrezzatura che avevano; enormi creature continuarono a emergere.

    C’era tanto rumore, di detonazioni di armi da fuoco, esplosioni, granate che esplodevano, bazooka che impattavano contro i muri, ruggiti orribili di un suono quindi sconosciuto, grida umane, motori che non partivano. A terra camion con torrette montate di alto calibro sparando senza sosta contro ogni creatura, circolavano per le strade, si scansavano per evitare per evitare di scontrarsi contro le bestie che intentavano colpirli con i loro corpi, la maggior parte ci riusciva; una creatura della dimensione di una casa si schiantò contro un furgone, la raggiunse da un lato e la fece volare per vari metri, schiantandosi contro il suolo. Altri veicoli salivano cumuli di macerie con molta difficoltà, cercavano di evitare le parti più affollate, circondare alle bestie e mettersi in una posizione migliore per sparare; diventavano facili bersagli, i cumuli li facevano perdere troppo tempo, le bestie riuscivano a circondarli, si sentiva solo spari per qualche secondo, poi solo ruggiti. Un buggy andava abbastanza veloce, aveva grande manovrabilità; il pilota era abile, schivava le creature, frenava, cambiava di direzione e tornava a correre ad alta velocità, i suoi compagni sparavano contro ogni mostro che arrivavano, non riuscivano ammazzarli però riuscivano a ferirli, renderli lenti.

    C’erano carri armati, decine di loro, sparavano con tutto ciò che avevano, causavano tanti danni alla città come le creature; sbagliavano continuamente gli spari poiché le creature erano molto veloci, per quando mettevano uno nella mira e sparavano, il mostro non c’era più li. Un carro armato M1 Abrams andava a tutto vapore, aveva appena sparato con il suo cannone principale, all’interno il suo equipaggio tentavano ricaricare prima possibile, hanno colpito una bestia, una enorme; si alzò il terreno dietro il veicolo, il carro armato non poteva più avanzare, il mostro lo fermava con il suo corpo, lo abbracciava, trattava di alzarlo, tirava artigli contro il blindato, riuscì attraversarlo. Il cannone era rimasto inutilizzabile, non c’era più linea di sparo, rimase solo da azionare il mitragliatore dall’esterno, diretto al corpo della creatura; non li facevano niente, né anche riuscivano farlo sanguinare. Un enorme artiglio attraversò il carro armato, penetrando ogni volta sempre più dentro la cabina, tagliò un soldato alla metà, tutti rimasero coperti di sangue; la bestia aprì il veicolo come se fosse una conchiglia, i soldati restanti non potevano fuggire. Un altro conduttore di carro armato li vide, sparò contro di loro, fu l’unico che poteva fare, ferì la bestia solo in superficie.

    ––Sono troppi, non li feriamo! ––Era sbalordito, stordito per il rumore, per le scosse; c’erano bestie da tutte le parti, contò dieci, venti, poi cento, smesse di contare. Si girò a vedere i suoi compagni, correvano come se non sapevano dove andare, sparavano ad est, cambiarono di direzione e adesso al nord; non sbagliavano, ce n’erano tanti, senza importava dove si sparasse, colpirebbero qualcosa, però questo era indifferente.

    Era come uno tsunami che avanzava distruggendo tutto al suo passo, gli spari a malapena e rallentavano; i soldati furono obbligati a ritirarsi, alcuni correvano mentre altri sparavano; entravano nelle case, negli edifici, tirarono fuori centinaia di persone; una volta fuori li ordinarono di correre, c’erano decine di elicotteri di trasporto, tutti pronti a decollare, dovevano andare verso di loro. Correvano, portavano dei bambini, animali domestici, oggetti di valore che non potevano o non volevano lasciare. Una donna inciampò, nessuno la notò; caddero bambini, bebè, sono stati lasciati tutti indietro, la folla non terminava di correre, nessuno pensava ad aiutare gli altri.

    Passarono solo pochi minuti e gli elicotteri iniziarono a decollare, stavano talmente carichi come li era possibile; centinaia di persone non hanno raggiunto il posto, gridavano, piangevano. Molti tentavano afferrarsi a qualsiasi parte dell’aeronave, venivano spinti dai soldati, cadendo al suolo. Le creature li raggiunsero mentre decollavano, sono stati in grado di fuggire, videro dall’alto come tutti coloro che rimasero indietro furono distrutti; grazie a loro che sono riusciti a scappare, le bestie erano occupate con tanta gente che ignoravano gli elicotteri. La città iniziò a bruciare, era in fiamme, il fumo aveva una tonalità rossiccia, aveva un odore terribile, a zolfo e carne bruciata; in aria il cielo si oscurò, centinaia di elicotteri uscivano dalle metropoli mentre sparivano nel fuoco.

    Terzo mese

    ––Come osa proporre qualcosa del genere?

    ––Questa città è ormai persa, come tutte le altre! Non lo vedono? Dobbiamo far saltare queste cose!

    ––Però... c’è tanta gente.

    ––Abbiamo evacuato più che potevamo, non possiamo più entrare, queste persone sono già morte. Maledizione, mi sorprenderei se sarebbero rimasti più di mille!

    ––Non posso approvare un provvedimento del genere.

    ––Signor Presidente, è l’unica cosa che rimane da fare!

    Si gira a guardar un grande schermo, stavano in teleconferenza; diversi agenti dialogavano tra di loro, tutti avevano lo stesso problema e tutti cercavano una soluzione definitiva. Uno di loro, arrabbiato come pochi, antico nemico della maggior parte dei suoi attuali alleati, proponeva una sua soluzione finale. ––Vigliacchi. Pensava vedendo come le sue controparti dubitavano davanti ad una scelta così semplice, cosi ovvia.

    ––Un attacco nucleare alle nostre città, solo questo ci rimane.

    La scelta non era facile, non vedevano una alternativa migliore, erano città devastate dalle creature, non potevano continuare mandando altri soldati a morire nell’intento di far uscire altre persone. Fu dato l’ordine di attaccare, bombarderanno le tre città più colpite, poi farebbero lo stesso con il resto.

    ––"Allontanatevi dalla zona prima possibile, arriveranno a breve".

    I soldati hanno ricevuto la chiamata che aspettavano da tre mesi, l’ordine di ritirarsi.

    ––Finalmente questi idioti hanno capito che non possiamo fare niente contro queste cose, fino a quando non agiscono. ––Disse un soldato lamentoso, fu il primo a raccogliere le sue cose e salire sul camion.

    Tutti si sono mossi velocemente, smontarono il centro di comando in pochi minuti. Era giorno, queste cose non uscivano durante il giorno, anche se la notte era un inferno.

    Sentivano spari da lontano, qualche compagno si difendeva da una creatura, non si sentivano questi rumori, quello che queste cose facevano, sicuramente era una bestia solitaria.

    Si girarono a vedere la città per un’ultima volta, la più famosa del mondo, una delle più grandi e, per lo stesso, la più rasa al suolo per le bestie. I suoi enormi edifici bruciavano al centro, sagome fuori misura si vedevano camminare tra le fiamme. Le forze militari avevano trattato di recuperarla, di salvare a le migliaia di persone che sono rimasti; hanno combattuto gli ultimi tre mesi e non riuscivano a recuperare terreno, al contrario, ogni giorno dovevano ripiegare sempre di più. Finalmente lo avevano dato per perso, questa città non esisterà più, né anche queste cose che la stavano distruggendo.

    ––Che almeno abbiano una morte rapida. ––Pensò uno dei soldati ricordando i volti di queste persone che non ha potuto salvare, le aveva viste rifugiate dentro un edificio dipartimentale, non erano riuscite a passare le bestie che vagavano fuori.

    Salirono su furgoni sono partiti rapidi, lasciando dietro le tende da campeggio, torrette montate, cibo, munizioni; non volevano perdere troppo tempo, dovevano allontanarsi il più velocemente possibile, avevano solo poche ore prima dell’arrivo delle bombe.

    Le ore trascorrevano, il cielo si illuminò, tre città sparirono al completo.

    ––Mandate i droni. ––Disse il disgustato Presidente, non si toglieva le mani dal volto, non osava vedere a nessuno. ––È meglio che queste cose stiano morte.

    Mandarono centinaia di piccoli droni che trasmettevano con le sue videocamere la immagine apocalittica attesa, edifici abbattuti, strade piene di macerie, fuoco ovunque.

    ––Li vedo...sono morti, ci sono alcuni corpi... no, aspettate, qualcosa di muove.

    Queste cose uscivano dai resti degli edifici, da nuove buche ne suolo che si formavano; camminavano per la città distrutta, si alzarono trionfanti; alcuni incontravano resti umani carbonizzati, li divoravano, adesso avevano molto da mangiare, non c’era più modo per cercare. La città adesso era di loro.

    ––Maledizione! Non li è successo niente... Annullate il resto degli attacchi.

    ––Che ritornino... non lasciateli che escano di li.

    Era la combinazione di fisionomia, quindi sconosciuta, delle creature e il fatto che li piacevano costruire le sue tane nel profondo, sottoterra, che li permise sopportare i bombardamenti. La terribile e inefficace azione per distruggere il nemico più avanti sarà ricordata come Il Grande Errore. La idea di un altro attacco di quella magnitudine rimaneva scartata mentre non si conoscesse più vicino dell’opponente che si sta affrontando, a loro serviva tempo questo trascorreva senza vedere risultati.

    Sei mesi nella fine del mondo

    Non c’erano tante alternative dopo il primo incontro con quello che uscì dalle buche, queste cose, non appena hanno visto la luce del giorno, iniziarono ad attaccare a qualsiasi essere vivo a portata di mano. Le città, specialmente la più grande metropoli, erano di gran lunga le più colpite; queste erano in aspetto gli obbiettivi primari delle creature che più avanti saranno conosciute come sheitans, vocabolo arabo cristiano per riferirsi al Diavolo, e fu adottato a che il mondo cristiano rifiutava vedersi legato a tali aberrazioni.

    ––Gli sheitans si sono visti in varie forme e dimensioni però tutti tengono cose in comune: sono mostruosi, violenti, e provengono da enormi crateri della terra. ––Si poteva ascoltare durante una trasmissione televisiva e della radio prima che il segnale si fermasse di trasmettere. ––È raccomandato a tutti gli spettatori y radio ascoltatori che rimangano nelle proprie case in attesa dell’arrivo delle forze militari, che immediatamente li porteranno ad un luogo sicuro. ––Finivano ogni trasmissione.

    Dette buche si formavano violentemente dopo intense scosse che flagellavano simultaneamente varie parti della superficie terrestre, ingoiando al formarsi quanto ci sarebbe stato sopra. Alcuni di queste buche erano piccole, di appena pochi metri di diametro, sorgevano da lì principalmente creature umanoidi e orripilanti, di dimensioni solo poco più di una persona; altre buche erano enormi, raggiungendo una circonferenza di vari chilometri, erano da questi ultimi dove uscivano esseri giganteschi, che erano i peggiori.

    ––Rimanete lontani da loro in ogni momento e evitate scontri. Non si possono uccidere, ripeto, NON SI POSSONO UCCIDERE.

    Dovuto alla grande resistenza al danno, proveniente dalla grossa pelle, al principio si pensava che si trattava di creature invulnerabili, con il tempo si è riscontrato che non era così anche se non facesse differenza, ucciderli non era facile.

    ––Sono stati classificati in tre classi: Los Umanoidi sono solo un po’ più grandi degli umani anche se un po’ più robusti e molto spiacevoli da vedere, si possono riconoscere dalla loro apparenza, simili a quelle di un gorilla però spolpato, ricurvo e di scarsa pelliccia. Nella maggioranza non bipedi; molto pericolosi dovuto alla sua ferocia e abbondanza; capaci di saltare grandi distanze e di raggiungere velocità di quasi 50 chilometri/h; per di più di tenere anche una forza e resistenza molto superiore a qualsiasi animale delle sue dimensioni conosciuto. Alcuni hanno ali e possono volare per corti periodi di tempo.

    Avevano la forza per distruggere il cemento e attraversare il metallo con solo pochi graffi. Fortunatamente per la causa umana non si è potuto rilevare molta intelligenza, fatto che era la miglior arma contro di lui.

    ––La seconda classe, i Grandi, ci sono quelli un po’ più grandi di una monovolume fino ad altri più alti di una casa. In gran parte

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1