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L'Oscura Congrega
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E-book313 pagine4 ore

L'Oscura Congrega

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Info su questo ebook

Il gruppo di avventurieri continua a muoversi verso l’obbiettivo della loro missione. Nel mentre, intorno a loro, le trame tessute da una parte dal misterioso mago dalla maschera di specchio, dall’altra dall’eroina elfa e infine anche dall’Imperatore e le sue Fruste si scontrano e si intrecciano in un susseguirsi di eventi, mosse e contromosse.Queste finiscono infine con l’intralciare il cammino degli avventurieri che, loro malgrado, iniziano a rendersi conto con sempre maggiore certezza che questa loro missione li sta portando a pestare i piedi a gente con la quale non vorrebbero avere a che fare. Un gioco di potere al quale tenteranno in ogni modo di sfuggire ma, il quale, come un segugio infernale, li insegue inesorabile.

Consigliata ma non necessaria la previa lettura de Il Regno delle Mille Torri.

Fortemente raccomandata la precedente lettura de L’INGANNO DEL MAGO - I Maghi Ribelli Volume 1
LinguaItaliano
Data di uscita23 giu 2020
ISBN9788835853329
L'Oscura Congrega

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    Anteprima del libro

    L'Oscura Congrega - Daniele Lippi

    L’Oscura Congrega

    I Maghi Ribelli

    Volume 2

    Daniele Lippi

    ©2019 Daniele Lippi

    Proprietà letteraria riservata

    I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta dell’autore.

    La vicenda narrata in questo libro è frutto della fantasia dell’autore. Non è pertanto autobiografica. Ogni riferimento a nomi, cose, persone esistite o esistenti, o a fatti realmente accaduti è puramente casuale .

    A mia figlia Morgana

    La lingua della magia primordiale discende da quello ben più potente che era l’idioma degli Dei detto anche il Verbo della Creazione. Parole così potenti da far comparire un’ape dal nulla se in quella lingua ‘ape’ veniva pronunciato. Per questo non vi è ad oggi saggio o studioso che non ritenga la sua perdita sia un bene per tutta Fenuruel.

    Paragrafo introduttivo de ‘Parole di Potere e Magia’ redatto dal saggio, mago e filosofo

    Xoy Norvorst, Divulgatore Mistico e Professore Errante di Chadras.

    Per ulteriori informazioni o lasciarmi un messaggio:

    https://io-daniele.wixsite.com/daniele-lippi

    Consigliata ma non indispensabile la previa lettura de

    IL REGNO DELLE MILLE TORRI

    Fortemente raccomandata la precedente lettura de

    L’INGANNO DEL MAGO - I Maghi Ribelli Volume 1

    Fenuruel

    Sommario:

    PUNTI SALIENTI DEL PRIMO VOLUME 8

    CAPITOLO 1 10

    CAPITOLO 2 25

    CAPITOLO 3 35

    CAPITOLO 4 52

    CAPITOLO 5 63

    CAPITOLO 6 72

    CAPITOLO 7 82

    CAPITOLO 8 90

    CAPITOLO 9 116

    CAPITOLO 10 122

    CAPITOLO 11 145

    PUNTI SALIENTI DEL PRIMO VOLUME

    Reduci dalla loro ultima avventura - in cui seguendo le indicazioni di una mappa si erano trovati a fronteggiare la minaccia delle Isole Volanti di Niulgreth sostenute dalla magia dell’Albero della Vita combattendole alle porte della città di Lyxervioz per evitarne la distruzione e così facendo negando l’avvento del Regno delle Mille Torri auspicato ma poi abbandonato secoli prima dai maghi dell’epoca - Hardana, Duntrem, Tjanador e Sycro svernavano a Luath.

    Sentendo il richiamo dell’avventura trovarono, si proposero, vennero scelti e infine assoldati – insieme anche ad altri gruppi di avventurieri - da Naifran, Generale del Regno di Pyriria, per trovare di un oggetto di tale potere da poter porre fine alla guerra tra l’Impero Cruemaek e il Principato di Relviat. Una ricerca che promette di portarli oltre i confini delle Terre dell’Oblio.

    Questa ricerca li conduce a Pyr dove, dopo aver affrontato misteriosi nemici, sono costretti a fuggire dalla città imbarcandosi a bordo della Schiuma di Vento, la nave del capitano Tremrhu, cittadino del mare che, in cambio del passaggio fino alle coste dell’Impero Cruemaek, chiede loro di aiutarlo a vendicarsi del pirata che ha ucciso suo figlio. Animati da spirito di giustizia i quattro avventurieri accettano.

    Quello che però nessuno di loro sospetta è che molto altro è in gioco, che i giocatori in ballo sono molteplici, insospettabili, spietati, ognuno con una propria agenda e ognuna di queste sembra in qualche modo intrecciarsi con la loro ricerca:

    La guerra in realtà è opera di un misterioso mago dalla maschera di specchio, Cenharual, che intende usarla come diversivo al fine di essere libero di raggiungere il suo vero scopo senza che nessuno gli presti attenzione e metta i bastoni fra le ruote: ritrovare la Pietra delle Anime usata da Efsew.

    Turmaeln, l’Imperatore dell’Impero Cruemaek, nel tentativo di liberare il suo regno dal giogo degli angruantiani e del loro capo Oswurk ha sguinzagliato le Fruste – un ordine segreto di spie e assassini al suo servizio – e che proprio a questo gruppo segreto appartenevano i misteriosi nemici affrontati dagli avventurieri a Pyr.

    Nel Regno degli Elfi, Leisinara, una potente maga e abilissima guerriera che ha combattuto al loro fianco alle porte di Lyxervioz e che all’ultimo si è tuffata nel fuoco per salvare un lembo di radice dell’Albero della Vita riportandola segretamente in patria, ha stretto una scellerata alleanza col mago dalla maschera di specchio. L’elfa, in disaccordo con gli Anziani del Bosco, intende piantare la radice al più presto, con l’aiuto del mago e della Gemma di Efsew farlo crescere di decine di anni in un istante offrendo in cambio un pezzo di radice dello stesso Albero della Vita.

    Ora Hardana, Duntrem, Tjanador e Sycro solcano il mare a caccia del pirata Onda Selvaggia, Il Capitano delle Fruste di Turmaeln è stato catturato dall’odiato Oswurk, Cenharual continua a tessere la sua ragnatela e Leisinara si prepara a fare la sua mossa.

    CAPITOLO 1

    COVO MATTO

    La giornata era soleggiata, all'orizzonte davanti a loro alcuni radi banchi di nuvole fluttuavano leggere senza mai avvicinarsi, il mare era calmo e un vento deciso soffiava gonfiando le vele. La Schiuma di Vento scivolava senza alcuna difficoltà attraverso le basse e lunghe onde come se non le toccasse. Sul ponte gli uomini del capitano Tremrhu tenevano d'occhio le cime occupandosi in altre faccende tra cui la pulizia delle armi incrostate dalla salsedine e assediate dalla ruggine. Una mansione che i marinai non erano abituati a compiere e che aveva richiesto l'intervento di Duntrem. Il nano, dopo averli osservati divertito per quasi un giorno intero, quando il suo divertimento si era trasformato in vera e propria sofferenza e pena verso quelle vecchie lame, aveva infine deciso di intervenire. Così, adesso, lentamente, le lame stavano tornando se non al loro antico splendore almeno ad assomigliare a qualcosa di quantomeno minimamente minaccioso.

    Oltre alla ciurma sul ponte c'erano anche Hardana e Tjanador. La mezzelfa osservava rapita il gioco di alcuni delfini che si erano affiancati al vascello mentre Tjanador osservava Mappa che volava sopra le loro teste impegnato nella sua nuova mansione di vedetta.

    Hardana senza alzare lo sguardo parlò giusto per spezzare il monotono canto delle onde che si infrangevano contro la scocca della nave Dicono che i Budrek capiscano la lingua dei delfini sai? il mago non rispose ma lei continuò tranquilla Chissà quante cose potrebbero raccontarci questi. disse sognante indicando i tre delfini Chissà quante cose hanno visto, quali misteri e segreti conoscono. Tjanador alzò le spalle Non sei curioso di sapere cosa c’è lì sotto? Quali strani esseri popolano le profondità del mare? Quanto è profondo? Quanto è grande? dove sono i suoi confini?

    Tjanador alzò nuovamente le spalle Sirene, tritoni, mostri marini, serpenti giganti, squali, balene, piovre giganti, draghi marini, tutte cose che a mio parere sarebbe meglio non disturbare. commentò distratto.

    Hardana nel sentirlo così lontano e apatico si incuriosì Sembri pensieroso, qualcosa non va?

    Tjanador sospirò Stavo ripensando alla storia di Tremrhu.

    Hardana annuì Una storia triste vero?

    Tjanador scosse la testa Non è quello, è che non riesco a togliermi dalla testa un pensiero, devo assolutamente parlarne col capitano. spiegò senza aggiungere altro.

    La mezzelfa lo squadrò aspettando che continuasse, cosa che il mago non fece Che cosa? chiese infine.

    Tjanador distolse lo sguardo da Mappa spostandolo sui delfini Tremrhu ha detto che il nobile gli ha riferito che tutti i sopravvissuti sono stati buttati in mare, per cui pure suo figlio anche se non l'ha specificato, giusto? Anche tu hai capito così? Hardana annuì e lui continuò E lui ha trovato la bacchetta magica alla deriva su una spiaggia delle isole delle nubi giusto? Hardana annuì nuovamente Questo vuol dire che suo figlio quando e stato buttato in mare aveva ancora la bacchetta con sé e visto che è cresciuto su una città del mare sicuramente sapeva nuotare per cui non riesco a capire come un mago del terzo cerchio che sa nuotare, che ha una bacchetta magica e che per di più conosce il mare sia annegato. A me, così su due piedi, vengono in mente almeno cinque o sei magie che mi avrebbero permesso di sopravvivere.

    Hardana ci pensò spalancando gli occhi Già, è vero, non ci avevo pensato. Dici che non ci ha detto tutta la verità?

    Tjanador scosse la testa pensieroso Non so se ci ha mentito, io non sono molto abile nel capire queste cose ma, se ha mentito lo sa fare davvero bene.

    Hardana ci pensò Davvero! Se ha mentito ci ha fregato tutti. commentò e sorridendo aggiunse sussurrando in tono confabulatorio E se ci ha mentito su questo chissà su quante altre cose lo ha fatto!

    Il mago la guardò negli occhi serio prima di sorridere anche lui Attenta a non fare questi giochetti con gli altri, lo sai che sono sensibili alle ipotesi di complotti!

    Hardana alzò le spalle tornando seria Comunque sia vale la pena chiederglielo ma, quando lo farai fallo in maniera discreta, si tratta sempre del figlio.

    Tjanador annuì tornando a guardare Mappa. Il vuyl sembrava aver preso il suo ruolo di vedetta molto seriamente. Chiuse gli occhi, si concentrò, entrò in contatto con Mappa, sentì il loro legame magico, la loro intrinseca interdipendenza, la magia dell'unione che sembrava rafforzarsi ogni giorno di più e con il semplice pensiero, con più facilità di quando avesse mai fatto prima vide con gli occhi del suo famiglio. La vista di Mappa era così acuta rispetto alla sua che gli ci vollero, come sempre, alcuni istanti per abituarcisi. Era una cosa strana ma, prima, anche solo alcune settimane prima, la vista di Mappa non sembrava così acuta. Probabilmente ora riuscivano a condividere le cose in modo più completo, segno tangibile che col tempo il loro legame stava diventando sempre più forte. Era una sensazione difficile da descrivere. Vedere senza vedere e nel farlo vedere meglio che con i propri occhi gli sembrava ormai naturale come naturale gli era sentirsi un tutt'uno con Mappa. Erano state frequenti le volte in cui in questi giorni si era sentito d'un tratto più felice o più eccitato a seconda di come si sentisse il suo famiglio. Doveva ricordarsi di chiedere al Vuyl se anche per lui era la stessa cosa. Comunque, ora non voleva pensarci e preferiva godersi lo spettacolo del mare senza confine che li circondava. Vide enormi banchi di pesce sotto la sua superficie, due balene in lontananza che sbattevano le loro enormi pinne sull'acqua, un altro branco di delfini numerosissimi che saltavano e giocavano allontanandosi. Era tutto meravigliosamente quieto e pacifico. D’improvviso vide un grosso squalo che solcava le onde poco lontano dal banco di pesci e il suo pensiero tornò al figlio di Tremrhu. Vedendo il grosso pesce ripensò agli incantesimi che pensava avrebbero potuto tenerlo in vita in mare e d'un tratto non fu più così sicuro delle sue affermazioni. Si immaginò in mare, appesantito dai vestiti bagnati, stanco per via degli incantesimi lanciati durante la difesa della nave, lo squalo o altro predatore che si avvicinava silenzioso, magari da sotto. Forse uno sarebbe riuscito a respingerlo ma se fossero stati due? o tre? ce l'avrebbe fatta? Sospirò. No, non ce l'avrebbe fatta. Come dicevano i nani il mare non era fatto per chi nasce sulla terra altrimenti avremmo avuto le branchie come i pesci. Il fatto che l'uomo avesse imparato a domarlo con le sue navi non significava che il mare non si accorgesse che non era una sua creatura. Mentre pensava a queste cose lo sguardo di Mappa si spostò sulla nave. Tjanador vide il capitano, Duntrem e Sycro che salivano sul ponte e riaprì gli occhi. I suoi. Gli sembrò di non vedere bene poi si riabituò alla sua vista rendendosi conto di quanto poco sviluppati erano i suoi sensi rispetto a quelli del famiglio.

    Il capitano gli fece un cenno di saluto e raggiunse Gulstroln al timone. Sycro e Duntrem li raggiunsero. Stavano ancora discutendo e Duntrem sembrava alquanto contrariato Non è possibile diceva il nano ci dev'essere un altro modo per abbordare una nave. Lanciarsi con una corda oltre il bordo della nave per saltare sul ponte dell'altra non è pratico, e poi tutta quell'acqua sotto, no, ci dev'essere un altro modo.

    Sycro fece gli occhi in gloria Te lo abbiamo spiegato e ripetuto, l'unico altro modo è speronare l'altra nave oppure affiancarcisi. Pensi che un qualunque capitano degno di questo nome lo permetterebbe? spiegò annoiato.

    Duntrem però non sembrava farsene una ragione Ecco, appunto, per di più dunque non solo bisogna saltare ma farlo pure mente l'altra barca cerca di allontanarsi.

    L'uomo posò le mani sulle spalle del nano Oppure nel mentre che anche loro cercano di fare la stessa cosa. Il capitano ce l'ha spiegato, è una tattica usata da tutti, la più comune ma più efficace, il primo che riesce ad abbordare la nave avversaria costringe l'altro sulla difensiva così che meno nemici potranno abbordarci a loro volta. Lo scopo è di avere più uomini possibile sul vascello avversario nel minor tempo possibile.

    Duntrem sembrava non voler arrendersi E se le cose si mettono male? se riusciamo ad abbordare la nave ma quelli sono più forti?

    Sycro abbassò la testa allisciandosi il pizzetto Il dovere di un capitano è verso la sua nave innanzitutto. Se Tremrhu vedrà che la sconfitta e inevitabile si allontanerà il più velocemente possibile per salvare la Schiuma di Vento.

    Il nano si girò verso il capitano che aveva preso in mano il timone e aveva lo sguardo fisso all'orizzonte Lasciandoci lì, sul ponte dell'altra nave a vender cara la pelle? disse infine Duntrem afferrandosi la barba e scoppiando in una sonora risata Mi sta bene! Allora? Dove sono i pirati? Mi è venuta voglia di fare un salto sul mare!

    Hardana sorrise nel vedere il nano veramente di buon umore per la prima volta da quando erano salpati dal porto di Pyr Allora strateghi, quali sono le ultime novità? gli chiese.

    Sycro non si fece pregare Allora, il piano e molto semplice, dobbiamo raggiungere l'Isola delle Nebbie possibilmente senza farci notare troppo.

    Hardana lo interruppe subito Intendi dire senza farci notare. precisò.

    L'uomo scosse la testa No, intendevo proprio senza farci notare troppo. Il capitano sostiene che approdare sull'isola senza essere notati è impossibile ma, dice anche che la Schiuma di Vento è troppo piccola o non degna di nota per cui, anche se sicuramente verremo avvistati, nessuno valuterà proficuo un abbordaggio o almeno… lo spera.

    Vedo. Convenne la mezzelfa valutando con occhio critico il vascello che effettivamente niente aveva di sfarzoso e né aveva una stiva capiente E se ci attaccano comunque?

    Duntrem sbuffò In quel caso Tremrhu ritiene che come prima scelta ci sia la fuga, di combattere se ne parla solo se ci raggiungono e visto come fila questa nave la cosa potrebbe non succedere. riassunse quasi rammaricato.

    Comunque riprese Sycro Una volta a terra dobbiamo cercare un certo capitano noto come Onda Selvaggia, individuarne la nave, aspettare che salpi, seguirlo e infine affondarlo. Semplice no?

    Tjanador alzò gli occhi al cielo indicando Mappa Se sapessimo il nome della sua nave trovarlo sarebbe molto più semplice.

    Hardana sorrise agitando una mano salutando il famiglio Vero! Non ci avevo pensato. Lo conosciamo? chiese speranzosa ma Sycro fece cenno di no.

    E un’ultima cosa. disse Duntrem indicando la sacerdotessa e il mago voi due dovete cambiarvi, vestiti così date troppo nell'occhio.

    Hardana lo guardò stupita e un sorriso maligno gli solcò il viso delicato A te invece daranno un paio di trampoli? chiese beffarda tanto che Sycro e Tjanador dovettero soffocare le risate camuffandole con finta tosse.

    Molto divertente elfa! ribatté lui enfatizzando di proposito l'ultima parola Oltre ai vestiti magari ti potrei anche dare una spuntatina alle orecchie che dici?

    Hardana si finse offesa E tu che ne dici di tosare la pecora che porti sul mento?

    Duntrem piazzò le mani sui fianchi allargando le gambe E tu che ne dici di una bella passata di... ma Sycro li interruppe ridendo Va bene, va bene, abbiamo capito.

    Duntrem si ricompose contrariato Stavo per dire un’offesa bellissima. si lamentò.

    L'uomo lo guardò divertito Tienila in serbo per la prossima volta. Ora dobbiamo trovare dei vestiti a questi due.

    Il mago però non sembrava convinto Capisco che le vesti di Hardana possano dare nell'occhio ma io? che cos'hanno i miei vestiti che non vanno?"

    La mezzelfa gli diede un colpetto Che sono quelli tipici dei maghi forse?

    Tjanador si guardò Ma io voglio che questo Onda Selvaggia sappia che un mago lo sta punendo per quello che ha fatto ad un altro mago.

    Sycro gli mise una mano sulla spalla spingendolo verso le scale che portavano sottocoperta Lo saprà quando gli scaglierai addosso i tuoi incantesimi. lo rassicurò e il mago dopo una prima stentata resistenza si lasciò guidare in cabina.

    Il mago e la sacerdotessa trovarono sul letto una piccola pila di vestiti Questi sono tutti quelli che abbiamo trovato disse loro il nano Cercate nel mucchio quali vi stanno meglio e indossateli. aggiungendo con un sorriso beffardo guardando Hardana di traverso Sono ovviamente tutti da uomo.

    La mezzelfa non lo degnò di una risposta iniziando la ricerca mentre Sycro e Duntrem tornavano sghignazzando sul ponte.

    Quando li raggiunsero il mago e la sacerdotessa sembravano due membri della ciurma. Tjanador indossava una larga maglia grigia di lana grezza e un paio di pantaloni marroni che gli arrivavano a meta polpaccio e un paio di bassi stivali sgualciti mentre Hardana invece aveva trovato solo una camicia di tela nera sulla quale portava un gilet bianco senza bottoni e un paio di pantaloni larghi di tela di sacco stretti in vita da una corda.

    Gulstroln che li aveva raggiunti li osservò con occhio critico Siete perfetti! Sembrate proprio due marinai, l'unico dettaglio che vi manca è l'abbronzatura diede una vigorosa pacca sulla spalla al mago-marinaio, rise forte e tornò dal suo capitano.

    Tjanador irritato si massaggio la spalla Un giorno o l'altro gliela trasformo in gelatina quella mano. si lamentò sottovoce Allora? chiese alzandola Cosa ci siamo persi?

    Niente confermarono i due compagni che ancora li osservavano divertiti Il piano rimane lo stesso, finché non tocchiamo terra siamo nelle mani di Tremrhu.

    Il resto del giorno passò lento e tranquillo come anche il seguente e quello dopo ancora. Duntrem aiutava a pulire le armi concentrandosi a lungo anche sulla sua cercando sempre di non guardare troppo tutta quell'acqua che li circondava. Sycro dava consigli di scherma e consigli di lotta ai marinai che non sembravano troppo esperti nel combattimento tranne Gulstroln che sembrava oltremodo capace con le due clave che si era scelto. Hardana divideva il suo tempo pregando, osservando rapita il mare e accudendo il piccolo cavallo che non sembrava affatto preoccupato o irritato dal perenne ritmico oscillare della Schiuma di Vento. Tjanador invece spulciava i pochi piccoli libri che aveva portato con sé, di tanto intanto si recava a poppa o a prua a provare un incantesimo ma, quello che sembrava affascinare tutti era quando si allenava con Mappa. In quel caso, per la disperazione di Tremrhu, tutta la sua ciurma si fermava alzando lo sguardo su di loro osservando il potere del mago che, per gente come loro che non era mai stata esposta alla magia, sembrava avere quasi del divino. Soprattutto le evoluzioni di Mappa sembravano attirare le loro attenzioni. Probabilmente perché, malgrado il loro capitano avesse assicurato loro che il famiglio non era da temere, il suo aspetto provocava comunque in loro un certo timore e, come i bambini che si raccontano storie dell'orrore, ne erano impauriti e attratti al tempo stesso.

    Tjanador dal canto suo era divertito da questa cosa ma non lasciava che questo lo distraesse dal suo scopo. Voleva che il loro legame si intensificasse e si affinasse al massimo delle loro capacità. Sapeva che questo limite dipendeva da lui, per questo ci stava mettendo tutto sé stesso. L'allenamento che stava seguendo poteva essere pericoloso ma era necessario se voleva essere sicuro di vendicare il figlio mago del capitano. Il procedimento era semplice. Chiudeva gli occhi vedendo con quelli di Mappa e tramite lui scagliava un incantesimo, di solito un semplice dardo infuocato o piccolo globo esplosivo verso sé stesso dopodiché riapriva i propri occhi evocando uno scudo magico che lo proteggesse. Oppure sempre ad occhi chiusi guidava Mappa il più lontano possibile facendogli eseguire semplici magie per vedere fino quale distanza il loro legame gli permetteva di farlo. Purtroppo però non sembrava capace di mantenere un legame magico stabile oltre i trecento passi di distanza. Non era poco ma neanche tanto. Dai libri che aveva letto sull'argomento nella libreria dell'Accademia di Magia di Luath alcuni maghi non solo riuscivano a mantenerlo per oltre dieci leghe ma riuscivano a vedere e dirigere il proprio famiglio e essere vigili continuando a fare altro come leggere, passeggiare, condurre esperimenti, cantare, chiacchierare, fare magie e tanto altro ancora. Purtroppo era evidente che lui non era ancora abbastanza potente per queste meraviglie.

    Ciò non di meno lo spettacolo che offrivano insieme durante i loro esercizi era comunque straordinario. Mappa volava veloce come un’aquila cabrando, girando e volteggiando come un pipistrello nel mentre che dalla sua chela puntata contro il suo padrone scagliava magie sempre più potenti.

    Per prima un semplice dardo infuocato che come una freccia volava dritto verso Tjanador che lo dissipava a mezz'aria facendolo scomparire in una piccola nuvola di fumo.

    Il secondo attacco erano due scintillanti globi esplosivi che volarono verso il mago ruotando su sé stessi e compiendo strane evoluzioni quasi stessero ballando. Tjanador evocava uno scudo magico contro il quale i globi esplodevano a poche braccia da lui tra mille scintille colorate.

    Il terzo era un fulmine. Per contrastarlo il mago alzava la bacchetta a forma di piuma di cigno tenendola con ambedue le mani imprigionando il fulmine in essa per poi riscagliarlo verso Mappa che con un gesto noncurante della sua chela puntualmente, e fortunatamente, lo deviava in mare.

    Il mago e il suo famiglio ripetevano questi esercizi due o tre volte al giorno e ad ogni sessione i sortilegi che usavano erano sempre più potenti. Tjanador sperava in questo modo di bruciare qualche tappa. Dopotutto il mago esaminatore a Luath gli aveva fatto chiaramente capire che col suo livello di potere era pronto a passare al Quinto Cerchio. La cosa pur riempiendolo d'orgoglio lo faceva pensare. Ricordava bene le parole del suo mentore all'Accademia magica di Encamro con cui redarguiva sempre gli studenti che si lamentavano della poca pratica: L’uso continuo, estensivo e ogni volta al limite del proprio potere della magia è il modo più veloce per accrescere il proprio potere ma, si finisce sempre per farlo a scapito della conoscenza necessaria a controllarlo. Suo malgrado, provandolo lui stesso sulla sua pelle, non poteva che dargli ragione.

    Altri due giorni passarono in questo modo fino a che all'alba del settimo giorno da quando avevano accettato di aiutare Tremrhu scorsero la costa dell'Isola delle Nebbie e insieme ad essa altre navi in lontananza.

    I quattro compagni si ritrovarono sul ponte insieme al capitano e il suo secondo Si inizia a fare sul serio! disse quest'ultimo Da oggi niente allenamenti o altro e tutti pronti ad impugnare le armi!

    Il fatto che il barbaro non chiudesse la sua frase con la sua solita risata fece capire a tutti i presenti che le cose erano cambiate.

    Tremrhu osservò le vele, urlò un paio di ordini ai suoi uomini e poi chiamò a sé il mago Sei certo che il tuo famiglio a capito il suo dovere?

    Non preoccuparti lo tranquillizzò Tjanador da questo momento in poi la sua vista sarà la mia vista. e detto questo si trovo un angolino dove potersi sedere senza essere d'intralcio a nessuno e chiuse gli occhi mentre Mappa continuava instancabile a cavalcare i venti sopra le loro teste.

    Mentre la Schiuma di Vento procedeva spedita alla volta dell'isola dei pirati Mappa osservava tutto intorno a sé e il suo padrone con lui. Il famiglio sentiva la sua presenza rassicurante nella sua testa, ne percepiva

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