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La farfalla con le ali di cristallo
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E-book159 pagine2 ore

La farfalla con le ali di cristallo

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Info su questo ebook

Impero azteco 1520: il sacerdote azteco Ghetumal consegna al condottiero spagnolo Hernan Cortes un libro sacro. Ghetumal l’aveva trovato qualche anno prima sotto la statua della dea della pioggia.
Nessuno sa chi l’ha scritto, né quando. Nel libro c’è una profezia apocalittica, il 18 agosto del 2044 qualcosa sconvolgerà e distruggerà il mondo.
Los Angeles 2043: l’esploratore Matthew Lekos e lo studioso di storia Walden Green entrano in possesso del libro. Derisi dalla comunità scientifica per la loro ingenuità, sono gli unici a credere alla veridicità della profezia e grazie all’aiuto del libro cercheranno di salvare l’umanità.
La profezia sarà vera? Cosa succederà il 18 agosto del 2044?
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita7 lug 2020
ISBN9788833666006
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    Anteprima del libro

    La farfalla con le ali di cristallo - Demetria Verbaro

    PRIMA PARTE

    CAPITOLO 1

    LOS ANGELES, 26 ottobre 2043

    Pioveva a dirotto e la gente camminava di fretta lungo la Ocean Avenue, a Santa Monica.

    L'acquazzone era stato improvviso e inaspettato, nessuno dei passanti aveva l’ombrello, qualcuno si riparava portando borse o giornali sopra la­ testa, qualcun altro si fermava all'ingresso dei negozi nella speranza che il diluvio cessasse presto.

    L’unica persona sotto un ombrello era una donna giovane, alta e dalla camminata elegante.

    Aveva i capelli raccolti in uno chignon stretto sulla nuca e la scriminatura al centro faceva risaltare la forma perfettamente ovale del suo viso.

    Per proteggersi dal vento, alzò il cappuccio del suo blouson e continuò a procedere spedita, finché non si trovò davanti l’insegna luminosa dell'Hotel Shore.

    Sono arrivata a destinazione pensò compiaciuta, desiderosa di lasciarsi il temporale alle spalle.

    Attraversò l’elegante hall, persone dall’aria distinta se ne stavano sedute sopra divani bianchi, rose e narcisi decoravano dei tavolini in legno smaltato e nell’aria riecheggiava musica classica. Si sentì fuori posto, poi guardò delle vecchie stampe appese alle pareti, avevano come il soggetto il mare, e subito un sorriso tornò a fare capolino tra le sue labbra.

    Nella sala conferenza D campeggiava una locandina con impressa l’immagine del Templo Mayor e la scritta:

    " L’IMPORTANZA DI GHETUMAL NELLA CULTURA AZTECA.

    ORATORE: WALDEN GREEN "

    Si tolse il blouson e lo appoggiò con grazia sull’avambraccio. Il vestito stretto a fiori la fasciava come un bacio.

    Va bene, signor Green, vediamo se sei davvero l’uomo che stiamo cercando disse a mezza voce prima di entrare.

    La stanza, pur essendo grande, era gremita di persone, tutti i posti a sedere erano occupati.

    Il suo ingresso fu anticipato dal ticchettio dei suoi tacchi e scandito da una

    nota sorda di gole che deglutivano, gomiti che si toccavano e fruscio di

    giornali che si chiudevano. L'aria si fermò, tutti si voltarono per guardarla, la bellezza della donna era tale da immobilizzare i corpi e dirottare i pensieri.

    In silenzio si sistemò in piedi, dietro l'ultima fila.

    La conferenza iniziò.

    Walden Green era sopra un piccolo palco. Aveva i capelli lunghi intramezzati da qualche ciocca grigia, il viso scavato, un accenno di barba; il corpo scattante era stretto in un blazer elegante che indossava controvoglia. L’aveva affittato per l’occasione e non vedeva l’ora di restituirlo; era abituato a jeans e camicie a scacchi, l’unica concessione che faceva all’eleganza era indossare ogni domenica una giacca di cotone con i tweed avana ai gomiti.

    Parlava con tono concitato, i suoi occhi scuri erano veloci, curiosi, fissavano pieni di speranza quelli degli interlocutori, colleghi, giornalisti e possibili finanziatori: " la comunità scientifica deve accettare il fatto che Cortes era in possesso di un libro sacro che gli aztechi consideravano

    fondamentale.

    All'interno del Tempio Mayor, il più grande mai costruito da una civiltà

    precolombiana, ci sono dei geroglifici che parlano dell'incontro tra Cortes e il sacerdote Ghetumal e il libro viene descritto come la salvezza dell'essere umano. Dov'è andato a finire questo libro? "

    Dalla prima fila si alzò un uomo alto e magro, impettito in giacca e cravatta, aveva dei baffi curati e parlava con tono sicuro: non si dimentichi che lo scienziato Anistasky sostiene che queste incisioni erano false. Esse sostengono che il libro sia stata trovato nei primi anni del 1300, ma allora come poteva essere scritto in lingua spagnola e latina, se Cristoforo Colombo scoprì l'America solo nel 1492?

    Walden si passò una mano tra i capelli, cercando di far stare il suo ciuffo all'insù, lo faceva sempre quando era nervoso: Quello che dice Anistasky è falso, quelle iscrizioni invece sono autentiche. Non è riuscito a decifrare le scritture e i simboli che aveva davanti, ma io invece ce l’ho fatta, e proprio per questo è fondamentale ritrovare quel libro.

    L'uomo replicò aspro: dove si troverebbe questo libro?

    A Città del Messico, nelle profondità di un lago. Per questo siamo qui, vi chiedo di aiutarmi nella ricerca di finanziamenti per una spedizione scientifica.

    Un uomo grasso, con il viso butterato trasudante sudore gli chiese divertito, cercando di suscitare l’ilarità di tutti: c’è la possibilità che Martin Mc Fly insieme a Doc abbiano preso la DeLorean, siano andati indietro nel tempo nel tempo e abbiano scritto quel libro?

    Walden abbassò la testa, deluso, senza rispondere alla provocazione.

    Una giornalista si alzò in piedi. Aveva dei ricci attenuati in morbide onde, gli occhi da gatta e le labbra pronunciate. Dal tono impostato della voce sembrava volesse fare un intervento serio, invece continuò la presa in giro: secondo me sono stati gli extraterrestri. Poi imitò la voce roca dell’E.T. di Spielberg: essere stato io a scrivere quel libro, ET telefono casa di Walden Green e lasciare messaggio: sei un cialtrone.

    La sala si riempì del rumore di risate.

    Uno dei possibili mecenati, un giovane imprenditore dalla faccia pulita e dai modi educati, cercò di riportare la situazione alla normalità: io sarei interessato a finanziare la spedizione.

    Sentendo quelle parole, le risate cessarono di colpo.

    L’uomo, che aveva il fascino voluttuoso tipico degli indolenti, era il rampollo di una famiglia facoltosa che aveva fatto fortuna nel ramo immobiliare: quanto costerebbe finanziare questa spedizione?

    Walden si mordicchiò l’unghia dell’indice e balbettò: beh, considerando l’uso di elicotteri per arrivare sul posto, le attrezzature, l’impiego di molti uomini per molte settimane e… si fermò un attimo, tirò un profondo respiro, si fece coraggio e proferì con voce decisa: " circa dieci milioni di

    dollari. "

    Tutti gli invitati si alzarono sbalorditi e sdegnati dalla sedia e, commentando con parole di scherno e disprezzo, uscirono disordinatamente e velocemente, come se avessero sentito l’allarme

    antincendio.

    Walden uscì dall'hotel con l'aria della sconfitta appiccicata addosso, sistemò le sue ricerche sotto il giaccone per non bagnarle e cominciò a camminare incurante della pioggia.

    L'aria era impregnata del profumo intenso e acre del temporale, sotto la luce dei lampioni brillavano le strade di ciottoli lustri e bagnati.

    Una donna si avvicinò a lui e lo protesse dalle intemperie con il suo ombrello: salve, sono Karen.

    Dopo un attimo di perplessità, l'uomo rispose gentilmente: salve, Walden Green.

    Conferenza interessante, complimenti.

    L'uomo guardo meglio il viso della donna e disse con stizza malcelata:

    l'ho vista, era in piedi, dietro l'ultima fila. Va bene essere deriso durante la conferenza, ma seguirmi sotto la pioggia per continuare a prendermi in giro, mi pare eccessivo.

    Karen aveva un'aria smaliziata e selvaggia, le parole uscivano lente dalla sua bocca e costringevano il suo interlocutore ad ammirare la perfezione delle sue labbra: non la sto prendendo in giro, sono seria. Andiamo in un posto tranquillo, devo parlarle con più calma.

    Entrarono nel ristorante The Lobster e si sistemarono nel tavolo in fondo al locale.

    L'ambiente era molto particolare, intimo e creativo, su ogni angolo in cui l'occhio andava a poggiare notava qualcosa di gradevole: i tendaggi in cotone, le pareti di legno, le travi in vista sul soffitto, il caminetto in pietra e mattoni, i tavolini di metallo con cappelli panama che diventavano abatjour e le grandi vetrate panoramiche sull'oceano.

    In sottofondo si sentiva una piacevole musica jazz.

    Cominciarono a entrare in confidenza e a darsi del tu, Walden cercava di essere spontaneo e allegro, ma la sua brillante conversazione fu interrotta dalla cameriera: " i signori desiderano ordinare?

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