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Pura tentazione (eLit): eLit
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E-book174 pagine2 ore

Pura tentazione (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Eden Foley farebbe di tutto per tutelare la sua sorellina, persino incontrare Devlin Stone, con cui ha avuto una breve relazione in passato. E per lasciarsi alle spalle l'attrazione che ancora prova, decide di affrontarlo e di trascorrere qualche giorno con lui su una splendida isola del Pacifico. Ma certi brividi non sono destinati ad aver fine.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ago 2019
ISBN9788830503182
Pura tentazione (eLit): eLit
Autore

Robyn Grady

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Pura tentazione (eLit) - Robyn Grady

    Immagine di copertina:

    Milkos / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Devil in a Dark Blue Suit

    Harlequin Mills & Boon Modern Heat

    © 2009 Robyn Grady

    Traduzione di Lucia Panelli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-318-2

    1

    Il fragore di vetri in frantumi fece balzare in piedi Eden Foley. Il cuore in gola, la donna sollevò lo sguardo verso il grande lampadario Swarovski, mentre tutti i presenti si guardavano intorno allarmati.

    Mio Dio! Era forse scoppiata una bomba nel cuore di Sidney?

    Le pulsazioni a mille, Eden allungò il collo per vedere oltre la spessa vetrata del ristorante. Là fuori, sul marciapiede, una donna brandiva una mazza da baseball. Un’elegante auto sportiva parcheggiata sul bordo del marciapiede diffondeva inaspettati bagliori dal parabrezza infranto. La donna stava per tornare a sollevare l’arma, pronta per andare a segno sul luccicante cofano nero.

    Indossava un abito morbido, forse una camicia da notte, che svolazzò leggera quando la donna si concentrò per sferrare il secondo colpo. Da titolare di una boutique di abbigliamento femminile, Eden riconobbe che i motivi floreali erano tornati di moda, ma certo non lo erano la violenza e un linguaggio sboccato.

    Nell’istante in cui la mazza si abbatté sul cofano, un uomo alto e imponente si materializzò dal nulla e con un gesto deciso strappò l’arma di mano alla donna. Poi, per fermare e proteggere alcuni passanti incuriositi, allungò il braccio libero. E come nella scena finale di un film, un’auto della polizia inchiodò, la sirena spiegata che andò a urtare i nervi già tesi di Eden. Due poliziotti balzarono fuori mentre la donna in tenuta floreale crollò a terra e si lasciò andare a un pianto dirotto.

    Scossa ma sollevata, Eden crollò sulla sedia.

    Conosceva l’attraente proprietario di quell’auto. Era con lui che aveva appuntamento per il pranzo. Una vita fa lui l’aveva conquistata. Per quattro meravigliosi mesi Eden era rinata tra le braccia di Devlin Stone.

    Nonostante la loro storia avesse avuto un amaro epilogo, non poteva negare che avessero condiviso qualcosa di speciale, qualcosa che un’illusa ragazzina aveva creduto potesse durare per sempre.

    Sei settimane prima, la sorella minore di Eden era caduta in una trappola simile. Sabrina aveva iniziato a uscire con il fratello minore di Devlin, il noto playboy Nathan Stone.

    Come Devlin si era liberato di Eden quando il suo interesse in lei era scemato, così quel mascalzone di Nathan avrebbe scaricato la povera Sabrina quando ne avesse avuto abbastanza di lei. Sperare che Sabrina le desse retta e accettasse l’idea che quella storia d’amore era destinata ad avere vita breve era solo una perdita di tempo. Lei stessa era caduta vittima del fascino di uno Stone e sapeva per esperienza quanto potesse essere difficile affrontare i fatti. Tuttavia non poteva, e non voleva, starsene in disparte e aspettare che la sorella si ritrovasse con il cuore infranto.

    L’unica possibile soluzione era fare appello al lato compassionevole di Devlin, chiedendogli di parlare a Nathan come solo un fratello maggiore poteva fare. Qualcuno doveva indurre Nathan a togliere le mani da Sabrina e subito, prima che i sentimenti di quest’ultima diventassero troppo profondi e la caduta dallo stato di grazia fosse ancora più dolorosa. Dopo quanto le aveva fatto passare, Devlin le doveva almeno quello.

    Non che adesso le importasse qualcosa di Devlin Stone.

    Seduta al tavolo, Eden lanciò un’occhiata oltre l’elegante menu e fuori dall’enorme vetrata. La giacca che scivolava sulle ampie spalle, le mani sui fianchi snelli, Devlin parlava con i poliziotti, alternando un’espressione grave, che lo rendeva ancora più affascinante, a un sorriso disinvolto, quasi fosse stato impegnato in una chiacchierata con due vecchi amici.

    Devlin avrebbe conquistato anche la luna.

    Venti minuti e due soda con limone dopo, l’auto della polizia se ne andò. Eden aveva appena finito di digitare un messaggio sul proprio cellulare, un promemoria per controllare di avere pagato l’assicurazione, quando il suo intrigante ex entrò nel locale.

    Un altro sarebbe apparso scompigliato e confuso, ma mentre si fermava all’ingresso, sistemava i gemelli d’oro e lasciava scorrere lo sguardo per la sala, Devlin sembrava tranquillo e in pieno controllo. I capelli corvini, apparentemente arruffati, erano in realtà spettinati ad arte. Lo sguardo intenso era ancora di quel meraviglioso azzurro che lei ricordava. Come si era sciolta ogni volta che quegli occhi le avevano sorriso; si era sentita così viva e adorata.

    E quando si erano lasciati...

    Stringendo i denti, allungò la mano verso il bicchiere.

    Be’, quando si erano lasciati, lei aveva raccolto i cocci e non si era più voltata indietro.

    Ricevuta l’indicazione dal maître, Devlin avanzò zigzagando tra i tavoli fino a quando Eden se lo trovò davanti, una vera torre umana.

    Aveva lineamenti che, seppur classici, denotavano una peculiare unicità: fronte alta segno di intelligenza, naso dritto e perfetto a suggerire un innato orgoglio, mascella squadrata adombrata da un velo di barba terribilmente sexy. La parola bello era la più indicata per descrivere quell’esemplare perfetto di genere maschile. Forza, determinazione e autorevolezza erano sprigionate da quel corpo da cui gli occhi femminili presenti nella sala non riuscivano a staccarsi.

    Devlin Stone era chiaramente pericoloso.

    Accidenti, anche quello faceva parte del suo fascino.

    «Eden, che piacere vederti.»

    Le terminazioni nervose di Eden scattarono sull’attenti e lei avvertì un familiare rimescolio interiore nell’udire quella voce bassa e tonante. Nonostante il cuore battesse come impazzito, riuscì a sfoderare un sorriso disinvolto.

    «Ciao, Devlin.»

    «Mi spiace averti fatto aspettare.» Allontanò la sedia. «Ma sono stato trattenuto.»

    Trattenuto era il termine esatto. Sembrava che le donne perdessero ancora, e letteralmente, la testa per Devlin Stone. Una parte di Eden avrebbe voluto conoscere i dettagli, la curiosità era, dopotutto, un sentimento universale. Ma alla fine scelse la soluzione più sicura e si limitò a un commento educato.

    «Sembrava una vera e propria tragedia. Mi sorprende che non sia comparsa la stampa.»

    Le labbra piegate in un sorriso forzato, Devlin si tolse la giacca.

    Bene, bene. Sembrava che odiasse ancora i paparazzi. Strano, visto che il fratello sembrava così entusiasta della loro attenzione.

    «Se preferisci rimandare» propose Eden. «Magari domani...»

    «Con tutta onestà, dopo quanto successo non vedo l’ora di rilassarmi con una compagnia piacevole.» Al di sopra di un sorriso pigro, lo sguardo si fece serio. «Sono felice che tu mi abbia chiamato.»

    Eden sentì gli occhi spalancarsi mentre lo stomaco si annodava.

    Devlin non aveva ascoltato quando lei lo aveva chiamato il giorno prima? Quell’incontro non era per parlare di loro. Loro erano morti e sepolti. Non c’era una seconda opportunità. Non esisteva un in ricordo dei vecchi tempi. Devlin poteva anche sfoderare tutto il suo fascino, ma lei non era più l’ingenua ragazza di qualche anno prima. Non era lì per flirtare.

    Devlin sollevò il capo, attirando l’attenzione del cameriere, che si affrettò verso di lui. «Avete il Louis Roederer Cristal?»

    Gli occhi dell’altro si spalancarono in segno di rispetto. «Certamente, signore.»

    «Ottimo. Bicchieri ghiacciati, per favore.»

    Mentre Devlin consegnava la giacca perché venisse riposta nel guardaroba, Eden si mordicchiò il labbro. Di quanto tessuto aveva bisogno un sarto per coprire spalle simili?

    «Finalmente.» Devlin si accomodò, posò le mani sul tavolo e si piegò in avanti. «Sono tutto tuo.»

    Il sorriso di Eden era sardonico.

    Come no!

    «Ti ringrazio per avermi concesso il tuo tempo, Devlin. Speravo che avremmo potuto parlare di...» Interrottasi, aggrottò la fronte e si portò una mano alla guancia. Lui la stava fissando. «Ho qualcosa in viso?»

    «Sul labbro.» Devlin allungò la mano, poi si fermò. «Posso?»

    Eden sentì le guance in fiamme. E anche i capezzoli. Avrebbe voluto dirgli di tenere le mani al loro posto, ma lui stava già sfiorandole la morbida curva delle labbra... le dita che stavano per chiudersi intorno al mento...

    E di colpo si ritrovò in quella meravigliosa e calda estate. Le sembrò di sentire la risata profonda di Devlin e le sue grida mentre, al luna park, viaggiavano sul treno fantasma. E tornò a sentire le farfalle nello stomaco come quando la bocca calda di lui aveva sfiorato ogni parte del suo corpo. Tre anni svanirono e si fusero nel presente...

    Poi la mano di Devlin si allontanò e lei aprì gli occhi. Il tintinnio delle posate e il profumo di verdure saltate e di sufflè al cioccolato la riportarono alla realtà.

    «Polpa di limone» spiegò Devlin, indicando la fetta nel bicchiere prima di invitarla a continuare. «Stavi dicendo?»

    Stavo dicendo qualcosa?

    Eden si portò due dita alla tempia, nel tentativo di ritrovare la concentrazione.

    Sabrina. Nathan Stone. Cuore infranto.

    Oh, sì.

    Si schiarì la gola, ma ciononostante la sua voce risuonò eloquentemente profonda. «Volevo parlarti della situazione dei nostri fratelli.»

    «Ti riferisci al fatto che si frequentano?» Due solchi lievi e terribilmente sexy gli apparvero agli angoli della bocca. «Li hai visti insieme?»

    «Nathan è venuto a prendere Sabrina un paio di volte ma... no, non me lo ha presentato.»

    Era certa che Sabrina si preoccupasse della sua reazione, poiché sapeva tutto della sofferta storia con Devlin e aveva sopportato i suoi sermoni sui tipi senza cuore, di cui i fratelli Stone erano un esempio perfetto.

    Come se ricordasse qualcosa al contempo divertente e nostalgico, Devlin sorrise e si lasciò andare contro lo schienale. «Da quanto ho capito sono innamorati pazzi. Non ho mai visto Nathan così preso.»

    «Stanno insieme da sole sei settimane» sottolineò Eden.

    «Già» convenne Devlin. «Noi quanto tempo siamo stati insieme? Quattordici settimane?»

    Per Eden fu come una doccia fredda. Sedici settimane, due giorni, undici ore, se proprio lo voleva sapere. Quanto bastava perché Devlin si disinnamorasse.

    Eden allacciò le mani sulla tovaglia, le nocche che divennero bianche come le rose del centrotavola. «Non cambiare argomento. Stiamo parlando di mia sorella, una ragazza influenzabile al suo ultimo anno di università, che sta con un uomo famoso per i suoi rave party a Mykonos.»

    «Un rave party» sottolineò Devlin in tono di rimprovero. «E un anno fa.»

    «E dodici mesi sono proprio un tempo infinito!»

    «Le persone maturano.»

    «Non tutte.» Quando lo vide corrugare la fronte, Eden sbuffò. «Non sono venuta qui per insultarti, Devlin.»

    «Certo che no.» Lui le lanciò un’occhiata maliziosa. «Avevo sperato che fosse per confessare che ti sono mancato.»

    Il cuore di Eden perse un colpo e lei non trattenne una risata amara. Quell’uomo era incorreggibile. Arrogante. E così spaventosamente irresistibile...

    Incrociò le braccia al petto e lo studiò attentamente. «Sei davvero un presuntuoso figlio di...»

    «E tu sei bella come ricordavo.»

    Il suo sguardo le scivolò sul viso, intimo ed eccitante come una carezza. Cercando di convincersi che le fiamme che le lambivano lo stomaco erano schegge di ghiaccio, Eden drizzò la schiena e accavallò le gambe. «Intendi aiutarmi o no?»

    Le ampie spalle si alzarono e si abbassarono. «Non sono sicuro di sapere cosa vuoi.»

    Bene. Sarebbe stata chiara. «Voglio che parli con tuo fratello. Che gli dica di tirarsi indietro e di lasciar perdere Sabrina. Lei è fragile, Devlin. Un bersaglio facile da abbattere. Se questa storia dovesse andare ancora avanti, Sabrina cadrà a pezzi quando Nathan metterà la parola fine.»

    «Chi ti dice che sarà lui a mettere la parola fine?»

    Eden lo incenerì con lo sguardo. «E tu che cosa mi dici della schiera di donne che lui ha amato e poi scaricato?»

    Devlin sostenne il suo sguardo per un lungo istante prima di convenire: «Certo, non si può dire che Nate non abbia avuto qualche ragazza...».

    «Qualche?» obiettò Eden.

    «... ma dimentichi un particolare. Mio fratello è adulto. E tua sorella immagino abbia più di ventun anni.»

    «Poco di più.»

    «Non abbiamo il diritto di interferire nella loro vita.»

    «È facile dirlo

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