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Nozze senza regole: Harmony Destiny
Nozze senza regole: Harmony Destiny
Nozze senza regole: Harmony Destiny
E-book184 pagine2 ore

Nozze senza regole: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

SEXYGATE - Nella città del potere c'è una sola regola: vincere. Ma se entra in gioco la passione...

Perfetta, cauta, allergica agli arroganti. Scarlet Anders non è mai venuta meno alle proprie regole. Purtroppo, in qualità di organizzatrice di eventi deve mostrarsi sempre elegante ed educata. In caso contrario, avrebbe già colpito il milionario Daniel McNeal con la sua Manolo Blanhik. Come osa ridere di lei, soprattutto durante il party per il nuovo presidente? Mai e poi mai accetterà di vederlo una seconda volta. Ma un piccolo incidente cambia il suo destino. Una temporanea perdita di memoria la trasforma in una donna disinibita e appassionata che Daniel non vede l'ora di toccare... e di sposare!
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830507203
Nozze senza regole: Harmony Destiny
Autore

Robyn Grady

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Nozze senza regole - Robyn Grady

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Wedding She’ll Never Forget

    Harlequin Desire

    © 2013 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-720-3

    1

    Ci sono angeli tra di noi.

    Quello, in particolare, in equilibrio su una scala a libro, stava decorando un arco disseminato di girasoli e cupidi. L’elegante chignon di capelli rosso dorati attirava l’attenzione sugli smeraldi che scintillavano ai lobi delle orecchie, pietre che rendevano omaggio al colore degli occhi. Vestita con una gonna scura e una camicetta di seta color pesca, il tutto proclamava una donna raffinata e al tempo stesso sexy.

    Ai piedi della scala c’erano un paio di scarpe scollate, e quando lei si allungò per appendere un’ultima ghirlanda, si allungò anche una gamba fasciata da una calza nera. Incrociando le braccia, Daniel McNeal si appoggiò allo stipite e giunse a una conclusione. Era disposto a scommettere tutto il suo patrimonio che un solo bacio di quell’angelo avrebbe potuto mandare al tappeto un semplice mortale.

    Di solito, il suo elenco di cose da fare non contemplava passare del tempo con una organizzatrice di matrimoni di Washington. Se si trovava lì, era allo scopo di occuparsi delle imminenti nozze del suo migliore amico. Ma, a essere sincero, in quel momento non gli veniva in mente un solo altro posto dove avrebbe voluto essere.

    Anche se gli stava di fronte, a una certa distanza, lei non aveva ancora notato la sua presenza. Mentre finiva di appendere l’ultimo cupido e iniziava a scendere, Daniel si staccò dallo stipite e, impaziente di presentarsi, avanzò nella sala. Una frazione di secondo più tardi, lei perse l’equilibrio. La forza di gravità la trascinò all’indietro. Mentre alzava le braccia sopra la testa, Daniel balzò in avanti e l’afferrò prima che andasse a sbattere contro il pavimento.

    Con il cuore che batteva forte, si raddrizzò mentre i grandi occhi verdi del suo angelo fissavano il soffitto e il suo petto si sollevava e si abbassava per lo spavento. Lei prese un respiro profondo per farsi coraggio e, alla fine, il suo sguardo allarmato incontrò quello di lui.

    «Sono salita su quella scala decine di volte» disse. «Non sono mai scivolata.» Le sue labbra si incurvarono in un tremolante sorriso di gratitudine. «Devo proprio ringraziarla.»

    «Conosco il modo ideale per farlo. Ceni con me stasera.»

    Lei scoppiò in una risatina. Quindi aggrottò la fronte e lo fissò con sguardo penetrante. «Non so nemmeno come si chiama.»

    «Daniel McNeal.»

    Il suo volto si illuminò. «Daniel McNeal di Waves, il social network. Adesso la riconosco. È australiano, vero?»

    Lui annuì. «E lei deve essere Scarlet Anders.»

    Era la socia in DC Affairs di Ariella Winthrop, la donna che, recentemente, era stata indicata come la figlia illegittima del neo presidente. La rivelazione, a opera di un reporter dell’American News Service, era avvenuta durante un brindisi a un gala inaugurale, e aveva lasciato di stucco tutta la nazione. La domanda più ovvia era: se Ariella era davvero figlia del presidente Morrow, chi era il responsabile di quella fuga di notizie?

    Scarlet Anders lo stava ancora fissando. «Dunque, si trova qui per un matrimonio, signor McNeal?»

    «Sì.» Daniel la sollevò di pochissimo. «Ma non il mio.»

    Come se quella precisazione le facesse piacere, il sorriso di Scarlet si allargò. Poi sgranò di nuovo gli occhi e iniziò a contorcersi finché lui non poté fare altro che rimetterla in piedi. Dopo aver scostato un ricciolo da un occhio, lei raddrizzò la gonna e infilò le scarpe.

    «Così va molto meglio.» Espirando, raddrizzò le spalle e intrecciò le mani. «Adesso possiamo parlare di affari.»

    «A me stava bene continuare a parlare come abbiamo fatto finora.» Mentre ti tenevo tra le braccia.

    Un’incantevole sfumatura di rosa le soffuse le guance, ma subito dopo si ricompose e riportò la conversazione sul binario giusto.

    «Dunque, si trova qui per un matrimonio?»

    «Sono il testimone di Max Gray.»

    Come una bambina che ha appena scoperto in anticipo i regali di Natale, eccitata, lei si sollevò sulla punta dei piedi e premette le mani sulla collana di perle. Se non fosse stato per l’etichetta, avrebbe potuto abbracciarlo.

    «Max è fidanzato con una delle mie amiche più care, Caroline Cranshaw. Per la DC Affairs, tutti gli incarichi sono speciali, ma vogliamo che la giornata di Cary sia più che brillante.»

    «È esattamente il mio obiettivo.»

    «In questo caso, sono doppiamente felice di fare la sua conoscenza, signor McNeal.»

    Quando gli tese la mano, Daniel lottò contro l’impulso di portarsela alle labbra e sfiorare la pelle vellutata della parte interna del polso. Invece, le sorrise e gliela strinse con delicatezza.

    «Chiamami Daniel, e diamoci del tu. Qui siamo tutti amici, giusto?»

    «Amici» ripeté lei, battendo gli occhi. «Sì, certo.»

    Scarlet ritirò la mano e si diresse a un tavolo, uno dei tre usati per esporre le varie proposte per la cerimonia nuziale.

    «Stamattina stavo riflettendo sulla combinazione di colori preferita da Cary» disse, picchiettando con le unghie smaltate sui campioni di satin. Daniel non poté fare a meno di notarlo. Anulare della mano sinistra, nessun anello.

    «Il rosa pastello è perfetto per una sposa» disse Scarlet, e lui ridacchiò.

    «Purtroppo, noi maschietti non ne siamo fanatici.»

    Lei gli lanciò un’occhiata interrogativa prima di proseguire. «Cary mi ha dato qualche suggerimento. Le settimane prossime lavoreremo insieme per assicurarci di accontentare sia lei sia Max.» Si voltò verso Daniel, tenendo in mano il campione di rosa che le piaceva. «Apprezzo che tu sia passato per presentarti. Sono sicura che avremo occasione di parlare di nuovo alla prova della cena.»

    «Ha un’aria ufficiale.»

    «Nelle intenzioni, sarà divertente. Rilassante.»

    Un sorriso gli si allargò sul volto. «Divertente e rilassante mi stanno bene.»

    Quando non si mosse e continuò invece a sorridere, lei chiese: «Oggi sei venuto qui per un motivo, o un quesito specifico?».

    Daniel si grattò un orecchio. Non era il caso di chiederle se indossava biancheria di pizzo, anche se era esattamente ciò che desiderava apprendere.

    «Max e io siamo buoni amici da molti anni. Sappiamo tutto quello che c’è da sapere l’uno dell’altro. A essere sincero, quando ho avuto la notizia, sono rimasto sorpreso. Non succede tutti i giorni che il tuo amico più caro annunci al mondo di aver trovato la ragazza dei suoi sogni. Considerando quello che mi aveva detto in passato, non avrei mai immaginato che si sarebbe sposato.»

    Scarlet fece spallucce. «Le priorità cambiano.»

    «Sembra che sia così. Dopo aver conosciuto Cary e averli visti insieme, non posso che essere contento per loro... per il matrimonio come anche per il nascituro. È fortunato ad aver trovato quel genere di felicità.»

    L’espressione di Scarlet si addolcì, ma si riprese subito e, un po’ imbarazzata, sorrise.

    «Non ti avevo preso per un romantico.»

    Lui alzò un sopracciglio. Un romantico? Si era limitato a enunciare un dato di fatto.

    «La questione è che non c’è niente che non farei per rendere indimenticabile la loro giornata.»

    «È esattamente il mio pensiero.»

    «Speravo che lo dicessi, perché ho bisogno del tuo aiuto. Vorrei inserire un po’ di allegria in tutto l’ambaradan.»

    «Per esempio?»

    «Avevo in mente un po’ di sano umorismo australiano.»

    Lei inarcò un sopracciglio. «Umorismo... australiano?»

    «Niente di scandaloso.»

    Scarlet storse la bocca. «Allora, niente canguri in frac?»

    «In effetti, avevo pensato di far arrivare un paio di coccodrilli da Kakadu.» Lei rimase inebetita, prima di rendersi conto che la stava prendendo in giro. Tuttavia, a giudicare dalla sua espressione, Scarlet Anders non era per niente divertita.

    «Ho avuto il privilegio di fare da testimone ad alcuni dei miei amici» spiegò Daniel. «Mi piace fare qualcosa di speciale in quelle occasioni. È diventata quasi una tradizione.»

    «Prepara un elenco. Ti fornirò i nomi dei nostri collaboratori e vedrò cosa possiamo fare. A patto che quello che hai in mente non interferisca con il protocollo o il buon gusto, naturalmente.»

    Lui fece una smorfia. A quanto pareva, quell’angelo aveva anche la tendenza a comportarsi da prima donna.

    «Non volevo interferire in niente ma piuttosto dare un mio contributo» precisò Daniel.

    «Sono sicura che, nell’outback, siete molto più abituati alle... improvvisate.»

    «Non vivo nell’outback. Non ci sono mai vissuto.»

    «Forse dovresti.» Dandogli un’occhiata – jeans, mocassini, camicia con le maniche arrotolate – lei attenuò il tono ironico con un insulto mascherato da complimento. «Voglio dire, tu sei ovviamente un tipo rude.»

    «Dipende dalla definizione che dai di rude.»

    Quando il suo sguardo la perforò, sfidandola ad approfondire il concetto, lei emise un verso impercettibile; era agitata ma anche incuriosita. Quindi raddrizzò di nuovo le spalle e si diresse alla porta con quell’incedere disinvolto che era una prerogativa delle persone raffinate e privilegiate.

    «Detesto essere villana ma oggi pomeriggio sono molto impegnata.»

    «Il che ci riporta al mio suggerimento di poco fa. Possiamo esaminare le mie idee a cena.»

    «Date le circostanze...» replicò lei, arricciando quel suo naso impertinente, «... temo che sia fuori luogo.»

    Daniel le rivolse un sorriso insolente. «Sono quello che ti ha salvato la vita, ricordi? La prospettiva di passare un po’ di tempo con me cenando non dovrebbe essere poi così brutta.»

    «Al contrario...» Scarlet si interruppe. Poi, con le guance soffuse di nuovo di rosa, annuì con cordialità. Di proposito. «È stato bello conoscerti.»

    A quel punto, lui avrebbe dovuto andarsene... salutandola e buttandosi alle spalle la proposta di collaborare alla cerimonia nuziale. Ma da quando aveva posato gli occhi su di lei, ne era rimasto affascinato. In modo inspiegabile. Impossibile negarlo. Ormai aveva deciso.

    La caccia a Scarlet Anders era solo all’inizio.

    Quando Daniel McNeal annullò la distanza che li separava – con quello sguardo indolente e sicuro di sé fisso nel suo – tutti i sensi di Scarlet divamparono e le ginocchia minacciarono di cederle. Quindi le si aggrovigliarono i muscoli dello stomaco e il sangue prese a pulsarle nelle vene a una velocità tale da farle girare la testa.

    Non può essere. Ci siamo appena incontrati... e lui ha intenzione di baciarmi?

    Dal momento che stava accadendo tutto al rallentatore, aveva tempo a sufficienza per impedirgli – per impedire a se stessa – di protendersi, di lasciare che i suoi occhi si chiudessero e, per chissà quale scriteriato motivo, commettere l’errore più madornale della sua vita. Doveva ricordare l’altro uomo, la storia che avevano costruito e il futuro di stabilità che sembravano destinati a condividere.

    La sua immaginazione evocò istantanee dei volti dei genitori, che approvavano sorridendo, brindando alla sua futura felicità. Se, in quel momento, avessero potuto leggerle nel pensiero – se avessero saputo come stava reagendo il suo corpo – era probabile che l’avrebbero diseredata. Non le avevano insegnato a comportarsi così.

    Stringendo le mani a pugno, Scarlet distolse lo sguardo dal suo, indietreggiò di un passo sulle gambe malferme e notò la presenza di un’altra persona nella sala. A bocca aperta, la fiorista della porta accanto fissava Scarlet come se l’organizzatrice di eventi, di solito così compassata, si fosse trasformata in una donna di facili costumi.

    «Katie.» Pregando che il rossore sparisse, Scarlet scostò un ricciolo ribelle dal volto in fiamme. «Cosa ci fai qui?»

    Mentre Daniel McNeal si raddrizzava e infilava le mani nelle tasche posteriori dei jeans, Katie avanzò, esitante.

    «Non c’era nessuno alla reception» si giustificò. «Così sono entrata. Non sapevo che avessi compagnia.»

    Come al solito, le buone maniere prevalsero. Scarlet indicò con la mano il suo ospite, impudente ma sexy.

    «Katie Parker, ti presento Daniel McNeal.»

    «Piacere di conoscerla» disse Katie, scrutandolo con curiosità. «Lei ha un’aria familiare. E quel nome...»

    Scarlet gemette tra sé. Non era il caso di mettersi a parlare della notorietà di quell’uomo o di come ogni abitante della galassia fosse membro di quel sito, lei compresa. Voleva soltanto che il suo inquietante visitatore sparisse. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.

    Con un gesto eloquente, indicò la porta. «Il signor McNeal stava per andarsene.»

    «Proprio così. Parleremo presto» informò lui Scarlet prima di rivolgersi a Katie. «Per favore, cerchi di convincerla a cenare con me.»

    Quindi le fece l’occhiolino e uscì. Scarlet ebbe l’impressione che fischiettasse mentre Katie scosse la bionda capigliatura.

    «Sono confusa» disse Katie. «Ti ha chiesto di uscire con lui?»

    «Stava scherzando.»

    «Era serissimo. Il che è fantastico perché, diciamocelo, quel tipo possiede un fascino di prima categoria, ed è così sexy da lasciarti senza fiato...»

    Scarlet roteò gli occhi. «Katie, ti prego.»

    «Credimi, quell’uomo è

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