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Segreti parigini: Harmony Destiny
Segreti parigini: Harmony Destiny
Segreti parigini: Harmony Destiny
E-book181 pagine2 ore

Segreti parigini: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Una vacanza in un castello della Francia dovrebbe garantire solitudine e tranquillità. Questo, almeno, è ciò che pensa il milionario Mateo Celeca. I suoi programmi, però, sono vanificati da un'ospite non prevista: la sensuale e innocente Bailey Ross. Nonostante appaia come una ragazza onesta, Mateo non può proprio lasciarla da sola a girovagare per le sue stanze e quindi, che lei lo voglia o no, dovrà seguirlo nel suo prossimo spostamento a Parigi. Stare accanto a quell'uomo dall'innegabile fascino per Bailey è molto più che un pericolo: giorno dopo giorno rischia di dimenticare tutte le ragioni che l'avevano spinta a non innamorarsi mai più e di portare alla luce ogni suo segreto.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504332
Segreti parigini: Harmony Destiny
Autore

Robyn Grady

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Segreti parigini - Robyn Grady

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Bedside Manner

    Harlequin Desire

    © 2011 Robyn Grady

    Traduzione di Lara Zandanel

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-433-2

    1

    «Me lo dica se è un brutto momento.»

    Nell’istante in cui pronunciò quelle parole, Bailey Ross osservò l’uomo a cui si stava rivolgendo – il dottor Mateo Celeca – raddrizzare le ampie spalle e scattare in piedi. Con le sopracciglia aggrottate, piegò il capo e la fissò negli occhi così intensamente che le guance di Bailey si fecero rosse e le ginocchia le tremarono un po’. Mama Celeca le aveva detto che suo nipote, di professione ginecologo, era piacente, ma da quel che ricordava la parola strafigo non era mai stata pronunciata.

    Quando, pochi istanti prima, Bailey aveva raggiunto quell’esclusivo indirizzo di Sydney, si era sistemata meglio lo zaino malridotto sulle spalle, mentre esaminava prima i bagagli, disposti ordinatamente accanto alla porta e poi l’ampia schiena della figura maschile poco distante. Occupato a controllare il sistema di sicurezza, Mateo Celeca non l’aveva notata, e Bailey non era tipo da presentarsi senza avvertire, ma quella era un’eccezione.

    Ricordando le buone maniere, Mateo mutò l’espressione sorpresa in un sorriso cordiale ma guardingo al tempo stesso.

    «Mi perdoni» disse con voce profonda e modulata che richiamava le sue origini mediterranee. «Ci conosciamo?»

    «No, in realtà no. Ma sua nonna avrebbe dovuto chiamarla. Sono Bailey Ross.» Fece un respiro profondo e gli tese la mano. Ma quando il dottor Celeca si limitò a stringere gli occhi, il sorriso di Bailey scomparve. «Mama Celeca ha telefonato... vero?»

    «Non ho ricevuto chiamate» ribatté con tono severo. «Mama sta bene?»

    «Certamente.»

    «Magra come sempre?»

    «Non direi. Dopo aver assaggiato un po’ del suo pandoro, nemmeno io sono più magra come un tempo.»

    Come una sentinella a guardia del palazzo, Mateo incrociò le braccia sul petto possente. Bailey si schiarì la voce e spiegò: «L’anno scorso ho viaggiato per l’Europa. Ho passato gli ultimi mesi in Italia nella città di Mama Celeca. Abbiamo fatto amicizia».

    «È una donna fantastica.»

    «È molto generosa» mormorò Bailey, ripensando all’ultimo atto caritatevole di Mama. Praticamente le aveva salvato la vita. Bailey non sarebbe mai stata in grado di ripagarla con facilità, anche se era determinata a provarci.

    Quando un’ombra passò sul volto severo del medico, temendo di aver detto troppo, Bailey si affrettò ad aggiungere: «Mi ha fatto promettere che appena fossi tornata in Australia, per prima cosa sarei passata di qui per un saluto». Diede un’altra occhiata alle valigie di Mateo. «Ma vedo che non è un buon momento.»

    E lo stesso si poteva dire per lei. Ora che era a casa, doveva decidere quale sarebbe stato il suo prossimo passo. Un’ora prima era incappata in un imprevisto. Vicky Jackson, l’amica da cui sperava di soggiornare per un paio di giorni, era fuori città. Quindi, per prima cosa doveva trovare un posto dove dormire – e un modo per pagarlo.

    Mateo Celeca continuava a studiarla. Poi abbassò lo sguardo sui propri bagagli.

    Bailey si raddrizzò. Era ora di andare.

    Prima che potesse congedarsi, lui la bloccò. «Anch’io sto per andare in Europa.»

    «In Italia?»

    «Anche.»

    Bailey lo guardò pensierosa. «Mama non mi ha detto niente a riguardo.»

    «Voglio che sia una sorpresa.»

    Quando si toccò distrattamente il cinturino dell’orologio di platino, Bailey colse il segnale e fece un passo indietro.

    «Bene, le porti i miei saluti. Le auguro buon viaggio.»

    Ma, mentre si voltava per andarsene, una mano la toccò sul braccio e le catturò il polso. La stretta non era troppo forte, ma era possente e risoluta. Il contatto con la pelle di lui fu così intenso da bruciare come una fiamma.

    «Sono stato così scortese» disse lui, lasciando cadere la mano. «La prego, si accomodi. Il mio taxi arriverà solo tra qualche minuto.»

    «Davvero, non vorrei...»

    «La prego.»

    Facendosi da parte, indicò con un cenno del capo la porta e lei colse il profumo del suo dopobarba, meravigliosamente maschile. I brividi che le attraversarono il corpo e le fecero formicolare il bassoventre erano un’ottima ragione per non accettare il suo invito. Dopo tutto quello che aveva passato – senza considerare quanto aveva rischiato – aveva giurato di stare alla larga dagli uomini affascinanti e persuasivi.

    Scosse la testa. «Davvero, non posso.»

    «Mama mi ucciderebbe se sapesse che ho mandato via un’amica.» Finse di accigliarsi. «Lei non vuole che si arrabbi con me, vero?»

    Stringendo le labbra, Bailey spostò il peso da un piede all’altro e, pensando a Mama, alla fine si arrese. «Direi di no.»

    «Allora è deciso.»

    Ma poi, improvvisamente, di nuovo sospettoso, si guardò intorno.

    «È appena atterrata?» le domandò, fissando il suo zaino. «E quello è tutto il suo bagaglio?»

    Con un ampio sorriso, rispose: «Viaggio leggera».

    Gli occhi indagatori di lui dicevano: Lo vedo. E tra poco mi dirai il perché.

    Mateo osservò la sua ospite inattesa entrare nello spazioso ingresso. Lo sguardo indugiò sui lunghi capelli sciolti e sull’abbigliamento dimesso. Inarcando un sopracciglio, chiuse la porta.

    Non sapeva cosa pensare di quella donna.

    Sembrava così innocente fasciata nei suoi jeans a vita bassa, il volto privo di trucco e un semplice zaino in spalla... Però, Bailey Ross aveva definito sua nonna molto generosa, e Mateo sapeva che lo era davvero. Sicuramente Mama si era presa a cuore quella giovane donna che ricordava un gattino smarrito, ma il suo intuito – oltre che l’esperienza – gli dicevano che la signorina Ross se ne era approfittata.

    Senza contare che a Mama era sempre piaciuto formare nuove unioni. Forse Bailey Ross era lì solo perché sua nonna aveva pensato che potessero essere una bella coppia. Considerato come aveva cercato di sistemarlo con una brava ragazza italiana ogni volta che le aveva fatto visita, era molto probabile.

    Il primo istinto era stato quello di mandare quella donna per la sua strada... ma era curioso, e aveva un po’ di tempo a disposizione. Il taxi non sarebbe arrivato prima di dieci minuti.

    «Dottor Celeca, la sua casa è magnifica» disse Bailey, indicando le scale. «Riesco a immaginarmi Cenerentola con l’abito da sera e le scarpette di cristallo scendere da quella scala.»

    Lui sorrise e puntualizzò: «Non c’è nessuna ragazza con scarpette di cristallo di sopra, mi spiace».

    Lei non pareva sorpresa. «Mama ha accennato che fosse single.»

    «Accennato o ripetuto spesso?» chiese con un sorriso forzato.

    «Immagino non sia un segreto che è molto fiera di lei» ammise Bailey. «E che le farebbe piacere avere un pronipotino o due.»

    Be’, anche se le cose stavano così, non si sarebbe fatto imprigionare da alcun legame matrimoniale nell’immediato futuro. Aveva fatto venire alla luce già abbastanza bambini. La sua professione – e la Francia – erano abbastanza per lui.

    Lei lo raggiunse. Aveva un sorriso così solare da sciogliere un iceberg e gli occhi incredibilmente blu.

    Scrollando la testa, Mateo la guidò nel soggiorno. In piedi, tra l’arredamento in stile francese e il caminetto in stile giacobino, la sua ospite sembrava decisamente fuori posto. Ma, doveva ammetterlo, non in senso negativo. Aveva un’aria fresca – anche se faticava a trattenere uno sbadiglio, sicuramente dovuto alla stanchezza del viaggio.

    C’era ragione di dubitare di lei? Aveva ripulito sua nonna o stava esagerando con i sospetti? Mama poteva essere stata molto generosa in altri modi, dopotutto.

    «Allora, qual è la prima tappa del suo viaggio?» chiese lei, sedendosi su un divano.

    «La costa ovest del Canada.» Mateo si accomodò su una poltrona. «Un gruppo di amici con cui di solito vado a sciare ha organizzato la riunione annuale.» Le cose erano parecchio cambiate, però. La maggior parte dei ragazzi, ora, era sposata. Alcuni anche divorziati. Quell’anno non aveva particolarmente voglia di andarci. «Poi mi sposterò a New York per incontrare alcuni colleghi» proseguì. «E infine in Francia.»

    «Ha amici a Parigi? I miei genitori ci hanno passato la luna di miele. Dev’essere una città meravigliosa.»

    «Sostengo un’istituzione benefica a nord della città.»

    Bailey sollevò le sopracciglia. «Che tipo di istituzione?»

    «Bambini orfani, senza casa.» Il che portava a quello che davvero voleva sapere, così aggiunse: «Mi piace poter aiutare le persone, quando posso». Quando lei chinò la testa per nascondere un sorriso, un senso di disagio gli strinse lo stomaco. Con non poca difficoltà, cercò di rimanere concentrato sul discorso. «Ho detto qualcosa di divertente?»

    «È solo che Mama continuava a ripetere che lei è un uomo buono.» Gli occhi blu scintillanti incrociarono quelli di lui.

    Mateo si irrigidì, a disagio, e lottò contro l’impulso di schiarirsi la voce. O quella donna era una maestra di lusinghe o era davvero gentile come Mama aveva creduto. Quale delle due? Dolce o approfittatrice?

    «Mama è la mia più grande fan e io il suo» disse lui semplicemente. «Sembra che stia sempre facendo del bene a qualcuno. Aiutando come può.»

    «E gioca anche benissimo a briscola.»

    Lui sbatté le palpebre. Carte? «Avete giocato a soldi?» Esibì un sorriso costruito. «Probabilmente Mama l’ha lasciata vincere.»

    Una ruga si formò sulla fronte di Bailey Ross. «Giocavamo perché si divertiva.»

    Aveva stretto le dita intorno alle ginocchia, e Mateo concentrò il proprio esame sul polso esile e candido. Il braccialetto che portava era costoso, di oro giallo e con diversi ciondoli. Lo aveva acquistato con il denaro che era riuscita a sottrarre a Mama? Se glielo avesse chiesto direttamente, che risposta gli avrebbe dato?

    Come se gli avesse letto nel pensiero, la sua ospite si alzò. «L’ho trattenuta fin troppo. Non vorrà perdere il suo volo.»

    Si alzò anche lui. Aveva ragione. Bailey non avrebbe ammesso niente e il suo taxi sarebbe stato lì da un momento all’altro. Pareva che la curiosità riguardo alla vera natura della signorina Ross fosse destinata a rimanere insoddisfatta.

    «Ha famiglia a Sydney?» le domandò, per prendere tempo.

    «Sono cresciuta qui.»

    «Allora tornerà a stare dai suoi.»

    «Mia madre è morta alcuni anni fa.»

    «Condoglianze.» Lui non aveva mai conosciuto sua madre, e l’uomo che aveva chiamato papà era mancato di recente. «Sono sicura che suo padre sentirà la sua mancanza.»

    Lei si limitò a distogliere lo sguardo.

    Incamminandosi lungo il corridoio, Mateo rifletté. Niente madre. Estranea al padre. Pochi averi. Dannazione, ora era lui che voleva farle una donazione.

    Cambiò argomento. «Allora, quali sono i suoi piani, signorina Ross? Ha un lavoro a cui tornare qui in città?»

    «Al momento non ho nessun progetto concreto.»

    «Magari altri viaggi?»

    «Ci sono molti posti che vorrei vedere, ma per il momento resterò in zona.»

    Si fermarono all’ingresso. Lui aprì la porta, osservò il suo viso perfetto e sorrise. «Bene, buona fortuna.»

    «Anche a lei. Si diverta a Parigi.»

    Quando si voltò per uscire, issando il grande zaino su una spalla esile, qualcosa si incrinò nel petto di Mateo, e fece un passo verso di lei. Di certo avrebbe dovuto lasciar perdere – lasciare che andasse per la sua strada – ma la sua parte più testarda lo obbligava a porle quella domanda.

    «Signorina Ross» la chiamò. Sorpresa, lei si voltò. Colmando la distanza tra loro, domandò, senza troppi giri di parole: «Mia nonna le ha dato dei soldi?».

    Lei allargò le narici e sollevò le sopracciglia. «No. Non mi ha dato dei soldi.»

    Un piacevole senso di sollievo lo pervase. Invecchiando, Mama aveva ammesso molte volte di non essere brava ad amministrare il denaro. Non aveva molti soldi a disposizione e le piaceva aiutare gli altri quando poteva. Non poteva fare niente per arginare la generosità di Mama, ma almeno poteva partire sapendo che quella giovane donna non aveva lasciato la casa di sua nonna con le tasche piene.

    Ma Bailey non aveva terminato.

    «Mama mi ha prestato dei soldi.»

    Un macigno gli piombò sul petto e Mateo non riuscì a fare altro che rimanere immobile a fissarla. Aveva avuto ragione su di lei fin dall’inizio? Si era approfittata di Mama come altri prima di lei? Esaminò il suo sguardo innocente e si sentì sprofondare. Desiderò non averle mai fatto quella domanda.

    «Un... prestito» disse, senza preoccuparsi di nascondere il suo tono canzonatorio.

    Bailey arrossì. «Non lo dica in quel modo.»

    «È stata lei a dire che si tratta di un prestito.»

    «Intendo restituire ogni centesimo.»

    «Davvero?» Incrociò le braccia. «E come pensa di farlo, senza lavoro né progetti per il futuro?» Dalla reazione

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