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La nuda verità (eLit): eLit
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E-book204 pagine2 ore

La nuda verità (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Million dollar secret 3
Cosa faresti se vincessi la lotteria?

La conduttrice televisiva Eve Best dorme tra due guanciali: il suo talk show va a gonfie vele, i colleghi sono fantastici e presto sguazzerà nei soldi del primo premio della lotteria. Ma quando Mitch Hayes, lo scout di un network nazionale, comincia ad aggirarsi nel suo ufficio, Eve dimentica tutto, presa dall'impulso sensuale di averlo. E non una sola volta.

Mitch deve convincere Eve a passare alla sua rete, non ha alternative. Per fortuna il suo capo gli ha suggerito qualche tecnica di seduzione... ehm, persuasione. E basta un solo sguardo alle curve esplosive di lei per fargli capire che quel lavoro sarà un vero piacere.
LinguaItaliano
Data di uscita28 set 2018
ISBN9788858990056
La nuda verità (eLit): eLit
Autore

Shannon Hollis

Originaria del Canada, si è trasferita in California dove si è sposata. Essere finalmente una scrittrice rappresenta un sogno divenuto realtà.

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    Anteprima del libro

    La nuda verità (eLit) - Shannon Hollis

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Naked Truth

    Harlequin Blaze

    © 2007 Shelley Bates

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-005-6

    1

    «Allora, quale sarà il tema principale? Segreti piccanti? Bugie sotto le lenzuola? O cerchiamo qualcuno che ci faccia una confessione a luci rosse?»

    Eve Best guardò i visi di tutti membri dello staff di Detto tra noi, il talk show che andava in onda ogni pomeriggio sulla CATL-TV. Non sapevano se essere più elettrizzati per la recensione apparsa sull’ultimo numero di Vanity Fair o per gli indici di ascolto che salivano vertiginosamente.

    Di solito il venerdì alle cinque del pomeriggio si incontravano nella sala riunioni per abbozzare il palinsesto della settimana successiva: ogni puntata aveva un tema e un copione preparato ad hoc, a eccezione di quella del venerdì, nella quale un gruppo di telespettatori partecipava a un dibattito aperto. Perciò ogni giorno, dal lunedì al giovedì, tutti loro dovevano inventarsi il modo di intrattenere il pubblico a casa con ospiti e argomenti accattivanti. Sebbene fossero ormai alle soglie della cinquecentesima puntata, il materiale sembrava non mancare mai.

    Forse perché parlavano dei rapporti di coppia e di relazioni interpersonali nelle loro innumerevoli, intriganti sfaccettature.

    «Se cerchiamo un’ospite, ho già contattato Dawn Morgan. Ve la ricordate? È l’attrice che ora ha una rubrica intitolata Appuntamenti bollenti sul Register» propose Penny, la giovane assistente di Nicole Reavis, l’autrice dei testi.

    Eve prese un appunto. «Richiamala. Vedi se è libera per giovedì.»

    Cole Crawford, il produttore esecutivo, alzò gli occhi dal raccoglitore da cui non si separava mai. Una volta Eve gli aveva chiesto scherzando se se lo portava anche a letto e si era subito pentita di quella sciocca battuta: da quando era stato piantato dalla moglie, Cole non si portava a letto nessuno. Aveva chiuso con le donne e deciso di votarsi completamente al lavoro e alle sue due bambine.

    «Mercoledì sarebbe meglio» suggerì. «È sempre una giornata un po’ fiacca, che va ravvivata un po’.»

    Ma Eve scosse la testa. Tecnicamente, Cole aveva l’ultima parola sulla programmazione, ma quel talk show era una sua creatura: nessuno meglio di lei sapeva cosa era meglio per tenere incollati ai teleschermi i suoi ammiratori. E visto che gli indici d’ascolto le davano ragione, tutti erano concordi nel lasciarle carta bianca nelle scelte che riguardavano la trasmissione.

    Compreso Cole, uno dei pochi a ricordare che Eve aveva cominciato facendo la ragazza delle previsioni meteorologiche.

    «Giovedì» insistette quindi. «Il giovedì le persone cominciano a organizzarsi per il weekend: è il momento giusto per programmare un bell’appuntamento bollente.» Sorrise soddisfatta nel vedere che Cole annuiva e cedeva. «Tre su quattro sono sistemati» riprese. «Ci resta ancora mercoledì. Qualche proposta?»

    A parlare fu Nicole. «Potremmo invitare un’esperta di linguistica come la dottoressa Birdsall e chiederle di parlare dei diversi stili di comunicazione e di quanto sia difficile farsi capire, cioè trasmettere agli altri ciò che vogliamo dire senza essere fraintesi.»

    «Mi piace» decretò Eve. «Continua.»

    «Potremmo parlare delle allusioni, per esempio. Di quella comunicazione non verbale che si nasconde sotto le parole vere e proprie e che non è sempre facile cogliere. Specie in un rapporto di coppia.»

    «Quella forma di dialogo che piace tanto a voi donne e che noi uomini invece rifuggiamo» intervenne Cole. «Imparare a leggere tra le righe. Potrebbe essere il titolo della puntata.»

    Eve annuì più decisa. «Approvato. Nicole, chiedi a uno degli assistenti di chiamare la dottoressa: io e te scriveremo i testi. E proporrei di riprendere l’argomento durante il dibattito di venerdì. Sceglieremo due o tre persone del pubblico per avere il punto di vista maschile e quello femminile.»

    «D’accordo» concluse Nicole, prendendo freneticamente appunti sul suo taccuino.

    In quel momento, Zach Haas, uno dei cameraman, fece capolino nella stanza. «Scusate l’interruzione, ragazzi. Cole, noi siamo pronti per la prova luci. Quando vuoi.»

    «Solo un momento, Zach» replicò Cole. E il collega sparì chiudendo la porta.

    «Se non c’è nient’altro, per oggi abbiamo finito.» Eve guardò i suoi collaboratori. «Buon lavoro a tutti.»

    Si alzò e si mosse verso l’uscita. Era già sulla porta quando venne raggiunta dal suo assistente. «Eve...»

    «Sì, Dylan?»

    Ventitré anni appena compiuti, un metro e novanta di statura, magro come uno stecco di liquirizia, Dylan aveva da poco preso una laurea con lode in scienze delle comunicazioni e aveva ancora le scarpe sporche della terra della fattoria che i suoi possedevano nel sud della Georgia. Ma era deciso a fare carriera nel mondo della televisione ed era pronto a qualsiasi sacrificio, anche a cominciare dalla più umile delle mansioni. Per questo aveva accettato di farle da assistente. Ma era un tipo sveglio, che imparava in fretta. Avrebbe fatto sicuramente carriera.

    «È arrivato» comunicò abbassando la voce.

    «Chi?»

    Eve sapeva già di chi stava parlando. Cole le aveva preannunciato quella visita da diversi giorni.

    «Il talent scout della CWB» confermò Dylan. «Quello che vuole mangiarti in un sol boccone.»

    Sotto l’elegante spezzato di taglio sartoriale, Mitch cercò di allentare la tensione che gli irrigidiva le spalle. Si sentiva come un blocco di marmo, invece voleva avere un’aria rilassata e sicura di sé.

    Nel suo lavoro, l’apparenza era tutto. Specie quel pomeriggio, era di vitale importanza sembrare sicuro senza essere arrogante. Ma anche cordiale, gentile, affidabile e sincero... senza dare l’idea di voler strisciare ai piedi di nessuno.

    «Detto tra noi ci assicurerebbe una bella fetta di pubblico femminile» gli aveva detto due giorni prima Nelson Berg, il suo capo alla CWB. «Convinci Eve Best a firmare con noi e ti ricopro d’oro da capo a piedi.»

    «E se non ci riuscissi?»

    Nelson lo aveva folgorato con un’occhiata inceneritrice. «Ti avevamo chiesto di portarci Jared Jones e la NBC ce lo ha soffiato per un pelo. Avevamo disperatamente bisogno di Alastair McCall e del suo programma sull’intelligenza animale... e com’è andata a finire? Te lo ricordi?»

    «La OLN aveva una talpa negli studi» si era difeso Mitch. «McCall aveva già firmato con loro prima ancora che salissi in aereo.»

    «Be’, alla CATL-TV non c’è nessuna talpa» aveva replicato Nelson. «Perciò stavolta non devi fallire. Eve Best sta ottenendo ascolti interessanti e i soldi che ha vinto alla lotteria hanno contribuito a farla diventare un personaggio a livello nazionale. Perciò va’ da lei, falle una corte spietata e convincila a firmare.»

    «Altrimenti...?» era sfuggito di bocca a Mitch.

    «Altrimenti qui hai chiuso» aveva risposto Nelson, brutale. «Non sappiamo che farcene di un talent scout che non porta a casa la pagnotta, giusto?»

    Giustissimo.

    Ma Mitch si chiedeva spesso perché continuasse a lavorare per un tipaccio come Nelson. Nessuno dei suoi collaboratori poteva permettersi il lusso di avere una vita privata: erano tutti così presi a portargli quella dannata pagnotta da non avere nemmeno una casa in cui rientrare, la sera. Un appartamento spartano, forse. Un posto in cui aprire e richiudere le valigie. Ma niente che fosse nemmeno lontanamente paragonabile a una casa vera e propria.

    La porta di cristallo alle spalle della reception si spalancò improvvisamente. Ne venne fuori un giovane allampanato dalla pelle color cioccolato.

    «Signor Hayes? Dylan Moore: sono l’assistente della signorina Best.» Gli strinse la mano. «Da questa parte, prego.»

    Mitch lo seguì lungo un labirinto di corridoi su cui si affacciavano vari uffici e salette di registrazione: le sedi delle reti televisive erano quasi tutte così. Questa in particolare ospitava tre studi: uno per i notiziari, l’altro per i collegamenti esterni e quello più grande era riservato a Detto tra noi.

    Sorrise mentre oltrepassava le quinte di un qualche programma, sentendosi nel suo ambiente. Alle spalle della scenografia, le pareti nude erano tappezzate di bacheche su cui venivano affissi promemoria, appunti e messaggi. Un largo nastro adesivo teneva insieme enormi fasci di grossi cavi elettrici che correvano sul pavimento. Rischiò di inciamparci, proprio come accadeva negli studi della CWB.

    Saliti alcuni gradini, passò davanti a una sala con un tavolo ovale dove, a giudicare dalle sedie lasciate in disordine, doveva essersi appena conclusa una riunione. Moore si arrestò davanti alla porta dell’ufficio accanto e Mitch resistette all’impulso di massaggiarsi i muscoli tesi del collo.

    Fece un cenno di assenso al giovane ed entrò con la mano tesa e un sorriso smagliante.

    Dalla filiale di Atlanta gli avevano mandato una scatola contenente le registrazioni su DVD di tutte le puntate degli ultimi tre mesi del talk show. Ma nemmeno le quaranta ore di registrazione che si era sorbito lo avevano preparato a quel che provò trovandosi di fronte Eve Best in carne e ossa.

    Lei girò intorno alla scrivania per salutarlo... e tutto il corpo di Mitch ebbe un sussulto. Fu come se i suoi feromoni si fossero destati improvvisamente, in una reazione chimica esplosiva. Il piccolo schermo non rendeva giustizia alla figura curvilinea e all’incarnato perfetto di quella splendida donna. E poi si era aspettato di vedersi rivolgere un sorriso cordiale, come quello che Eve indirizzava alle telecamere. Invece rimase folgorato dalla luce abbagliante di un paio di scintillanti occhi verdi, frangiati da ciglia lunghissime.

    Occhi che, però, non sembravano particolarmente felici di vederlo.

    «Eve, questo è il signor Mitch Hayes della CWB» lo presentò Moore, restando fermo sulla porta.

    «Grazie, Dylan.» La voce di Eve risuonò intensa e talmente morbida che Mitch se ne sentì accarezzare. Piacevolmente. Come da tutto il resto di quella donna, d’altronde.

    Che cosa aveva detto Nelson? Falle una corta spietata e trova il modo di farla accettare.

    Cioè di farle firmare quel contratto.

    Ecco l’obiettivo su cui doveva concentrare le sue energie fisiche e mentali. Ne andava della sua carriera.

    «Prego, si accomodi, signor Hayes.»

    Con un attimo di ritardo, si accorse di dover dire qualcosa per non fare la figura dello scolaretto sorpreso a sbavare davanti alla ragazza più bella del liceo.

    «Grazie per aver accettato di ricevermi» esordì. «So che ha un’agenda fitta di impegni.»

    «È così, purtroppo. Ho dovuto inserirla a fine giornata, e nonostante tutto ho i minuti contati. Mi rendo conto che ha dovuto affrontare un lungo viaggio per incontrarmi, ma più tardi devo partecipare a una serata di beneficenza, perciò temo di non poterle dedicare più di una mezz’ora.»

    Una voce straordinaria e un carisma innegabile. Mitch sarebbe potuto restare per tutto il giorno seduto di fronte a lei, a guardarla. «Sarà più che sufficiente» rispose.

    E a quel punto, lei sorrise. Ma gli sembrò più il sorriso di qualcuno che ha una brutta notizia da dare e cerca di indorare la pillola. «Lo penso anch’io. Bastano pochi minuti a dire di no, non è d’accordo?»

    Svegliati, Mitch. Il tuo lavoro dipende dai prossimi trenta minuti. «Veramente speravo di convincerla ad accettare la nostra proposta, signorina Best. La Communication and Wireless Broadcasting è disposta a farle un’offerta generosa, che peraltro le permetterebbe di lavorare per una rete nazionale e di farsi conoscere e apprezzare da un pubblico molto più vasto di quello che ha adesso.»

    «Mi chiami Eve, la prego.»

    Anche lui sorrise. «Solo se lei mi chiama Mitch.»

    «Da quanto lavora per la CWB, Mitch?»

    «Più o meno cinque anni. Inizialmente mi occupavo di produzione, ma poi ho scoperto di essere più tagliato per le pubbliche relazioni. Sa com’è, continuavo a inciampare nei cavi e a parlare davanti alla telecamera sbagliata.»

    Il sorriso di Eve fu più caldo, stavolta. «Le piace il suo lavoro?»

    «Certo!» rispose pronto. Per lo meno, all’inizio mi entusiasmava molto. Ora non ne sono più così sicuro. «Mi piace aiutare le persone ad avere il successo e la notorietà che si meritano. Persone come lei, per esempio.» Ricondusse abilmente la conversazione al motivo principale di quell’incontro. «Se accetterà di passare alla CWB, siamo pronti a offrirle sei milioni di dollari per la prima stagione, otto per la seconda e dieci per la terza.»

    Eve non batté ciglio. Doveva essere un’ottima giocatrice di poker. «Un’offerta davvero generosa.»

    «Che non le farà nessun altro, nemmeno i nostri più grossi concorrenti, cioè la NBC o la SBN. L’hanno già contattata?»

    «Se lo avessero fatto, non verrei a dirlo a lei, non le pare?»

    «No, è ovvio. Ma sa come funziona: in questo ambiente tutti sanno tutto di tutti. E le notizie corrono.»

    «In questo caso, la notizia che correrà è che ho detto di no.» Consultato l’orologio, Eve si alzò. Mitch fece altrettanto mentre lei girava di nuovo intorno alla scrivania per stringergli la mano. «Grazie di cuore per aver pensato a me: la vostra offerta è davvero molto interessante, ma la mia risposta rimane comunque no.»

    Prendendole la mano, Mitch notò due cose. La prima: le dita di Eve erano lunghe e calde. La seconda: era più alta di quanto pensasse. Lui sfiorava il metro e ottantacinque e lei, che portava sandali bassi, doveva inclinare appena il capo per guardarlo negli occhi.

    Notò anche una terza cosa: aveva un profumo delizioso, un misto di vaniglia e cannella. Se ne riempì le narici, respirandolo a fondo.

    «Mitch?»

    Non la sentì nemmeno; era come se il cervello gli fosse andato in corto circuito. Farfugliò un grazie tra i denti e, senza sapere come, uscì prima dall’ufficio e poi dagli studi televisivi.

    Un minuto più tardi sedeva nell’auto che aveva preso a nolo all’aeroporto, dandosi dell’idiota.

    Perché, se fosse rimasto ancora un secondo in quell’ufficio, avrebbe spinto Eve contro una parete e l’avrebbe baciata appassionatamente.

    E a quel punto si sarebbe giocato ogni possibilità di convincerla a dirgli di sì.

    Cioè, a dire di sì all’offerta della CWB, non a lui.

    A firmare il contratto.

    Era quella la cosa più importante.

    2

    «Era lui?»

    Jane Kurtz, truccatrice e costumista, si era affacciata nell’ufficio. Vedendola sola, entrò e chiuse la porta.

    «Sì, era lui.» Eve smise di fingersi indaffarata a riordinare la scrivania e si adagiò contro lo schienale della sua poltrona, mentre l’amica si accomodava sulla sedia di fronte. «Si chiama Mitch Hayes e lavora per la CWB

    «Non è male. La CWB, intendo. Vado matta per I vizi segreti di Daylily Drive. Non me ne sono persa nemmeno una puntata.»

    «Noi però non siamo Daylily Drive e non firmeremo nessun contratto. Gliel’ho detto chiaro e tondo. E se n’è andato con la coda tra le gambe. Ma tornerà alla carica.»

    «Come fai a esserne sicura?»

    «Me lo sento. Ho una specie di sesto senso.»

    «Che non sbaglia mai, dico bene?» replicò Jane, raddrizzando una pila

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