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Alla luce del sole: Identità Segreta
Alla luce del sole: Identità Segreta
Alla luce del sole: Identità Segreta
E-book269 pagine3 ore

Alla luce del sole: Identità Segreta

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Info su questo ebook

Tutti i segreti hanno un prezzo e Leslie sta per scoprirlo a sue spese. 

Leslie, ormai diventata una delle autrici più famose al mondo, voleva soltanto trovare un modo per continuare a vivere dopo aver perso l'amore della sua vita. Non si sarebbe mai aspettata di potersi innamorare perdutamente ancora una volta.

Conrad, attore famosissimo e bellissimo, è riuscito a catturare l'attenzione di Leslie e dei milioni di paparazzi che li inseguono ovunque per avere una foto della coppia.

Quando la vera identità dell'autrice verrà svelata, riusciranno i due a sopravvivere alle conseguenze dell'esposizione mediatica che ne conseguirà?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita3 giu 2019
ISBN9781547593873
Alla luce del sole: Identità Segreta
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Alla luce del sole - Lexy Timms

    Capitolo 1

    Signorina Frock. La guardia del corpo, in piedi di fronte a lei, la chiamò. La figura massiccia dell’uomo le faceva scudo dal ronzio della folla sotto di loro.

    Evelyn Frock è uno pseudonimo, non il mio vero nome. Leslie non riuscì a nascondere l’amarezza, nella voce. O era tristezza?

    L’uomo si aggiustò il colletto della polo nera che indossava. Mi scusi, signorina Fro-Wallis. Volevo dirle soltanto che il signor Dane è andato via.

    Un bicchiere di vino si materializzò davanti a Leslie. L’offerta proveniva dalla sua amica Josie. Lo prese, facendo attenzione. Ok. E adesso?

    È stato il signor Dane ad assumerci quindi dobbiamo seguire le sue direttive. Ci ha chiesto di proteggerla dai paparazzi.

    Leslie riusciva a sentire le urla provenienti dalla strada. Erano i giornalisti. Dozzine di reporter le chiedevano di tornare fuori  per rispondere a tutta una serie di domande indiscrete. Perché non aveva detto a nessuno di essere Evelyn Frock, autrice dei romanzi più letti al mondo? Conrad Dane, protagonista della famosissima serie TV fantasy Light Against Bite, sapeva del suo segreto? Aveva iniziato a frequentarla proprio per quel motivo? E la moglie fedifraga, dalla quale si era separato, Kyra, ne era a conoscenza anche lei? Perché la donna aveva pubblicato un post su Instagram in cui dichiarava di essere l’autrice dei romanzi? L’unica cosa che Leslie era riuscita a fare, da quel momento, era dimostrare che si celava lei dietro lo pseudonimo di Evelyn Frock e non Kyra.

    Dopo aver mostrato alla stampa la prova di ciò che sosteneva, i giornalisti avevano iniziato a chiedere di più. Leslie bevve un gran sorso di vino.

    La guardia del corpo, che aveva la stazza di un grande orso, riprese a parlare. L’abbiamo scortata fin qui per proteggerla dalla stampa, come ci è stato detto di fare. Adesso dobbiamo andare a fare rapporto di quello che è successo.

    Lei annuì. Capisco. Era l’unica cosa che riuscisse davvero a capire, l’unica che avesse un senso, in quelle circostanze. Lei e Conrad non avrebbero mai dovuto incontrarsi. Tre anni prima, Leslie era ancora sposata con Michael, l’uomo dei suoi sogni, e viveva con lui a San Francisco. Poi, al marito era stato diagnosticato un tumore in fase terminale. Michael aveva combattuto per poco più di un anno, prima di doversi arrendere. Dopo la morte di lui, Leslie aveva venduto la loro casa e quasi tutti i loro averi e si era trasferita a New York. Per un anno aveva pianto la scomparsa dell’amore della sua vita. Un giorno, all’improvviso, però, aveva deciso di partire per una vacanza ai Caraibi e di portarsi dietro le due amiche che abitavano sul suo stesso pianerottolo. Aveva raccontato loro della sua professione segreta ed aveva usato i soldi guadagnati con i suoi romanzi bestseller per pagare un resort lussuoso su un’isola molto esclusiva frequentata soltanto da gente molto ricca, famosa e non. La prima notte in quel luogo paradisiaco, Leslie era stata sopraffatta dalla solitudine ed era andata al bar per affogare i dispiaceri nell’alcool. La fortuna aveva voluto che si sedesse accanto all’uomo più bello e sofferente, anche lui aveva il cuore spezzato, del pianeta, Conrad Dane.

    La guardia del corpo le diede un bigliettino da visita. Signorina Wallis, le consiglio di restare dentro finché non avrà assunto una squadra per la sua sicurezza. Questo è il biglietto della nostra agenzia. Se chiamerà questa persona, le sue richieste verranno soddisfatte il più velocemente possibile.

    Leslie prese il bigliettino. Grazie. La ringrazio per l’aiuto. Pensò a Conrad. La moglie l’aveva tradito. Stavano per divorziare. Leslie soffriva ancora per suo marito. Sembravano le premesse per un disastro, ma, fin dal primo istante, c’era stato un legame speciale tra di loro. Ben presto, era diventata una relazione. Prima che riuscissero a mettere dei paletti, si erano innamorati.

    O, almeno, questo era ciò che aveva pensato lei. Bevve un altro sorso di vino.

    Leslie non si aspettava che durasse. Non l’aveva mai pensato. Lui era esageratamente stupendo. Lei trascorreva la maggior parte delle giornate davanti al computer, indossando i pantaloni della tuta. Non gli aveva detto dello pseudonimo che utilizzava per scrivere. Non gli aveva confessato di essere più ricca e, probabilmente, anche più famosa di lui. Conrad era una creatura fantastica, un sogno, e per tutto il tempo Leslie si era aspettata che finisse. Ora lo sembrava di certo.

    È stato un piacere. Buona giornata, le disse l’uomo, poi si girò per andarsene.

    Ehm, signor... guardia del corpo? Disse, non sapendo il nome dell’uomo.

    Lui si girò Sì?

    Potrebbe ringraziare Conrad da parte mia e, magari, dirgli di chiamarmi? Gli devo una spiegazione. Non avrebbe saputo come altro dirlo. Ehi, tipo di cui non so il nome, so di aver tradito la fiducia del tuo datore di lavoro non dicendogli chi sono, mettendolo, così, nella condizione di scoprirlo insieme al resto del mondo, ma potresti dirgli di chiamarmi perché devo pregarlo di non lasciarmi e spiegargli che stavo per confessargli tutto un attimo prima che Kyra pubblicasse quel post? Mi faresti un gran favore. Grazie.

    Lui scosse mestamente la testa. Non posso riportare messaggi verbali, ma, se vuole, potrebbe scrivere un biglietto. Quello potrei portarglielo. Le sorrise comprensivo. Non posso garantirle, però, che risponda o che lo legga.

    Era comunque meglio di niente. Leslie appoggiò il bicchiere e prese un foglio bianco dalla stampante. Ripensò a come la loro relazione fosse sopravvissuta anche quando lei pensava che non ce l’avrebbe fatta. Ricordò il modo in cui si erano dichiarati il loro amore reciproco meno di ventiquattro ore prima. Ripensò anche a quanto fosse stata spaventata all’idea di rivelargli la sua vera identità, a come non sapesse da dove iniziare per svelargli quel segreto. Il post delirante di Kyra l’aveva costretta ad agire prima di essere pronta per farlo. La parte peggiore, però, era stata l’espressione sul volto di Conrad quando lei aveva svelato ai paparazzi la sua identità.

    Era sconvolto.

    Sotto shock. Stravolto. Evidentemente, la persona che lui amava non era chi pensava che fosse.

    Conrad, mi dispiace tanto. Chiamami, per favore. Ho bisogno di parlarti.

    Ripiegò il biglietto e lo consegnò alla guardia del corpo. Mi raccomando, questo messaggio deve rimanere privato.

    Signorina Wallis, se così non fosse, verrei licenziato. La privacy dei clienti è molto importante per la nostra agenzia.

    Mi scusi, davvero. Sono un po’ paranoica, al momento.

    È comprensibile. Non si preoccupi, il biglietto è al sicuro. Le strinse la mano ed uscì dall’appartamento.

    Josie ed Amber la raggiunsero, piazzandosi davanti al divano. Le avevano già riempito il bicchiere mezzo vuoto.

    Ho rovinato tutto, vero? Leslie guardò i volti scuri delle amiche.

    Dopo una breve pausa, entrambe annuirono solennemente.

    * * *

    Ho perso il conto dei messaggi che ti ho lasciato, Conrad, ma vorrei davvero parlarti. Tu ti sei presentato alla mia porta per scusarti, ma io non posso farlo senza un milione di paparazzi al seguito. Non voglio che mi seguano da te. Mi dispiace tanto. Leslie si stropicciò gli occhi. Non ti ho detto chi sono davvero, non mi sono fidata abbastanza. Avrei dovuto, invece. Non ho giustificazioni per quello che ho fatto. Io ti ho dato una seconda possibilità, quando me l’hai chiesta, adesso ho bisogno che tu faccia lo stesso con me. Hai detto che il nostro copione dev’essere riscritto. Permettimi di farlo, ti prego. Richiamami. Concluse la chiamata ed appoggiò il telefono sul tavolino.

    L’appartamento era così silenzioso. I giornalisti avevano finalmente smesso di urlare, quando si erano resi conto che non sarebbe uscita. Aveva rimandato Amber e Josie a casa loro. Poi, il telefono aveva iniziato a squillare. Non aveva intenzione di rispondere, a meno che non fosse Conrad a chiamarla. Aveva tolto il volume ed impostato la vibrazione.

    Improvvisamente si sentiva esausta. Il letto la chiamava, offrendole una possibilità di fuga da quella situazione, nel sonno, ma, quando entrò in camera, Leslie trovò le lenzuola ancora stropicciate dalla passione di poco prima. Il letto era disfatto perché lì avevano fatto l’amore. Diede le spalle ai fantasmi della felicità passata.

    Pensò che l’avrebbero perseguitata per sempre.

    Le restava soltanto il divano. Un cuscino nuovo ed una coperta completarono il suo giaciglio disperato ed improvvisato. Pianse fino ad addormentarsi.

    La vibrazione del telefono la svegliò. Aveva vibrato tanto da arrivare all’orlo del tavolino. Lo afferrò appena prima che cadesse. Vide che Grant la stava chiamando. Il suo agente. Stava per rifiutare la chiamata, ma il telefono quasi le scivolò dalle mani, nello stordimento del sonno, e nel riprenderlo aprì la conversazione.

    Leslie! Sentì, la voce a malapena udibile.

    In qualche modo, si portò il telefono all’orecchio. Sì.

    Finalmente hai risposto. Sembrava sollevato.

    Non avrei voluto, è stato un caso, mormorò.

    La risata rombante di lui le arrivò forte e chiara. Non importa. Sembra che tu abbia avuto un pomeriggio impegnativo. Fai sempre le cose in grande, eh?

    Un sorriso stanco le si disegnò sul volto. A quanto pare.

    Dobbiamo parlare di alcune cose. Hai un minuto? Era entrato in modalità professionale. Per questo lei lo apprezzava tanto. Riusciva a trovare un lato comico in tutto, ma non perdeva mai di vista le cose davvero importanti.

    Ehm...

    Certo che ce l’hai. Sei rintanata in quell’appartamento minuscolo a fingere che non sia successo niente.

    Lei si sistemò il cuscino dietro la schiena. Ho fatto un gran casino.

    Problemi con un ragazzo?

    Come l’hai capito?

    Non l’ho capito. La notizia è dappertutto. Il signor cacciatore di licantropi è stato visto rientrare nel suo hotel. Tutti i siti di gossip ne parlano.

    Leslie si piegò in avanti finché non toccò le ginocchia con la fronte. Ho rovinato tutto. Clamorosamente. Non gli ho detto chi fossi. L’ha scoperto insieme a tutti gli altri.

    Ci fu una pausa. Nessuna battuta spiritosa di Grant. Non è stata una mossa intelligente, disse alla fine.

    Lo so.

    Il silenzio cadde tra di loro. Fu Leslie ad interromperlo per chiedergli, Che diavolo faccio, adesso?

    Non ne ho idea. Non sono un terapista o uno scrittore di rubriche per cuori solitari. Il mio lavoro consiste nell’occuparmi della tua carriera che, tra l’altro, sta andando alla grande. Le vendite online dei tuoi libri sono schizzare in alto e continuano a salire. Dal mio punto di vista professionale, dovresti provare a tornare con il signor Dane perché il successo di uno sta alimentando quello dell’altra.

    È orribile.

    È pubblicità. Devi battere il ferro finché è caldo.

    Leslie sospirò rumorosamente. Odio tutto questo.

    La voce di lui si venò di gentilezza, Lo so.

    Perché l’ho fatto?

    Perché Kyra Dane ha dichiarato di essere Evelyn Frock e tu non potevi lasciar correre.

    Non sono brava a fare le crociate.

    Leslie quasi lo sentì fare spallucce.

    Sei umana. Tutti noi lo siamo, eccetto Kyra, forse. Gli esseri umani sbagliano. A volte fanno dei grossi errori. Imparerai dal tuo errore, ti ho chiamato proprio per questo.

    Che cosa?

    Dobbiamo parlare delle mansioni di un agente letterario. Tu scrivi i libri, io li vendo.

    Lo so, Grant. Lavoriamo insieme da sei anni, ormai.

    Proprio così e, siccome la tua identità è rimasta nascosta, fino ad ora il mio lavoro è stato facile. Adesso, però, tutti sanno di te. Questo significa che dovranno esserci dei cambiamenti.

    Che tipo di cambiamenti?

    Prima di tutto, dovrai assumere delle persone. Sei nell’occhio del ciclone, al momento, che ti piaccia o no, quindi ti servirà un addetto stampa, forse un team di PR.

    Lo sentì sfogliare una lista. Sospirò. Non voglio un addetto stampa.

    Se ne avessi avuto uno, adesso non ti ritroveresti in questo casino.

    Non sono d’accordo.

    Lui fu irremovibile. Non importa. Te ne serve uno. Poi, avrai bisogno anche di un assistente personale.

    Perché?

    Intanto, per organizzare la prossima vacanza ai Caraibi.

    Quell’affermazione la fece ridacchiare. L’hai fatto benissimo tu, l’ultima volta.

    Ti ho fatto un favore. Hai bisogno di qualcuno che si occupi delle questioni pratiche, giorno per giorno, e forse di una o due persone in più per rispondere ai messaggi dei fan.

    I messaggi dei fan?

    Non hai idea di quanti ne arrivino ogni giorno. La casa editrice ha messo dei praticanti ad occuparsene per conto di Evelyn Frock. Hanno chiamato un’ora fa per dire che il loro lavoro è finito. Dovrai occupartene tu, quindi. Inoltre, e questo è molto importante, avrai bisogno di un avvocato che stipuli gli accordi di non divulgazione per le persone che lavoreranno per te. Senza accordi, i tuoi segreti più privati potrebbero diventare di pubblico dominio.

    Credo che possa pensarci Jillian.

    Lei o qualcuno del suo studio. Poi dovrai assumere una guardia del corpo e, forse, anche un autista, almeno finché la stampa non si sarà calmata un po’. Se dovessi tornare insieme a Conrad sarà anche peggio e la sicurezza vi servirà di sicuro.

    So già a chi rivolgermi per questo. Alla squadra di Conrad.

    Bene. Se vuoi, posso consigliarti qualcuno anch’io.

    Grazie.

    Un’ultima cosa, probabilmente quella che ti piacerà di meno. Dovresti prendere in considerazione di assumere uno stylist. Verrai fotografata di continuo. Dovrai fare delle apparizioni pubbliche. Uno stylist si occuperebbe di farti apparire al meglio in ogni occasione senza che debba pensarci tu.

    Oh, no. Adoravo i miei pantaloni da yoga, provò a scherzare lei, ma non le riuscì bene.

    Grant ridacchiò. Non puoi indossarli per andare da Jimmy Fallon. A proposito, la redazione del suo programma ha chiamato per davvero. Ti hanno invitato per la settimana prossima.

    No!

    Sapevo che l’avresti detto. Ascolta, Leslie. Tutta la storia dell’anonimato è durata più di quanto mi aspettassi. Ci siamo impegnati tutti per proteggere il tuo segreto, ma adesso devi accettare che sia stato svelato ed andare avanti.

    Leslie sospirò sconfitta. Come?

    Grant fece una pausa. Forse dovresti chiamare Conrad e chiederlo a lui.

    Capitolo 2

    Il giorno dopo, proprio quando Leslie aveva finalmente trovato il coraggio per uscire di casa e rischiare tutto, attraversando la città con i paparazzi al seguito soltanto per raggiungere l’hotel in cui alloggiava Conrad, bussare alla sua porta e chiedergli di perdonarla, il telefono squillò.

    Lo prese dalla tasca. Lesse il nome di chi la stava chiamando ed il cuore le batté all’impazzata. Conrad?

    Non so perché lo sto facendo, le disse lui.

    Spero che tu lo stia facendo perché mi ami. Io lo sto facendo per questo.

    Lui si prese un momento, prima di parlarle con la voce piena di confusione e delusione. Come potrei amare qualcuno che non conosco affatto?

    Quelle parole la bloccarono. Sospirò e tornò lentamente verso il suo appartamento. Non posso risponderti al telefono. Possiamo parlarne di persona? Per favore. Possiamo vederci da qualche parte? Guardò fuori dalla finestra, per strada, verso il gruppo di paparazzi sul marciapiede.

    Conrad restò in silenzio per un attimo. Ho un’idea. Ti mando un autista e una guardia del corpo. Arriveranno tra poco. Conosco una persona, in città, che mi deve un favore.

    Va bene. Rimise il telefono nella tasca della giacca e guardò i vestiti che indossava. Jeans e maglietta. Avrebbe dovuto cambiarsi, forse? Cinque minuti prima aveva pensato di andare bene così. Adesso non ne era più tanto sicura. Si precipitò in camera e rovistò tra le poche cose che aveva nell’armadio. Probabilmente Grant aveva ragione.

    Si sfilò la maglietta, sospirando, ed indossò una camicia bianca che si tolse subito dopo, quando si accorse che lasciava intravedere il reggiseno nero che indossava sotto. Alla fine, optò per una canottiera nera ed un giubbino di jeans. Troppo jeans, mormorò, togliendosi i pantaloni. Una gonna, magari? Scosse la testa e, invece, prese un paio di pantaloni neri.

    Sentì un clacson, all’esterno, e si passò le mani tra i capelli.

    Uscì, chiuse la porta dell’appartamento, corse giù per le scale e tenne la testa basta finché non vide l’auto nera, con i finestrini oscurati, che l’aspettava in strada. L’uomo muscoloso, e piuttosto sorpreso, che le aveva tenuto aperto il portone la fissò e la seguì. Le mise un braccio intorno alle spalle per proteggerla e le fece strada con l’altro.

    La prossima volta potrebbe aspettare che uno di noi venga a prenderla?

    Lei annuì, sollevata che la guardia del corpo tenesse a distanza gli obiettivi e le persone ammassate in quello spazio ristretto. Sì, mi scusi.

    Lui grugnì qualcosa e l’aiutò a salire in auto, prima di sistemarsi sul sedile del passeggero, accanto all’autista, con un movimento agile ed esperto. Picchiettò sulla spalla dell’autista che, immediatamente dopo, partì, allontanandosi dalla folla.

    La guardia del corpo si girò per guardare Leslie e, con un sorrisino saccente, le disse. Allacci la cintura.

    Lei fece esattamente ciò che le aveva detto, piuttosto sorpresa, chiedendosi se la sua vita sarebbe stata così da quel momento in poi. Quell’ipotesi la terrorizzava.

    Il famigerato traffico di New York si rivelò, in realtà, un alleato, dal momento che anche i paparazzi dovettero districarsi in quella giungla. Per loro era addirittura più difficile perché dovevano riuscire a scattare

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