L’Abisso: L’ossessione del fae, #3
Di Lily Archer
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Beth mi ha convito a unirmi alla rivolta degli schiavi con promesse che mi accendono una scintilla nel cuore… e anche in altri posti. Il bazar porterà alla rivoluzione oppure alla perdita di innumerevoli vite, oltre a un peggioramento delle condizioni di schiavitù. Inoltre, un vecchio nemico è tornato alla ribalta, e lottare contro di lui consumerà ogni briciola di forza e magia in mio possesso. Ma ha più vite e più piani di quanti io possa immaginare e ognuno di essi prevede la distruzione dei regni, del mio re e della mia anima gemella.
Il viaggio di Beth verso le miniere è persino più irto di pericoli, ma la sua forza di volontà è insormontabile e il mio desiderio di rivendicarla non fa che rinforzare il nostro accordo. Il futuro è pieno d'insidie, ma giuro agli Antenati che la porterò alle miniere e la rivendicherò in modo tale da toglierle qualsiasi possibile dubbio circa la mia devozione.
Ma prima, dovremo sopravvivere alla cavità più profonda e oscura di tutto l'Arin: l'Abisso.
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Anteprima del libro
L’Abisso - Lily Archer
Capitolo 1
Beth
Cenet. È qui. Lord Zatran non stava scherzando, quando diceva che il suo ospite sarebbe stato una sorpresa. Il cuore mi affonda nel petto quando il fae coi tratti da serpente si lancia contro Gareth, oscillando la spada.
Gareth e Cenet si muovono avanti e indietro in una sorta di violenta danza, e numerose urla si elevano nella stanza. Faccio un passo verso Gareth, ma Raywen, la fata del Regno d’Inverno, mi afferra saldamente per un braccio. Non faresti altro che distrarlo.
Lo so, ma una voce dentro di me mi sta urlando di andare ad aiutarlo, e non posso ignorarla. Devo andare…
Stai ferma.
La fae minore proveniente dall’Oceano delle Tempeste, con le squame asciutte e ruvide, si posiziona accanto a me. È proprio quello che ci serve. Sangue.
Cosa?
Raywen annuisce. Sangue.
I presenti trattengono il respiro, quando Gareth ferisce Cenet al braccio.
Sollevatevi!
Silmaran, col viso quasi irriconoscibile ma la voce forte, si alza in piedi a fatica all’interno della gabbia d’argento. Sta lottando per voi! Per tutti noi!
Raywen mi stringe il braccio più forte, mentre le parole di Silmaran risuonano sopra il clangore delle spade.
Unitevi a lui. Salvate voi stessi, le vostre famiglie, l’intera città!
Afferra le sbarre d’argento. I suoi occhi, pur essendo molto gonfi, brillano ancora. Lottate!
I fae maggiori iniziano a parlottare tra loro, guardandosi intorno. Suppongo che siano sorpresi di notare che molti schiavi hanno raddrizzato il capo e li stanno guardando in faccia. Non tengono più lo sguardo basso, le loro schiene non sono più piegate e i loro cuori non sono più intorpiditi. Adesso vedono. E nei loro occhi, si spalanca un mondo di possibilità.
Uccideteli!
La fae proveniente dall’oceano allunga una mano e i suoi artigli bianchi affondano facilmente nella gola del mercante di schiavi più vicino, che stramazza al suolo prima ancora di poter emettere un qualsiasi suono.
Un altro schiavo richiama tra i palmi una magia luccicante. E poi, l’intera stanza cade in presa al caos e alle urla. Gli schiavi posizionati lungo la parete posteriore corrono avanti in una massa indistinta, mentre i fae maggiori strillano e cercano di fuggire. Ma è troppo tardi. Gli schiavi si muovono come la marea, lasciando rappresaglia sulla sua scia.
Mi spingo in avanti, mentre il sangue riveste il pavimento e le piastrelle dorate si tingono di un oscuro cremisi. Le urla riecheggiano alte fino alle travi del tetto. Nel parapiglia perdo di vista Raywen ma non posso fermarmi: Gareth è in pericolo. Ho avuto paura molte volte, in passato. Ho trascorso la maggior parte della vita in preda alla paura. Ma ora, al pensiero che Gareth possa essere ucciso, provo un profondo terrore.
Spingo da parte una fae maggiore che urla. Il suo vestito è strappato e il sangue cola da una ferita al petto. Poi, inciampo in un cadavere, mentre la cacofonia di urla e la sete di vendetta si elevano tutte intorno a me. Mi rialzo in piedi e con la coda dell’occhio vedo Gareth che arretra nel cortile, mentre Cenet lo incalza.
Ferma!
Chastain mi sfreccia davanti e sento uno strano suono.
Chastain.
Lo prendo per un braccio e lo faccio voltare verso di me. Cosa…
A quel punto, vedo la spada che gli sporge dal petto.
L’afferra con le mani insanguinate e la sfila in fretta. Non preoccuparti, guarirò.
La lascia cadere a terra come se non fosse altro che una scheggia. Poi, mi afferra e mi spinge verso la gabbia in cui è chiusa Silmaran.
Devo andare da Gareth
urlo, cercando di sovrastare il frastuono.
Dei soldati in uniforme bianca accorrono dai lati della stanza, ma presto vengono anche loro sopraffatti dagli schiavi che spuntano sempre più numerosi dalla parte posteriore della casa. Le urla si diffondono, alcune provengono persino dall’esterno, e sento già odore di fumo nell’aria. I dormitori degli schiavi sono stati incendiati, ed è solo l’inizio. Se la rivolta non si placherà, l’intera città sarà ridotta in cenere.
Con una forza incredibile, Chastain si issa sulla cima della gabbia in cui è imprigionata Silmaran e afferra il serpente d’oro, che si liquefà nel suo palmo. Poi, si lascia cadere davanti alla porta, mentre la lotta intorno a noi si sposta fuori dalla casa. Lord Zatran è scomparso e riesco a scorgere Gareth e Cenet lottare attraverso i pilastri che portano al giardino. Devo andare da lui.
Ecco!
Chastain usa l’oro liquefatto per creare una chiave e la fa scivolare nella serratura della gabbia d’argento. Ruota il polso e spalanca la porta. Nonostante sia ferito, prende in braccio Silmaran e la solleva per portarla al sicuro.
È viva. E se Gareth riuscirà a curarla se la caverà. Prima, però, devo accertarmi che abbia la meglio su Cenet. Non mi preoccupa giocare sporco e ho intenzione di sfruttare ogni possibile vantaggio.
Silmaran allunga una mano verso di me, ma io mi sto già precipitando in giardino. Beth, dove stai…
Supero di corsa i pilastri, mentre un gruppo di schiavi circonda i pochi mercanti di schiavi rimasti nel bazar. I loro abiti sono strappati e le loro urla pietose. Ma non provo pietà per loro. Non posso. Li lascio al loro destino e corro verso Gareth. Si sta muovendo in cerchio con la spada sollevata, ma continua a scuotere la testa. Perché lo starà facendo?
Mi avvicino di corsa, facendo attenzione a non scivolare sul manto erboso distrutto o sul sangue. Quando lo raggiungo, sembra che sia in tranche.
Per le Spire! Avevo dimenticato che Cenet avesse quel potere. Riesce a far addormentare facilmente i changeling, ma sembra che il suo potere non funzioni del tutto quando si tratta dei fae. Gareth!
Solleva lo sguardo e spalanca gli occhi.
Stai be…
Una mano mi afferra per la gola e mi tira indietro. Ma guarda un po’! La mia piccola schiava changeling preferita.
La lingua biforcuta di Cenet mi scivola sopra l’orecchio.
Cerco di dargli una gomitata, ma lui mi scuote come se fossi una bambola, fino a lasciarmi esausta e senza fiato. Stronzo!
ansimo.
Poggia la spada contro la mia gola.
No!
Gareth fa un passo avanti, mentre le fiamme iniziano ad espandersi tutto intorno a noi. La villa di Zatran è in fiamme.
Cosa c’è?
Cenet mi stringe più forte la gola. Questa schiava pezzente è speciale per te?
Lasciala andare!
Le iridi di Gareth si tingono d’oro. Il fae selvaggio sta per avere il sopravvento.
La stretta di Cenet è dolorosa, malvagia. Non mi lascerà mai andare, anzi mi userà per avere la meglio su Gareth. I miei occhi si riempiono di lacrime, perché so che è così. Non posso sfuggire a Cenet. Ma non posso permettere che Gareth muoia a causa della mia stupidità. Volto leggermente la testa, per testare la spada di Cenet. È molto affilata e un solo contatto sarebbe un bacio letale. Bene.
Lasciarla andare? Dopo che avete rovinato i miei piani che prevedevano di sbudellare Zatran e prendere i suoi schiavi?
Cenet sputa a terra. Guardate che disastro avete combinato. Gli schiavi sono in preda a un raptus omicida. Avete idea di quanto tempo mi ci vorrà per ritrovarli tutti, rimetterli in catene e trasformarli nei miei soldati?
Ti ho detto di lasciarla andare.
Gli occhi di Gareth risplendono come oro puro, adesso, e il suo sguardo è chiaramente felino.
I miei occhi incontrano i suoi. Avrei così tante cose da dirgli. Vorrei porgergli le mie scuse, soprattutto. Per lui. Per averlo trascinato qui. Per non avere abbastanza tempo.
Avrei dovuto ucciderla sulle Montagne Grigie.
Cenet muove lentamente la spada avanti e indietro contro il mio collo ma è sufficiente a far colare il sangue lungo la mia gola.
Smettila subito!
La voce di Gareth assume una sfumatura di panico che non avevo mai sentito prima. Vederlo in questo stato mi spezza il cuore.
Cenet si ferma. Riponi la spada e inginocchiati davanti a me.
Cenet…
Spinge più a fondo la lama.
Smettila!
Gareth lascia cadere la spada e alza le mani.
Avvicinati e inginocchiati, altrimenti la uccido.
Gareth, non farlo!
urlo con voce gracchiante. Ma so che lo farà. Perché è pazzo. Di me.
Gareth sostiene il mio sguardo mentre si avvicina. La città brucia intorno a noi e le urla riempiono l’aria, ma io non vedo altro che lui. Colui che mi accende con un semplice tocco. Amore mio, mi chiama. Gli ho già detto che mi fa impazzire quando mi chiama così? Glielo ripeto attraverso il legame. Se esiste davvero, magari può sentirmi. Io purtroppo non ci riesco. E questo è un altro rimpianto. Il gioco della castità mi ha portata qui. Non mi sono ancora goduta l’epico rapporto sessuale che mi ha promesso. Ed è tutta colpa mia. Il pensiero è come sale su una ferita.
Mi dispiace
sussurro.
Gareth, a pochi passi da me, piega la testa di lato. Poi, spalanca gli occhi quando capisce cos’ho intenzione di fare. Ma non può fermarmi. Devo salvarlo.
No!
urla mentre io mi spingo in avanti.
La lama mi penetra nella gola. La penetra talmente a fondo, che sono certa di non poter sopravvivere. Ma almeno Gareth ce la farà. Adesso che non deve più preoccuparsi per me, può lottare senza paura. Crollo a terra, mentre Cenet mi spinge via. Il dolore è sordo, tagliente come schegge di vetro. La vista comincia a offuscarsi rapidamente. Perché la morte ha così tanta fretta?
Evidentemente, però, le mie orecchie funzionano ancora. Perché il ruggito che fuoriesce dalla gola di Gareth mi fa tremare fino alle ossa. E quando alzo lo sguardo per l’ultima volta, lo vedo. Il fae selvaggio. È una fiera tigre, con la pelliccia color oro scintillante a strisce nere. Spicca un salto e le sue zampe enormi volano sopra di me, mentre getta a terra Cenet e gli affonda i denti affilati nella gola.
Bello
è la mia ultima parola. L’ho pronunciata a voce alta? Spero proprio di sì. Perché Gareth deve sapere che lo trovo bellissimo.
Capitolo 2
Gareth
Stringo la gola di Cenet tra le mie fauci e affondo i denti più in profondità, mentre lui urla e mi conficca la spada nel fianco. La sento a malapena. La rabbia e l’angoscia lottano dentro di me, ma il richiamo nei confronti della mia anima gemella è più forte persino del mio desiderio di vendetta. Sento che se ne sta andando e temo che sia già troppo tardi.
Quando sento il collo di Cenet scricchiolare, lo lascio andare e mi volto verso Beth. La trovo distesa a terra, con gli occhi aperti e