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The Camouflaged Vol. 2
The Camouflaged Vol. 2
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E-book294 pagine3 ore

The Camouflaged Vol. 2

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Info su questo ebook

Le pene dell’inferno furono inventate per supplire alle insufficienti attrattive che ci si offrono in Paradiso.

Napoleone Bonaparte si sbagliava di brutto.

L’inferno esiste ed è intorno a noi, vecchio e antico quanto il mondo, umano quanto le persone che aprono loro il cuore, pericoloso, aguzzo come le fauci di un leone predatore, in assenza di luce come di speranze, di tolleranza e compassione.

È indocile, per niente addomesticabile, arrogante e divoratore. Vi mangerà vivi finché di quel che siete, di quel che eravate, non resterà che un’esile briciola infondo al tunnel della vostra umanità. Il male sarà perennemente in lotta contro il bene.

Per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2016
ISBN9786050448900
The Camouflaged Vol. 2

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    Anteprima del libro

    The Camouflaged Vol. 2 - Serena Baldoni

    Angels

    Parte Seconda

    Serena Baldoni Autrice

    THE CAMOUFLAGED

    Demons against Angels

    Parte Seconda

    L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

    Italo Calvino.

    PREFAZIONE

    Le pene dell’inferno furono inventate per supplire alle insufficienti attrattive che ci si offrono in Paradiso.

    Napoleone Bonaparte si sbagliava di brutto.

    L’inferno esiste ed è intorno a noi, vecchio e antico quanto il mondo, umano quanto le persone che aprono loro il cuore, pericoloso, aguzzo come le fauci di un leone predatore, in assenza di luce come di speranze, di tolleranza e compassione.

    È indocile, per niente addomesticabile, arrogante e divoratore. Vi mangerà vivi finché di quel che siete, di quel che eravate non resterà che un’esile briciola infondo al tunnel della vostra umanità. Non tornerete indietro, peggiore di una dipendenza vi renderà succubi e trarrete piacere dalla vostra stessa malvagità, dall’arrecare sofferenza e morte ai vostri simili. E se anche riusciste a rendervene conto … sarebbe troppo tardi, le tenebre non perdonano nessuno, mai.

    Il male sarà perennemente in lotta contro il bene.

    Per sempre.

    CAPITOLO UNO

    Dentro all’incubo

    Ci sono cose da fare ogni giorno:

    lavarsi, studiare, giocare,

    preparare la tavola,

    a mezzogiorno.

    Ci sono cose da fare di notte:

    chiudere gli occhi, dormire,

    avere sogni da sognare,

    orecchie per non sentire.

    Ci sono cose da non fare mai,

    né di giorno né di notte,

    né per mare né per terra:

    per esempio, la guerra

    Gianni Rodari

    Certe guerre, per quanto devastanti, per lo strascico di morte che si portano dietro, sono necessarie.

    Pensare di uccidere qualcuno era un’idea che avrei allontanato a priori dalla mia mente qualche settimana fa. Forse perché alla morte non vi è rimedio, ma una volta ucciso qualcuno, in difesa di molte altre vite, non provi più alcun genere di terrore, esci dalle grazie di un Dio che ripone su di te il lavoro sporco.

    Megumi ha lasciato entrare dentro di sé un demone superiore, molto più superiore, dei puma dagli occhi rossi. Ero quasi certa che il mimetizzato e lei fossero la stessa persona, ma la sua età non combacia con gli anni di sparizione delle vittime. Avrei dovuto ritagliarmi il tempo necessario per esaminare i dossier prima di partire per saccheggiare un negozio vuoto.

    In qualche dannato modo, Megumi si è servita della piuma per creare una pozione contro di noi, potrebbe averla con sé e potremmo non veder mai sorgere l’alba quest’oggi.

    Non voglio andarmene da qui senza aver chiarito le cose con Scar, senza aver ritrovato Hank, senza aver vissuto.

    Samael fa fuoco su di lei puntando la canna del fucile, il mio cuore spera per un secondo che l’abbia centrata in fronte, in mezzo agli occhi, un unico colpo secco per chiudere i conti.

    Le pallottole servono solo per inasprire la sua ira, la trapassano da una parte all’altra senza ucciderla per effetto del demone a cui si è venduta. Le ferite si rimarginano prima ancora di sparare il colpo successivo.

    L’immortalità in terra è concessa ai demoni? grido verso Samael. Nel frattempo Hans e Vanis hanno estratto i coltelli e me ne passano uno. Lo agguanto per il manico a mezz’aria, come in un gesto abitudinario.

    Soltanto ai demoni … in verità te lo avrei detto più avanti …

    Che cosa? Sento che hai spezzato la frase

    Il male è … come dire, un tantino più avanti del bene!

    Lo dici soltanto adesso?!

    In ogni epoca, credi a me, è sempre stato sconfitto

    In tre contro una ventina? anche ad Hans è uscito un tono sarcastico dalle sue corde vocali.

    Basta un solo uomo a fare la differenza! È la tua paura a renderli potenti

    Adesso vuoi dare la colpa a lui? Nessuno tranne te è preparato! difendo il ragazzo e subito la mia attenzione passa altrove. I puma hanno sfondato le vetrate, ci hanno circondato in cerchio mentre Megumi, o quello che c’era di grazioso nel suo aspetto fisico, avanza lentamente.

    Ho bruciato personalmente tutte le erbe, i vostri placebo non vi serviranno a nulla …

    Hai sacrificato dei demoni con una pozione reale però!

    Un piccolo sacrificio per avvalermi della vostra fiducia … sino alla piuma!

    Non le avevi ancora dato la piuma? Perché? guardo Samael con sgomento.

    Mi serviva come prova decisiva della sua colpevolezza

    Hai commesso un errore angelo caduto …

    Perché non ci attacchi e la fai finita?

    Perché l’attesa aumenta la soddisfazione, ma non vi ucciderò oggi. Alcuni di voi mi occorrono d’esempio per i prossimi. La sua voce ha gradualmente cambiando l’intensità, passando da una delicata soave, per quanto irritante, timbrica femminile ad una voce più inquietante, quasi mascolina.

    Frettolosamente se ne va di corsa, agitando quelle zampe pelose che sfrecciano a saetta fra la vegetazione. Samael avrebbe potuto volare per seguirla, ma il cerchio punta dritto alla paura di Hans e un’innocente non deve essere reso debole. La mia presenza dovrebbe assicurare il non attacco, ma quanto è potente il fiuto di quel batticuore?

    Stai davanti a loro! mi ordina Samael.

    Dimentichi che non posso stragli anche dietro! la situazione si aggrava in fretta. Ho due demoni al fianco che puntano Vanis e Hans.

    Le cartucce del fucile si sono esaurite nel tentativo di uccidere Megumi, rinominata Lucy, così anche Samael estrae una lama e si avventa sui puma che ha davanti. I coltelli non li uccidono, ma li tengono occupati. Cerco di emularlo, la stessa Vanis mostra coraggio con la sua lama da carne.

    Non ho quasi bisogno di un’arma, mi basta avanzare di pochi passi per farli arretrare, cerco di trascinarmi dietro Hans che sembra essere il più in difficoltà. Samael pensa a coprire le spalle di Vanis e ci grida di seguirlo per uscire all’esterno. Quei fari riempiono ormai l’intero negozio, richiamati dall’odore dei compagni e della paura, sembra ormai impossibile riuscire a farcela, ci muoviamo troppo lentamente per farli continuamente arretrare.

    Legatevi assieme con questa e raggiungiamo l’uscita Vanis afferra la corda facendola passare al di sotto della cintura dei jeans, io mi sbrigo per fare lo stesso e allungo una mano verso Hans. Non sento la sua presa, mi volto verso di lui e lo trovo accovacciato a terra con le braccia incrociate sul viso. Un puma dagli occhi bianchi è sopra di lui, continua a graffiarlo su mani e spalla.

    Non ho alcuna esitazione, mi avvento sulla schiena del puma, con le mani afferro la carne in eccesso sul collo e sento un rumore simile allo scricchiolio di ossa che si spezzano.

    Il demone fugge via con almeno un paio di costole rotte, non credevo che potessero sentire dolore fisico, data l’immortalità.

    Samael lega frettolosamente il resto della corda ad Hans e vengo spinta verso l’esterno con il resto del branco che si tiene a debita distanza da me.

    La luce delle ali spiegate acceca i faretti bianchi dei demoni per il tempo che basta a trarci in salvo, in volo.

    Vanis cerca di sorreggere Hans mentre io resto a penzoloni per ultima, la corda è semplice ma resistente, la stessa che uso per i mustang al lazzo, reggerà il nostro triplice peso fino a casa.

    I combattimenti accendono in me la voglia di proseguire questo viaggio che assomiglia sempre di più ad un incubo.

    CAPITOLO DUE

    Braccati

    In ognuno di noi c’è l’inquietudine della fuga, l’intollerenza dello spazio chiuso, del consueto. In ognuno di noi l’esploratore cerca di sopraffare il cittadino per portarlo in strada, via.

    Murales di Orgosolo

    La sensazione viscida che qualcosa mi stia colando sopra la testa si trasforma in realtà non appena passo i polpastrelli della dita sulla mia fronte.

    Hans, che si trova sopra di me, sta sanguinando pesantemente e sembra in bilico fra la perdita di conoscenza e una debole lucidità incitatagli da Vanis che non smette di schiaffeggiarlo.

    Samael è costretto a cambiare bruscamente rotta, virando verso destra torniamo indietro, direzione : sede del medico legale, all’obitorio. Li possiamo disporre degli strumenti medici per curargli le ferite.

    Voliamo basso ed il rischio consiste nel fatto che fra pochi minuti il sole sorgerà alto e ci renderà perfettamente visibili all’occhio umano, inoltre giustificare le ferite di Hans dando la colpa ai puma anziché ai demoni innescherà un meccanismo distruttivo di caccia all’animale sbagliato. Qualunque scusa sceglieremo di far passare come verità, qualcuno verrà braccato come un prigioniero in fuga, qualcuno pagherà lo scotto delle anime in tempesta.

    Il viale di alberi ghiacciati è deserto quando lo oltrepassiamo, Hans ha appena smesso di rispondere alle domande di Vanis e ogni secondo che passa potrebbe trascinarlo verso la morte, verso un’infezione, verso la fine.

    Samael sceglie un gruppo di cespugli rigogliosi e alti per l’atterraggio, l’assenza di luci sulla cascina dell’obitorio indica che nessuno vi è ancora giunto.

    Hai le chiavi? strepito per la fretta di condurre il ragazzo all’interno.

    Si Samael lo slega, strappa buona parte del suo maglione per tamponare le ferite e stringere un nodo che fermi l’uscita del sangue. La pozza che riversa ai nostri piedi è di un rosso vivo, il che mostra che non ci sono segni di coagulazione interrotta, una magra consolazione che è sinonimo di un filo di speranza in questo momento.

    I demoni possono contagiare una persona a seguito di una ferita? Vanis pone quella domanda che tentavo di scacciare dalla mia mente per paura della risposta.

    No, devi lasciarti leggere negli occhi e devi volerlo … devi desiderare ardentemente di voler accogliere il male dentro alla tua anima per essere contagiato

    Ce la farà?

    Deve farcela

    Perché i demoni non hanno attaccato Vanis? devo cercare di capire, devo vederci chiaro senza più il dubbio delle mezze verità.

    La sua paura è minore e la piuma l’ha protetta in qualche modo …

    Io non ho nulla da perdere in questa vita ormai … Hans sente la pressione per ritrovare Jodie, la paura della morte accresce di fronte al pericolo … le parole di Vanis trovano un fondo di verità inequivocabile. Forse è proprio così che è andata. Ci servono le erbe descritte nell’agenda di mia madre, senza siamo perduti.

    Arriviamo alla porta con il cuore in gola, una volta dentro è sufficiente premere su un unico interruttore d’emergenza per attivare tutte le luci. Gli interni sono lindi e disinfettati, ogni sera una squadra di pulizie effettua il trattamento di sterilizzazione.

    Avvertirò Thomas per farmi raggiungere. Vanis mi daresti una mano? Te la senti?

    Certo, dimmi soltanto cosa devo fare e lo farò

    Hans è adagiato sul lettino in metallo, lo stesso delle autopsie, io osservo tutto dalla porta lasciata aperta, immobile come chi non sa quale posto ricoprire.

    Lavati le mani a quel lavello laggiù e indossa uno dei camici verdi appesi, ti dirò io quali attrezzi medici passarmi. Le ferite sono profonde e avrà bisogno di punti, ma prima devo stabilire che non ci siano emorragie interne

    Samael corre verso di me per richiudere la porta.

    Cosa faccio io?

    Cerca un bagno per darti una ripulita al viso, sei sporca di sangue … dopodiché aspetta che arrivi Thomas.

    Ho bisogno di tenermi occupata, detesto le attese infinite in cui l’ansia tocca vertigini estreme con picchi di disperazione e dilatazione dello spazio temporale. Se Hans muore mi assumerò la completa responsabilità, la totale dose di colpa, mi sento responsabile data la mia predisposizione ad allontanare i demoni, ho fallito credendo di essere pronta, di essere invalicabile.

    Adesso quasi ringrazio Samael per non aver coinvolto Scar in quest’impresa suicida, perderlo non sarebbe stato tollerabile per me. In bagno approfitto del grande specchio rettangolare per ripulirmi dal sangue, ho la fronte e gli zigomi sporchi, senza contare una ciocca di capelli ormai secca. Mi insapono strofinando energicamente, il lavandino risucchia al suo scarico un vortice di acqua rossastra, sporca di vittima. Tampono la pelle con della carta ruvida che trovo a lato dello specchio, mi manca Hank e la sua esperienza, lui saprebbe cosa fare, cosa dire, chi contatterà i famigliari di Hans? Mi rendo conto solo ora che non sappiamo niente di lui, tranne un indirizzo trascritto sul mittente delle lettere fra lui e Jodie.

    Qual è esattamente il mio compito in questa vita? Vorrei trovarmi in un sogno con mia madre, vorrei delle risposte da lei, delle direttive, un sentiero da imboccare.

    Torno in corridoio e i fari di una motoslitta catturano la mia attenzione verso la porta d’entrata, deve essere il medico.

    Corro ad aprirgli, ma la figura che smonta dalla sella non è la solita incurvata della schiena di Thomas. È robusta, ma decisamente femminile sotto alla giacca e ai jeans neri.

    Sfilato il casco di protezione un caschetto color carota brillante, fin troppo luminescente, si mostra ai miei occhi. Il colore delle sue iridi è verde opaco e i lineamenti del viso ricordano una certa somiglianza con Thomas.

    Ciao, sono April Auder, sono qui per il ferito

    Il suo cognome è lo stesso del medico, ma non ho mai visto questa ragazza prima d’ora, devo drizzare le antenne per non rischiare altri attacchi nemici.

    Sono Nevet Jhosep … resto titubante mentre le porgo la mano in segno d’educazione.

    Sono la nipote di Thomas, gli dispiace non essere venuto di persona, ma una bronchite lo costringe a letto da questa notte

    Non sapevo che avesse dei figli

    Mio nonno non ama parlare della sua vita privata, forse perché gli ricorda il fallimento di padre … io e la mia famiglia non viviamo qui, i miei si sono trasferiti ventisei anni fa, poco prima che io nascessi, nel Queens. Mio padre ha trovato lavoro come chirurgo, sai com’è … a Casper non ci sono opportunità per fare carriera, morti a parte d’intende. Sono tornata ieri per assistere Thomas sotto sua espressa telefonata

    Capisco … perdona la mia domanda, ma tu cosa centri qui? ho tutta l’intenzione di indagare per verificare le sue informazioni, in seguito.

    Seguo le orme di famiglia, sono un medico chirurgo,mi sono laureata con il massimo dei voti a New York e ho lavorato in diverse strutture di pronto soccorso. Fidati di me, sono il vostro uomo … donna dovrei dire

    Le concedo la fiducia che solo in un medico preparato posso riporre se voglio salvare Hans.

    Andiamo April e benvenuta a Casper

    Cosa abbiamo?

    Un ragazzo ferito da un puma … stavo per aggiungere la parola demone al resto della frase, è un miracolo che io mi sia morsa la lingua in tempo.

    Lesioni dove di preciso?

    Collo, spalla … le lacerazioni sono profonde

    Ok, l’assistente è dentro?

    Si

    Aspetta qui.

    L’attesa mobilita l’uomo, forse per qualcuno, per me è peggio di una coltellata in petto. Il telefono di Hank risulta sempre staccato, non so nemmeno perché io continui ad insistere di tanto in tanto. Non posso chiamare Scar, non posso fare niente. Cammino avanti e indietro per il corridoio, il sole è sorto offuscato da alcuni nuvoloni chiari e densi di neve prossima, chissà se questi territori torneranno mai quelli di un tempo, se la pioggia basterà a lavare via tutto il sangue versato.

    Torno a sedermi con la testa piegata fra le ginocchia, muovo a scatti supersonici il piede destro e prego per la sua vita.

    Trascorrono venti minuti prima che da quella porta esca Vanis in camice verde ancora.

    Allora? mi alzo di repentinamente.

    La ferita alla spalla è drasticamente profonda, potrebbe perdere l’uso del braccio destro …

    E’ così grave? non riesco a crederci.

    Ci sono dei tendini, dei nervi e forse una vena lesionata …

    E’ tutta colpa mia! mi butto a sedere a peso morto, avverto una fitta all’osso sacro che cerco di ignorare.

    Perché ti colpevolizzi? Hans ha accettato un destino su due piedi, per Jodie … ma nessuno lo ha obbligato

    "Se è come dici,

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