Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il fratello
Il fratello
Il fratello
E-book239 pagine3 ore

Il fratello

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Partendo da un piccolo episodio realmente accaduto, prende l’avvio questo romanzo giallo completamente fantasioso, come sono immaginari i personaggi e i luoghi, a parte i riferimenti all’Olocausto. Due amiche, completamente prive di esperienza e conoscenza per quanto riguarda il campo delle indagini, si uniscono alla protagonista, altrettanto inesperta, in una ricerca, man mano sempre più coinvolgente, che le porterà a scoprire intrighi e cospirazioni, anche a rischio della loro vita.
LinguaItaliano
Data di uscita25 set 2020
ISBN9788831675314
Il fratello

Leggi altro di Donatella Sisi

Correlato a Il fratello

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il fratello

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il fratello - Donatella Sisi

    633/1941.

    Prefazione

    Sullo sfondo della più grande tragedia umana dello scorso secolo, l'autrice dipana il suo romanzo attraversando ora la Shoah, con i suoi campi di prigionia e sterminio e il dramma di chi, sopravvissuto, ne reca i segni indelebili nel suo esistere, ora la nascosta realtà paesana, con le sue superstizioni e i suoi riti, ora l’inquietante cimitero di una città di provincia.

    Le pagine, popolate di personaggi squallidi, infidi, grotteschi, e gli affreschi dei luoghi, dipinti con rara abilità di penna, rimandano al thriller psicologico o al racconto del mistero.

    In una sorta di brainstorming negativo, tranne Virginia, vittima inconsapevole, tutti sono complici, tutti hanno qualcosa di terribile da nascondere o da raggiungere; anche Marino, muratore prigioniero in Germania e padre di Andrea, il bambino scomparso.

    È attorno alla sua figura che si concentra il climax della storia, la religio della scrittrice, laddove la sua narrazione pare assumere un aspetto autobiografico:

    – Io... sto cercando notizie su mio fratello, so che era nato nel 1950, nel mese di aprile, credo. E che era morto due giorni dopo la nascita...–

    Ma, fra la sedicente maga Ofelia, il turpe don Fidelio, il perfido dottor Liguzzi e il suo collega Rastelli, la succube suor Ludovica, la misteriosa Gertraude e la sventurata Rachele, s'intravede l'epilogo del romanzo: è grazie all'amicizia con Claudia e Arianna che Diletta giunge alla soluzione del caso: – Mi dispiace davvero tanto di avervi coinvolte, di avervi fatto correre tutti quei rischi... Senza di voi non sarei venuta a capo di niente.– E nel dire questo le abbracciò commossa.

    Maurizio Dario

    Premessa

    Gli eventi narrati si svolgono durante due fasi di tempo diverse: una dal 1941 al 1956 e l'altra ai giorni nostri.

    I due periodi, intrecciati tra loro, vengono contraddistinti dalla diversa grafia.

    I capitoli portano come titolo le varie date, importanti per capire lo svolgersi dell'azione.

    Le località italiane in cui accadono gli avvenimenti sono totalmente immaginarie, così come le persone, mentre i territori tedeschi ed alcuni personaggi storici sono reali e molti fatti documentati, a parte quelli strettamente connessi alla presente storia.

    Luoghi in cui si svolge l’azione:

    il paese immaginario di Castelsovrano, a picco sul mare, il relativo capoluogo di provincia, B., città di porto, distante 30 chilometri da esso, il paesino limitrofo di A. e alcune località tedesche reali: Mülwand, Buckenwald, Blankenfeld

    Personaggi

    Esistono cose chiamate mistero.

    Ci sono cose di cui è proibito parlare.

    Ci sono cose che la gente non ricorda.

    (Neil Gaiman)

    Prologo

    10 Ottobre 2018

    L'addetta al servizio informazioni dei Cimiteri Comunali metteva molta cura nello sfogliare le pagine ormai ingiallite e fragili del pesante registro. Scuoteva ritmicamente il capo in un insistente diniego:

    – No, signora, non c'è. Lei è sicura della data?– Chiese di nuovo con aria dubbiosa, sbirciandola al di sopra degli occhialini da presbite calati sulla punta del naso.

    Diletta confermò per l'ennesima volta:

    – Le ripeto, non ho mai conosciuto il giorno esatto, ma sono certa per quanto riguarda il mese e l'anno: aprile 1950. Capisco che, dopo quasi 70 anni, possa apparire strana questa ricerca ma i registri anagrafici dovrebbero servire proprio per questo scopo, non crede?–

    La donna continuò a far scorrere il dito un po' grassoccio di una mano ben curata, lungo la grafia minuta e ordinata che riempiva quelle colonne.

    – Un momento, provo a guardare nella sezione dei nati morti o dei feti abortiti.–

    – No, no, mi hanno sempre detto che era nato vivo, gravidanza a termine, e deceduto dopo due giorni. Provi magari a guardare all'inizio del mese successivo.–

    Diletta era consapevole del fatto che, dall'altra parte del bancone, si stavano chiedendo se avesse tutte le rotelle a posto o se qualche patologia le facesse immaginare fatti mai avvenuti, considerata la sua età non più verde, ma non voleva demordere.

    – No, niente neppure qui. È certa che fosse nato all'ospedale? Sa, in quegli anni, se le donne partorivano in casa, a volte passavano diversi giorni, prima di denunciare la nascita; se, poi, il bambino moriva poco dopo, non lo facevano proprio.–

    – Sono sicura, era nato e morto in ospedale.–

    L'impiegata allargò le braccia in segno di resa, poi chiese:

    – Ma lei è proprio certa che il nome e cognome fossero quelli?–

    Diletta la guardò con aria sbalordita:

    – Pensa che ci siano dubbi? Era mio fratello!–

    1. L’anagrafe

    2 Febbraio 2019

    Diletta si presentò negli uffici dell'Anagrafe in un giorno uggioso di pioggia. Erano passati alcuni mesi durante i quali era stata assorbita da altri problemi familiari e aveva rimandato quella ricerca, anche se spesso le tornava alla mente l'assurda risposta ricevuta al cimitero.

    Si avvicinò titubante al bancone e aspettò che l'impiegato alzasse lo sguardo:

    – Buongiorno. Mi scusi, le farò una domanda che potrà sembrarle un po' fuori luogo, anzi, fuori tempo...–

    – Prego, mi dica. Se posso, l'aiuto volentieri.–

    L'uomo, il classico travet, camicia azzurra, gilet blu e cravatta a righine sottili, la squadrò con l'aria un po' annoiata, protendendo leggermente verso di lei il volto pallido, quasi smorto, su cui spiccavano due occhi di un verde scuro, unico elemento rilevante di quella fisionomia anonima, a parte il naso piuttosto pronunciato. In quel momento quegli occhi erano quasi privi di espressione, sebbene dovessero essere capaci di forte comunicazione, se sollecitati da opportuno interesse.

    – Ecco, io... sto cercando notizie su mio fratello. So che era nato nel 1950, nel mese di aprile, credo. E che era morto due giorni dopo la nascita. I miei genitori mi hanno sempre detto che era stato seppellito al cimitero di B., però non si sono mai recati sulla sua tomba e tanto meno mi hanno mai comunicato dove si trovasse. Non ne volevano parlare e io ho accettato di buon grado la loro decisione, fino a quando, qualche mese fa, trovandomi appunto in quel cimitero per la sepoltura di un mio carissimo amico a cui ero molto affezionata, nonostante il dolore per la perdita, mi è venuta la curiosità di scoprire dove si trovasse.–

    L'uomo inclinò leggermente il capo e nei suoi occhi comparve un lampo di attenzione; con un cenno la incoraggiò a continuare.

    – Sono entrata nell'ufficio e ho chiesto se fosse possibile eseguire quella ricerca. Bene, sa cos'è successo? Di quel bimbo morto non c'è traccia!–

    Finalmente quegli occhi verdi ebbero un guizzo di interesse e il volto dell'uomo sembrò animarsi, assumendo un aspetto quasi gradevole.

    – È sicura?–

    Diletta riferì pedissequamente il colloquio avvenuto con l'impiegata del cimitero e chiese se fosse possibile avere accesso ai registri anagrafici dell'epoca.

    Il dipendente comunale le fece un cenno con la mano come per dirle di attendere e si spostò nel retro, attraverso una porta scura cigolante.

    Dopo qualche secondo fece capolino chiedendo:

    – Ha detto aprile 1950?–

    – Sì, per l'anno sono sicura, per il mese comincio ad avere qualche dubbio.–

    – Mi ripete il nome, per favore?–

    – Certo. Andrea Forti.–

    L'uomo tornò con un tomo color ocra enorme, logoro e dalla copertina vecchia e ingiallita, tenuta insieme da quattro lacci marroni sdruciti.

    L'appoggiò sul bancone con un tonfo, liberando una nuvola di polvere.

    – Vediamo, qui ci sono i nati dei mesi di aprile, maggio e giugno di quell'anno.–

    Diletta si avvicinò e le balzò nuovamente davanti agli occhi quella grafia minuta e regolare, così simile a quella che aveva notato sul registro del cimitero.

    – Forti... Forti... no, niente, qui non si trova,–

    – Ma com'è possibile? Era nato in ospedale, qualcuno avrà pur registrato la nascita!–

    L'impiegato la guardò un po' spazientito ma, visto che al momento non c'era nessuno in coda, le suggerì:

    – E se fosse nato nel mese precedente? Vuole che dia un'occhiata?–

    Lei lo guardò con gratitudine:

    – Se non le è di troppo disturbo, grazie.–

    Si ripeté la scena precedente, con un librone altrettanto malmesso e polveroso, ma riferito ai mesi di gennaio, febbraio e marzo.

    – Forti... Forti...–

    Il dito scorreva veloce sulla colonna dei cognomi.

    – Eccolo! Forti Andrea, nato il 17 marzo!–

    Allora esisteva, era nato!

    – C'è scritto se e quando è morto?–

    – Deceduto il giorno seguente, il 18.–

    Diletta rimase sorpresa, le avevano sempre detto dopo due giorni.

    Cominciavano ad esserci un po' troppe discrepanze tra i racconti dei suoi genitori e i documenti ufficiali: Il giorno e il mese di nascita, quello della morte e poi... dov'era stato sepolto?

    Nel frattempo, incuriosite da quel parlottare, si erano avvicinate due colleghe del travet: una era bassa e piuttosto abbondante, dai capelli corti e scuri e un'età apparente tra i 40 e i 45 anni, mentre i capelli grigi e la fitta rete di rughe che ricopriva il volto ossuto dell'altra, nonché la sua aria stanca, denotavano l'approssimarsi del pensionamento.

    Si inserirono nella conversazione e la più anziana consigliò al collega:

    – Prova a guardare se trovi la causa della morte.–

    – Devo cercare da un'altra parte, tra i certificati di morte.–

    – Se vuoi, ti aiuto io.– Si offri la donna.

    Sparirono tutti e due nel retro, lasciando Diletta in compagnia della più giovane. 

    Diletta espresse ad alta voce i suoi dubbi e l'altra convenne con lei che c'era qualche stranezza in quella storia.

    Di lì a poco rientrarono gli altri due con un altro grosso volume tra le mani. Sul frontespizio recava la dicitura Certificati di morte.

    L'uomo l'appoggiò accanto agli altri due e lo apri nel punto in cui aveva precedentemente posto un foglietto come segnalibro.

    – Ecco qua: deceduto dopo 24 ore dalla nascita per broncopolmonite.–

    Si guardarono tutti e quattro stupefatti: broncopolmonite? A 24 ore dalla nascita? Com'era possibile? Dove e quando l'aveva contratta? Era normale un decorso infausto così repentino? Nessuno se n'era accorto? Eppure era in ospedale!

    Diletta si ripromise di approfondire la cosa col suo medico e, ringraziando di nuovo tutti e tre, si allontanò sempre più sconcertata.

    2. Le amiche

    15 Febbraio 2019

    Trascorsero alcuni giorni, nei quali Diletta fu oberata da altri impegni. Nel frattempo, aveva parlato della cosa ad un'amica appassionata di gialli, Claudia, una sua coetanea ricca di spirito di iniziativa e di idee originali, che si era offerta di aiutarla nella ricerca.

    Un giorno decisero di recarsi insieme al cimitero di B., per eseguire una nuova indagine basata sull'effettiva data di nascita.

    Si incontrarono a metà mattinata, non molto lontano dal camposanto:

    – Buongiorno,– salutò Diletta,– speriamo di trovare qualcosa, stamani. Con una data precisa non dovrebbe essere difficile.–

    Claudia aveva l'espressione un po' titubante:

    – Mah, sarà... Non mi farei troppe illusioni.–

    Ma i suoi occhi color muschio, accesi di curiosità, smentivano le sue parole.

    Parcheggiarono l'auto e Diletta pilotò l'amica verso l'ufficio informazioni da cui era uscita molto perplessa qualche mese prima.

    Il bancone ad elle nascondeva in parte le due impiegate, di cui si notavano esclusivamente le capigliature, una rossa e riccia, l'altra mora e liscia.

    Appena le due amiche entrarono, le altre due sollevarono simultaneamente la testa: probabilmente coetanee, potevano avere un'età intorno ai 45 anni.

    – Buongiorno.– Salutò Diletta, con aria alquanto imbarazzata.

    – Sicuramente vi stupirete della mia domanda che, mi rendo conto, appare molto anacronistica.–

    La rossa le fece cenno di continuare.

    – Ero già venuta qualche mese fa con la stessa richiesta: c'era una vostra collega, ma non riuscì a darmi una risposta, perché io non sapevo la data esatta.–

    – Signora, provi a spiegarsi meglio, ci faccia capire.–

    – Sì, ecco, scusate... sto cercando il luogo in cui è sepolto mio fratello. La volta scorsa pensavo che fosse nato e morto in aprile, mentre adesso so la data esatta: 17 marzo 1950.–

    – 1950???– esclamarono in coro le due dipendenti comunali.

    – Sì, ve l'ho preannunciato, sono in ritardo di più di mezzo secolo nella ricerca.– Tentò di scherzare Diletta.

    – Mia madre non ne parlava volentieri ed io avevo accettato la storia che mi aveva raccontato, senza pensarci più. È stato per caso che, qualche mese fa, capitata proprio in questo cimitero, in cui non ero mai stata, per le esequie di un amico, mi sono trovata di fronte a questo ufficio ed ho avuto la curiosità di scoprire dove fosse seppellito Andrea. Ma la ricerca è stata infruttuosa. Avevamo cercato nel mese sbagliato.–

    La signora rossa si alzò e chiese:

    – Ha detto 17 marzo 1950? E il nome?–

    – Sì, la data è quella. Il nome, Andrea Forti.–

    Si recò nella stanza attigua e tornò con un librone del tutto simile a quello della volta precedente.

    – Forti… Forti…– Il dito scorreva sulle pagine mentre lei scuoteva la testa.– No, niente. Qui non risulta nessuno con questo nome.–

    – Ma com’è possibile? Ha guardato al 18 e 19 marzo? Sappiamo che è deceduto 24 ore dopo la nascita.–

    – Qui sono registrati in ordine alfabetico, non secondo la data.–

    – Ma la sua collega aveva cercato per data. Infatti ricordo che le dissi di cercare a inizio maggio e lei lo fece. Ci sarà un altro registro!–

    – No, esiste solo questo e il nome di suo fratello non c'è.– Replicò bruscamente la donna, riportando il tomo nella sua sede.

    La sua compagna tentò di rimediare spiegando che, in quegli anni, se non c'erano soldi per il funerale, a volte mettevano i corpicini dei piccoli defunti nella stessa bara di un adulto morto lo stesso giorno, perciò la sepoltura non veniva registrata. Continuò raccontando di un'amica di sua madre che aveva partorito due gemelle ed una era morta subito dopo la nascita. Nessuno riusciva a trovare la tomba, fino a che qualcuno rivelò che la piccola era stata messa nella stessa bara di una suora morta lo stesso giorno.

    Il racconto suscitò reazioni diverse nelle due amiche: mentre Claudia rabbrividiva al pensiero di quell'immagine, Diletta fu colta da un accesso di risa.

    – Scusate, ma immagino cosa avranno pensato quando l'hanno estumulata: uno scheletro con i paramenti da monaca accanto a quello di un neonato. Avranno pensato che fosse una suora morta di parto, un neonato ucciso per nascondere il peccato della suora, oppure lei stessa uccisa insieme al figlio, per evitare lo scandalo.–

    Le due impiegate sorrisero, mentre Claudia esclamava:

    – E secondo te sarei io quella con l'immaginazione fervida?–

    La signora rossa, rientrata dall'archivio, suggerì:

    – Sarà seppellito in un altro cimitero?–

    – Mah? Mia madre ha sempre detto che era qui, però i miei genitori non sono mai venuti a mettere nemmeno un fiore, che io sappia. Quanti altri cimiteri ci sono?–

    – Parecchi, ma solo un altro è comunale e si trova ad A. Può provare a cercarlo là. Se lo trova ce lo faccia sapere, a questo punto siamo incuriosite.–

    – Sapete per caso gli orari di apertura?– Chiese Claudia, mentre Diletta salutava dicendo:

    – Senz'altro, vi informerò. Grazie per la disponibilità e per i consigli. Oggi andrò ad A.–

    Le due impiegate scossero il capo, rispondendo:

    – No, ci dispiace, non conosciamo quegli orari.–

    Poco dopo, Claudia e Diletta, uscite dal cimitero, si diressero verso un ristorante, presso il quale avevano appuntamento con un'altra amica, Arianna, per festeggiare il suo compleanno.

    Si incontrarono fuori dal locale e si abbracciarono con trasporto, felici di poter trascorrere insieme qualche ora, dopo tanto tempo in cui non si erano viste.

    Dopo i convenevoli, si sedettero a tavola e iniziarono ad aggiornarsi rispettivamente sugli ultimi eventi, sulla salute, sui figli.

    Esauriti questi argomenti, passarono, come era loro costume, a parlare di attualità, politica, società.

    In quel periodo, era in auge un dibattito molto acceso sull'opportunità o meno dell'obbligo vaccinale e fu

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1