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il mito di Dedalo - Psicologia del conflitto tra Creatività e Potere
il mito di Dedalo - Psicologia del conflitto tra Creatività e Potere
il mito di Dedalo - Psicologia del conflitto tra Creatività e Potere
E-book147 pagine1 ora

il mito di Dedalo - Psicologia del conflitto tra Creatività e Potere

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Info su questo ebook

È in atto un eterno conflitto tra le "forze creative" dell'uomo e le sue parti prevaricatrici, violente, basate sull'induzione della paura e lo stato psicologico di "dipendenza" che ne consegue. "Principio di Potere" e "Principio Creativo" sono i due paradigmi che si contendono la costituzione del mondo così come lo conosciamo. Dedalo rappresenta quel conflitto, ma anche la possibilità di far prevalere "la dimensione Creativa". Di fatto "il Principio di Potere", da millenni, regola i rapporti fra gli esseri umani ma, per quanto sia dominante, è la "creatività" ad alimentare i processi autenticamente evolutivi dell'umanità. Il potere, dal canto suo, cerca sempre e comunque di accaparrarsi i servigi del pensiero creativo, ma ciò, come il mito ben descrive, lo conduce soltanto ad esiti infelici quando non disastrosi. Questa "lettura" del mito di Dedalo ci mostra la diade Potere/Creatività che lotta in ognuno di noi, ponendo, così, lo sguardo, su un nuovo possibile orizzonte psichico di comprensione del mondo e della nostra vita.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2020
ISBN9788831697583
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    Anteprima del libro

    il mito di Dedalo - Psicologia del conflitto tra Creatività e Potere - Roberto Pinetti

    Dedalo

    il racconto

    In un tempo che meglio non potrei descrivere se non lontano, viveva ad Atene un uomo riconosciuto da tutti i suoi concittadini come il più geniale costruttore, inventore ed architetto dell'intera Grecia. Egli si era presto rivelato anche il migliore fra i pittori e gli scultori. Del resto già il suo stesso nome testimoniava questa eccellenza: Dedalo significa, infatti, l'ingegnoso.

    Probabilmente fu anche in conseguenza del grande prestigio di cui godeva che, un giorno, la sorella gli portò il proprio figlio Perdice, un bambino straordinariamente talentuoso, chiedendo a Dedalo di tenerlo con sé per farne il suo apprendista. Non è dato sapere con quale animo il grande artista accolse tale richiesta, fatto sta che accettò. Fu così che il piccolo Perdice, sotto la guida dello zio, iniziò a manifestare le proprie abilità e doti creative. Tale e tanta capacità e qualità emergevano da quel giovanissimo nipote che presto l'amor proprio di Dedalo, forse, si trasformò in una cupa gelosia, un'indivia terribile e mortifera. Si trovavano sulla sommità dell'Acropoli che s'affaccia a picco sul mare, zio e nipote, quando le mani del primo, probabilmente sopraffatte dall'astio, spinsero il bambino. Così, pare, cadde Perdice. Emettendo un gemito che ancora possiamo sentire quando canta la pernice. Secondo alcuni, infatti, la Dea Atena, che lo amava per la sua genialità, per salvargli la vita lo trasformò in quel volatile. Sta di fatto che Dedalo, secondo l'accusa dell’Areopago, che allora si occupava di amministrare la giustizia ad Atene, s'era macchiato d'un terribile delitto. Aveva fatto precipitare, uccidendolo, il giovane nipote, colpevole unicamente del proprio straordinario talento.

    Da quel tragico evento derivò l'esilio sull'isola di Creta e le vicende che ci porteranno alla descrizione dell'episodio, forse più noto (e deformato dalla retorica popolare), che conosciamo come mito di Icaro. L'Artista-inventore, accolto dal re Minosse e dalla sua consorte, la regina Pasifae, si mise al loro servizio. Iniziò, così, un periodo in cui tutta la sua creatività ed il suo talento furono diretti unicamente a soddisfare le richieste dei monarchi. Costruisce, quindi, una vacca artificiale che consenta alla regina di congiungersi con un toro del quale si era invaghita e, in seguito, progetterà anche il labirinto in cui il re Minosse farà rinchiudere il frutto di quell'anomalo accoppiamento: un mostro dal corpo umano e con la testa di toro: il

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