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Prete Ribelle: Amore e altre dipendenze. Vol.1
Prete Ribelle: Amore e altre dipendenze. Vol.1
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E-book307 pagine4 ore

Prete Ribelle: Amore e altre dipendenze. Vol.1

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Info su questo ebook

SINOSSI

Dall’autrice bestseller USA Today Adriane Leigh arriva un’appassionante storia d’amore autoconclusiva con dei colpi di scena mozzafiato...

Quando la vita di Tressa Torrado va a rotoli e viene sfrattata dal suo monolocale, approda nel primo posto in cui si è sempre sentita a casa e nell’ultimo in cui si aspetterebbe di trovarsi.

Padre Bastien Castaneda è addestrato a prendersi cura delle anime ferite del suo gregge, la sua natura battagliera e il suo misterioso rigore morale sono inebrianti quanto un super potere.

Ben presto lavoreranno fianco a fianco e la chimica sobbollirà fino a esplodere quando queste due anime disperate sentiranno la voglia di vivere di nuovo e l’amore proibito si accenderà come combustibile nei loro cuori.

Ma dopo poco tempo verranno alla luce dei segreti esplosivi che mineranno le fondamenta della loro fede, e solo il tempo dirà se il loro amore sarà abbastanza forte da sopravvivere all’inevitabile caduta.

LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2021
ISBN9781071577271
Prete Ribelle: Amore e altre dipendenze. Vol.1

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    Anteprima del libro

    Prete Ribelle - Adriane Leigh

    Indice

    Indice

    Prete ribelle

    Diritti

    Recensioni Hot

    Sinossi

    Nota

    Dedica

    Epigrafe

    Uno

    Due

    Tre

    Quattro

    Cinque

    Sei

    Sette

    Otto

    Nove

    Dieci

    Undici

    Dodici

    Tredici

    Quattordici

    Quindici

    Sedici

    Diciassette

    Diciotto

    Diciannove

    Venti

    Ventuno

    Ventidue

    Ventitré

    Ventiquattro

    Venticinque

    Ventisei

    Ventisette

    Ventotto

    Ventinove

    Trenta

    Trentuno

    Epilogo

    Playlist

    Podcast

    Nota

    Biografia

    Altri libri di Adriane Leigh

    Indice

    Indice

    Prete ribelle

    Diritti

    Recensioni Hot

    Sinossi

    Nota

    Dedica

    Epigrafe

    Uno

    Due

    Tre

    Quattro

    Cinque

    Sei

    Sette

    Otto

    Nove

    Dieci

    Undici

    Dodici

    Tredici

    Quattordici

    Quindici

    Sedici

    Diciassette

    Diciotto

    Diciannove

    Venti

    Ventuno

    Ventidue

    Ventitré

    Ventiquattro

    Venticinque

    Ventisei

    Ventisette

    Ventotto

    Ventinove

    Trenta

    Trentuno

    Epilogo

    Playlist

    Podcast

    Nota

    Biografia

    Altri libri di Adriane Leigh

    PRETE RIBELLE

    Primo libro della dilogia

    Amore e altre dipendenze #1

    ––––––––

    di

    Adriane Leigh

    Copyright 2020 by Adriane Leigh

    Tutti i nomi e i personaggi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in modo fittizio. Vietata la riproduzione e il plagio se non si vuole incorrere nel reato di falso.

    Recensioni Hot!

    «Sexy, emozionante e pieno di eventi sconvolgenti!» 

    -Leylah Attar,

    Autrice bestseller New York Times, USA Today e Wall Street Journal  

    ★★★★★

    «Mentre leggevo Whiskey Girl è come se stessi leggendo una bellissima poesia. La storia di Fallon e Augusta vi dimostrerà che le anime gemelle esistono e che vale la pena combattere per le seconde possibilità.»

    -Aurora Rose Reynolds, 

    Autrice bestseller New York Times, USA Today, and Wall Street Journal

    ★★★★★

    «Whiskey Girl è romanzo crudo e reale sulle seconde possibilità in cui si intrecciano temi della musica country quali il primo amore, le seconde opportunità, i rimpianti, la delusione e un amore che non è mai finito nonostante i tanti ostacoli che ha trovato sulla sua strada. Adriane Leigh ha realizzato un bellissimo romanzo sulle seconde possibilità in cui la storia d’amore si sviluppa lentamente e in cui ogni colpo di scena fa precipitare e volare i nostri cuori.»

    -TotallyBooked Blog

    ★★★★★

    Un forbidden romance scritto magnificamente che va gustato. La prosa è meravigliosa e mi ha ricordato alcuni dei miei autori preferiti di narrativa. La storia di Bastien e Tressa è indimenticabile e occuperà un posto speciale nella mia libreria.

    -Auden Dar, Autrice bestseller

    ★★★★★

    Grazie alla sua prosa bella e decisa, accattivante ma non sdolcinata, Whiskey Girl mi ha provocato una stretta al cuore e allo stesso tempo fatto piangere di gioia. A fine lettura ho dovuto fare un respiro lungo e profondo per assorbire completamente tutte le emozioni che mi aveva lasciato. Mi ha catturato sin dalla prima pagina e sono rimasta sbalordita dalla capacità dell’autrice di rendere profondamente emozionante ogni interazione tra i protagonisti. Questo è stato senza dubbio uno dei libri più commoventi che io abbia mai letto.

    Natasha is a Book Junkie

    ––––––––

    ★★★★★

    Chimica sfrigolante, un mondo affascinante, colpi di scena... una combinazione perfetta insieme alla scrittura avvincente di Adriane Leigh. Mi sono tuffata in questo mondo e non volevo più riemergere in superficie per prendere aria. Non vedo l’ora di saperne di più!

    Alessandra Torre, Autrice bestseller New York Times, USA Today e Wall Street Journal

    ★★★★★

    «Sexy. Bollente. Leigh ti fa desiderare di averne di più!»

    -K. Bromberg,

    Autrice bestseller New York Times, USA Today, and Wall Street Journal

    ★★★★★

    «Blindsight è un erotico intenso e misterioso che mi ha tenuta incollata alle pagine. Non riesco a smettere di pensare a questa storia!»

    -Raine Miller, 

    Autrice bestseller New York Times, USA Today, and Wall Street Journal

    ★★★★★

    «Adriane Leigh non delude mai. In Blindsight ci sono in parti uguali passione, cuore, sesso, suspense e scandalo. Il nuovo eroe creato da Leigh vi porterà a girare ansiosamente le pagine di notte per cercare di scoprire i suoi segreti.»

    -Jay Crownover, 

    Autrice bestseller New York Times, USA Today, and Wall Street Journal

    ★★★★★

    «Sono rimasta incollata alle pagine dal prologo al cardiopalma fino alla fine mozzafiato. La suspense ti tiene in trepidante attesa mentre le scene di sesso infiammano il kindle. Non vedo l’ora di vedere come continuerà la storia.»

    -Katie Ashley,

    Autrice bestseller New York Times, USA Today, and Wall Street Journal

    ★★★★★

    ––––––––

    «Niente e sottolineo NIENTE avrebbe potuto prepararmi ad affrontare questa storia incredibile. È quasi impossibile non essere assuefatti allo stile di quest’autrice. Una prosa delicata che avvolgerà il vostro cuore intorno alle sue parole, facendovi dimenticare tutti i libri che avete già letto. Un plauso va alla capacità dell’autrice di farvi sentire le sue parole come vostre, simile a quei libri grossi e antichi che basta leggerne poche pagine per venire trasportati in posti in cui non avreste mai immaginato di andare. Questo è un libro che va assaporato. Posso dire solo che è uno dei migliori forbidden romance che io abbia letto quest’anno. O SEMPRE. Non solo per la storia ben costruita e i protagonisti unici, ma principalmente perché quest’autrice si assume il rischio di trasformare un plot come questo in qualcosa di magnifico e meraviglioso. Vi porterà al limite, ma ne varrà la pena. Lo raccomando caldamente a tutti coloro che sono in cerca di una storia da ricordare.»

    -Carolina Leon, Recensore di GoodReads

    ★★★★★

    «Sei stelle peccaminosamente avvincenti! Il libro, la storia sono così diversi da qualunque altra cosa io abbia mai letto. È stata una lettura avvincente, accattivante, proibita, e oh, bella! Lo stile è bellissimo e i personaggi coinvolgenti. Quando loro soffrono, soffriamo anche noi. Quando vanno in estasi, andiamo anche noi, e sono presenti TANTE COSE per cui andare in estasi! Quando una storia è scritta in questo modo, si riesce a sentire ogni singola emozione vibrare dalle pagine. Adriane sapeva esattamente cosa stava facendo e non posso fare a meno di farle i miei complimenti.»

    -A.R. Myles, Autrice Bestseller

    «Sexy, emozionante e pieno di eventi sconvolgenti!» 

    -Leylah Attar,

    Autrice bestseller New York Times, USA Today e Wall Street Journal  

    Dall’autrice bestseller USA Today Adriane Leigh arriva un’appassionante storia d’amore autoconclusiva con dei colpi di scena mozzafiato...

    Quando la vita di Tressa Torrado va a rotoli e viene sfrattata dal suo monolocale, approda nel primo posto in cui si è sempre sentita a casa e nell’ultimo in cui si aspetterebbe di trovarsi.

    Padre Bastien Castaneda è addestrato a prendersi cura delle anime ferite del suo gregge, la sua natura battagliera e il suo misterioso rigore morale sono inebrianti quanto un super potere.

    Ben presto lavoreranno fianco a fianco e la chimica sobbollirà fino a esplodere quando queste due anime disperate sentiranno la voglia di vivere di nuovo e l’amore proibito si accenderà come combustibile nei loro cuori.

    Ma dopo poco tempo verranno alla luce dei segreti esplosivi che mineranno le fondamenta della loro fede, e solo il tempo dirà se il loro amore sarà abbastanza forte da sopravvivere all’inevitabile caduta.

    ––––––––

    «Il libro migliore di Adriane Leigh. Un capolavoro.»

    Nelle L’Amour, Autrice bestseller New York Times

    Un forbidden romance scritto magnificamente che va gustato. La prosa è meravigliosa e mi ha ricordato alcuni dei miei autori preferiti di narrativa. La storia di Bastien e Tressa è indimenticabile e occuperà un posto speciale nella mia libreria.

    -Auden Dar, Autrice bestseller

    Nota: Prete Ribelle fu pubblicato per la prima volta nel 2013 come novella dal titolo Sins of the Flesh nel secondo volume dell’Antologia Forbidden Fruit, e poi nel 2018 come romanzo autoconclusivo col titolo Rebel Saint. Personaggi minori, situazioni e scene sono stati aggiunti allo scopo di arricchire la storia.

    Per i ribelli e i santi e tutti coloro che non hanno mai rinunciato all’amore.

    Ogni rivoluzione comincia nel cuore.

    UNO

    Bastien

    ––––––––

    Alcuni fiocchi di neve gelati mi caddero sulla guancia quando spinsi i pesanti portoni di legno. Il profumo antico dell’incenso e quello della neve fresca inebriavano le mie narici quando infilai la chiave nella tasca del mio pantalone clericale e mi misi al lavoro dopo aver spalato la neve dai gradini di pietra. La piccola parrocchia di St. Micheal mi aveva accolto a braccia aperte quando ero stato chiamato a guidare il suo gregge.

    Era una piccola comunità di fedeli, e anche se alla mattina non c’era la folla ad attendermi al mio confessionale, non mancavano mai una o due anime. Forse un sobborgo di Filadelfia poteva non essere stato la mia prima scelta quando avevo chiesto il trasferimento alla Diocesi, tuttavia mi ero ambientato abbastanza bene nella mia nuova casa. Da quando avevo lasciato L’Avana insieme a mia sorella maggiore, l’avevo sempre vista poco e questo era ciò che tormentava il mio cuore la maggior parte dei giorni. Mi angosciava il pensiero che mio nipote crescesse nelle strade più pericolose di Brooklyn senza la guida di una figura paterna mentre io vivevo a due ore di treno da lui. Ogni volta che era saltata fuori la possibilità di una riassegnazione, avevo scelto sempre la chiesa di All Saints, perché si trovava a una manciata di isolati da casa di mia sorella e mio nipote, ma la mia richiesta non era mai stata accolta. Ero sempre stato trasferito in altri posti, perciò mi ero dovuto accontentare delle rare visite mensili quando io o lei trovavamo un po’ di tempo per vederci. E poi man mano che Cruz cresceva e lei doveva lavorare sempre più ore per coprire le spese, li avevo visti sempre di meno.

    Rabbrividii nell’aria fresca della chiesa antica, il rigido colletto bianco mi proteggeva la gola mentre strofinavo il pollice sui bordi nitidi chiedendomi chi sarebbe stato il primo parrocchiano della mattinata.

    Di solito la prima era la signorina Watson che a volte si era presentata all’alba, ma ultimamente non l’aveva fatto ed era venuta prima della recita del Rosario e delle preghiere, cioè dopo le nove. Toccai di nuovo la chiave che avevo in tasca e scivolai dietro la tendina scura del confessionale in cerca della mia Bibbia quando un lieve tonfo attirò la mia attenzione. Continuavo a brancolare nel buio, la mia vista non si era ancora abituata alla luce del primo mattino. La maggior parte dei giorni aprivo il portone alle sei, ma non capitava spesso che qualcuno fosse così devoto.

    Lo scricchiolio del legno consunto a pochi centimetri da me mise tutti i miei sensi in allerta.

    «C’è qualcuno?» mi azzardai a chiedere attraverso lo sportellino nero che separava i due piccoli spazi.

    Non ci fu nessuna risposta, ma sentii solo il lieve fruscio di un cappotto dietro la grata.

    Deglutii, girandomi completamente nella direzione del suono e colsi l’ombra sfocata di una persona nell’altro scompartimento.

    «Temo di non essere ancora pronto ad ascoltare la tua confessione, figliola.»

    Battiti calmi e lenti riecheggiarono prima che una voce sommessa come quella di un topolino sussurrasse: «Non penso che lei voglia ascoltare la mia confessione.»

    Il suo tono era così flebile e affranto che per poco non mi si spezzò il cuore. Un senso di sconfitta non dava l’idea della sensazione che mi arrivava dall’altra parte del confessionale.

    «Non desidero nient’altro,» risposi sistemandomi sulla panca di legno. «Sono preparato per guarire tutto il gregge del Signore.»

    «Sono più una pecora nera che un agnellino obbediente, Padre. Non posso fare a meno di mettere nei guai ogni pecorella che trovo.» L’amarezza che traspariva da quella imprecazione le serrò la gola, facendo incrinare la sua facciata serafica. Mi ritrovai a chiedermi che aspetto avesse: se fosse magra o in carne, con la pelle chiara o abbronzata, se le sue labbra fossero di una sfumatura rosa o cremisi.

    «Sono sicuro che non è vero. Tutti sono sviati dalle tentazioni terrene, ovunque si trovino. Non sono qui per giudicarli.»

    Non parlava, ma sentivo i suoi respiri lenti e regolari. Strinsi gli occhi, cogliendo attraverso la filigrana della finestra del confessionale che ci separava, la morbida curva di uno zigomo, una ciocca di capelli, il dolce profumo di fiori che emanava la sua pelle.

    Immaginai che fosse bellissima, non avevo bisogno di vederla per sentirlo. Lo percepivo dalle sue movenze aggraziate, anche quando pensava che nessuno la vedesse.

    Ma mi castigai all’istante: non potevo vederla né avrei dovuto provarci.

    Mi schiarii la gola e distolsi lo sguardo dall’ombra ingannevole che giocava un brutto scherzo alla mia vista prima di allontanarmi per spezzare le catene in cui il suo dolce profumo mi aveva imbrigliato.

    «Forse se ti libererai del peso della vergogna che porti, vedrai il futuro con occhi luminosi.»

    Non rispose al mio gentile incoraggiamento, perciò continuai: «La maggior parte delle confessioni che sento iniziano con Mi perdoni, Padre, perché ho peccato...»

    Rimase in silenzio, si sentiva solo il lieve fruscio della stoffa che si contorceva, trasformandosi in una musica dolce per le mie orecchie. Tutti i miei sensi erano in allerta da quando, solo pochi minuti prima, si era seduta nel confessionale. Non ero mai stato così attratto da una sconosciuta, e di certo non nel confessionale.

    «Non è la prima volta che mi confesso,» disse. «Questa scatolina mi faceva sentire così... a casa.» Nella penombra intravidi uno scorcio delle sue dita mentre si spostavano lungo la grata di ferro della finestra che ci separava e la cui presenza all’improvviso mi sembrava più una gabbia che divideva due persone.

    «Quindi sei venuta nel mio confessionale per... sederti?»

    La dolce melodia della sua risatina mi provocò un brivido di adrenalina lungo la schiena.

    «Suppongo di sì.» Continuava a tracciare i bordi delle grate, il sole del mattino splendeva così forte che attraverso uno spiraglio della tendina si vedeva la delicata punta di un dito.

    Deglutii.

    «Puoi restare quanto vuoi. Non penso che qualcuno abbia fretta di prendere il tuo posto.» Mi spostai, l’urgenza di scappare cresceva dentro di me. «Posso portarti... per stare più comoda?»

    Sentii l’umorismo nel suo tono ancor prima che nelle sue parole. «Cosa? Una coperta?»

    Esitai, non aspettandomi il suo sarcasmo. «È questo ciò di cui hai bisogno?»

    «Ho il cappotto bagnato e ieri il mio padrone di casa mi ha cacciato. Ho provato a dormire in auto ma...»

    «Hai dormito in auto stanotte?» la interruppi.

    «Ci ho provato ma non ci sono riuscita, i rifugi per senzatetto erano pieni così sono andata alla sala giochi in fondo all’angolo che è aperta di notte, ma ormai non è più una sala giochi...»

    «Mi dispiace. Perdona la mia sfrontatezza, ti serve un posto dove stare? Se è così posso darti una mano.» Mi alzai e senza pensarci, uscii dal confessionale preparandomi a scostare la tendina che la nascondeva prima di avere un ripensamento. «Se esci da lì, posso mostrarti cosa intendo.»

    Il silenzio permeava ogni angolo della mia chiesa e mi stupii che lei non riuscisse a sentire il mio cuore battere spasmodicamente dentro al petto.

    E poi la tendina si aprì, dita delicate fendettero le morbide cuciture del tessuto prima che una cascata di capelli scuri facesse capolino, seguita da un paio di occhi della sfumatura di marrone-nero più sorprendente che avessi mai visto. I suoi zigomi erano alti, protesi verso le calde onde color cioccolato che si piegavano e si arricciavano in diversi punti. La sua pelle era di una sfumatura cacao chiaro che le mie dita bramavano di accarezzare. E le sue labbra, leggermente socchiuse e di una tonalità prugna che sembrava accentuare la sfumatura della sua pelle.

    Dio, volevo toccarla. Non avevo mai desiderato una donna così tanto, il mio celibato era cominciato molto prima della mia entrata ufficiale nel sacerdozio. Avevo posato gli occhi solo sul suo bellissimo viso, i suoi tratti erano luminosi e attraenti nella tenue luce del mattino. Non sapevo nemmeno il suo nome e ne ero già attratto e pendevo dalle sue labbra.

    «Devo andare, grazie...»

    «No.» Le afferrai il polso, ma poi ritrassi la mano come se quel contatto mi avesse scottato le dita.

    «Perché?»

    «Aspetta.» Mi schiarii la gola e le porsi la mano, lei la guardò prima di darmi la sua. Gliela strinsi calorosamente, invitandola a seguirmi con un cenno del capo mentre mi avviavo verso la sacrestia. «La chiesa dispone di alcuni cottage per i visitatori o chiunque ne abbia bisogno.»

    Gettai un’occhiata alle mie spalle, felice di vedere che mi stava seguendo. «Temo che siano piuttosto vecchi e freddi d’inverno, ma sono sfitti da quando sono qui.»

    «Non voglio disturbare e onestamente non sono venuta qui per chiederle alcunché...»

    «Non hai chiesto niente.» Aprii la porta della mia residenza privata e mi fermai. «Sono io che insisto. La comunità di St. Mike si prende cura dei suoi parrocchiani, e se non accetterai di usarlo per lo scopo per cui è stato creato, penserò di essere incapace di prendermi cura dei figli di Dio.»

    Mi guardò con un mezzo sorriso interessato, studiandomi con gli occhi socchiusi. «È lodevole da parte sua.»

    Sorrisi, e dalle sue labbra carnose gorgogliò una risata che scaldò ogni fibra del mio essere. «Bene, lascia che ti mostri la tua nuova casa, allora. Ti fornirò anche un nuovo mazzo di chiavi: qui ne ho uno che apre il tuo cottage, il mio e il portone della chiesa. Qui sarebbe tutto da rimodernare.»

    I suoi occhioni vagarono per la mia cucina minuscola. Definirla semplice e retrò sarebbe stato un eufemismo, ma avevo solo il tempo di occuparmi della pulizia e dell’ordine. «La chiesa di St. Mike non è affatto cambiata da quando ero una bambina, è rimasta esattamente la stessa.» La guardai, i suoi occhi fissavano i miei effetti personali: messali e breviari consunti e i crocifissi alle pareti sbiadite color vaniglia. Alla fine spostò lo sguardo su di me, e dopo alcuni attimi disse: «Be’, quasi.»

    Annuii e distolsi lo sguardo sentendo un’ondata di calore accumularsi in posti insoliti. Scossi la testa per scacciare dalla mente l’immagine di quanto lei apparisse dolce nel mio ambiente, mi voltai e aprii la porta sul retro, grato che l’aria fresca mi aiutasse a non pensare a lei.

    «Io sono Padre Bastien, e se vuoi, posso inserirti nel nostro programma di volontariato negli asili nido se non ti dispiace lavorare con i bambini...»

    «Adoro i bambini.»

    «Allora, è deciso.» Mi fermai quando arrivammo ai gradini del vecchio cottage. La sua figura sembrava minuta nella neve, il cappotto invernale la inghiottiva mentre mi guardava da sotto le ciglia imperlate dai fiocchi di neve.

    «E tu come ti chiami?» osai chiedere.

    Fece un sorriso ampio che inondò di calore il mio petto.

    «Tressa Torrado.»

    «Allora, Tressa.» Distolsi lo sguardo, infilai la chiave nella toppa e la girai. «Benvenuta a casa.»

    DUE

    Tressa

    Il giorno dopo la porta si aprì e un refolo di aria gelida entrò nella stanza insieme a una spruzzata di neve di Filadelfia che imperlava i capelli scuri di Padre Bastien. I suoi occhi brillarono nella penombra quando passò sotto l’arcata della canonica per posare una manciata di legna accanto al focolare.

    «Il meteo dice che stasera farà più freddo.» Padre Bastien mi sfiorò inavvertitamente la spalla quando si sfilò il cappotto. Ero stata fortunata a trovare questo lavoro subito dopo essere arrivata alla sua parrocchia. Non mettevo piede in una chiesa da almeno dieci anni, ma quando la vita mi aveva tirato il tappeto da sotto i piedi, mi ero ritrovata alla St. Michael. Nel giro di due giorni ero passata dal dormire in auto a badare a un bambino di tre anni di nome Hugo nell’asilo nido della chiesa e a lavorare al fianco di un uomo di Dio.

    Chiamatelo intervento divino o forse solo fortuna, ma quando mi ero presentata al rifugio per senzatetto di Padre Bastien, lui mi aveva salvato.

    Il suo sguardo mi trapassò per un breve momento prima che si voltasse, la linea decisa delle sue spalle ampie tirava le cuciture della sua camicia nera clericale button-down.

    Il fatto è che ero entrata nella chiesa di St. Michael aspettandomi di trovare Padre Martin.

    Invece, avevo trovato Bastien Castaneda.

    Padre Bastien.

    Guardai la sua corporatura imponente nel piccolo ambiente; era piegato su un ginocchio mentre impilava la legna nel camino. Nelle prime ore del mattino era infuriata una bufera e la caldaia era già fuori uso a causa della prima ondata di pioggia che aveva gelato i rami degli alberi e fatto saltare la corrente nel nostro quartiere così come in tutta Filadelfia prima dell’alba la mia prima notte in questo posto.

    Avevo passato tutto il giorno nella canonica mentre Bastien consegnava beni di prima necessità ai parrocchiani del suo quartiere. Il fuoco era caldo e il cibo abbastanza buono quando la piccola

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