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La Ragazza del Whiskey
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E-book277 pagine3 ore

La Ragazza del Whiskey

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Info su questo ebook

SINOSSI

Lei era l’unica cosa che gli impediva di andare in pezzi, ma poi andò via.

E arrivò il whiskey.

Fallon Gentry ha trascorso gli ultimi dieci anni a rivivere nella sua testa il ricordo di una notte buia. Il momento in cui ha perso la donna che amava, un solo attimo seguito da una serie di eventi che li ha privati delle loro vite. Adesso passa le sue notti suonando nelle bettole del sud e alimentando il suo ricordo nell’unico modo che conosce: scolandosi una bottiglia di whiskey.

Un breve periodo a Nashville, una canzone di successo e un contatto con Hollywood lo hanno portato in Paradiso, ma quando il fantasma di Augusta Belle Branson sbuca da dietro l’angolo di un altro bar solitario dopo il tramonto, Fallon è costretto ad affrontare tutto quello che pensava di sapere su quella fatidica notte… e alcune cose che ignorava.

Lui è il suo opposto. Lei la sua salvezza.

Una tempesta di emozioni li consuma quando si ritrovano dopo dieci anni, ogni momento è più rivelatore, imprevedibile e inebriante dell’altro. Fallon deve fare i conti con se stesso, ma questa volta, il destino potrebbe avergli riservato un boccone troppo amaro da digerire. Questa volta, potrebbe perdere per sempre la sua ragazza del Whiskey.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita26 mar 2021
ISBN9781071593707
La Ragazza del Whiskey

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    Anteprima del libro

    La Ragazza del Whiskey - Adriane Leigh

    INDICE

    Indice

    Titolo

    Sinossi

    Nota dell’Autore

    Capitolo Uno

    Due

    Tre

    Quattro

    Cinque

    Sei

    Sette

    Otto

    Nove

    Dieci

    Undici

    Dodici

    Tredici

    Quattordici

    Quindici

    Sedici

    Diciassette

    Diciotto

    Diciannove

    Venti

    Ventuno

    Ventidue

    Ventitré

    Ventiquattro

    Venticinque

    Ventisei

    Ventisette

    Ventotto

    Ventinove

    Trenta

    Epilogo

    Altri romanzi di Adriane Leigh

    Biografia dell’autore

    LA RAGAZZA DEL WHISKEY

    ADRIANE LEIGH

    LA RAGAZZA DEL WHISKEY

    Copyright 2018 di Adriane Leigh

    Modello: Victorio Piva

    ––––––––

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo romanzo può essere riprodotta in qualsiasi forma senza il permesso dell’editore, ad eccezione di quanto consentito dalla legge sul copyright degli Stati Uniti.

    Lei era l’unica cosa che gli impediva di andare in pezzi, ma poi andò via.

    E arrivò il whiskey.

    Fallon Gentry ha trascorso gli ultimi dieci anni a rivivere nella sua testa il ricordo di una notte buia. Il momento in cui ha perso la donna che amava, un solo attimo seguito da una serie di eventi che li ha privati delle loro vite. Adesso passa le sue notti suonando nelle bettole del sud e alimentando il suo ricordo nell’unico modo che conosce: scolandosi una bottiglia di whiskey.

    Un breve periodo a Nashville, una canzone di successo e un contatto con Hollywood lo hanno portato in Paradiso, ma quando il fantasma di Augusta Belle Branson sbuca da dietro l’angolo di un altro bar solitario dopo il tramonto, Fallon è costretto ad affrontare tutto quello che pensava di sapere su quella fatidica notte... e alcune cose che ignorava.

    Lui è il suo opposto. Lei la sua salvezza.

    Una tempesta di emozioni li consuma quando si ritrovano dopo dieci anni, ogni momento è più rivelatore, imprevedibile e inebriante dell’altro. Fallon deve fare i conti con se stesso, ma questa volta, il destino potrebbe avergli riservato un boccone troppo amaro da digerire. Questa volta, potrebbe perdere per sempre la sua ragazza del Whiskey.

    Care Lettrici & Rebel Heart,

    Ci sono esattamente tre scene di sesso in questo libro.

    Tre e non cinquanta.

    Ve lo dico, perché molte di voi sono abituate a trovare nei libri di Adriane Leigh (e Aria Cole) tante scene di sesso epiche.

    Adoro quel genere di libri.

    Sono parte di me quanto questo.

    Ma La ragazza del Whiskey non è uno di essi.

    Spero che durante la lettura di queste 300 pagine sarete consumati dalla bellezza cruda, complicata e confusa che è l’amore tra Fallon e Augusta in modo da non notarne nemmeno la differenza.

    O forse lo farete.

    Per me questo libro non è diverso perché c’è meno sesso, anche se potrei obiettare che la storia d’amore che si sviluppa lentamente tra i protagonisti è persino più sexy, ma per quanto mi riguarda è diverso sotto tanti aspetti.

    Mie care lettrici, siccome voi siete la mia tribù, mi sento di confessarvi che questi sei anni in cui ho pubblicato libri sono stati un viaggio frenetico che mi ha cambiato la vita, ma gli ultimi sei mesi sono stati ancora più travolgenti.

    Davvero.

    In primis...

    A causa di White Heat.

    Ci ho messo due anni. Devo solo finire di editarlo, riscrivere del tutto il finale, perché, ragazze, sono un’autrice totalmente diversa rispetto a due anni fa. Scioccante, vero? E spero di riuscire a pubblicarlo per la fine del 2018.

    White Heat era il libro che stavo editando ad aprile.

    Ma poi è arrivato La ragazza del Whiskey.

    Rinunciare a tutti gli anni di cattive abitudini mi ha lasciato esausta e sotto pressione. Ho dovuto rivoluzionare la mia vita alla radice e introdurre alcune sane abitudini se non volevo continuare a vivere con la mia mentalità negativa e in una spirale di ansia e colpa. Moglie, madre, figlia, amica, lettrice, donna, viaggiatrice, autrice. Chi ero?

    Dovevo dare a me stessa un minuto.

    Una pausa. Con il vino.

    L’unica cosa che sapevo per certo era che avevo bisogno di scrivere più storie capaci di nutrire la mia anima. Scrivere è sempre stata una mia passione quanto la lettura, e sapevo che qualunque cosa avessi fatto, avrei dovuto scrivere di più. Molto di più. Libri che rappresentavano una nuova sfida per me, storie che mi parlavano a livelli che non comprendevo.

    Avevo già preso l’abitudine di fare ogni giorno yoga e meditazione che tra le tante cose mi hanno insegnato a essere più tollerante con me stessa.

    Non devo più sforzarmi di essere la migliore, ma solo di essere la migliore versione di me stessa.

    Perciò, quando è arrivato aprile ero pronta.

    Ho scritto gran parte de La Ragazza del Whiskey nelle tre settimane precedenti il mio compleanno. All’inizio 2.500 parole al giorno e poi 4.000 a storia già avviata. Non riuscivo a fermarmi.

    Perché vi dico questo?

    Perché considero ognuna di voi una mia amica, e penso di dovervi dare una spiegazione. C’è voluto tanto tempo per scoprire chi sono. Dentro di me non c’era più la voce di mia madre che criticava ogni dettaglio o la mia che sembrava confermare il mio senso di inutilità e fallimento. Mi ci è voluto un minuto per capire che quella voce era una cavolata. Una bugiarda patentata!

    Quello che importa è svolgere il lavoro che ho davanti a me, connettermi alla passione e al serio flusso creativo dell’universo. Quando succede, avviene la magia.

    Ci ho messo due anni per scrivere un libro! Vi ringrazio per aver tenuto duro, non sarei stata capace neppure di scrivere una frase senza il vostro amore, supporto, incoraggiamento, i vostri sorrisi, le gif divertenti e le fotografie ispiratrici (occhiolino).

    Vi amo con tutto il cuore.

    E per finire, non so voi, ma il matrimonio reale continua a darmi linfa vitale. Tanta ispirazione!

    Se siete amanti di foto più stilose, mi piacerebbe tenermi in contatto con voi su Instagram.

    Quando non scrivo o leggo libri, posto le loro foto o immagini della mia bella vita su Instagram dove sono iscritta col nome adriane.leigh.writer.

    E se mi amate davvero e volete ricevere in anteprima tutte le notizie riguardanti i miei romanzi, cercate su Facebook Adriane’s Rebel Hearts e unitevi al mio gruppo di lettura. Entrate, prendete un libro e condividete una storia, saremo liete di avervi con noi.

    Ma prima che le mie divagazioni mi sfuggano di mano (ecco a cosa serve Instagram, amiche mie), vi ringrazio per essere parte della mia #goodvibetribe.

    Siete le migliori.

    La ciliegina sulla torta.

    Assolutamente straordinarie.

    Questo libro è per voi.

    E spero che lo amerete tanto quanto Fallon ama la sua ragazza del Whiskey.

    xo Adriane

    UNO

    Fallon 

    La prima volta che vidi Augusta Belle Branson, stava pensando a come suicidarsi.

    Quando mi ero avvicinato, stava decidendo se gettarsi dal centro del ponte, dove l’acqua più bassa e la corrente più forte l’avrebbero fatta morire prima, oppure dal margine, dove i pilastri irregolari di pietra calcarea rallentavano il flusso della corrente.

    Sarebbe sicuramente morta.

    Ripensai alla frazione di secondo in cui il sole dell’estate indiana, riflettendosi sulle foglie aranciate di una quercia, l’aveva avviluppata in un bozzolo di calore.

    Sembrava un angelo. Polvere di stelle del Paradiso caduta sul mio cammino.

    E quando si era girata, un paio d’occhi della sfumatura più impressionante di ambra liquida, mi avevano infuso nell’anima qualcosa di reale e vivo, simile al fuoco.

    Qualcosa da cui scappavo o che inseguivo ogni giorno da allora, a seconda della prospettiva con cui si guardava la situazione.

    Quando mi sistemai sullo sgabello posizionato al centro del palco, i miei pensieri tornarono al presente. La mia testa si arrovellava, ma le vecchie corde familiari fluttuavano sotto l’effetto del whiskey che mi scorreva nel sangue mentre strimpellavo a memoria le prime note di una canzone che avevo scritto molte notti prima.

    Una vecchia chitarra acustica era sistemata sul mio ginocchio, il primo e il terzo dito pizzicavano le corde, producendo l’intro de La ragazza del Whiskey.

    Ogni accordo era una pugnalata.

    Ogni parola sussurrata, la mia disfatta.

    Non sapevo ancora cosa mi era preso la notte in cui avevo scritto quella canzone in uno stato di febbrile adrenalina.

    Be’, l’alcol poteva aver fatto la sua parte, ma ero convinto che le mie creazioni migliori fossero frutto di uno stato di alterazione.

    E ultimamente ne avevo avuti un sacco.

    Più era forte il liquore, più lei mi tormentava.

    La ragazza del Whiskey.

    La mia nenia avvelenata.

    Il pubblico composto da un centinaio di persone eruppe in una standing ovation sulle parole finali pregne di emozione.

    Era ironico che fosse stata quella canzone a lanciare la mia carriera. Il primo singolo a essere trasmesso dalle radio e a scalare le classifiche dei brani più venduti, portando davanti casa mia giornalisti, discografici, parenti sconosciuti con i quali non ero neanche sicuro di essere davvero imparentato e altra gentaglia con lo scopo di far soldi.

    Mi ero trasferito a Nashville da astro nascente, ma due anni dopo avevo mandato all’aria la mia carriera di promessa della musica con le ultime bottiglie di liquore della serata per andare ovunque volessi.

    Per inseguire qualcosa.

    Ma senza trovare l’unica di cui avessi bisogno.

    Suonavo nelle bettole locali per una manciata dei soldi che invece avrei potuto guadagnare.

    Ma la verità era che la strada era l’unico posto in cui riuscivo a trovare la mia felicità.

    Un familiare groppo doloroso mi si formò in gola quando mi alzai in piedi, infilai la chitarra in spalla e feci un profondo inchino. Non vedevo i singoli volti dietro le luci abbaglianti del palco, ma una parte di me continuava ancora a fingere che lei fosse là fuori, che io stessi cantando per lei.

    Che lei, sentendo la mia canzone, sarebbe tornata da me.

    Dopo aver incontrato centinaia di persone senza volto e tracannato innumerevoli bottiglie di whiskey del Tennessee, continuavo a sentire l’impulso di andare in ogni città americana per trovarla.

    Accidenti, forse ormai era felicemente sposata e aveva un paio di bambini, un cane e un fottuto minivan.

    Feci un cenno col capo per salutare un’ultima volta la folla nella penombra prima di lasciare il palco, scesi i gradini due alla volta e oltrepassai il sipario avviandomi verso il minuscolo camerino di cui era fornito quel piccolo locale per prendere un altro bicchierino di oro ambrato prima di mettere i miei effetti personali sul mio pick-up e partire.

    Mi passai una mano tra i capelli, pensando che forse avrei dovuto fare una doccia prima di svignarmela, quando una sinuosa piccoletta mi venne addosso.

    I miei palmi si posarono sulle sue spalle, su una delle quali cadevano calde onde bionde simili a una cascata. Il suo inebriante profumo di pesche e miele mi riempì le narici. Chiusi gli occhi e ritornai con la mente alle sere d’estate passate sotto una quercia gigantesca e alle lucciole che si fondevano insieme alle stelle come un dipinto.

    «Mi dispiace, mi è caduto il telefono.» La creatura dal profumo dolce si voltò, ma quel sorriso luminoso sparì dal suo viso quando i nostri occhi si incrociarono per la prima volta.

    Tutti i ricordi crudeli mi colpirono al petto come una vagonata di mattoni.

    Strinsi gli occhi, esaminando i tratti familiari eppure sconosciuti del suo viso di porcellana.

    Era più magra, le guance ossute facevano risaltare i suoi occhi grandi e le labbra carnose erano sempre devastanti. Era lei, senza ombra di dubbio. Avrei riconosciuto quella donna ovunque.

    «Ciao, Fallon.» Sognavo quel momento da quasi un decennio, ma il mio cuore non era preparato per quelle due parole. Il mio nome sulle sue labbra mi provocò una reazione tossica.

    La mia ragazza del Whiskey.

    La mia dannazione e la mia salvezza.

    «Mi serve un dannato minuto.» Staccai le mani dalle sue spalle, anche se le mie dita bramavano ancora la sua pelle, e dopo aver attraversato il corridoio stretto, aprii la porta arrugginita sul retro con una tale forza da far cigolare i cardini.

    L’aria calda della notte mi riempì i polmoni, sostituendo la sensazione di vuoto che avevo provato vedendola di nuovo andar via.

    «Fallon...» Accidenti, mi aveva seguito fuori.

    Avevo sperato che lo facesse, ma allo stesso tempo no.

    Le emozioni che mi bombardavano la mente erano un attacco insopportabile.

    «Ti ho detto che mi serve un dannato minuto.» Quella frase mi uscì fuori come un ringhio.

    Prima che potesse rispondere, attraversai il parcheggio pieno di buche alla ricerca della mia Ford heavy duty.

    Aprii la portiera e rovistai dietro il sedile del guidatore per cercare una nuova bottiglia della mia bevanda preferita.

    Non avevo voglia di andare a prendere la mezza che avevo lasciato nel mio camerino. Dovevo andarmene il più lontano possibile da lei per schiarirmi le idee e capire cosa ci facesse qui.

    Le mie mani circondarono il collo della bottiglia, svitai immediatamente il tappo e ingollai il primo caldo sorso di piacere che stavo bramando.

    Gettai il tappo sul cruscotto e pescai le chiavi dalla tasca, pronto a entrare nell’abitacolo e a svignarmela, quando una mano mi si parò davanti nell’oscurità e agguantò le mie chiavi, facendole penzolare da un dito.

    «Cazzo!» sbottai, strisciando fuori dall’auto per prenderle.

    I miei riflessi erano un po’ più lenti del solito. Quanto avevo bevuto prima dello spettacolo? Scacciai via quel pensiero, rendendomi conto che quello probabilmente era lo stato in cui mi esibivo ogni giorno. Scappare dalla vita che avevamo io e Augusta mi aveva lasciato un vuoto. Un vuoto che solo il whiskey poteva riempire.

    «Non m’importa cosa vuole fare quel tuo culo stupido nel proprio tempo libero, ma non morirai durante il mio, Fallon Gentry.»

    In quel momento cominciò a pulsarmi la testa. Dalle sue graziose labbra rosa era uscita una sola frase e il mio corpo aveva reagito come al solito, infiammando ogni fibra del mio essere.

    Non ero mai riuscito a controllarmi con Augusta, e non avrebbe dovuto sorprendermi il fatto che non riuscissi a farlo neanche in quel momento.

    «Sei sempre irritante, a quanto vedo,» dissi, provando ancora una volta ad agguantare le chiavi, ma senza riuscirci, prima di inciampare davanti a lei con la bottiglia di whiskey stretta in una mano e la confusione nella testa.

    Augusta era tornata e tutto il whiskey del Tennessee non mi sarebbe bastato per metabolizzarlo.

    DUE

    Fallon 

    Quando uscii fuori dal parcheggio polveroso con lo sguardo perso nell’oscurità che si parava davanti ai miei occhi, sembrava che nel petto avessi un battipalo che mi spaccava il cuore in due. La ragazza dei miei sogni era accanto al mio pick-up alle mie spalle.

    Tracannai un altro sorso bollente di whiskey che mi bruciò la gola lasciandomi una fottuta scia di dolore, proprio come aveva fatto Augusta Belle.

    Dove diavolo era stata?

    Mi venne in mente la sofferenza che mi aveva causato la sua partenza. E il suo ritorno mi incasinava la vita in modi che non riuscivo a comprendere.

    Diedi un calcio a un sasso e lo guardai rotolare sull’asfalto grigio prima di girare a sinistra con l’intenzione di andarmene via nel caso in cui ad Augusta Belle fosse venuto in mente di saltare nel mio pick-up e seguirmi. Non m’importava davvero se l’avesse guidato, anche se non avevo mai permesso a nessun altro di farlo, ma l’idea che lei fosse seduta in quell’auto mastodontica mi fece arricciare le labbra in un mezzo sorriso.

    Augusta Belle Branson era tornata dopo tutti quegli anni. Che mi venisse un colpo!

    E io stavo scappando via da lei, perché non riuscivo a pensare a una sola cosa da dire che rendesse giustizia a quel momento. Avevo pensato al suo bellissimo sorriso tante volte e ricordato il modo in cui intrecciava le nostre mani mentre guardavamo un film. Lei non era solo una parte dei miei bei ricordi, ma era tutti i miei ricordi. Ogni parte del mio passato era segnata dalla sofferenza, ma non quella che riguardava lei. Anche se non lo sapeva, mi aveva tenuto in vita tutte le notti in cui avevo pensato che la fine del mondo fosse dietro l’angolo.

    I fasci di gramigna strusciarono contro il tessuto ruvido dei miei jeans quando alzai la bottiglia per far scendere ancora più a fondo quel liquido delizioso al fine di cancellare il dolore per aver rivisto di nuovo il

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