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L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte
L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte
L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte
E-book163 pagine2 ore

L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte

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Info su questo ebook

Mentre a Napoli infuria la guerra tra mafie Anna William, ultimo successore dell'Hokuto-Sun, è sulle tracce del figlio di Janette, prigioniero del terribile Lan Xing, maestro dell'Hokuto-Cao. Lo scontro finale tra i due è alle porte ma su tutti incombe l'ombra del Re dei Santi. Chi è questo misterioso personaggio e perché è tanto interessato al figlio di Janette? Tra intrighi, combattimenti e sentimenti si deciderà il destino del mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2021
ISBN9791220341639
L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte

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    Anteprima del libro

    L'erede di Hokuto-Sun - Anna Story Regenesis seconda parte - Manuel Mura

    633/1941.

    Innocenza rubata

    Quella sera l'obitorio era gremito di gente, tanto che un'intera ala era stata riservata alle commemorazioni funebri della signorina Jeannette. E a renderle l'ultimo omaggio c'erano militari, mafiosi ma anche infermieri e pazienti della casa di cura.

    Ovviamente non mancava Ambrogio che stava giusto porgendo le condoglianze a un provato Francisco.

    Vincenzino invece se ne restava più in disparte, anche lui rattristato che una ragazza così giovane e carina fosse passata a miglior vita. In effetti quella sera erano tutti affranti.

    <> disse giusto Francisco stringendo la mano ad Ambrogio.

    <<È il minimo che possa fare dopo tutto quello che ha fatto sia per me che per la causa: senza di lei ora noi non saremo qui.>>

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    In effetti tutti odiavano quell'uomo e l'avrebbero voluto morto, solo che prima bisognava trovarlo.

    Francisco avrebbe dovuto informare Ambrogio sulle ultime novità ma quella sera non se la sentiva proprio di parlare di lavoro, ancora troppo sconvolto per quanto successo a sua sorella. E vederla dentro quel feretro gli rammentava ogni istante di più che non era più tra i vivi.

    Era comunque contento che così tante persone erano venute a porgerle l'ultimo saluto, un gesto che di sicuro Jeannette avrebbe apprezzato molto. Ma non riusciva a smettere di darsi la colpa per non aver fatto abbastanza per proteggerla in un momento così delicato. Avrebbe dovuto prevedere le mosse del nemico e non lasciarla mai sola nemmeno un momento invece si era fatto prendere dall'emozione e quella sua leggerezza le era costata la vita.

    A ogni modo non avrebbe lasciato impunito il colpevole: con l'aiuto di Ambrogio, dei suoi uomini e di Anna l'avrebbe presto preso, ne era certo. Pensando alla donna si accorse che non era lì da nessuna parte e nemmeno ricordava d'averla vista finora. Non poté che chiedersi dove fosse finita anche se la risposta più ovvia era a riposarsi, viste le ferite riportate.

    Le erano state fatte diverse fasciature e consigliato di stare ferma a riposo ma di sicuro non l'avrebbe fatto tuttavia non vederla lì gli sembrava strano, visto quanto si era affezionata a Jeannette.

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    Aveva diversi graffi in tutto il corpo, qualche livido e due dita della mano sinistra fasciate ma per essere sopravvissuto a quell'infernale esplosione poteva considerarsi fortunato, soprattutto doveva ringraziare Anna.

    Si fosse trattato di una persona normale sarebbe morta di sicuro ma a ogni modo dovevano essere più gravi del previsto le sue ferite se non era lì con loro.

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    <> chiese Francisco.

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    <> chiese Francisco preoccupato.

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    <<È molto importante saperlo. Ti ha detto che andava lì?>>

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    <> chiese preoccupato Ambrogio.

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    Lo prese da parte e gli spiegò quanto scoperto sui centri massaggi che riconducevano a Lan Xing, che quasi certamente si trovava in quello più grande e lussuoso, in sintonia col suo carattere.

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    Radunò subito i suoi uomini a cui aggiunse anche Vincenzino visto conosceva la zona meglio di loro e in poco tempo erano tutti fuori pronti per partire.

    Francisco non poteva radunare i suoi con tanta celerità ma ugualmente si sarebbe voluto aggregare alla combriccola.

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    Francisco era commosso dalle parole dell'uomo che si dimostrava un amico insostituibile.

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    Le auto scure sfrecciarono via alla ricerca di Lan Xing ma Francisco si augurò che non lo incontrassero mai e lo stesso sperò che nemmeno Anna ci riuscisse, non nelle condizioni in cui versava.

    Anna in effetti non l'aveva ancora incontrato, al contrario dei numerosi uomini di guardia con cui non si era persa in fronzoli ma li aveva stesi uno dietro l'altro.

    <>

    Ne vide spuntare altri due da una porta, grandi, grossi e fresconi che in altre circostanze avrebbe apprezzato maggiormente ma con l'umore attuale non ci si perse un secondo. Spiaccicò la faccia di uno sul muro e fece volare l'altro giù dalle scale, non preoccupandosi se nella caduta si rompeva l'osso del collo. In fondo non erano tanto in alto, solo che si stava stufando di girare a vuoto. Tuttavia era talmente furiosa che nemmeno aveva voglia d'interrogare nessuno, solo di spaccare tutto. Così fece con la prima porta che si trovò davanti. L'interno era pieno di belle ragazze che urlarono nel vederla sporca di sangue e con lo sguardo furente.

    <> Puntò lo sguardo dall'una all'altra ragazza, tutte giovani e attraenti e con pochi vestiti addosso. <>

    Nessuna sembrava saperlo o erano troppo spaventate per dirlo, così non perse altro tempo con loro e si diresse alla fine del corridoio che svoltava a destra. Appena imboccato vide un'altra porta che aprì alla stessa maniera della precedente. Lì un energumeno provò a spaccarle una sedia in testa ma fu la sua faccia a rompersi come gli diede un pugno così forte da farlo volare fino al soffitto.

    Una ragazza mora d'aspetto avvenente e con solo un velo trasparente addosso gridò come un ossesso ma quando Anna le chiese di Xing fu lesta a rispondere, dicendo che probabilmente si trovava in fondo al corridoio, nell'ultima porta sulla destra.

    Rapidia si recò lì, l'aprì alla sua solita maniera spicciola, e si trovò di fronte non una donna ma un ragazzino, seduto davanti a una piccola scrivania intento a leggere un libro. Però non era solo, con lui c'era una bestione alto e possente dal cranio rasato, la faccia piena, il pizzetto scuro e vestito con un saio celeste, di sicuro un monaco.

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    Scattò verso il monaco con tale velocità da non dargli nemmeno il tempo di difendersi: lo colpì al fianco sinistro con un calcio seguito da uno in faccia che lo fece volare a terra.

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    Si colpì la gola con le dita morendo all'istante.

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    Il ragazzino si alzò guardando un po' il bonzo un po' lei. Appariva molto preoccupato ma non così agitato come ci si aspetterebbe dalla situazione.

    Anna lo squadro un istante. Era poco più di un bambino, di sicuro non doveva avere più di una dozzina d'anni ma il suo sguardo appariva già maturo. Alto per la sua età aveva capelli castano biondo tagliati corti, occhi celesti acuti e profondi che le ricordarono una persona importante, un viso ben fatto e un fisico magro ancora da svilupparsi ma di sicuro debilitato. E guardandosi un attimo attorno vide un ambiente chiuso e ristretto, ordinato sì ma molto spoglio di ogni grazia. C'era solo un armadio sul fondo, un mobiletto pieno di libri vicino alla scrivania, il letto posto sulla sinistra e una porticina vicino all'ingresso che di sicuro conduceva in bagno. L'unica cosa insolita era la porta semi nascosta posta poco oltre il letto che con ogni probabilità conduceva a un'altra stanza, forse quella occupata dal suo nemico. A ogni modo al momento non se ne preoccupò, studiò attentamente il ragazzo domandandosi se era chi pensava che fosse e se finora aveva vissuto lì in quel misero ambiente.

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    La sua voce era leggera ma ferma e il suo modo di fare appariva distaccato ma nascondeva un animo emotivo e sensibile che sembrava tenuto in gabbia come la sua persona.

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    Indicò la fasciature che ricoprivano la sua schiena che il vestito scarlatto riusciva solo in parte a nascondere.

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