Dilaniato 4: Libro 4

Di Liz Levoy

Dilaniato 

Libro 4

"Perché hai scelto questa vita Johnnie? Che ha di così speciale?"

Il mio club di motociclisti. La mia famiglia. Dico bene? Senza dubbio è la cosa che ho che si avvicina di più una famiglia. Siamo come fratelli; ci amiamo molto e siamo disposti a fare qualsiasi cosa per proteggere noi e ciò che abbiamo. Questa è la ragione principale per cui io e Sean siamo entrati a far parte dei “Fratelli Di Fuoco”. Abbiamo intravisto qualcosa che ci piaceva e qualcosa che nessuno di noi aveva: una comunità molto unita.

La vita dei membri è meravigliosa.  Facciamo feste continuamente, abbiamo molte donne e non dobbiamo rendere conto a nessuno. I poliziotti? Non ci preoccupiamo di loro; sono sul nostro libro paga. 

Una notte, Sean si fa male. La sua vita è appesa a un filo ed io devo trovare soccorsi all'istante. Mi fermo alla prima casa che incontro. Susan ci lascia entrare. Prima d'allora non mi ero mai aperto con nessuno. Avrei dovuto continuare così anche con lei?

L'autrice

Liz Levoy è autrice di storie d'amore di successo da quando è all'ultimo anno delle superiori. Levoy scrive romanzi rosa davvero appassionanti ed ama avvincere i lettori usando tutta l'esperienza maturata girando il mondo con i suoi viaggi. 

I sentimenti d'amore, di desiderio e di chimica dominano ogni suo libro e tutti i suoi personaggi, i quali prendono vita nella strenua battaglia per arrivare all'amore.

• Lingua: Italiano
• Editore: DAO Press
• Data di uscita: 26 ago 2018

Anteprima del libro

dell'editore.

Capitolo Uno

Lo shock iniziale di Johnnie si trasformò velocemente in collera pura. Non poteva credere alla sua audacia. Eppure, aveva molte domande a cui rispondere. Non si era chiuso totalmente e non poteva negare quanto desiderasse vederla un'ultima volta. Curioso di quello che Susan aveva da dirgli, rapidamente ripose ogni idea di guardare un film con Mary. In effetti, Johnnie era talmente desideroso di vederla che saltò letteralmente giù dal letto, scatenando la curiosità di Mary.

Quando le spiegò la situazione, lei inizialmente si intristì, ma non le ci volle molto per riprendersi ed esprimere il suo desiderio di andare con lui a Manhattan. Mary disse che desiderava vedere la donna che gli aveva intrappolato il cuore. Johnnie fu sorpreso dalla sua richiesta, ma poi le concesse di accompagnarlo. Completamente ignaro delle intenzioni di Susan, pensò che Mary lo avrebbe aiutato almeno a distendersi.

Infatti lo fece. La ventotenne bionda prese in giro Susan per tutto il viaggio fino a Manhattan. Inoltre si prese gioco di Johnnie alcune volte. In ogni altra circostanza, avrebbe seriamente preso in considerazione l'idea di metterla a tacere, ma quella notte non voleva farlo. Riconoscente per la sua assistenza, non protestò affatto. Rise persino caloroso, incoraggiandola quindi a continuare. Tuttavia, il sorriso sparì dalla sua faccia, non appena intravide il bar che Susan aveva menzionato. Era circondato da altri bar affolati; eppure per qualche ragione era scuro. Il cartello al neon sopra la facciata di vetro era spento.

Sento odore di bruciato. Mary notò, fermandosi di fronte al bar. Un bar, chiuso di sabato sera? E chi ci farà entrare?

Entrerò comunque. Dichiarò Johnnie incapace di staccare gli occhi dalla facciata scura.

Johnnie, non andare. Lo sollecitò, mettendosi la mano sull'avambraccio. Potrebbe essere una trappola, da quello che ne sappiamo.

Ti ringrazio per avermi avvertito. Disse in tono gentile. Ma mi avrebbe arrestato questa mattina, se avesse voluto.

Sii cauto. Mary bisbigliò.

Lo farò. Johnnie le fece l'occhietto. Prendendo un respiro profondo aprì lo sportello del passeggero e entrò in macchina. Sentì l'adrenalina scorrere veloce nelle sue vene, mentre lei attraversava la strada. Poco prima che aprisse la porta di vetro, una luce si accese. Una piccola lampadina era appesa al soffitto. Non era così luminoso, ma abbastanza perché lui vedesse che era in un stanza realmente enorme che non ricordava per niente un bar. Non c'erano banconi e neanche sedie. Incredibilmente c'era giusto un piccolo tavolo, con due sedie da una parte e dall'altra, proprio nell'angolo in fondo al bar, molto vicino a una porta aperta. Johnnie stava per parlare quando il tintinnare dei tacchi alti sul pavimento duro catturò la sua attenzione. Susan emerse dalla porta, con uno sguardo piuttosto serio sulla sua faccia.

Buona sera, Johnnie. Disse con voce calma che echeggiava nella stanza vuota. Non prevedevo che arrivassi così presto.

Johnnie serrò i pugni, facendo degli ampi respiri. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e martellagli le tempie. Tuttavia, se non si fosse