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Il coraggio di ricominciare: Harmony Bianca
Il coraggio di ricominciare: Harmony Bianca
Il coraggio di ricominciare: Harmony Bianca
E-book160 pagine1 ora

Il coraggio di ricominciare: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Yoxburg Park Hospital 1/2
I bambini decideranno il destino di queste due coppie. La felicità si rivelerà un traguardo da raggiungere con un ostinato atto di coraggio.
 
Abituati a realizzare i sogni degli altri, Nick e Liv Jarvis non hanno retto all'impossibilità di veder esaudito il proprio: avere finalmente un bambino. Così quello che fino a poco prima era stato un matrimonio da sogno si è sgretolato senza pietà fra le loro dita. La separazione è stata inevitabile, la sofferenza il prezzo da pagare. 
Tuttavia il tempo che hanno trascorso lontani non ha fatto altro che ricordare loro quanto abbiano bisogno l'uno dell'altra. E adesso che sono tornati di nuovo a lavorare insieme, hanno la possibilità di rimettere insieme i cocci di una storia su cui non hanno mai scritto la parola fine.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2019
ISBN9788858997932
Il coraggio di ricominciare: Harmony Bianca
Autore

Caroline Anderson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il coraggio di ricominciare - Caroline Anderson

    successivo.

    1

    «Liv, hai un minuto?»

    Lei esitò, sul punto di dire di no, ma Ben non era tipo da perdere tempo e se voleva parlarle...

    «Se è davvero solo un minuto, però. Ho bisogno di controllare una mamma.»

    «Va bene, non ci vorrà molto. Possiamo andare nel mio ufficio?»

    «Riguarda Jen?» chiese Liv, mentre Ben chiudeva la porta dietro di sé.

    Il fugace sorriso non raggiunse gli occhi di lui. «In un certo senso. Sapevi che ha il cancro?»

    «Sì, me l'ha detto Simon ieri. È così ingiusto! Jen è una persona adorabile. Si stanno trasferendo a casa dei genitori per avere qualcuno che si occupi dei bambini, mentre lei si cura. Allora, cosa vuoi che faccia?» chiese, pensando a dei fiori, un regalo o qualcosa per i bambini.

    «Niente, ma quello che farò io potrebbe influire su di te, perché ieri era l'ultimo giorno di Simon e il suo congedo è aperto, quindi abbiamo bisogno di un sostituto temporaneo. Mi piacerebbe parlarne con Nick.»

    «Nick?»

    Di tutti i nomi che si era aspettata di sentire, quello del suo ex marito era in fondo alla lista, e la sorpresa le fece battere il cuore più in fretta. In realtà, Nick non era ufficialmente il suo ex, perché non era mai riuscita a firmare le carte del divorzio.

    «Siete ancora in contatto?»

    Ben annuì. «Sì. Gli parlo abbastanza spesso. Chiede sempre di te» aggiunse dolcemente.

    «Davvero? Come sta?» domandò lei, cercando di non sembrare nervosa e fallendo miseramente.

    «Sta bene, si tiene occupato.» Ben si accigliò, esitando, poi proseguì: «So che non sono affari miei, Liv, e non ti farò domande, ma mi è dispiaciuto molto quando vi siete lasciati».

    Lei sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e distolse lo sguardo. «Anch'io lo sono, ma tra noi non funzionava.»

    «Lo so. Si vedeva che c'era qualcosa che non andava, quindi non ero sorpreso, solo rattristato per entrambi. Senti, fai finta che non ti abbia detto niente. Assumerò qualcun altro. Ho pensato a lui perché sarebbe perfetto per il lavoro, ma non voglio complicare le cose per nessuno dei due, davvero.»

    Lo shock era svanito ormai, spazzato via da un'ondata di emozioni contrastanti e difficili da definire. Nostalgia? Paura? Liv non ne aveva idea. Entrambe le cose, forse.

    «Non capisco come Nick potrebbe venire a lavorare qui. Non ha un lavoro?» Stava pagando il mutuo della loro casa, in fondo.

    «Non più, per quanto ne so. Il suo contratto attuale sta per scadere, perciò volevo contattarlo prima che firmi altrove, ma forse è troppo tardi comunque.»

    Nick lavorava a contratto? Era stato nominato primario di ostetricia allo Yoxburgh Park Hospital pochi mesi prima che si separassero. Com'era finito a fare il sostituto? Era passato solo un anno da quando era partito. Forse quel progetto non era andato in porto e non aveva trovato un posto che rendesse giustizia al suo talento.

    «Posso pensarci? È l'ultima cosa che mi aspettavo che tu dicessi e sono un po' sorpresa.»

    «Lo capisco, e mi rendo conto che potresti aver bisogno di parlargli tu, prima.»

    Assolutamente no. Non gli parlava da quel giorno orribile di cui ancora si pentiva. Lei scosse la testa. «No, non ho bisogno di farlo. Quanto tempo mi concedi per pensarci su?»

    Ben scrollò le spalle. «Il resto della mattinata? Mi dispiace, so che non è molto, ma vorrei evitare di perderlo. È l'incarico perfetto per lui. Si occuperebbe perlopiù di ostetricia, ma assumerebbe anche casi della clinica della fertilità, ed è per questo che ho pensato a lui.»

    Quelle parole le provocarono un secondo shock. Di tutti i reparti in cui poteva lavorare Nick, una clinica per la fertilità era il più ironico. «Non sapevo che si occupasse di sterilità.» A parte la loro, ma non ne avrebbe certo parlato con Ben.

    «Sì, è proprio per via del ruolo di Simon qui che ci piacerebbe fosse Nick a sostituirlo. È un ottimo ginecologo, e gestisce la clinica per la fertilità nel suo ospedale dallo scorso maggio, ma la chiuderanno a breve.»

    Il cuore di Liv batteva così velocemente che poteva sentirlo vibrare contro le costole. Perché mai Nick avrebbe scelto di punire se stesso lavorando in una clinica della fertilità? A meno che non avesse avuto altra scelta. Era stato spinto a farlo solo per guadagnarsi da vivere? Il senso di colpa per il mutuo aumentò.

    «Non ne avevo idea» mormorò alla fine. Esitò un attimo, poi trasse un profondo respiro e prese la decisione di cui sperava solo di non doversi pentire in seguito.

    «Parla con lui, Ben. Chiedigli se è interessato. Se Nick lo è... be', sono certa che riusciremo a comportarci in modo civile.»

    «Sei sicura? Mi rendo conto che è una decisione importante per te.»

    «Non spetta a me, però. Sta a te e a Nick decidere, e se è l'uomo giusto per il lavoro, chi sono io per oppormi? E comunque, non è permanente. Ti prego solo di tenermi informata, non voglio sorprese.»

    «Certo che lo farò.» Ben aprì la porta e la guardò negli occhi. «Grazie, Liv. Lo apprezzo e so che non è facile per te.»

    Lei si chiese quanto sapesse Ben della loro rottura, del perché e del come. Nick gli aveva parlato a riguardo? Sicuramente no. Se c'era una cosa che le aveva insegnato il suo matrimonio era che Nick non parlava dei propri sentimenti. Non a lei, e certamente non al suo capo.

    In qualche modo riuscì a sorridere. «Prego. Fammi solo sapere cosa ti risponde.»

    «Lo farò.»

    «Nick? Sono Ben Walker. Puoi parlare? Ho una cosa da chiederti.»

    «Sì, certo. Cosa vuoi sapere?» replicò Nick.

    «Niente. Vorrei assumerti. Abbiamo bisogno di uno specialista temporaneo per coprire Ostetricia e Ginecologia e parte del carico di lavoro della clinica della fertilità. Ho pensato che fosse perfetto per te, a meno che tu non abbia già deciso la tua prossima destinazione.»

    Ben voleva che tornasse a lavorare per lui? Con Liv ancora in servizio lì? Almeno pensava che lo fosse. Non sapeva di un suo trasferimento, Ben glielo avrebbe detto, ne era sicuro. Avrebbe lavorato con lei?

    Il suo battito cardiaco aumentò vertiginosamente, e lui trasse un respiro profondo.

    «Chi dovrei sostituire? Sembra il posto di Simon.»

    «Lo è. Sua moglie ha il cancro e lui ha preso un congedo con effetto immediato.»

    «Oh, no, è terribile. Povera Jen. Poveri tutti loro. Capisco che ti ha lasciato nei guai, ma non sono sicuro di essere l'uomo giusto per quel lavoro. Liv sa che me lo stai chiedendo?»

    «Sì. Ho chiesto prima a lei e ha risposto che potete avere un rapporto civile.»

    Civile?

    Si sarebbe trovato a lavorare al suo fianco, per risolvere proprio il tipo di problema che aveva mandato in frantumi il loro matrimonio. Civile non era la parola che avrebbe applicato a quella situazione.

    Un campo minato era un'immagine più appropriata.

    Oppure, un'opportunità di rappacificazione. Ora sapeva molto più di un tempo sull'argomento, ma la ferita era ancora aperta e una maggiore conoscenza non avrebbe eliminato il dolore.

    Era davvero in grado di farlo? Non avrebbero lavorato davvero insieme, e in ogni caso era solo un impiego temporaneo. Potevano mantenere le distanze, se necessario, oppure sfruttare quell'occasione per riavvicinarsi.

    «Quando dovrei cominciare?»

    Ben si lasciò sfuggire un suono simile a una risata. «Ieri? Okay, scherzavo, ma comunque il prima possibile. Ti avverto che ci sarà molto da fare. Ogni donna del Suffolk sembra essere incinta o desiderosa di esserlo.»

    Non proprio tutte, pensò Nick con un tuffo al cuore. Non la sua Liv...

    «Perché non vieni qui e ne parliamo a quattr'occhi?» suggerì Ben. «Vedi come ti senti.»

    Nick non aveva idea di come si sentisse. Confuso? Ansioso di rivedere Liv? Spaventato di scoprirla felice, mentre lui si sentiva ancora disperatamente triste e solo. Cercava di dare un senso a tutto quanto? Se lei era davvero felice, significava che andarsene senza combattere era stata la scelta giusta. Chissà, forse doveva accertarsene di persona per poter andare avanti a sua volta.

    Non aveva motivi validi per rifiutare l'offerta di Ben. Quel pomeriggio alle cinque, una volta chiuse le porte della clinica, Nick sarebbe stato disoccupato. Aveva in mente di prendersi una vacanza, qualcosa di avventuroso e adrenalinico, ma non aveva prenotato da nessuna parte e adesso Ben gli proponeva di tornare a Yoxburgh. Da Liv.

    Nei primi tempi in quella bella cittadina sulla costa, erano stati davvero felici. Purtroppo, la loro storia era finita in modo terribile e adesso gli unici ricordi che aveva di quel posto erano tristi. Voleva davvero tornarci?

    Aveva apportato dei cambiamenti importanti nella routine quotidiana, migliorato la dieta e in genere il suo stile di vita, ma il suo cuore non aveva fatto nessun passo avanti. Nick si era limitato a chiuderlo in un cassetto, o a seppellirlo sotto una montagna di lavoro e di corse nel parco. Tornare a Yoxburgh significava riaprire quel cassetto. Lo voleva davvero?

    La risposta sensata era: no. Forse però era solo la risposta più vigliacca. Inoltre, Ben aveva bisogno di lui. E malgrado fosse un campo minato, malgrado lui e Liv non parlassero da più di un anno, sebbene sapesse che era una decisione stupida e sconsiderata, una parte di lui voleva rivederla.

    Aveva bisogno di rivederla.

    Era venuto il momento di fare quella conversazione che aveva rimandato per troppo tempo. Le doveva una spiegazione, ma voleva anche sapere perché, dopo più di un anno dalla loro separazione, Liv non aveva ancora dato inizio alle pratiche di divorzio...

    «Ci sto» annunciò a quel punto. «Avrò bisogno di un giorno per impacchettare le mie cose, ma potrei venire venerdì e cominciare subito a lavorare, se le tue risorse umane hanno un contratto pronto. Posso usare il fine settimana per cercarmi un alloggio.»

    «Ne sei sicuro?»

    «Sì, assolutamente» replicò Nick, senza darsi il tempo di ripensarci.

    «Nick, grazie! Non so dirti che peso mi togli dal cuore» ribatté Ben. Il suo sollievo era evidente e Nick si rese conto di quanto fosse sotto pressione il suo vecchio amico. «Ma non devi preoccuparti dell'alloggio» aggiunse. «Puoi stare da noi per tutto il tempo che ti serve. Daisy ne sarebbe felicissima. Vieni direttamente qui in ospedale e chiedi di me.»

    «Va bene, grazie.»

    Al termine della chiamata, Nick infilò il cellulare nella tasca e fissò lo sguardo sulla parete davanti a sé.

    Stava per tornare. Non era certo di essere pronto per rivedere Liv, perché non era mai riuscito a mettere una distanza emotiva tra loro e perché il dolore era ancora acuto come il giorno in cui lei l'aveva cacciato di casa. Non sarebbe stata un'impresa facile. Avrebbe avuto modo di scoprire se Liv era felice senza di lui, perché in realtà lui non lo era affatto senza di lei.

    Nick rientrava in servizio a Yoxburgh quel giorno.

    Liv non era ancora sicura di cosa provasse. Più di tutto, era confusa e in ansia.

    L'avrebbe rivisto quel giorno? Quale sarebbe stata la sua reazione? L'ultimo incontro era stato tutt'altro che amichevole, almeno da parte sua. Nick non aveva avuto bisogno di dire una parola: i fatti parlavano da soli.

    Stava per attraversare la strada quando vide una macchina che si avvicinava. Era quella di Nick. Liv la riconobbe all'istante e il cuore accelerò i battiti quando i loro occhi s'incontrarono attraverso il vetro del parabrezza.

    Lui rallentò e per un attimo lei pensò che si sarebbe fermato, forse per parlarle, ma lui la salutò con la mano e proseguì. Liv trasse un sospiro di sollievo e attraversò la strada su gambe che parevano gelatina. Il cuore le martellava nel petto, le labbra erano

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