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Fra cielo e terra io nel mezzo
Fra cielo e terra io nel mezzo
Fra cielo e terra io nel mezzo
E-book124 pagine1 ora

Fra cielo e terra io nel mezzo

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Info su questo ebook

È un libro diverso che ti accompagna a scoprire la realtà dell'esperienza premorte (Near Death Experience). È un libro sorprendente, perché fra le sue pagine troverai anche un frammento di te: ti riconoscerai in quella parte profonda, intensa, forte e delicata, in quel passaggio difficile o quando la rabbia si risveglia, nelle emozioni, nelle sensazioni e le parole risuoneranno con te e in te. Scoprirai come risvegliare l'Anima per vivere finalmente la tua Vita, capirai che c'è un mondo perfetto dopo la morte; perché quando l'Anima diventa realtà il dialogo è intrigante. Troverai risposte alle domande che rimbalzano nella tua mente, e avrai la certezza di come le persone che ci hanno lasciato comunicano dal Cielo portandoci ogni giorno messaggi rassicuranti, amorevoli ed esclusivi. E allora capirai, con quell'amore che contraddistingue la vita che la morte è solo un passaggio, perché l'Anima è immortale ed è sempre nell'attesa di ritrovare quell'unione senza tempo dove non esiste un addio ma è sempre un arrivederci. E saprai con certezza che fra Cielo e Terra nel mezzo ci sei soltanto tu.
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2021
ISBN9791220340946
Fra cielo e terra io nel mezzo

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    Fra cielo e terra io nel mezzo - Katya Giannini

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    CAPITOLO 1

    Da anni ogni volta che apro il terzo cassetto della mia scrivania la cartelletta verde appoggiata sul fondo mi guarda, e ogni qualvolta la apro gli occhi cadono sulle poche pagine di appunti che racchiudevano questa idea e che erano depositate lì da tanto tempo. A intervalli regolari volevo iniziare questo libro, poi ci pensavo, ripensavo e per sembrare meno pigra avevo trascritto qualche riga a computer, infine l’ho nuovamente riposto ordinatamente, per anni. Erano infatti solo piccole note, costruite sopra un’idea accennata lievemente e quasi dimenticata, fino a quando anni dopo qualcosa si è mosso diversamente, in una giornata d’estate davanti a un cappuccino in centro città mentre chiacchieravo allegramente, fra una parola e l’altra, fra un sorriso e una risata, un po’ di serietà e qualche aneddoto di vita passata me ne sono uscita con un allegro: Ma sì dai, da tantissimo ho nascosto qualche riga scribacchiata sul fondo del cassetto e un giorno ne farò un libro. Un giorno? Sì, un giorno, quando avrò tempo. E da quell’attimo il tempo è rimasto sospeso fra le parole, tanto da creare nelle settimane un bouquet di sensazioni infinite che si sono trasformate facilmente in parole riportate su carta.

    Perché mi sono fermata per molti anni e per altrettanti ho tentennato nel raccontare qualcosa che rappresenta una realtà così diversa dal quotidiano fatto di normali giornate di vita? Solo per paura? Non soltanto, ma soprattutto perché sapevo che questo libro, dal momento che avrei deciso di passare dall’idea astratta alla realizzazione concreta, volevo che fosse carico di una vibrazione d’amore intensa e colmo di informazioni che parlano all’Anima.

    Perché desidero che queste pagine possano portare nel profondo del tuo cuore una quiete infinita e risvegliare quella vibrazione che sembra un leggerissimo battito d’ali nell’Anima ma che ti porterà esattamente nella tua Luce interiore e ti presenterà l’Amore puro e incondizionato.

    Non da ultimo perché questo scritto racconta di un assoluto atto di fiducia verso me stessa, il mondo e le mie fragilità, srotolando tutto quello che per anni ho sempre intimamente custodito, meticolosamente nascosto e teneramente vissuto. Rappresenta la svolta fondamentale della mia vita e anche se sembra facile giocare con la parola svolta, stiamo sempre parlando di qualcosa che descrive il movimento di un minuto, la sterzata, ma anche il cambiamento di direzione e una variazione è sempre drastica anche se morbida; e quando si parla di Anima la svolta è definitiva, profonda, intensa e speciale.

    Anche se a volte può farci paura l’incognita che la trasformazione rappresenta, come per esempio non conoscere il nostro futuro e lasciare tante abitudini che, anche se vecchie e malandate, sono pur sempre conosciute e rassicuranti per seguire l’onda del cambiamento, ci porta a intravedere un nuovo sole e un nuovo inizio. Ma è proprio in questo momento di pausa che la paura vince spesso, ci si ferma e nasce un dubbio: chi ci garantisce che ci piacerà? Chi ci assicura che ci troveremo bene come prima? La nostra zona di comfort sembra perfetta anche se ammaccata, perché andare oltre e risvegliare le paure?

    È solo in questo momento di incertezza ed esitazione che liberiamo quell’incredibile sferzata di intraprendenza fulminea, quel lato nascosto in cui ci si scopre arditi e audaci, e ci si tuffa strizzando gli occhi, tappando il naso e trattenendo il fiato. E nella meraviglia del salto nel vuoto si scopre che la vita va veramente oltre la nostra giornata, oltre il nostro dolore e le lacrime, che dopo una sofferenza il respiro torna normale e qualcosa ci permette di andare avanti, magari all’inizio con la sensazione di muoversi a tentoni e diffidenti, ma poi con passo sempre più impavido e intrepido, diventiamo spavaldi e lentamente ecco che il nuovo diventa abitudine.

    Piccole situazioni cambiano e alla fine la vita si rinnova. Troviamo la consapevolezza in gesti diversi e ci accorgiamo dell’inutilità del fiatone giornaliero, sviluppiamo una coscienza nel comprendere diversamente che la ricerca affannosa di un riconoscimento professionale è del tutto vana se fine a se stessa, oppure scopriamo che eravamo alla ricerca di quella felicità che sembrava sempre sfuggire.

    Tutto va oltre l’affannarsi per essere migliori di chi giornalmente ci sta accanto, perché il nostro salto nel vuoto va più in là del cuore, insegue quell’amore così completo che è impossibile ignorare, dando finalmente voce e sostegno a quel dolore che ci ha colpito nel profondo.

    E improvvisamente ci sentiamo completi, perché non siamo soli, mai. Neppure quando abbiamo l’impressione che il mondo ci abbia voltato le spalle, neppure quando tutto ci sembra brutto e ci sentiamo tristi.

    Incessantemente una Luce speciale e Divina dentro il cuore ci accompagna e ci rende unici; ci circonda di fascino e ci rende diversi gli uni dagli altri.

    Sto parlando della nostra vibrazione più profonda, di quell’Energia di Luce che ci permette di brillare nel buio della banalità e che ci consente di avere le risposte ai nostri problemi e ai dilemmi quotidiani attingendo soltanto alle nostre risorse interiori.

    Da sempre questa Luce illumina il nostro Cammino, ci accompagna e ci permette di uscire meno stropicciati dalle nostre abitudini. Ci siamo infilati scomodamente nella convinzione che l’esserci amalgamati con la fatica e la routine abbia reso tutto più semplice, così negli anni siamo riusciti magistralmente a oscurarla e a zittirla con mille strati di paura e debolezza; vulnerabilità nascosta dall’aggressività; frustrazione camuffata da finta soddisfazione; paura trasformata in abitudine.

    Parlare di cuore mi riporta indietro nel tempo, perché la mia dinamica di vita mi ha sempre fatto precipitare a terra e per riflesso mi ritrovavo con la sensazione di un cuore chiuso e dolorante. E così mi scopro a ripensare a me, ai miei sogni, alle mie verità.

    Da bambina avevo spesso trovato conforto nell’ascoltare una voce che nessuno riusciva a sentire, avevo sovente trovato la dolcezza nello sguardo di chi mai avrebbe potuto starmi realmente vicino, giocavo con persone che nessuno vedeva e parlavo con chi nessuno poteva udire, ma per me era un mondo concreto, pieno di una quotidianità rassicurante ma soprattutto c’era finalmente qualcuno che davvero era in grado di comprendermi appieno.

    Avevo la possibilità di condividere i miei pensieri, le mie ansie, i miei sogni.

    Avevo qualcuno che mi stava accanto con serenità e mi accompagnava durante la mia giornata. A piccoli passi camminavo con un uomo bellissimo, dagli occhi azzurri, alto, con la barba e un sorriso che mi ossessiona il cuore ancora dopo tutti questi anni.

    Ricordo l’alone di soavità che lo circondava, la forza maestosa che insieme a Lui si spostava, la Luce Bianca. Diceva di essere la mia Guida, io lo chiamavo semplicemente Noah.

    Mi parlava di un Mondo Bianco di Luce che vedevo attraverso i suoi occhi, mi spiegava con amore e compassione che la vita è un mistero straordinario e ancora oggi mi scrive ricordandomi: "Ti ho accompagnata nel mondo facendoti restare sospesa fra il nostro mondo e la tua realtà. Parlare con te è da sempre una sensazione stupenda. Ricordi le discussioni? Le parole? La tua voglia di essere uguale a tutti gli altri. Ma tu non eri uguale a nessun altro. Neppure ora, dopo tutta la fatica che hai fatto per cercare di indossare abiti non tuoi. Ricordi quante cose ti avevo raccontato?

    Quanti momenti vissuti, quante volte mi avevi accompagnato in quello che tu chiamavi con dolcezza infinita il mio Mondo Bianco, quante situazioni ti avevo spiegato. E purtroppo nessuno ti capiva, nessuno comprendeva quel tuo strano modo di essere, quel tuo essere diversa, quel riuscire a vedere oltre la persona".

    E io, prima bambina poi donna, sentivo con largo anticipo l’accadere degli eventi, vedevo le persone oltre la loro facciata, ma nessuno era disposto ad ascoltarmi.

    Ero in grado di recepire il dolore degli altri, davo un nome alla loro frustrazione, mi era chiara la loro disperazione. Capivo chi si nascondeva al mondo, sentivo nell’aria l’energia spostarsi e nessuno mi credeva.

    Sentivo chiaramente l’energia delle persone che mi stavano attorno, i loro pensieri, il loro opportunismo o la loro sincerità. Ma ogni volta che esprimevo la mia versione, convinta che per tutti fosse chiara e semplice, venivo allontanata, tutto quello che per me era ovvio, per gli altri era completamente inesistente.

    Ho trascorso giorni difficili, in cui credevo che la mia mente mi avrebbe portata unicamente verso la follia. Ho vissuto isolata con la sensazione di essere strana e immensamente diversa dagli altri e questo mi aveva portata a vivere lontana da tutti i miei compagni.

    Ero quella particolare, quella strana.

    Ero quella incompresa e con enormi problematiche ma ovviamente nessuno era disposto ad accollarsi storie non sue. Non comprendevo e non capivo perché gli altri non riuscissero a vedere e a sentire quello che per me era ovvio.

    Ero cresciuta con Noah, era così semplice vedere un mondo diverso che era lì alla portata di tutti, eppure nessuno lo percepiva.

    Rimanevo basita ogni volta che le persone accanto a me (amici,

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