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Info su questo ebook
Solo la piccola Camilla ha visto quell’uomo. Soltanto lei. Non è possibile.
A Mattone sul Boia, paese di 5000 anime perbene, uno così non si era mai visto. I mattoni, così si chiamano gli abitanti di Mattone sul Boia, cercano di capire dove si nasconda quest’uomo indesiderato di cui tutti parlano, ma che nessuno, tranne Camilla, ha visto. Uno così potrebbe essere una minaccia alla serenità e al benessere del paese, sempre che si trovino le prove della sua esistenza. Ma una sera, nella nebbia più fitta, la Teresa torna a casa a piedi con i pesanti sacchetti della spesa e va a sbattere contro qualcosa, o qualcuno. A pochi centimetri da suo naso vede due occhi blu come il mare. L’intruso c’è. Esiste. E le ha sfiorato le mani. Una storia grottesca che assomiglia terribilmente alla realtà.
Stefano Mecca è attore, regista e autore teatrale del Teatro Prova di Bergamo, insegnante di recitazione e di storia del teatro. Il testo teatrale Il buio e il silenzio è stato segnalato e recensito dal sito della drammaturgia italiana dramma.it. Il racconto Ruggine fa parte del progetto Storie Brevi della Feltrinelli. Il racconto Milano California è pubblicato nell’antologia Milano 2020: dodici racconti di Letteratura Rinnovabile (Marcos y Marcos). Il racconto Torre del Galgario è pubblicato in Racconti Lombardi edito da Historica Edizioni. Ha pubblicato la raccolta di romanzi brevi Scacco in quattro mosse con la casa editrice Bookabook. Prossimamente uscirà il romanzo Il gatto nero nella stanza buia pubblicato da Scatole Parlanti Edizioni.
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Anteprima del libro
+1 - Stefano Mecca
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Mattone sul Boia è un paese di 5000 anime perbene.
5000 precisi e censiti che hanno una casa con il mutuo e anche un’altra in montagna ereditata dai nonni; un lavoro che è sempre meglio di stare a casa; un televisore ultimo modello per russare sul divano; un cellulare ultimo modello per digitare frasi prive di sintassi, ortografia, senso; queste cinquemila anime perbene non possono fare a meno delle ferie al mare e in montagna perché il lago è bello ma mette malinconia; pagano le tasse, ma fino a un certo punto perché sennò non si può vivere. E se una foglia cade sul sentiero che attraversa il loro giardino, la tolgono subito, ne va di mezzo l’equilibrio dell’universo.
Sono persone perbene gli abitanti di Mattone sul Boia, perché non fanno niente di male, hanno la radicata consuetudine di non immischiarsi nei problemi degli altri, ognuno ha i suoi, chi non ne ha? È una forma di pudore e di rispetto verso il prossimo. Se qualcuno è in difficoltà, nessuno fa un passo per aiutare, è necessario chiedere apertamente un sostegno, ma questo non è nella loro orgogliosa educazione ad arrangiarsi sempre e comunque. Nessuno chiede, nessuno interviene: ognuno ha i suoi problemi, chi non ne ha? Occuparsi o preoccuparsi degli altri è ritenuta una debolezza e un’ingerenza, nella migliore delle ipotesi, oppure più realisticamente come un'attività che fa perdere tempo e non fa guadagnare niente; questo viene imparato fin da bambini con discorsi chiari ed esempi inequivocabili.
Mattone è un paese tagliato in due parti con esattezza da geometra dal fiume Boia, da cui il nome: Mattone sul Boia.
Un fiume calmo, il Boia, trasparente, balneabile solo per i più temerari o per i suicidi, che non sono mancati negli anni; nessuno può lasciarsi troppo andare nelle sue acque gelide anche nelle estati più torride, e a Mattone ci sono solo estati torride, a luglio e ad agosto qui non si respira, si suda e basta. E le zanzare attaccano organizzate in branchi. Nell’estate infernale, fuor di metafora, di Mattone, il fiume Boia rimane come acqua di ghiacciaio. Capita, e non di rado, che qualcuno cerchi una via di fuga dall’afa implacabile, si sieda sulla riva di sassi aguzzi che bucano e graffiano e metta i piedi dentro, c’è chi arriva fino alle ginocchia; il Boia è luccicante e sensuale al sole, ma se non si tolgono i piedi in tempo si rischia l’assideramento, la cancrena e la conseguente amputazione. Il Boia prende il suo nome da un passato leggendario e sanguinario, le sue storie sono raccontate ancora oggi dai pochi bisnonni sopravvissuti che giurano e spergiurano di aver visto con i loro stessi occhi braccia, gambe e anche teste mozzate galleggiare con ancora la forza di urlare di dolore e disperazione. Roba per far spaventare i bambini: Se non fai il bravo di taglio la testa e la butto nel Boia, e il Boia ti porta all’inferno…
Gli abitanti di Mattone si chiamano mattoni, le alternative sarebbero state: mattonesi, mattonaschi, mattoncini, mattini; oppure ispirandosi al nome del fiume: boiani, boiaschi, boiaini, boiardi, boi. Alla fine, dopo estenuanti discussioni, fu deciso mattoni, ormai più di un secolo fa.
Dall'alto il paese appare di forma ovale con le vie che confluiscono al centro in cui si trova il parco principale anch'esso a forma d'uovo. Da una vista aerea le strade ricordano quelle striature di ruggine e calcare che segnano i wc vecchi e non puliti con cura. Inoltre Mattone sul Boia ha un grave problema di uccelli: non c'è tetto, grondaia, balcone, albero che non abbia un nido. Quando si alzano tutti in volo possono arrivare a oscurare il cielo per pochi secondi. Vanno sui davanzali a fare le loro deiezioni che vengono pulite con una rapidità impressionante. Questi bombardamenti aerei spesso cadono sulle teste o sui vestiti, e per le automobili è una vera calamità. Ci sono tre lavaggi auto a Mattone molto frequentati, tanto che è possibile fermarsi per uno spuntino o un aperitivo. I lavaggi auto sono i salotti buoni del paese, luoghi in cui incontrarsi con la musica in sottofondo, lavare tutta la merda che cade democraticamente dall’alto come metafora della vita, oppure per colpa di un destino che c’è e si fa sentire, oppure c’entra il governo o quel dio che non guarda mai giù e si diverte solo a prenderci per il culo. Gli uccelli volano e bisogna stare sempre attenti.
Qualcuno in più però è arrivato a Mattone sul Boia e ora sono 5000 abitanti residenti in regola + 1, come una foglia caduta sull’erba curata del giardino di casa.
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È un pomeriggio con il cielo bianco, l’autunno è arrivato puntuale. Non fa ancora quel freddo che uccide le zanzare organizzate in branco, sempre più temprate e capaci di farsi vedere sul muro dietro al letto anche a gennaio, allo stesso tempo non c’è più quel caldo letale che ti spinge a sfidare il Boia. Uno stormo di mamme, e anche qualche solitario papà, si dirige verso le scuole materne ed elementari, entrambe per comodità nella