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Filippo il Macedone
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E-book63 pagine45 minuti

Filippo il Macedone

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Info su questo ebook

Siamo abituati a conoscerlo come "il padre di...", ma Filippo II di Macedonia fu molto più di un semplice Re o del padre di Alessandro Magno.
Indomito, coraggioso oltre misura, ambizioso, fu l'uomo che impose la propria egemonia sulla Grecia intera e passò al figlio le risorse, i soldati e una solida base di partenza per la sua epica spedizione in Asia.
Fece della Macedonia una potenza militare temuta in tutto il mondo antico e fu l'ideatore di nuove e rivoluzionarie tecniche belliche.
Marito passionale e comandante carismatico, non estraneo agli eccessi, vantava tra i suoi antenati nientemeno che il grande Eracle.
Il racconto delle fasi salienti della sua vita narrato in prima persona e vissuto attraverso il suo sguardo.
LinguaItaliano
Data di uscita26 giu 2021
ISBN9791220819299
Filippo il Macedone

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    Anteprima del libro

    Filippo il Macedone - Yvan Argeadi

    PRIGIONIA

    Le prime luci del mattino filtrano dalle fessure sulle pareti umide e antiche, illuminando il mio corpo imperlato di sudore e sangue raffermo.

    Mi divincolo cercando di orientarmi verso il fascio di luce, ma le catene ai polsi legate al soffitto di quel buco puzzolente mi impediscono di riceverne il calore.

    Miserabili illiri, quando troverò il modo di uscire di qui farò sputare sangue a quella tribù di disgraziati.

    Non conto più gli anni della mia prigionia e delle interminabili torture che firmano il mio corpo, ormai in Macedonia sarò certamente stato dato per morto e il trono di mio padre, il grande Aminta, sarà sicuramente finito nelle mani di qualche rozzo cugino dalle ambizioni limitate. Forse quell'inetto di Pausania, o quella mezza checca di Archelao.

    Quale vergogna per un casato nobile come quello degli Argeadi, discendenti del grande Eracle, essere governato da individui il cui sguardo non va oltre alla conquista di una zolla di terra in più o a una battaglia contro zotici e contadini per un paio di vacche da latte.

    Ma finirà, sento che finirà, che troverò il modo di uscire da questa topaia e riprendermi ciò che è mio e che mi è stato sottratto nel momento della mia cattura in battaglia.

    Avverto dei passi, qualcuno si avvicina e a giudicare dal rumore tiene in mano le chiavi della cella.

    Lo osservo varcare la soglia di quella che ormai considero la mia residenza invernale a causa del freddo.

    《 Sorridi, verrai trasferito 》 esordisce l'uomo dalla barba grigia scrutandomi accigliato.

    《 È possibile avere una coppa di vino prima? È l'ora della colazione 》 rispondo sarcastico.

    《 Lo avrai una volta giunto a Tebe, ora fai il bravo e non fare scherzi come l'ultima volta o ti cavo anche l'altro occhio. 》

    Ridacchio sotto la folta barba.

    《 Tu hai l'uccello piccolo non è vero? 》 domando provocatorio, spingendolo a voltarsi verso di me.

    《 Come hai detto scusa? 》

    《 Sì insomma, dev'essere per quello che provi soddisfazione a torturarmi. Hai visto che il mio è quattro volte più grande del tuo. 》

    Annuisce sogghignando sadicamente.

    Posa la chiave sul tavolino di legno e si dirige verso una verga in pelle.

    《 Sai, penso che prima mi divertirò un altro po' con te 》 afferma avvicinandosi a me con la bava alla bocca e infliggendo la prima di una nuova serie di frustate.

    Urlo, soffro e sorrido.

    Tebe, stanno per condurmi a Tebe.

    Mentre le sferzate proseguono prendo nota nella mia mente di coloro ai quali farò vomitare la bile una volta fuggito.

    Gli illiri, i tebani e l'uomo con la barba grigia.

    La lista si allunga, presto ce ne sarà per tutti!

    TRE ANNI DOPO

    《 Sire, ci stanno riversando addosso una pioggia di fuoco 》 urla Clito riparandosi dall'alto con lo scudo e di lato protetto da un muro diroccato.

    《 Finiranno le frecce prima o poi, o hanno disboscato tutta la Grecia per cercare di uccidermi? 》 chiedo ironico ridendo sotto la folta barba.

    《 Maestà, se perdi anche l'altro occhio stavolta non posso aiutarti 》 continua Clito ironizzando a sua volta.

    《 Tranquillo, uno mi basta e mi avanza per vedere dove infilo 》 esco dal riparo mostrandomi ai nemici e mimando un'eloquente gesto col bacino《 questo 》 urlo facendomi beffe di quell'orda illirica che ha circondato me e la mia guardia, per poi tornare dietro al muro ridendo a crepapelle.

    《 Almeno andremo nell'Ade di buon umore 》 commenta il generale poco prima che l'ultima freccia infuocata si conficchi nel terreno a pochi centimetri dal suo piede, esclamando 《 stavo per fare la fine di Achille. 》

    Mi affaccio leggermente per cercare di capire cosa i nemici stiano facendo, probabilmente convinti di essere riusciti a ucciderci.

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