Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Transtiberim: Trastevere, il mondo dell'oltretomba
Transtiberim: Trastevere, il mondo dell'oltretomba
Transtiberim: Trastevere, il mondo dell'oltretomba
E-book435 pagine3 ore

Transtiberim: Trastevere, il mondo dell'oltretomba

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una guida che svela la storia e il simbolismo di ogni angolo di Trastevere, ricostruendone il fascino grazie ad aneddoti reali e leggendari.
Immaginate di passeggiare per Trastevere, uno dei quartieri più suggestivi di Roma, e avere vicino una guida che vi sveli la storia e il significato simbolico di ogni edificio, vicolo e chiesa incontrati. È proprio lo scopo di quest'agile volume illustrato: partendo dalle origini di Trastevere, esso vuole ricostruirne e renderne al lettore il fascino, non soltanto tramite analisi di tipo artistico-architettonico, ma anche attraverso il racconto di aneddoti che si perdono tra il verosimile e il leggendario e vicende di personaggi più o meno celebri che hanno legato le loro azioni a questo rione.
Giuseppe Lorin ci regala un’opera consultabile a più livelli: dal semplice piacere narrativo all’uso turistico-didattico.
Per non dimenticare la grandezza e la bellezza di Roma.

LinguaItaliano
Data di uscita7 feb 2020
ISBN9788869342950
Transtiberim: Trastevere, il mondo dell'oltretomba
Autore

Giuseppe Lorin

Attore, poeta, regista, critico letterario, conduttore e giornalista, ha studiato all'Accademia Nazionale d'Arten Drammatica "Silvio D’Amico". Ha pubblicato, tra gli altri, Da Monteverde al mare (2013); Roma, i segreti degli antichi luoghi (2016), Transtiberim (Bibliotheka 2018), Cistiberim - Umbilicus Urbis Romae e Cistiberim - Il potere e l'ambizione (Bibliotheka, 2020). 

Leggi altro di Giuseppe Lorin

Correlato a Transtiberim

Ebook correlati

Politica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Transtiberim

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Transtiberim - Giuseppe Lorin

    Giuseppe Lorin

    TRANSTIBERIM

    Trastevere, il mondo dell’oltretomba

    Storia

    © Bibliotheka Edizioni

    Via Val d’Aosta 18, 00141 Roma

    tel: +39 06.86390279

    info@bibliotheka.it

    www.bibliotheka.it

    I edizione, Febbraio 2018

    Isbn 9788869342950

    È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale, del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte.

    Tutti i diritti sono riservati.

    Disegno di copertina:Eureka3 S.r.l.

    www.eureka3.it

    Giuseppe Lorin

    Giuseppe Lorin, attore, poeta, regista, romanziere, critico letterario, autore, conduttore e giornalista, dopo aver studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, si è specializzato all’International Film Institute of London con Richard Attenborough.

    Laureato in Psicologia all’Università di Roma La Sapienza, si è specializzato in Pubblicità e Marketing presso l’Università Luigi Bocconi di Milano.

    È docente di Interpretazione con il Metodo Mimesico e Dizione interpretativa. È giornalista pubblicista e collabora con varie testate giornalistiche online e cartacee.

    Ha vinto diversi premi e riconoscimenti.

    Ha pubblicato: Manuale di dizione (Nicola Pesce, 2009); Da Monteverde al mare (David and Matthaus, 2013); Tra le argille del tempo (David and Matthaus, 2015); Roma, i segreti degli antichi luoghi (David and Matthaus, 2016); Roma, la verità violata (Alter Ego, 2017); Dossier Isabella Morra (Terre Sommerse Edizioni, 2018).

    "È grazie a Michela Zanarella che si sta compiendo lentamente nel mio essere lo sbocciare della ricerca interiore e introspettiva, dove è riposto il profumo contributivo delle persone passate e presenti".

    Giuseppe Lorin

    "… Oltre a ciò vedi,

    da qui su,

    quelle ruine e quei vestigi

    di quei due cerchi antichi.

    Una di queste città

    fondò Saturno, e l’altra Giano,

    che Saturnia e Gianicolo

    fur dette…"

    Virgilio, Eneide, VIII.

    trad. Annibal Caro

    L’isola Tiberina è nel mezzo del fiume Tevere; a destra vi è il ponte Cestio con le tre arcate, a sinistra il ponte Fabricius con le due arcate. Sulla sponda destra c’è Trastevere

    Particolare del mosaico esterno di Santa Maria in Trastevere

    Foto a cura di:

    Michela Zanarella

    Giuseppe Lorin

    Gabriele Di Lauro

    Daniele Franceschini

    Morgan Brighel

    Si ringrazia per la gentile consultazione fotografica e bibliografica col permesso a procedere:

    Archivio fotografico e bibliografico della Cultura Trasteverina e Monteverdina di Silvio Parrello

    Archivio Istituto Luce

    Archivio G. De Angelis D’Ossat

    Archivio di Stato di Roma

    Archivio Tesori del Lazio

    Archivio Storico Nazionale

    Archivio segreto Vaticano

    Vicariato di Roma

    Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

    Archivio Storico della Biblioteca Vallicelliana per le ulteriori informazioni e indicazioni a compendio e completamento

    Premessa

    TRANSTIBERIM, Trastevere, il mondo dell’oltretomba è un libro che ci propone il tempo passato, o meglio le ere, e l’attuale quotidianità, due temporalità impegnate a spiegarci il senso della storia appena trascorsa ma in divenire, che ha conseguenze vive per l’oggi e augurali per il futuro.

    Pur nella legittima diversità di letture e valutazioni del trascorso, il nostro affrontare l’esistenza non poteva non essere colto come lo stimolo utile a rilanciare la riflessione e il dibattito sull’alternarsi della vita e della morte con Transtiberim, Trastevere, il mondo dell’oltretomba, sulla libertà di pensiero di ieri e di oggi, e sul ruolo delle religioni – e di conseguenza del cristianesimo – nella costruzione della cultura e della società nella policromia delle razze.

    Nasce in questo quadro il dialogo di Transtiberim, Trastevere, il mondo dell’oltretomba, con l’Uomo antico di Roma, dei Latini, degli Etruschi e dei popoli tutti di cui parlano Dionigi d’Alicarnasso e Tito Livio, e con l’Uomo moderno e la sua coscienza, poiché già prima del dominio romano late terra marique opes patuere, ovvero, mare e terra si incontrano, per vivere liberi sul territorio, che è di qualsiasi essere vivente!

    Lungi dal rimanere confinato nel passato, per i luoghi così dettagliatamente descritti ai cittadini e ai turisti in questa originale presentazione, allo stesso tempo storica e credente, davanti alla fusione dei due popoli Etrusco e Latino si erge invece denso di domande per i nuovi popoli e razze accolti in questa Romae mater nostra, e di attese, non solo per ciò che il passato ha creato, ma soprattutto per il presente e il futuro della nostra Nazione Italiana, e per tutti gli esseri viventi della stessa Europa e della comunità degli uomini, su scala mondiale. Questo libro, partendo dalla sponda destra del Tevere, rilancia in modo chiaro il ruolo decisivo che le religioni possono giocare nella costruzione di una società giusta e solidale, ma ancora più profondamente nell’accompagnare gli uomini nella ricerca di quella felicità e di quella verità che anima le loro domande e accende le loro speranze, senza dimenticare la storia vissuta da tutti i popoli nei luoghi di Transtiberim.

    È qui a Trastevere che San Francesco arrivò, coi suoi fraticelli, ospite di Jacopa de’ Sette Soli, è qui che le prime Clarisse vennero a pregare nella concentrazione massima nel nome della loro sorella Chiara.

    Quanto qui descritto e rievocato è riccamente denso di significati e domande su cui far riflettere non solo noi cristiani, ma tutte le religioni e le fedi che da secoli vengono accolte nello scambio interattivo di intelligenze sensibili nella comunicazione divina, offrendo la possibilità di affrontare con dovizia storica più consapevole le sfide d’integrazione e di dialogo che l’imponente mutamento culturale e demografico, oltre che religioso, in atto a livello mondiale, sta ponendo a ogni singolo individuo come alle varie istituzioni nazionali e sovranazionali.

    È così che mondi culturali che a prima vista potrebbero sembrare molto lontani da quel Santo evento avvenuto nel tempo di Augusto, ricordato e celebrato ogni 25 dicembre, sono in realtà toccati – e in profondità – dalla tematica storica e architettonica che questo libro ha inteso riportare alla ribalta.

    Il tema della libertà religiosa insita nello spirito vitale della gente trasteverina e Romana in genere, infatti, non può non suscitare interesse, interrogativi e riflessioni nel mondo della sociologia, della scuola, della psicologia e della ricerca, come in quello dell’architettura, dell’economia, della salute e dell’aiuto sociale, dello scambio commerciale, del turismo, della giustizia, della politica, della religione, della storia.

    A questo libro si riconosca il contenuto positivo della libertà religiosa, ovvero il contenuto di bene che la presenza delle comunità religiose nell’aiuto al prossimo apporta nella individuazione e nella costruzione di ponti, dentro lo spazio comune, del bene dell’individuo e della società.

    È giusto quindi TRANSTIBERIM, al di là del Tevere, per indicare la riva destra del fiume sacro ai romani, ovvero TRASTEVERE, che sulla sponda destra ha eletto la sede della sua cultura e della sua religione. Il costruttore di ponti crea alleanze in questo momento della Misericordia divina.

    La specifica è a conferma e approvazione del titolo assegnato a questo manoscritto, che va diffuso per non dimenticare la Storia.

    Giuseppe Lorin

    Considerazioni dell’autore

    Scoprire la storia della sponda destra del Tevere, poiché si tratta di una vera e propria scoperta, è attivarsi per la ricerca, la testimonianza e l’orgoglio di chi vive su quell’altura denominata Monteverde ancora accarezzata dal ponentino, e che Trastevere lo vive nell’anima, lo gusta negli odori della cucina romana – e non romanesca, termine dispregiativo – di chi lo apprezza nelle voci della gente, e nei racconti degli ultimi trasteverini lo ricorda per far rivivere un’antica stagione della storia di Roma.

    Il lettore, con questo libro si dovrà sentire entusiasta e nel contempo il padrone di «Casa Trastevere», in modo da poterla presentare nel modo giusto ai suoi amici più cari e trasmettere anche a loro l’amore per ogni pietra che costituisce la sua «dimora».

    È a Transtiberim che si ergono altri monti, differenti dai sette colli di Roma, non meno importanti di quelli che sono a Cistiberim.

    Anche Trastevere, così come si intende il centro di quest’area, rappresentato dalla chiesa di Santa Maria in Fons Olei, conosciuta come «in Trastevere», al pari di Monteverde, incarna la zona intellettuale, artistica, bohémienne racchiusa nella sua bellezza discreta di Roma, ed è per questo motivo che sono orgoglioso di presentarla a chi non conosce i suoi più reconditi «segreti».

    È un descrivere minuziosamente i luoghi, gli eventi storici, gli ultimi ritrovamenti archeologici, le chiese e i conventi, i sotterranei, le leggende, i miti, i personaggi e le loro abitazioni che hanno decretato nei secoli il valore culturale-artistico di Trastevere, così vicino alla Storia.

    Trastevere si svela

    Cammino a cuore aperto

    stretta nella luce di una piazza

    che porta il nome Trilussa

    ed alla scalinata chiudo il mio sguardo

    dentro un cielo limpido

    che sa a memoria

    ogni vita

    ogni croce

    tra i sampietrini.

    Cammino fino a farmi strada

    di riflesso al fiume

    è Ponte Sisto

    ed è lì

    che dico a me stessa

    che l’eternità

    è suono di passi nella storia

    dove Trastevere

    si svela nudo

    agli occhi di chi non sa

    che nell’aria tiepida e piena di dialetto

    ogni vicolo porta a bellezza senza fine.

    Io che di colori e odori

    mi riempio la pelle

    ora lascio che siano le statue a parlare,

    a gridare in silenzio verità di fuoco.

    E dal mercato di Cosimato

    se cade un fiore o si rovescia memoria

    io ti sento Roma

    come città che consola ogni uomo.

    Potessi capire fino in fondo

    ogni segno del tuo splendore

    ti chiamerei Madre

    di nascosto alla mia terra.

    Michela Zanarella

    Transtiberim, Tevere, Aniene, Arrone

    Transtiberim, Trastevere, sulla riva destra del fiume, è la zona al di là del Tevere e del foro romano, è la zona dove si trovano il Gianicolo, il Vaticano, Montemario, Monteverde, la Magliana, fino al mare. Non si può comunque dimenticare un insediamento «a cavallo» tra le due sponde destra e sinistra, alla confluenza di due fiumi molto importanti: il Tevere e l’Aniene, che sono osservati dal nucleo primordiale dei Sabini, Ante Amnes, suburbio «davanti ai due fiumi», nel Latium vetus: Monte Antenne che, se pur situato sulla sponda sinistra del Tevere, rappresenta l’equilibrio della convivenza tra i Latini e gli Etruschi, proprio perché è davanti all’abbraccio dei due fiumi nella corsa verso il mare nostrum.

    Gli insediamenti preromani, il cui convergere diede luogo alla Roma storica, «vedevano» il Tevere dall’alto e non da vicino, per evidenti ragioni di difesa e sicurezza, perché il Tevere è sempre stato un fiume soggetto a piene improvvise, così come avveniva per un fiume parallelo, in territorio Etrusco, l’unico emissario del Lacus Sabatinus detto anche Triangularis Lacus: l’Arrone.

    Gli Etruschi erano anche un popolo di navigatori, e quindi la costa del Lazio era costellata di piccoli porti commerciali.

    Così abbiamo testimonianza di Altium, Pyrgi, Caereia e Fregenae, porti lungo le sponde del fiume Arrone, che in quegli anni era navigabile per un lungo tratto, ed erano l’avamposto sul mare della città di Veio.

    Una leggenda riguarda il nome dato all’Aniene: nel 1215 a. C. Catillo, il greco di Arcadia, aveva tre figli, Tiburto, che fonderà Tivoli, Coras, che fonderà Cori nel Latium, e Catillo, che darà il nome al monte Catillo di Tivoli.

    Quest’ultimo, Catillo, rapisce Sàlia, la figlia di Anio, il Re degli Etruschi, e la porta con sé sul monte, che prenderà poi il suo nome. Qui cerca di sedurla; Anio tenta di oltrepassare il fiume per raggiungere Sàlia, l’unica sua figlia, ma viene trascinato via dalle acque che lo travolgono e muore.

    Quelle acque prenderanno il nome di Aniene.

    Catillo e la ragazza, che erano ancora sul monte, vengono attirati da un bagliore improvviso e nel bagliore scorgono le sembianze di un uomo a loro familiare. Catillo desiste dagli amplessi all’apparire dello spirito di Anio, che porta in salvo la fanciulla, e pietrificato dallo spavento resta attonito sul monte, mentre sotto scorre il fiume Aniene. Sàlia divenne comunque la madre di Latino e di Salio, capostipiti di genìe illustri.

    Ben più allegra e rilassante è la derivazione del monte verde, ricoperto da una folta vegetazione boschiva, cespugliosa e arborea, rigogliosa, fatta principalmente di pinus pinea, i pini da pinoli, lentischi, querce, rosmarini, crataegus, sugheri, allori, cistus, rose canine, stramonium, acacie, farnie, roveri e roverelle; in questa zona la flora mediterranea aveva il suo tripudio. La raccolta del farro e del grano avveniva due volte l’anno e l’uva bianca forniva il nettare celeste. Mons viridis, Monteverde, quando ancora il cemento non aveva preso il sopravvento, era geomorfologicamente diverso da Mons aureus, a ridosso del margine del «biondo» Tevere, fatto di terra argillosa, di sabbia gialla, di rena quasi aurea, biondo-dorata, ricca di minerali; elementi poco adatti alla vegetazione officinale.

    Al di qua o al di là dipende dall’osservazione che si fa rispetto allo scorrere del Fiume Sacro, verso il mare nostrum.

    Il Foro di Roma è al di qua del Tevere, è a Cistevere, sulla riva sinistra.

    Trastevere è dalla fine del 1200 il XIII rione di Roma, assumendo all’inizio del 1300 lo stemma del leone linguato; il nome gli deriva dal latino trans Tiberim, al di là del Tevere.

    L’imperatore Augusto, nel 27 a. C., chiamò questa zona regio transtiberina quando suddivise il territorio della città in quattordici regioni: Trastevere era la XIV, ripartita in 78 vici rappresentati dagli aggregati di case e terreni, sia rurali che urbani, appartenenti a un pagus, accentrato su luoghi di culto locale; culto pagano prima, e cristiano poi.

    Il pagus non aveva alcun diritto civile, come il municipium o la colonia romana.

    Nei vici risiedeva il Magister, appartenente al patriziato romano.

    Transtiberim, durante l’impero di Aureliano, nel III secolo d. C., venne inclusa nella cinta muraria, che da lui prese il nome: mura Aureliane.

    Trastevere, sulla sponda destra del Tevere, per la sua allocazione è sempre stato il passaggio principale per giungere nella Roma dei Papi e dei Cesari, sia per coloro che provenivano dal nord, attraverso Via Aurelia e Via Vitellia, sia per coloro che arrivavano dal mare tramite la Via Campana, la Via Portuense e la Via Ostiense.

    In epoca molto più antica il territorio al di là del Tevere, Transtiberim, era dominio degli Etruschi.

    In età repubblicana le sponde tiberine, anche per la presenza del porto fluviale di Ripa Grande, si popolarono di marinai, pescatori, cordari, bovari, lavoratori portuali, molto spesso stranieri, con la conseguente nascita di numerosi santuari dedicati a culti orientali, come quello Isiaco, Siriaco, Mitriaco, del Sole, della Luna.

    Via Campana

    La Via Campana portava ai Campus Salinarum Romanorum, ai campi di sale dell’Impero Romano, e venne abbandonata per le continue esondazioni del Tevere nel I sec. d. C., poiché l’Imperatore Claudio, lo straniero, aveva fatto costruire un secondo porto sul mare, facendo così realizzare una nuova e più diretta e sicura via, che collegava Roma ai porti: la Via Portuensis, che sostituì definitivamente l’antica Via Campana, attualmente visibile, solo per pochi metri di basolato rimasti, dal viadotto di Via Quirino Majorana.

    La grande vasca ottagonale che si vede in questa foto, sulla destra della Via Campana, è recentemente sparita.

    Trastevere era al I miglio della Via Portuense, Monteverde era al II miglio, al III miglio della Via Portuense-Campana è la Magliana.

    Un miglio era circa 1,50 Km, partendo, in questo caso, da Porta Portese percorrendo la via Portuensis, altrimenti le strade dell’antica Roma avevano come punto di partenza l’umbilicus urbis Romae o umbilicus Urbis, che rappresentava il centro ideale della città di Roma, posto nel Foro Romano, nei pressi dell’arco di Settimio Severo e del Tempio della Concordia.

    Del resto è proprio passando da Trastevere che sono penetrati a Roma, nel corso dei secoli, culture e civiltà, viaggiatori e pellegrini, ma anche gran parte delle cosiddette invasioni barbariche, portatrici di guerre, razzie, pestilenze, saccheggi, fino ad arrivare alle truppe Francesi, guidate dal loro generale Nicholas Charles Victor Oudinot, acerrimo nemico del generale Giuseppe Garibaldi, che porranno fine all’esperienza breve, poiché è durata solo 5 mesi la libertà conquistata a duro prezzo da Garibaldi e dai suoi soldati dalle camicie rosse.

    Fu tragica la battaglia per affrancarsi dalla monarchia dell’ultimo Papa Re!

    Le popolazioni arcaiche, aborigene ed etrusche in particolare, dominavano la riva destra che per questo è conosciuta come Ripa Veientana, mentre i villaggi del Latium vetus erano sulla riva sinistra; in seguito occupata dai primi rifugiati greci, è per questo denominata Ripa Graeca.

    Nascita del nome Tevere – La Mimesica

    Il Tevere nell’era arcaica non era conosciuto con questo nome, ma si identificava solo da ciò che suscitava quell’acqua che scorreva, a chi la osservava con estrema attenzione, cercando di ‘fondersi’ nel ritmo di quell’elemento, che dà la vita. Aristotele chiamò quel metodo di imitazione «mimesico», e mimesica l’arte del compenetrarsi nell’elemento stesso.

    Fu così che quel fiume venne nominato Al o anche Alhl, comunicando sete, gola riarsa, tant’è vero che molte città o borghi che sorgono nelle vicinanze di un fiume, di un lago o del mare, hanno la loro radice iniziale con Al, come Albano, Alba, Alassio, Albenga, Alatri, Aleppo nella valle dell’Oronte, il fiume ribelle, e tante altre città; per la limpidezza della sua acqua venne anche nominato Albula, acqua pura, cristallina, non ancora bionda, com’è contrariamente oggi, il biondo Tevere; i fonemi Al bula lo identificavano come «ciò che dà vita» eppure, il nome si suppone sia nato per onomatopea dall’ascolto dello scorrere e dell’infrangersi delle acque sulle rocce e i sassi; quell’acqua creava per quegli abitanti rumore, e non a caso il nome scelto dagli indigeni del posto per definire il Tevere fu Rumon, secondo l’idioma mimesico onomatopeico etrusco dal quale il vocabolo ‘rumore’ deriva.

    Il segreto della magia della mimesica è entrare in sintonia coi ritmi fondamentali degli elementi che regolano la vita sulla nostra Terra: l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra stessa!

    San Francesco insegna, col suo Cantico delle Creature:

    Altissimu, onnipotente, bon Signore,

    tue so’ le laude, la gloria et l’honore et onne benedictione.

    Ad te solo, Altissimu, se konfàno

    et nullu homo ène dignu te mentovare.

    Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’ è jorno,

    et allumini noi per lui.

    Et ello è bellu et radiante cum grande splendore,

    de te, Altissimu, porta significatione.

    Laudato sii, mi’ Signore, per sora luna e le stelle,

    in celu l’ài formate, clarite, et pretiose, et belle.

    Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento, et per aere, et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

    Laudato si’, mi’ Signore, per sor’ aqua,

    la quale è molto utile, et humile, et pretiosa, et casta.

    Laudato si’, mi Signore, per frate focu,

    per lo quale ennallumini la nocte,

    et ello è bellu, et jocundo, et robustoso, et forte.

    Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,

    la quale no’ sustenta et governa,

    et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

    Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengon’ infirmitate et tribulatione.

    Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,

    ka da te, Altissimu, siràno incoronati.

    Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale,

    da la

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1