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Imprese e imprese sociali: Valutazione di impatto delle attività e degli investimenti
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E-book196 pagine2 ore

Imprese e imprese sociali: Valutazione di impatto delle attività e degli investimenti

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Imprese e imprese sociali: valutazione di impatto delle attività e degli investimenti
LinguaItaliano
Data di uscita23 nov 2021
ISBN9788832762303
Imprese e imprese sociali: Valutazione di impatto delle attività e degli investimenti

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    Anteprima del libro

    Imprese e imprese sociali - Graziana Alì

    Introduzione

    Alla luce della riforma del Terzo Settore e del recente sviluppo di strumenti innovativi per la finanza sociale, la valutazione d’impatto assume rilevanza prioritaria non solo per le imprese che intenzionalmente perseguono obiettivi sociali, ma anche per investitori pubblici e privati. La ricerca è finalizzata ad individuare e analizzare buone pratiche di misurazione dell’impatto sociale per orientare imprese e finanziatori verso approcci alla valutazione innovativi e strategici.

    La valutazione di impatto è un tema molto attuale al giorno d’oggi, ma solamente pochi anni fa veniva considerato come un argomento di nicchia. Oggi la sfida è capire cosa sta accadendo attorno a questo tema che sempre più sta diventando rilevante per certi tipi di realtà e capire anche gli strumenti base necessari per effettuare una valutazione di impatto efficace. Sembra che pian piano si stia scoprendo il potenziale di questo tema ancora così poco conosciuto. L’obiettivo di questa ricerca è: comprendere che cosa si intende per valutazione di impatto, comprendere i principali modelli di valutazione di impatto sociale e saperli riconoscere visto che attualmente esistono circa 76 metodologie derivanti tutti dalla pubblicazione di diversi casi studi.

    Inoltre, è importante sapere elaborare una catena di valore di un programma, di un intervento, di un’attività di un’organizzazione distinguendo i singoli anella della catena. Attraverso questa ricerca, si vedrà come le diverse metodologie in generale si adeguino e si declinino al contesto di intervento specifico, non esistendo uno standard di riferimento la capacità del valutatore consiste proprio nello scegliere il mix giusto di metodologie a seconda del settore di riferimento.

    Non solo è un tema molto caldo per gli Enti del Terzo Settore che sono sempre più interessati a confrontarsi con questa pratica valutativa ma ci sono anche alcune imprese for profit che si stanno pian piano avvicinando a questa pratica grazie alla presenza di certe leve che avvicinano le imprese in generale a questo tipo di realtà. In particolare, si vedrà come sia la leva normativa sia la leva finanziaria siano attualmente i due principali impulsi che spingono verso un utilizzo sempre più diffuso della valutazione di impatto. La leva normativa, molto stringente a causa della pubblicazione delle Linee Guida per la realizzazione di sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte dagli Enti del Terzo Settore (da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e in contemporanea la pubblicazione delle Linee Guida per il Bilancio Sociale, secondo cui entro giugno 2021 tutte le imprese sociali dovranno depositare il Bilancio Sociale redatto secondo tali nuove linee guida.

    Nonostante il legislatore non abbia imposto un’obbligatorietà per ora riguardo la valutazione di impatto sociale e lo abbia fatto invece per quanto riguarda la redazione del Bilancio Sociale per le imprese sociali è un segnale; infatti, come si vedrà, Bilancio Sociale e Valutazione di Impatto sono estremamente connessi per quanto riguarda certi aspetti. Infatti, su impulso dell’obbligatorietà dell’elaborazione del Bilancio Sociale ci potrà essere un interesse futuro a dare uno sguardo più lungimirante da parte delle organizzazioni del Terzo Settore.

    Il valutatore esterno ha l’obiettivo di supportare gli Enti del Terzo Settore non solo nel definire un metodo ad hoc cucito su misura in base all’identità, alla cultura dell’organizzazione e al tipo di intervento, ma deve anche orientare l’organizzazione verso un cambiamento che porti una pianificazione strategica. La valutazione di impatto è strettamente collegata alla progettazione sociale, infatti valutare l’impatto significa soprattutto gestire l’impatto, ossia orientare l’organizzazione verso un processo circolare riflessivo.

    Attualmente per quanto riguarda questo tema ancora in corso di esplorazione manca una solida letteratura accademica a cui fare riferimento, gli elementi da tenere in considerazione per comprendere la valutazione di impatto sono sicuramente i casi studio pubblicati dalle organizzazioni che si sono immerse con tanta curiosità in questa nuova pratica, tra cui la Cooperativa For.B di Forlì, una cooperativa sociale del nostro territorio che risulta essere la prima in Italia ad aver esplorato questo tema redigendo un report di impatto nel 2015.

    Dopo un excursus prettamente teorico, due capitoli di questa ricerca sono dedicata all’analisi di casi pratici attraverso: due interviste a due realtà del territorio riguardo questa tema, ponendo a confronto un’impresa sociale e un’impresa for profit. Inoltre, è stato somministrato un questionario ad un campione di imprese del territorio per comprendere i loro bisogni e loro conoscenze formative sul tema in questo momento, in modo che possa risultare un buon punto di inizio per capire a che punto il territorio circostante e le imprese sentono questo tema e se soprattutto sono interessati ad applicarlo in futuro.

    In conclusione, in questo momento si può sostenere che è come se sia presente una sorta di corsa alla valutazione di impatto, è un momento molto delicato, motivo per cui le competenze su questo tema risultano molto utili, in quanto più persone competenti rispondono alla domanda attuale più si riduce il rischio di ridurre la valutazione di impatto ad un semplice adempimento burocratico.

    1 - La valutazione di impatto sociale (vis)

    La valutazione di impatto sociale è un tema sui cui di recente si è soffermati maggiormente, nonostante non sia un tema formatosi da poco nella realtà, è attualmente oggetto di ricerca essendo inoltre, inserito come uno dei principali obiettivi dell’Agenda Onu 2030, con particolare riferimento al tema della sostenibilità.

    In questo capitolo introduttivo l’obiettivo sarà quello di comprendere cosa è in realtà la Valutazione di Impatto Sociale (VIS), per cui sarà necessario fare chiarezza partendo dalla definizione, in quanto non esiste ancora una definizione univoca e condivisa in modo partecipato, infatti per quanto riguarda la letteratura accademica risulta esserci ancora poco materiale riguardo la valutazione di impatto, nonostante di recente sia uscita una raccolta di articoli di diversi autori che si esprimono a riguardo, non c’è ancora nessun lavoro che sia riuscito a cogliere le varia sfumature e declinazione del tema, per cui bisogna fare principalmente riferimento ai casi studi pratici pubblicati dalle organizzazioni che incuriositi da questo tema lo hanno già un po’ esplorato.

    1.1 Origini ed evoluzione della valutazione di impatto

    Per comprendere in modo profondo e ampio la definizione e i confini entro cui si muove la valutazione di impatto, è necessario inizialmente capire le sue origini step by step, con lo scopo di avere maggiore una chiarezza sul contesto in cui si è sviluppata questa pratica. Nonostante sia oggetto di attenzione da parte delle imprese solo di recente, la valutazione di impatto non è un tema di recente formazione, infatti c’è una lunghissima traduzione che comincia a partire dai primi anni ’60, dove valutazione di impatto significava: rilevazione dei possibili danni ambientali generati e prodotti da imprese o programmi governativi. È un tema che per tantissimo tempo ha riguardato l’ambiente e principalmente l’ambito della Cooperazione allo Sviluppo, solo di recente è diventato uno strumento al servizio delle imprese nel contesto dell’Economia Sociale, motivo per cui non esiste una letteratura solida e compatta.

    Circa trent’anni dopo, nel 2007 la Rockefeller Foundation¹ conia il termine Impact Investing e contribuisce alla creazione del GIIN (Global Impact Investing Network) nel 2009 e dell’IRIS (Impact Reporting & Investment Standards), un set di indicatori per misurare la performance sociale degli investimenti impact. A partire dagli anni ’70 su impulso della Ford Foundation² nasce il concetto di Impact Assessment, cioè per la prima volta l’interesse a valutare non solo l’impatto ambientale ma anche l’impatto sociale ed economico. Nel tempo altre fondazioni importanti si aggregarono e seguirono questa scia riguardante l’Impact Assessment fino alla definizione di veri e propri standard, i più noti i GRI (Global Reporting Index) utilizzati prevalentemente per la redazione del Bilancio di Sostenibilità e Bilancio Sociale.

    Grazie alla nascita e alla diffusione di standard e di cluster di indicatori per la prima volta nel 2007 le imprese iniziano ad avere a disposizione strumenti gratuiti per misurare la performance economico, sociale e ambientale. I primi esperimenti concreti riguardo la valutazione di impatto vengono svolti nell’ambito della Cooperazione allo Sviluppo, ossia un ambito laddove risulta necessario giustificare l’utilizzo di ingenti finanziamenti e la laddove gli obiettivi di impatto sono obiettivi di lungo termine, come ad esempio la lotta alla povertà, la lotta allo sfruttamento minorile, costruzione di servizi sanitari nei villaggi.

    A tali obiettivi di lungo termine, nel 2009 viene affidata una rigorosa pratica di valutazione di impatto e proprio in questo contesto nasce un acceso dibattito scientifico su cosa significare misurare l’impatto, quali indicatori utilizzare, quale concetto di attribuzione del valore risulta più indicato…

    Attraverso questo contesto in cui emerge una discussione accesa e viva sugli strumenti e metodologie della valutazione di impatto si innesta contemporaneamente un evento molto importante nel 2011, ossia una proposta da parte della Social Business Iniziative disposta dalla Commissione Europea. Tale iniziativa fu disposta direttamente da Cameron con lo scopo di sviluppare un piano strategico di supporto e sostegno alle organizzazioni con mission sociale. Si trattava nel concreto di orientare alcuni finanziamenti dell’Unione Europea verso organizzazioni sociali meritevoli è proprio a partire da questo momento in cui ci si inizia a soffermare maggiormente sul tema della valutazione di impatto, iniziandosi a chiedere come si valuta e come si misurano gli aspetti virtuosi di un’impresa sociale.

    Su impulso di questa proposta si svilupparono altre due iniziative che ci concretizzarono nell’istituzione di due gruppi di studio: il Movimento Task Force o G7 e GECES. Entrambi i gruppi hanno collaborato con lo scopo di trovare una definizione comune di misurazione di impatto, nel caso del Movimento Task Force per quanto riguarda la misurazione di impatto sociale al servizio della finanza sociale, nel caso della GECES misurazione di impatto sociale al di là degli investimenti di tipo economico finanziario. Diciamo che si sforzarono di trovare una definizione comune con risultati un po’deludenti ma comunque fu un tentativo importante di ricerca, soprattutto da parte di GECES nella quale attraverso il loro documento definiscono i confini della valutazione di impatto e nella quale vengono citati metodi utilizzati tutt’oggi; quindi, i risultati rappresentanti nel loro documento sono un buon punto di partenza.

    Mentre accadeva ciò a livello europeo, la situazione in Italia era un po’ diversa, inizialmente in Italia il movimento europeo dedicato al Social Business Iniziative è stato recepito ponendo attenzione ad una particolare forma giuridica di impresa sociale: le Start up innovative con forza vocazione sociale (SIAVS), ossia start up che possono dimostrare il valore generato non solo in termini di innovazione tecnologica ma anche in termini di innovazione sociale.

    Per queste specifiche forme giuridiche di impresa il legislatore nel 2015 ha predisposto un documento guida per la valutazione di queste specifiche tipologie di impresa che tutt’ora esistono e tale documento è stato un grande supporto in quel periodo in cui si sapeva ben poco delle tecniche di valutazione da attuare ad un’impresa. Successivamente, più recentemente questa proposta legislativa viene espansa anche per le Società Benefit Corporation, imprese con importante vocazione sociale, le quali si distinguono dalle altre attraverso l’ottenimento di una certificazione misurando periodicamente il valore generato.

    Contemporaneamente negli anni 2015 e 2016 viene per la prima volta data una definizione di impatto sociale in Italia su impulso della riforma del Terzo Settore, dopo aver recepito il messaggio europeo, il legislatore ha pensato di definire e regolamentare la valutazione di impatto. Fino ad arrivare nel 2019 all’emanazione delle "Linee Guida per la realizzazione di sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte dagli Enti del Terzo Settore" da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le quali hanno portato un po’ di ordine sia nelle aspettative delle imprese, sia degli investitori e tra i valutatori.

    Va precisato che prima dell’emanazione delle Linee guida della Valutazione di impatto sociale e del Bilancio Sociale del 2019, in Inghilterra nel 2017 si è verificato il primo esperimento di Finanza di Impatto o Impact Investing, definito così in quanto il finanziamento è strettamente connesso alla dimostrazione di valore. A supportare questo esperimento ci sono stati degli strumenti, in particolare il Social Impact Bond, uno degli strumenti più noti nell’ambito dell’Impact Investing anglosassone, il quale si occupa di unire e connettere in un contratto di intenzioni la parte pubblica e privata, in questo caso riguardante l’organizzazione sociale. In particolar modo a fronte del risultato ottenuto dall’organizzazione, la parte pubblica avrebbe orientato il risparmio della spesa verso gli investitori

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