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Lavoro e inclusione sociale per vincere disoccupazione e povertà: Il lavoro del sociologo sul campo
Lavoro e inclusione sociale per vincere disoccupazione e povertà: Il lavoro del sociologo sul campo
Lavoro e inclusione sociale per vincere disoccupazione e povertà: Il lavoro del sociologo sul campo
E-book48 pagine27 minuti

Lavoro e inclusione sociale per vincere disoccupazione e povertà: Il lavoro del sociologo sul campo

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Info su questo ebook

Da alcuni decenni povertà e disoccupazione sono emergenze riconosciute in tutta Europa, tanto da spingere le istituzioni a mettere a punto nuovi strumenti di osservazione e di intervento dedicate a queste problematiche, istituendo figure professionali adeguate alle nuove sfide. Un fenomeno sempre più preoccupante è quello dei lavoratori poveri tra bassi salari, precariato e sottoccupazione. Gli strumenti di osservazione e rilevazione differiscono nelle varie istituzioni che compongono la statistica pubblica, mostrando un disallineamento tra indicatori e metodologie degli istituti di statistica europea e nazionale e le pubbliche amministrazioni con i loro dataset relative ai cittadini. In questo quadro il lavoro del tecnologo sociale conferisce coesione tra livello micro sociale, le persone e le famiglie colpite da disagio socio-economico, il tessuto produttivo e la dinamicità occupazionale territoriale, e le politiche di welfare e del lavoro con l’utilizzo di tecniche sia qualitative che quantitative di profilazione e di definizione dei bacini di utenza e delle strategie di inclusione lavorativa personalizzate. In Italia un esempio di applicazione degli indirizzi europei è il Reddito di Cittadinanza che modernizza profondamente le politiche attive del lavoro e del welfare e che vede la nascita di una nuova figura professionale tra la sociologia clinica e la sociologia applicata, il navigator.
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2020
ISBN9788832761320
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    Anteprima del libro

    Lavoro e inclusione sociale per vincere disoccupazione e povertà - Barbara G. V. Lattanzi

    L’autrice

    Presentazione

    di Everardo Minardi

    Comincerò da una osservazione sul linguaggio di questo testo; infatti, i maestri sociologi direbbero che non è un testo di sociologia; i giuristi osserverebbero che manca della necessaria formalità. E altri attori del sistema delle istituzioni e dei servizi che si occupano delle politiche sociali e del lavoro metterebbero in evidenza che non si parla in maniera completa degli interventi del settore.

    Io ritengo, invece, che il testo che ci viene proposto, attraverso un approccio ed un linguaggio che proviene dalle attività in atto dell’autrice, in quanto impegnata nella tecnica delle politiche attive del lavoro, sia una attenta e originale espressione di quella attenzione che dobbiamo avere nei confronti dei sociologi che lavorano sul campo, on the road; rompendo, quindi, l’immagine del sociologo ricercatore, che dalla formazione accademica trae tutti gli elementi utili e necessari per definire la propria figura professionale. E così non è, come è noto a tutti.

    Da ciò l’interesse e l’attenzione che Barbara Lattanzi pone sul nesso tra lavoro e inclusione sociale; un rapporto che viene pensato come necessario, come se fosse il lavoro a produrre inevitabilmente l’effetto della inclusione sociale. In realtà conosciamo bene come il lavoro non costituisca un paradigma dal contenuto lineare e dagli effetti previsti e prevedibili e, quindi, di per sé programmabili.

    Oggi il lavoro, sia il lavoro che si cerca sia il lavoro che si crea, costituisce un fattore generativo di effetti sociali ed economici non scontati, non omogenei. Dal lavoro, quando è marginale, provvisorio, illegale, irregolare, anzi spesso invisibile, si genera e si moltiplica quel processo progressivo di impoverimento che esprimiamo nella espressione di sintesi, troppo semplificata, di povertà.

    Al tempo stesso, per molti lavoratori che si trovano da anni insediati in attività professionali e in imprese affidabili, di lunga tradizione, intervengono fattori interni ed esterni che contribuiscono a mettere in discussione la stabilità, la continuità del lavoro e del reddito che ne consegue, sempre più necessario per far fronte a dinamiche di differenziazione sociale che accentuano le diseguaglianze tra gruppi sociali, tra persone che lavorano e perdono il lavoro e persone che non lavorano e cercano qualcosa di attendibile e stabile che non troveranno.

    L’innovazione innescata dalle tecnologie digitali, ormai diffusive e riversabili sia nelle attività produttive che nella vita quotidiana, costituisce ancora una fattore di

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