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C’è un cadavere al 221B
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E-book123 pagine1 ora

C’è un cadavere al 221B

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Info su questo ebook

Giallo - romanzo breve (66 pagine) - È un cadavere l'ultimo cliente di Sherlock Holmes!


Londra, 1903. Sherlock Holmes vuole morire, per questo si rivolge all'amico dottor Watson: per farla finita col "famoso detective". Ma allora chi aiuterà Lord Berlington? L'anziano aristocratico è convinto di trovarsi al centro di una cospirazione e per questo si reca al 221B per chiedere aiuto. Ma proprio nel salotto di Baker Street troverà ad attenderlo una morte violenta, enigmatica e del tutto "apocrifa".


Metalmeccanico bergamasco, classe 1970, Samuele Nava ha vinto nel 2010 lo Sherlock Magazine Award, e da allora pubblica racconti apocrifi sulla rivista Sherlock Magazine.

Scrive inoltre racconti fantastici, fantascientifici e mainstream. Ha pubblicato su Urania Mondadori, sulle riviste Writers Magazine Italia, Delos Science Fiction, e sui siti FantascienzaCom e ThrillerMagazine.

Suoi racconti sono stati inclusi nelle raccolte edite da Delos Books: Sherlock Holmes in Italia, Il magazzino dei mondi, Il magazzino dei mondi 2, Riso Nero, 365 racconti erotici per un anno, 365 racconti horror per un anno, 365 racconti sulla fine del mondo, 365 storie d’amore.

Con Lampi di Stampa ha partecipato all’antologia Delitti d’acqua dolce (pubblicando il racconto finalista al Premio Giallo Stresa 2012) e con Edizioni della Vigna a Strani Nuovi Mondi 2012.

LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2021
ISBN9788825418644
C’è un cadavere al 221B

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    Anteprima del libro

    C’è un cadavere al 221B - Samuele Nava

    Sherlockiana

    A cura di Luigi Pachì

    Delos Digital

    Samuele Nava

    C’è un cadavere al 221B

    ROMANZO BREVE

    ISBN 9788825418644

    © 2021 Samuele Nava

    Edizione ebook © 2021 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Collana a cura di Luigi Pachì

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Copertina

    Il libro

    L'autore

    C’è un cadavere al 221B

    Prologo

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

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    Il libro

    È un cadavere l'ultimo cliente di Sherlock Holmes!

    Londra, 1903. Sherlock Holmes vuole morire, per questo si rivolge all'amico dottor Watson: per farla finita col famoso detective. Ma allora chi aiuterà Lord Berlington? L'anziano aristocratico è convinto di trovarsi al centro di una cospirazione e per questo si reca al 221B per chiedere aiuto. Ma proprio nel salotto di Baker Street troverà ad attenderlo una morte violenta, enigmatica e del tutto apocrifa.

    L'autore

    Metalmeccanico bergamasco, classe 1970, Samuele Nava ha vinto nel 2010 lo Sherlock Magazine Award, e da allora pubblica racconti apocrifi sulla rivista Sherlock Magazine.

    Scrive inoltre racconti fantastici, fantascientifici e mainstream. Ha pubblicato su Urania Mondadori, sulle riviste Writers Magazine Italia, Delos Science Fiction, e sui siti FantascienzaCom e ThrillerMagazine.

    Suoi racconti sono stati inclusi nelle raccolte edite da Delos Books: Sherlock Holmes in Italia, Il magazzino dei mondi, Il magazzino dei mondi 2, Riso Nero, 365 racconti erotici per un anno, 365 racconti horror per un anno, 365 racconti sulla fine del mondo, 365 storie d’amore.

    Con Lampi di Stampa ha partecipato all’antologia Delitti d’acqua dolce (pubblicando il racconto finalista al Premio Giallo Stresa 2012) e con Edizioni della Vigna a Strani Nuovi Mondi 2012.

    Dallo stesso autore

    Samuele Nava, Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo Sherlockiana ISBN: 9788867750382 Samuele Nava, Il trovatello di Baker Street Sherlockiana ISBN: 9788867750887 Samuele Nava, Sherlock Holmes batte un colpo Sherlockiana ISBN: 9788867751679 Samuele Nava, La sindrome di Sherlock Holmes Sherlockiana ISBN: 9788867751860 Samuele Nava, Sherlock Holmes sull'isola dei cani Sherlockiana ISBN: 9788867752294 Samuele Nava, Caccia all'untore History Crime ISBN: 9788867753635 Samuele Nava, Uno studio inutile Sherlockiana ISBN: 9788867756742 Samuele Nava, L'omicidio Cavour History Crime ISBN: 9788867757374 Samuele Nava, Sherlock Holmes e Margherita Sherlockiana ISBN: 9788865306024 Samuele Nava, L'orgoglio del maresciallo Delos Crime ISBN: 9788865308424 Samuele Nava, Sherlock Holmes e il canone inverso Sherlockiana ISBN: 9788825400144

    Prologo

    Come sanno i miei più fedeli lettori, al 221B di Baker Street, non era evento inconsueto che, in assenza di Sherlock Holmes e del sottoscritto, un cliente rimasto troppo a lungo in attesa se ne andasse dal nostro soggiorno senza lasciare biglietti da visita o spiegazioni alla padrona di casa. Ciò avveniva nonostante l’ospitalità e l’attenzione della signora Hudson che, invero, accoglieva tutti con fumanti tazze di tè accompagnate da prelibati biscotti. Il cliente spazientito, irritato, ma a volte solo deluso e preoccupato, se ne andava adducendo a spiegazione del suo silenzio la massima riservatezza circa la delicata questione che intendeva sottoporre all’attenzione di Sherlock Holmes.

    Al nostro ritorno la cara signora era poi sempre solerte nel descriverci l’aspetto della persona, il comportamento e lo stato d’animo. Holmes era interessato soprattutto a quest’ultimo.

    Qualche volta il turbamento emotivo dei clienti evanescenti era rivelato dal fatto che se ne andavano dimenticando il cappello, oppure i guanti, il bastone da passeggio o un mezzo sigaro acceso. In questi casi la sola preoccupazione di Sherlock Holmes era analizzare quegli oggetti, osservarli nei più piccoli particolari, arrivando a dedurre aspetto fisico, età, consuetudini, condizione sociale e sovente addirittura nome, cognome e indirizzo di residenza del latore del souvenir: e raramente queste ultime tre informazioni erano riportate in un’etichetta all’interno del cappello o incisi sulla canna del bastone.

    Ora i miei cari lettori perdoneranno la celia se affermo che il souvenir più inquietante e drammatico, che ritrovammo abbandonato nel nostro salotto, fu un cadavere. Un corpo ferito a morte, disteso sul tappeto di pelle d’orso.

    Il destino imperscrutabile intese presentarci a quel modo colui che si rivelò poi essere l’ultimo della lunga serie di clienti che per venticinque anni erano giunti anelanti aiuto al 221B di Baker Street.

    1.

    Era un giorno della fine di ottobre dell’anno 1903 e già prima del ritrovamento del cadavere la giornata mi si stava imprimendo nella memoria per altre questioni. Quella mattina, sfuggito al lavoro in ambulatorio e alla sia pur gradevole vita coniugale, ero tornato ad affiancare Sherlock Holmes, felice di poterlo assistere in una nuova avventura. La sera prima un suo invito inaspettato, dopo diverse settimane di separazione, mi aveva arruolato. Desiderava che lo accompagnassi a Eastbourne, nel Sussex, dove la polizia locale aveva richiesto una consulenza investigativa. "Spero possiate liberarvi con così poco preavviso", aveva scritto sul biglietto recapitatomi da un fattorino, un treno ci attende nel primo pomeriggio, ma vi chiedo di recarvi da me in mattinata, debbo disquisire con voi alcune questioni preliminari di carattere generale riguardo il mio futuro londinese. Vi prego, venite, e se non potete venite ugualmente.

    Avevo trascorso l’intera nottata rimuginando sulle oscure questioni preliminari e sul futuro londinese del mio amico, e all’alba non ne ero venuto a capo. Ma sereno, anzi, entusiasta per quell’inatteso nuovo coinvolgimento, mi ero avviato all’incontro.

    Tutto un altro stato d’animo era già maturato in me circa tre ore più tardi, quando, a bordo d’un clarence cab a quattro ruote, tornavamo a Londra dopo che un telegramma urgente e improvvido ci aveva portati fuori città poco dopo il mio arrivo nel salotto di Baker Street. La questione si era poi rivelata un falso allarme: nessun furto di gioielli era stato perpetrato nella villa di Sir Rucastle, a Sandwall, e il baronetto non aveva quindi inviato nessuna richiesta d’aiuto. Holmes era oltremodo seccato, avremmo dovuto dedicare quelle ore mattutine al tabacco e alle chiacchiere circa le questioni preliminari. Ma io ero ben felice di trovarmi lì, contrattempo o meno, pronto ad accompagnarlo nel Sussex o in qualunque altro luogo. Dovevamo solo tornare all’appartamento a recuperare i bagagli.

    – Abbiamo tutto il tempo – dissi. – Non intendete anticiparmi nulla circa il caso che ci aspetta nel Sussex?

    Holmes non rispose alla domanda, insistendo invece sulla questione falso allarme. Prima di rientrare a Londra ci recammo all’ufficio dal quale era partito il telegramma. L’addetto ci parlò di un giovanotto giunto a cavallo da Rucastle Manor: trafelato, ansioso, tutto in lui comunicava urgenza e necessità. A queste osservazioni il telegrafista aggiunse una descrizione del tutto vaga: il giovane era alto quanto Holmes (l’uomo alzò una mano al livello dell’ampia fronte del mio amico), si era espresso con voce roca e aveva il volto sporco di fango per via, aveva spiegato, di una caduta da cavallo dovuta alla foga.

    Holmes chiese a che ora costui fosse giunto a dettare il telegramma. Molto presto, rispose l’impiegato, prima delle sette. L’incongruo orario ci sorprese entrambi, avevamo ricevuto il telegramma poco dopo le nove.

    – Il latore ci ha pregato di inviare il messaggio più tardi, alle nove, per l’appunto – spiegò il telegrafista. – Sherlock Holmes apre i suoi uffici a quell’ora, queste le sue parole, vogliamo essere il suo primo pensiero, quest’oggi, ma non tirarlo giù dal letto. È un tipo alquanto umorale il signor Holmes. Così ci ha detto. Ambasciator non porta pena.

    Quel proverbio mi suonò come una chiosa assolutoria utilizzata spesso da quel solerte addetto.

    – Una persona che comunica urgenza e necessità, e che poi vi chiede di aspettare un paio d’ore a inviare il telegramma – osservò Holmes.

    L’uomo annuì, disinteressato a quella contraddizione.

    Holmes mi parve infastidito da tutto ciò eppure, in fondo, non sorpreso né preoccupato. Il altri tempi avrebbe temuto che quell’allontanamento da Londra fosse stato ordito da astuti criminali, ora invece, uscendo dall’ufficio telegrafico, affermò: – Questi falsi allarmi mi capitano sempre più spesso. Falsi allarmi, clienti farlocchi… – si bloccò, scrutando le abitazioni del piccolo borgo di campagna, poi le

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