L'avventura della banda maculata

Di Sir Arthur Conan Doyle

Giallo - racconto lungo (33 pagine) - Il racconto più spaventoso ed emozionante delle Avventure di Sherlock Holmes

L’avventura della banda maculata è considerata da tantissimi appassionati di Sherlock Holmes il racconto più spaventoso ed emozionante della serie. Un mattino presto, quando a Baker Street sono ancora tutti a letto, si presenta da Sherlock Holmes una ragazza impaurita di nome Helen Stoner. Ha il sospetto che possa succederle qualcosa di terribile, ma nessuno le crede e nemmeno lei riesce a descrivere in maniera concreta la minaccia. Holmes però le dà retta, e inizia un’indagine nella tenuta nobiliare di Stoke Moran, dove due anni prima era morta in circostanze orribili la sorella di Helen.

Sir Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 22 maggio 1859 – Crowborough, 7 luglio 1930), scrittore e medico scozzese, è l'autore dei 56 racconti e 4 romanzi che rappresentano il cosiddetto "canone" sherlockiano. È l'autore capostipite del sottogenere letterario noto come giallo deduttivo, reso famoso dal personaggio del suo investigatore Sherlock Holmes, assurto poi a ruolo di icona di tutta la letteratura gialla, superando di gran lunga la fama dello stesso Arthur Conan Doyle.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 9 apr 2024
• ISBN: 9788825428698

Sir Arthur Conan Doyle

Arthur Conan Doyle was a British writer and physician. He is the creator of the Sherlock Holmes character, writing his debut appearance in A Study in Scarlet. Doyle wrote notable books in the fantasy and science fiction genres, as well as plays, romances, poetry, non-fiction, and historical novels.

Anteprima del libro

1. Un impegno mattutino

Nel dare una scorsa ai miei appunti sui circa settanta casi nel corso dei quali ho studiato i metodi del mio amico Sherlock Holmes durante gli ultimi otto anni, ne trovo molti tragici, alcuni comici, un bel po’ semplicemente strani, ma nessuno banale; perché, lavorando come faceva lui più per l’amore della sua arte che per l’ottenimento di ricchezze, si rifiutava di prendere parte a qualsiasi indagine che non tendesse all’inusuale, o perfino al fantastico. Fra tutti questi svariati casi, tuttavia, non riesco a ricordarne nessuno che presenti delle caratteristiche più singolari di quello riguardante la nota famiglia dei Roylott di Stoke Moran nel Surrey. Gli eventi in questione accaddero nei primi tempi della mia collaborazione con Holmes, quando eravamo entrambi scapoli e dividevamo gli alloggi a Baker Street. Mi sarebbe stato possibile annotare quegli eventi in precedenza, ma all’epoca fu fatta una promessa di segretezza, dalla quale sono stato liberato solo il mese scorso quando è morta prematuramente la signora con cui avevo preso l’impegno. Forse è un bene che ora i fatti vengano alla luce, perché sono venuto a sapere della diffusione di dicerie riguardo alla morte del Dottor Grimesby Roylott che tendono a rendere la vicenda perfino più terrificante di quanto sia in realtà.

Era l’inizio di aprile del 1883 quando, un mattino, mi svegliai e trovai Sherlock Holmes in piedi, vestito di tutto punto, di fianco al mio letto. Di regola si alzava tardi, e, siccome l’orologio sulla mensola sopra al caminetto mi mostrò che erano solo le sette e un quarto, sbattei le palpebre e lo guardai sorpreso, e forse un po’ risentito, perché io avevo delle abitudini regolari.

– Sono molto dispiaciuto di tirarla giù dal letto – disse – ma è un mal comune, questa mattina. La signora Hudson è stata tirata giù dal letto, si è vendicata su di me, e io su di lei.

– Cosa succede, allora? Un incendio?

– No, una cliente. A quanto pare una giovane signorina è arrivata in un considerevole stato di agitazione, e insiste di vedermi. Ora è in mia attesa in soggiorno. Quando una giovane signorina vaga per la metropoli a quest’ora del mattino, e tira giù dal letto delle persone che dormono, presumo che abbia da comunicare qualcosa di molto urgente. Se dovesse rivelarsi un caso interessante, sono sicuro che lei desidererebbe seguirlo dal principio. In ogni caso ho pensato che avrei fatto bene a chiamarla e a darle la possibilità.

– Mio caro amico, non me lo perderei per niente al mondo.

Non c’era piacere più stimolante che seguire Holmes nelle sue indagini professionali, e ammirare le rapide deduzioni, repentine come delle intuizioni, eppure sempre fondate su basi logiche, con le quali sbrogliava i problemi che gli venivano sottoposti. Indossai rapidamente i miei vestiti, e nel giro di pochi minuti fui pronto ad accompagnare il mio amico nel soggiorno. Una signora vestita di nero e coperta pesantemente da una veletta, che era seduta vicino alla finestra, si alzò quando