Sherlock Holmes e i Nani dei Kew Gardens

Di John A. Little

Giallo - racconto lungo (30 pagine) - In questa intrigante avventura Sherlock Holmes e il suo biografo si trovano ad affrontare alcuni fantasmi del passato

Nella Londra degli anni venti quattro case vengono devastate da quattro terribili incendi dolosi. Niente sembra accomunare le famiglie che vi abitavano, tranne che per un unico e piccolo comune denominatore: degli gnomi. In questa intrigante avventura, Sherlock Holmes e John Watson dovranno affrontare alcuni fantasmi del passato. Ma di chi? E quale passato?

John A. Little è uno scrittore irlandese freelance che ha pubblicato molti articoli su riviste e scritto due libri di saggistica, due thriller ambientati nel mondo dei Sistemi Informativi, un'autobiografia comica, una rappresentazione teatrale, dieci sceneggiature e diciassette storie di Sherlock Holmes.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 15 nov 2022
• ISBN: 9788825422290

Anteprima del libro

Sherlockiana

A cura di Luigi Pachì

Delos Digital

John A. Little

Sherlock Holmes e i Nani dei Kew Gardens

RACCONTO LUNGO

Traduzione di Flavia Napoleone

ISBN 9788825422290

© 2017

Titolo originale: Sherlock Holmes And The Kew Gardens Gnomes

Edizione ebook © 2022 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

Traduzione di Flavia Napoleone

Copertina di Dante Primoverso

Collana a cura di Luigi Pachì

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Indice

Copertina

Il libro

L'autore

Sherlock Holmes e i Nani dei Kew Gardens

1.

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Il libro

In questa intrigante avventura Sherlock Holmes e il suo biografo si trovano ad affrontare alcuni fantasmi del passato

Nella Londra degli anni venti quattro case vengono devastate da quattro terribili incendi dolosi. Niente sembra accomunare le famiglie che vi abitavano, tranne che per un unico e piccolo comune denominatore: degli gnomi. In questa intrigante avventura, Sherlock Holmes e John Watson dovranno affrontare alcuni fantasmi del passato. Ma di chi? E quale passato?

L'autore

John A. Little è uno scrittore irlandese freelance che ha pubblicato molti articoli su riviste e scritto due libri di saggistica, due thriller ambientati nel mondo dei Sistemi Informativi, un'autobiografia comica, una rappresentazione teatrale, dieci sceneggiature e diciassette storie di Sherlock Holmes.

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1.

Ora che la fine è vicina, per così dire, desidero mettere su carta uno degli ultimi casi in cui io e Holmes abbiamo lavorato insieme. Questa orribile vicenda è avvenuta nel tremendo inverno del 1928, un periodo molto difficile per le vite dei residenti al 221B di Baker Street.

Anche se la grande inondazione del Tamigi non aveva invaso la parte più alta del quartiere di Marylebone, la madre di Lily Hudson, sorella della formidabile Martha che aveva vissuto con noi durante i nostri primi anni insieme, sfortunatamente alloggiava da una vecchia amica a Bankside, ed era stata travolta dal diluvio e mai più ritrovata. Per tutto il resto di gennaio e febbraio la nostra casa piombò nello sconforto, che indusse Holmes a cercare sollievo nell’ago e me, ovviamente, nella bottiglia. Dopo tutto, come potrebbe essere la vecchiaia senza una sporadica iniezione di cloridrato di cocaina e un bicchiere del liquido che risolleva il morale?

Soprattutto se soffri di una malattia incurabile e ti hanno dato solo qualche anno di vita, più o meno.

Il nostro dolore si era aggravato a causa del prolungato malessere di cui soffriva il bambino di Lily nonché mio amato figlioccio, il piccolo Sherlock George Lestrade, che aveva trascorso i primi sette mesi della sua fragile esistenza oscillando tra la vita e la morte nella sua piccola carrozzina nera. Gli avevo diagnosticato la difterite, e stavo curando il piccolo malato con un vaccino a base di anatossina mescolato con una dose di sali di alluminio. Fortunatamente, verso metà marzo, quando questa brutta storia è entrata per la prima volta nelle nostre vite, il bimbo stava cominciando a mostrare qualche segno di miglioramento, e quando era sveglio non faticava più a respirare. Aveva addirittura iniziato a sorridermi.

Se da una parte il figliolo stravedeva per me, e coglievo ogni opportunità per prendermi cura di lui per aiutare Lily e Jasper, Holmes semplicemente si rifiutava di avere a che fare con il suo omonimo. Infatti, quando non riusciva più a sopportare le grida al piano di sotto, aveva preso l’abitudine di indossare delle cuffie per ignorare il baccano. Così non solo aveva un aspetto ridicolo, ma ciò era anche frustrante poiché ci impediva di avere quelle amichevoli conversazioni che mi stavano tanto a cuore nel nostro rapporto. Era come vivere con una persona completamente sorda, che ogni volta mi chiedeva di ripetere qualunque risposta gli avessi dato a uno dei suoi commenti pungenti su qualche articolo del Times.

– Eh? Cosa, Watson? Cos’ha detto?

E di conseguenza, in maniera del tutto imbarazzante, si tirava su le cuffie a circa un centimetro sopra le orecchie.

Fu proprio durante uno di questi momenti irritanti in cui stava mettendo alla prova la mia pazienza che, in una tarda serata di un sabato di marzo, venimmo a conoscenza degli gnomi dei Kew Gardens e del loro ruolo in una serie di incendi dolosi.

Come molti dei nostri ultimi casi, questo iniziò con il rumore degli stivali della nostra giovane governante che avanzavano pesanti sulle scale. Ma ancor prima che Lily avesse il tempo a sufficienza per presentarlo, il nostro fedele irregolare di Baker Street Wiggins, l’unico di quella dozzina di arabi senzatetto ad aver evitato la prigione da adulto e ora un robusto uomo di mezza età, era sbucato