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Scherzi della Pandemia
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E-book81 pagine1 ora

Scherzi della Pandemia

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Info su questo ebook

La raccolta include tutti i racconti dell'autore che trattano della pandemia, o comunque immaginati in questo particolare periodo della nostra storia.
Di seguito, in ordine alfabetico, l'elenco dei racconti inclusi nella raccolta:
IL BUNKER
L’AMICO DI NONNA PINA
LA DONNA DI CAPITAN NOVAX
LA RETATA
LA SCOMMESSA
Si fa presente che, dato il carattere tematico della raccolta, alcuni di questi racconti potrebbero essere inclusi anche in altre raccolte dello stesso autore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2022
ISBN9791220888929
Scherzi della Pandemia

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    Scherzi della Pandemia - Marco Fogliani

    Marco Fogliani

    Scherzi della Pandemia

    Aggiornamento al: 19/01/2022

    Indice dei contenuti

    LA DONNA DI CAPITAN NO-VAX

    L'AMICO DI NONNA PINA

    IL BUNKER (L'amore ai tempi della pandemia)

    LA RETATA

    LA SCOMMESSA

    LA DONNA DI CAPITAN NO-VAX

    Lo conobbi quasi per caso all’Università. Ero poco più che una matricola, avevo da poco cominciato a studiare Legge nella capitale ed ero piena di timori e di paure. Sarei riuscita a capire tutti quei concetti strani e spesso antichi che studiavo, e a familiarizzare con quel linguaggio formale e tuttavia verboso così poco adatto a me, persona semplice e quasi taciturna? A superare tutti quegli esami i cui soli nomi mi incutevano rispetto per non dire paura? A non deludere le aspettative dei miei genitori, che mi mantenevano a studiare lontana da casa e mi volevano laureata nei tempi giusti? E soprattutto, una volta laureata, sarei riuscita a trovarmi un lavoro?

    Questa ero io a quel tempo, prima di conoscerlo.

    Poi arrivò lui, Giulio, e la mia vita cambiò completamente. Cambiò radicalmente il mio modo di vederla e di affrontarla, per il solo fatto di averlo conosciuto.

    Era straniero, credo olandese, e parlava correntemente altre tre lingue oltre alla mia. Non so neanche di preciso se fosse uno studente o un ricercatore. Aveva circa una dozzina d’anni più di me, ed aveva frequentato almeno altre tre Università del Centro Europa; però non saprei neanche dire con sicurezza se fosse laureato oppure no. (Su questo è sempre stato particolarmente evasivo, mai confermando né smentendo; ma conoscendolo credo proprio di no, nonostante che, sosteneva, pochi avessero conosciuto a fondo le leggi ed il diritto di mezza Europa come lui, per averci avuto a che fare in prima persona ed averli – per dirla con le sue parole - sperimentati e subìti direttamente sulla propria pelle).

    In realtà non ho mai avuto la certezza che tutto quello che nel tempo Giulio mi ha detto, e che da quando l’ho conosciuto mi ha raccontato nella sua tipica maniera enfatica ed entusiasta - oserei quasi dire epica - corrispondesse al vero; ma questo era il suo bello, quello che veramente mi piaceva di lui. La sua vita, per come la presentava e la portava avanti, era essa stessa un romanzo, un mito, una leggenda; qualcosa di somigliante più ad un’opera di fantasia che ad una vita reale come tutte le altre, ed in particolare come la mia. Eppure lui era lì, vivo e vero, davanti ai miei occhi.

    Sosteneva di essere stato sempre osteggiato e perseguitato per le sue idee politiche, anche in Paesi che si proclamavano liberi e democratici ma che in realtà erano dittature neanche troppo nascoste. E pensare che, senza mai minimamente dubitare che si trattasse di una democrazia, in uno di questi Paesi io ci avevo trascorso tutta la mia breve esistenza! E raccontava che una volta – ma no, non nella nostra povera Italia – aveva veramente temuto per la propria incolumità, e per salvarsi la pelle aveva dovuto fuggirsene alla chetichella nascosto nel doppiofondo di un camion insieme ad altri clandestini puzzolenti di cui non era riuscito a comprendere né la lingua né la provenienza.

    Per quanto ne sappia io anche il suo stesso nome, Giulio (o Jules, per l’esattezza) Novak, avrebbe potuto non essere vero, benché ebbi poi modo di vedere un suo documento.

    Novak, no-vax, il passo era davvero molto breve, ed i suoi sostenitori, che lo reputavano un paladino della liberà, finirono per ovvi motivi per chiamarlo Capitan No-vax. Ma io stessa potrei testimoniare che Giulio Novak era il modo in cui si faceva chiamare già prima che uscisse fuori tutta la faccenda del virus e dei vaccini; perché quando lo conobbi si andava ancora all’Università di persona, e si frequentava in presenza, come si sarebbe detto poi.

    A quel tempo, infatti, non era ancora scoppiata la Terza guerra mondiale, come diceva qualcuno; ovvero la guerra dei virus e dei vaccini, come la chiamava Giulio a cui, beato lui, era chiarissimo sia chi l’aveva scatenata e perché: naturalmente le due solite superpotenze, che avevano trovato un nuovo modo per contendersi il controllo del mondo. Ce n’erano prove certe, inconfutabili, da fonti più che attendibili alcune delle quali egli stesso aveva conosciuto personalmente. E qui Giulio sapeva sciorinare a memoria citazioni di professori, esperti e studiosi che io ovviamente non conoscevo ma lui sì, e con molti dei quali diceva di essere rimasto in contatto nelle Università in cui aveva studiato; oppure che lavoravano nella clandestinità per ovvi motivi, ma i cui nomi erano comunque rimasti autorevoli nelle loro rispettive discipline, e brillavano per il loro rimanere controcorrente e fedeli alla verità in un mondo accademico che ormai si allineava al pensiero dominante della massa e del popolino come un gregge, guidato, manco a dirlo, dalle due solite super-pre-potenze mondiali.

    E quali sarebbero queste due superpotenze prepotenti?, gli chiesi ingenuamente una delle prime volte che ebbi a che fare con lui.

    Stai attenta, mi rispose serio, non fare mai l’errore di essere tu stessa a pronunciarne i nomi. Entreresti nella loro lista nera; e daresti loro il pretesto per avere dalla loro parte anche la legge per poterti denunciare e perseguire. Mai fare questo errore. Meglio citare e basta, a quel punto ti possono perseguitare solo politicamente ma non legalmente. Io le leggi le conosco bene, almeno in questo campo, per averle provate sulla mia pelle, e sono uguali all’incirca in tutto il mondo. E non certo per un caso.

    Fin da subito non avrei saputo dire se e quanto di quello che Giulio andava affermando fosse vero; ma per me cambiava poco. Il fatto è che lui era proprio il contrario di quello che ero io: sicuro di sé, tranquillo, non mostrava mai alcun dubbio o esitazione, né alcuna apparente preoccupazione per il domani. In ogni momento ed in qualsiasi situazione conosceva esattamente e con precisione quello che voleva e doveva fare. Come avrei voluto essere come lui!

    All’inizio ascoltavo i suoi psedo-comizi affascinata, cercando di trovare una coerenza nelle sue parole

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