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Scolpito Nella Pietra: La Famiglia Stone. Connor. Libro 2
Scolpito Nella Pietra: La Famiglia Stone. Connor. Libro 2
Scolpito Nella Pietra: La Famiglia Stone. Connor. Libro 2
E-book148 pagine2 ore

Scolpito Nella Pietra: La Famiglia Stone. Connor. Libro 2

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Info su questo ebook

Lui voleva dimenticare il passato. Lei invece non fa che riportarlo alla mente. Connor Stone si sentiva fuori luogo nella sua famiglia: non era il fratello maggiore né quello più amato. Solo il cucciolo della casa, fino quando la sua sorellastra più piccola non era venuta a vivere con loro, scatenando in lui l’inferno. Ormai uomo e dopo un’adolescenza ribelle, Con va a lavorare nell’azienda di famiglia, deciso a dimostrare coi fatti ai suoi fratelli di essere cambiato e di essere degno del nome che porta. Il che significa non amoreggiare con i dipendenti. Per questo cerca di reprimere la sua folle attrazione per Ava Sanchez, la segretaria di suo fratello. Quando questi, costretto ad assentarsi, lo mette al comando dell’azienda, Connor non solo riuscirà a realizzare iI suo sogno d’amore, ma anche a convincere i fratelli di essere all’altezza del suo ruolo. A quindici anni Ava Sanchez assiste impotente al rapimento di alcune compagne di scuola, e da allora prende la decisione di vivere pienamente anche per loro. Lavorare per la Global Humanitarian Relief è la sua massima aspirazione, e anche un modo per riscattare la morte delle sue amiche. Ciò che lei ignora è come resistere alla passione proibita per il fratello del suo datore di lavoro, Connor. Quando scampa miracolosamente a un rapimento, le sembra di essere tornata al suo triste passato. Con decide di essere il suo angelo custode, nel mentre che indaga sui probabili rapitori. Ma, proprio sul più bello, è costretto a fare una scelta: salvare la ragazza o il futuro dell’azienda di famiglia? Alla fine opterà per l’amore o per il dovere?
LinguaItaliano
EditoreTektime
Data di uscita17 set 2022
ISBN9781950359349
Scolpito Nella Pietra: La Famiglia Stone. Connor. Libro 2
Autore

Lisa Hughey

USA Today Bestselling Author Lisa Hughey started writing romance in the fourth grade. That particular story involved a prince and an engagement. Now, she writes about strong heroines who are perfectly capable of rescuing themselves and the heroes who love both their strength and their vulnerability. She pens romances of all types—suspense, paranormal, and contemporary—but at their heart, all her books celebrate the power of love. She lives in Cape Ann Massachusetts with her fabulously supportive husband, two out of three awesome mostly-grown kids, and one somewhat grumpy cat. Yoga, hiking, and traveling are her favorite ways to pass the time when she isn’t plotting new ways to get her characters to fall in love. Facebook: https://www.facebook.com/LisaHugheyRomanceAuthor/   (Facebook reader group https://www.facebook.com/groups/1461466603883492/) Twitter: http://www.twitter.com/lisahughey Instagram: https://www.instagram.com/lisa.hughey/ Pinterest: https://www.pinterest.com/lisahugheyautho/ www.lisahughey.com

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    Anteprima del libro

    Scolpito Nella Pietra - Lisa Hughey

    1

    "C

    onnor!"

    CONNOR! urlò Jack, il fratello maggiore di Connor Stone, dalla porta del suo ufficio. L’urlo si diffuse per tutto il corridoio, fino alla porta chiusa di Con. Questi la aprì con uno strattone e si precipitò verso la reception e l`ufficio di Jack. Gesù, Jack! Si scostò una ciocca di capelli biondi dagli occhi mentre oltrepassava Ava, l`assistente di Jack. Con si fece coraggio e le sorrise con finta indifferenza, un saluto informale, cercando di mantenere un tono e un comportamento normali, in modo che lei non capisse quanto in realtà lui la desiderasse. Ehi, Ava. Ciao, Connor. rispose lei dolcemente, irrompendo nell`ufficio di Jack. Con la coda dell’occhio, Con puntò lo sguardo sul suo abito rosso, ordinato ed elegante, e alle unghie in tinta. Le forme piene del suo corpo sensuale ed eccitante erano ben nascoste sotto l’abito un po’ severo. Non avrebbe dovuto puntare l’attenzione sul corpo di lei, ma diavolo, era pur sempre un uomo! Tirò un rapido sospiro di sollievo quando riuscì a oltrepassarla abilmente, senza che lei si accorgesse della lussuria che gli scatenava. Era l`assistente di Jack e quindi assolutamente tabù. Comunque, era abbastanza convinto di averla innervosita. Che diavolo ti prende? Il desiderio represso rese la voce di Con più acuta del normale. Ho bisogno di te."

    Con cercò di non farsi turbare da quelle parole, ma non riuscì ad evitare che i muscoli del suo petto si tendessero e di provare un nodo in gola. Stava ancora cercando di lasciarsi alle spalle il suo passato di adolescente ribelle e ingestibile, anche se ormai aveva ventotto anni e si era ritirato dall'esercito dopo dieci anni di lavoro e svariate missioni. Per che cosa?

    Chiudi un attimo la porta.

    Con chiuse la porta e si accigliò. Jack andò a sedersi sulla sua massiccia poltrona da scrivania e strinse le labbra.

    Non ricordava di avere visto Jack ridotto così male dal giorno in cui Jess e Shelley, la loro sorellastra e sua madre, erano andate a vivere con loro alla Stone Mansion, vent'anni prima.

    Quel bastardo del loro padre, Jackson Stone Senior, aveva annunciato alla famiglia riunita che ormai Jack era l'uomo di casa e si era subito defilato. All’epoca, Jack aveva quattordici anni.

    Con rimase in piedi davanti alla scrivania di Jack, alla militare, con i piedi leggermente divaricati e le braccia dietro la schiena, in posizione di riposo.

    Rilassati, soldato. - ridacchiò Jack - Anche se mi piace sentirmi trattato come il tuo Signore e padrone e tu sei il mio schiavo.

    Con sbuffò. Suo fratello sapeva sempre come irritarlo. Non sei più nell’esercito, ormai - continuò Jack - Non hai più un protocollo da seguire.

    Eppure, la vita militare lo aveva forgiato, cosa di cui aveva un dannato bisogno, e la rigida disciplina aveva tirato fuori il meglio di lui. Con scrollò le spalle. Sto bene, non ti preoccupare. rispose semplicemente.

    Quell’attimo di bonarietà era ormai svanito, e Jack aveva ripreso il suo cupo cipiglio. Bene. Devo assentarmi dall'ufficio per alcuni giorni. Purtroppo.

    Vuoi che prenda informazioni per il viaggio?

    No. Anzi, quel cipiglio si fece più profondo. Con quelle sto a posto.

    Jack aveva lo sguardo perso, e la sua faccia era una maschera di scontrosità e fastidio. Si passò una mano sulla bocca e scosse la testa per strapparsi via dalla mente i pensieri che lo torturavano. Con credette di scorgere un lampo di preoccupazione negli occhi di Jack, ma si convinse di essersi sbagliato. Jack non si lasciava intimorire da niente. Era sempre stato il suo angelo custode, il suo caro fratello maggiore e il capo della loro famiglia da quando aveva quattordici anni. Maledetto il loro padre bastardo!

    Hai bisogno di muscoli? chiese Con, perplesso. Sembrava improbabile. Jack era in grado di gestire qualsiasi cosa.

    Un sorriso sbilenco storse la bocca di Jack. Sei molto sicuro di te, vero?

    Per alcune cose, sì. Per altre, forse. Ma non aveva intenzione di discuterne con Jack.

    È un lavoro per la Stone Consulting. - ci tenne a chiare Jack - Strettamente riservato.

    Prima o poi chiunque là dentro aveva avuto lavori riservati, tranne Ava Sanchez. Jack l'aveva assunta subito dopo il college presso la Cal State Monterey Bay. Ormai lavorava con suo fratello dal primo istante in cui avevano messo su la GHR e la Stone Consulting. Di lei Con sapeva che aveva una laurea in Politiche Internazionali con specializzazione in Enti non Governativi - non che avesse mai dato un’occhiata al suo curriculum o cose del genere - e che in di solito lei non lo guardava mai dritto in faccia.

    In realtà ho bisogno di te per un lavoro a parte.

    Jack guardò fuori dalla finestra di vetro riflettente, da dove era possibile vedere la baia di Monterey oscurata dalla persistente nebbia mattutina. Gruppi di nuvole vagavano pigramente nel cielo grigio.

    Connor si costrinse a non farsi troppe illusioni.

    Di solito il suo ruolo nell’azienda era marginale, relegato alla raccolta di informazioni legali e alla salvaguardia dei firewall aziendali, oltre al reclutamento di uomini in più quando c’erano varie operazioni in corso. Come mai adesso Jack si rivolgeva direttamente a lui, per un aiuto?

    Con rimase in silenzio. Non aveva idea del compito che suo fratello intendeva affidargli. Quindi si limitò a rimanere in paziente attesa, fino a quando Jack esclamò: Come fai a startene lì così tranquillo? A volte mi chiedo se siamo veramente fratelli.

    Ci risiamo. Di nuovo a tirar fuori il fatto che Connor non somigliava per niente ai fratelli Stone. Non era il fratello maggiore, non era il più amato, e non era nemmeno una femmina come sua sorella. Diamine, è vero che non assomigliava a nessuno di loro! Nemmeno fisicamente. Tutti loro avevano i capelli scuri e gli occhi verdi o nocciola, mentre Connor era biondissimo, con gli occhi tra il nocciola e il dorato.

    Lui era quello in più. Il fratello aggiunto. Suo padre non aveva fatto altro che sbatterglielo in faccia, fin da quando era molto piccolo. Divenuto adolescente aveva cercato di richiamare la sua attenzione, comportandosi da vero scellerato. Per fortuna, l’esercito lo aveva completamente guarito da quel brutto vizio. Adesso aveva una sola regola: fatti, non parole.

    Con doveva mantenersi calmo. Fatti non parole. Finalmente il destino gli offriva l’occasione di dimostrare che non era più il pazzo viziato che era fuggito di casa, e che Jack ben conosceva.

    Puoi fare qualche indagine approfondita sui precedenti di José Fernandez?

    Certo. Connor attese ulteriori informazioni, mentre si chiedeva perché quel nome gli suonasse familiare. Ti interessa qualcosa in particolare?

    Non lo so. Jack si massaggiò il sopracciglio sfregiato col suo dito affusolato. Non aveva mai rivelato a nessuno come si fosse fatto quella ferita, ma Con aveva lavorato abbastanza a lungo nell'esercito per capire che un proiettile si era avvicinato troppo al cervello di suo fratello. Grazie a Dio aveva una testa dura, quel cazzone.

    Mi serve qualsiasi cosa tu riesca a trovare su questo tizio. Deve avere qualche scheletro nell'armadio, ci giurerei. Non ti voglio influenzare, quindi per ora non aggiungo altro. Ma quel tizio mi puzza.

    Quelle poche parole stuzzicarono la curiosità di Connor. Un puzzle, ottimo. Se ho capito bene, ti interessa tutto, anche il minimo particolare.

    Sì, ma tieniti la cosa per te. Nessuno deve sapere su cosa stai lavorando.

    Con scrollò le spalle. Nessun problema.

    Aspetta ancora un secondo. Jack premette il dito sul citofono interno. Ava, puoi raggiungermi nel mio ufficio, cortesemente?

    Con sobbalzò. Cercava sempre di non rimanere chiuso in spazi troppo piccoli, in compagnia di quella donna. Allora, io vado? Si augurò che la sua voce non uscisse troppo strozzata e che non tradisse il suo subbuglio interiore.

    Per qualche strano motivo, nelle ultime settimane si sentiva ancora più a disagio, con lei. Quindi cercava di evitarla. E ogni volta che la vedeva, il suo cuore batteva all’impazzata e non riusciva a strapparsi dalla mente l'immagine di loro due insieme. Non che fosse così importante, per lui. Ormai era cambiato, era diventato un uomo, e non avrebbe certo buttato tutto all’aria solo per una dipendente.

    No. Mi servi qui.

    Ava aprì la porta e fece capolino sulla soglia.

    Sì? chiese, senza entrare. Connor la guardò con la coda dell’occhio, ma lei sembrava concentrata esclusivamente su Jack. Non era un tipo ciarliero, anche se lui sapeva che era in grado di parlare ben quattro lingue. Era efficiente, ben organizzata, la persona adatta per il Global Humanitarian Relief, anche se con ogni probabilità era completamente all’oscuro di quello che si faceva alla filiale della GHR, la Stone Consulting.

    Vado fuori città. E ho delle istruzioni da darvi. Jack picchiettò la penna sulla scrivania. A te, e a Connor.

    Jack tacque per un attimo, poi disse: Sarà Connor a dirigere l’ufficio, durante la mia assenza.

    IO? esclamò Con, con la voce strozzata di un adolescente che viene invitato a uscire dalla ragazza più carina della scuola.

    Sì, proprio tu. ribadì Jack, come se lasciare il comando a Con fosse la cosa più normale del mondo. Riley sta consegnando libri e materiale scolastico all'isola di Sulu, nelle Filippine. Jess e Colin saranno in Inghilterra fino a martedì prossimo a prepararsi i bagagli per trasferirsi qui. Sono costretto a partire, e voglio che ci sia uno Stone a dirigere la baracca.

    Jack alzò un sopracciglio, in un gesto d’intesa, ma Con era troppo distratto per concentrarsi su quello sguardo. Non gliene fregava un cavolo di interpretare il messaggio non verbale di Jack. Si stava godendo la bella notizia.

    Si sentì invadere da un feroce senso di orgoglio. Jack gli stava affidando la direzione della GHR, il suo amato figlio! Ma non era tempo di esultare. Si sarebbe inorgoglito più tardi. Adesso doveva pensare alle cose concrete. Per quanto tempo starai via?

    Non lo so. Jack continuò a tamburellare con la penna. E non so se potrò comunicare con voi, o se magari il mio cellulare non avrà campo per la maggior del tempo che starò fuori.

    Strano che ignorasse tante cose. In genere Jack programmava per bene i suoi viaggi. Ma ora sembrava piuttosto nervoso e fuori di testa. Con inclinò il capo, in attesa di nuovi ordini. Ma non ce ne furono.

    Ava, abbiamo qualche affare in corso?

    Solo Riley. La sua voce roca raschiò la spina dorsale di Connor come un’amante che ti graffia la schiena nuda con unghie affilate, e un brivido di eccitazione lo percorse. Diavolo, ecco perché cercava sempre di evitarla.

    Allora è tutto nelle tue mani. disse Jack, rivolto al fratello. E aggiunse minaccioso: Non combinare guai.

    Il buonumore di Connor si sgonfiò più velocemente di un paracadute che ha toccato terra.

    Grazie per la fiducia, fratello. Ma non disse nulla. Sarebbe sempre rimasto il cucciolo di famiglia, il fratellino viziato tollerato dalla famiglia, un Stone di nome e basta. A volte si chiedeva perché cazzo aveva accettato di lavorare per Jack.

    E non fate sesso sulla mia scrivania, voi due!

    Ava arrossì dalla testa ai piedi, sbarrò gli enormi occhi neri e si precipitò fuori dell'ufficio, senza dire una parola.

    Ma vuoi proprio passare dei guai? - esplose Connor - Perché hai detto quella cazzata? Diamine, la conosco appena! Era questo che suo fratello pensava di lui? Che se la sarebbe scopata

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