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Pianeta Dragos
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E-book146 pagine2 ore

Pianeta Dragos

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Info su questo ebook

Thea Harrison, l’autrice bestseller del New York Times e USA Today, presenta l’ultima novella che vede protagonisti Pia e Dragos…
Per Pia, la nuova gravidanza è una sfida quotidiana, e anche la sua relazione con Dragos è messa a dura prova da continui litigi. I due sono riusciti comunque a trovare un compromesso per andare a Las Vegas a celebrare il matrimonio del loro amico Rune con la compagna Carling.
Fin dall’inizio del viaggio, però, c’è qualcosa che non va. La Morte è a Las Vegas, mentre Pia viene rapita da una vecchia nemica che vuole distruggere la Grande Bestia una volta per tutte.
Ma la Grande Bestia ha altri progetti.
Sul pianeta Dragos le cose vanno come vuole lui. A meno che, ovviamente, qualcuno non decida di contestarlo, e a quel punto… che gli dèi lo aiutino, perché Dragos non sa arrendersi, e non molla mai la presa.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ago 2020
ISBN9788893128056
Pianeta Dragos

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    Anteprima del libro

    Pianeta Dragos - Thea Harrison

    1

    Las Vegas, Nevada

    Due giorni prima


    «So scendere anche da sola,» disse Pia irritata quando Dragos allungò la mano dentro la limousine.

    Facendolo, si chinò a guardarla, con un sopracciglio nero alzato. Il Bellagio era pieno, e loro avevano parcheggiato su un lato dell’entrata principale, ma l’ombra dell’enorme portico ornato copriva solo metà dell’auto.

    Un raggio di sole obliquo, simile a un laser, orlava di un bianco splendente il contorno dei lineamenti marcati e abbronzati di Dragos e i suoi capelli neri. Il sole del deserto era completamente diverso da quello del nord dello stato di New York. Era spietato, implacabile e, in netto contrasto con la sfarzosa città scintillante che si estendeva attorno a loro, potenzialmente letale.

    Dragos non sembrava infastidito dalla differenza climatica e non aveva mai bisogno di indossare gli occhiali da sole per proteggere la vista, ma solo per mantenere una barriera tra se stesso e il mondo circostante.

    Era la sola creatura che Pia conoscesse capace di guardare il sole senza esserne accecato. Ogni volta che stava sotto i suoi raggi, diventava più levigato e vitale, come se il fuoco all’interno del drago riconoscesse quello che alimentava il sole e se ne nutrisse.

    Dragos osservò Pia con i suoi occhi dorati. «Ti sei sempre fatta aiutare.»

    Lei sapeva che non si era offeso: Dragos aveva la psiche più forte che avesse mai conosciuto. Avrebbe potuto investire i suoi sentimenti con un camion e passarci sopra in retromarcia ripetutamente prima di riuscire anche solo ad ammaccarli.

    No, era solo genuinamente confuso.

    Pia si rese conto che si stava comportando in modo irrazionale, allora fece un respiro profondo prima di spiegargli: «Mi sono sempre fatta aiutare perché era sexy.»

    E in quel momento non c’era niente di sexy. Nemmeno lui.

    Dragos lanciò uno sguardo eloquente al suo pancione. «Ma ora sei talmente enorme che il mio aiuto ti serve davvero.»

    «Sono talmente enorme,» ripeté lei con voce inespressiva. Se ci fosse stato un tavolo nelle vicinanze, sarebbe stata tentata di rovesciarlo con tutta la forza che aveva. «Grazie per avermelo fatto notare, Dragos. Non me n’ero accorta. Se non fosse stato per te, la cosa mi sarebbe del tutto sfuggita. Ora, se ti togli di mezzo, magari riesco a far uscire quest’enormità dalla macchina.»

    Dragos contrasse la mascella, assumendo un’espressione meditativa, ma poi si alzò e indietreggiò senza aggiungere altro.

    Pia dovette dondolare un po’ di volte prima di riuscire ad avere lo slancio sufficiente per alzarsi e rotolare fuori. Le goccioline delle famose fontane del Bellagio le inumidirono le guance, trasportate dal caldo vento del deserto.

    Argh. Doveva aver dato uno spettacolo raccapricciante. Era talmente sgraziata. Non era mai stata sgraziata prima, nemmeno durante l’apice della prima gravidanza. Al contrario, all’epoca si era sentita agile e potente, come se fosse stata una dea del sesso e della maternità insieme.

    Quante cose avevano condiviso lei e Dragos durante la prima gravidanza… All’epoca tutto era stato sexy. Freschi di matrimonio, avevano incendiato le lenzuola con l’insaziabile bisogno che avevano l’uno dell’altra.

    Dragos aprì la bocca come per dire qualcosa, ma Pia borbottò con la testa girata e l’indice alzato: «Non dire niente. Ce l’ho fatta, e non c’è altro da aggiungere.»

    A qualche passo di distanza da Dragos c’era Eva, che reggeva la borsa Kate Spade di Pia e aspettava con labbra serrate e sbattendo gli occhi scuri. L’espressione sul suo viso voleva sicuramente comunicare qualcosa, ma Pia, dopo aver osservato il suo atteggiamento sfrontato, decise di non darle spago.

    Prese la borsa, dicendole per via telepatica: Non voglio sentire una parola nemmeno da te.

    Da me? Eva aggrottò le sopracciglia. Non mi permetterei mai!

    Il tono della voce mentale di Eva era talmente innocente, e la bugia talmente grande, che Pia non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.

    Si rivolse a Dragos: «Mi dispiace essere così scontrosa.»

    Negli occhi di Dragos baluginò un sorrisetto. «Sei molto incinta,» le disse. «E, come sai, ho letto diversi libri sulla gravidanza. Ho deciso di considerarti un po’ folle, almeno finché non nascerà il bambino.»

    Erano andati a Las Vegas per partecipare al matrimonio di Rune e Carling. Per il volo, Dragos aveva indossato un paio di jeans e una t-shirt nera che evidenziava i muscoli del petto e delle braccia. Dagli scuri capelli militareschi del capo agli stivali consumati ai piedi, si presentava nel suo aspetto più semplice.

    Ma non passava comunque inosservato. Dragos, alto più di due metri, sovrastava chiunque gli stesse intorno. Era circondato dall’aura del suo Potere, talmente intenso da brillare come una corona invisibile di calore che s’innalzava dalla strada. Altri membri delle Razze Antiche della prima generazione, nati assieme alla Terra, producevano lo stesso effetto.

    Il Potere di Dragos, però, era più caldo e spietato perfino di quelli più antichi incrociati da Pia. Supponeva che dipendesse anche dalla sua forma wyr. Il drago era una creatura di fuoco e, di conseguenza, chiunque gli stesse accanto sembrava più debole e piccolo.

    Dietro di lui, diverse persone si affrettarono a mettersi al lavoro. Dalla Cadillac Escalade accostata dietro la limousine erano uscite il dottor Medina e Aryal, una delle sentinelle wyr. Aryal, spazientita, impartiva ordini alle guardie e ai fattorini che sistemavano le valigie sui carrelli.

    Dragos, però, ignorava tutti, concentrato solo su Pia. Gli altri gli orbitavano attorno come satelliti che ossequiavano la sua volontà.

    Pia aveva mentito a se stessa. La bellezza e la mascolinità brute di Dragos l’attraevano anche quando era stanca e di cattivo umore. Era sempre e comunque la creatura più sexy nei paraggi, e non era una sensualità sottile.

    No, era lei a non essere più sexy. Si sentiva enorme, gonfia, sgraziata, proprio come l’uomo della pubblicità dei marshmallow che in Ghostbusters si scatenava contro New York, e l’unico modo per nascondere le occhiaie, che a quanto pareva avevano preso residenza fissa sotto le palpebre, era ricoprirle con un’abbondante applicazione di correttore.

    Intravide una biondona tutta gambe che passava accanto a loro. La donna aveva un corpo da supermodella e indossava una canottiera e pantaloncini talmente corti che lasciavano intravedere le mutandine di pizzo viola. A completare l’outfit, c’erano lunghi orecchini, stivali e cappello da cowboy. La donna fissava Dragos con tale insistenza che andò a sbattere contro un cespuglio, a cui chiese scusa senza nemmeno guardarlo prima di allontanarsi.

    Nel frattempo, Aryal si era avvicinata a Dragos, e i due cominciarono a parlare a bassa voce. Dragos non aveva nemmeno notato la bionda tutta gambe né quanto fosse stata ridicola.

    Pia non sapeva se mettersi a urlare o a ridere. Forse tutt’e due?

    Alla fine si sfregò il viso, sforzandosi di tenere le emozioni ribelli sotto controllo. Dragos era indiscutibilmente suo. Si erano sposati nell’unico modo possibile ai wyr, ed erano quindi vincolati a vita.

    Tuttavia, quella parte di lei che era diventata un po’ instabile le sussurrava che il vincolo del matrimonio assicurava solo che sarebbero stati insieme per sempre. Non garantiva né fedeltà né amore eterno.

    Nel frattempo, il protocollo terapeutico che doveva seguire ogni giorno per riuscire a portare a termine la gravidanza senza mettere il bambino in pericolo aveva indebolito il suo sistema immunitario. Quando era rimasta incinta la prima volta, non era ingrassata: gli unici chili che aveva preso erano quelli del bambino. Perfino quando era stata incinta di otto mesi, avrebbe potuto correre per chilometri, una dote particolare che aveva preso dalla sua forma wyr.

    Quella volta, invece, era già molto ingrassata, e Folletto non era ancora nato. Alla sola idea di correre, le veniva voglia di sdraiarsi e fare un sonnellino, e un lieve ma perenne stato d’ansia la mangiucchiava dall’interno come un topo che rosicchia la conduttura elettrica di una casa. Si sentiva stanca e sciatta. Non si era mai resa conto di quanto la sua autostima dipendesse dal suo aspetto fino a quando non aveva cominciato a sentirsi brutta.

    Comunque, le disse Eva con un tono ironico, anche se volessi dire qualcosa, lo sai che sono sempre dalla tua parte.

    Pia sussultò e le rivolse un’occhiata. Era talmente assorta dai suoi pensieri deprimenti che si era dimenticata che stava parlando telepaticamente con Eva. La gravidanza aveva segnato tra le sue vittime anche la memoria e la capacità di concentrazione.

    Sei seria?

    Eva scrollò le spalle. Avrà pure letto libri sulla gravidanza, ma non significa mica che ci capisce qualcosa. Nessuno dovrebbe dire a una donna incinta che è troppo grassa per uscire da sola dalla macchina. È proprio vero che gli uomini vengono da Marte.

    Magari gli uomini vengono da Marte, disse Pia, e le donne da Venere, ma Dragos è un pianeta a parte. Guarda solo come tutti gli ruotano attorno. Sul pianeta Dragos le cose vanno come vuole lui. A meno che, ovviamente, non decidi di contestarlo, e a quel punto… che gli dèi ti aiutino, perché Dragos non sa arrendersi e non molla mai la presa.

    Il suo voleva essere un commento allegro e divertente, ma fu più pungente del previsto.

    Eva le chiese: I litigi continuano?

    Già. Si sentiva gli occhi di Eva addosso, ma non volle voltarsi a guardarla. Non ho voglia di parlarne.

    Dopo un breve silenzio, alla fine Eva disse: Be’, se cambi idea fammelo sapere. Ci sono sempre per te.

    Grazie. Pia cercò di sorridere, ma ebbe la sensazione di fare solo una smorfia.

    Dragos le toccò un braccio. «Devo parlare con Aryal, ma non c’è bisogno che tu aspetti qui. Perché non vai dentro al fresco?»

    «Va bene.»

    Quando lei ed Eva si voltarono verso l’entrata dell’hotel, Pia cercò con gli occhi la supermodella bionda, ma era sparita.

    Un bagliore catturò la sua attenzione. Alzò il mento e vide l’immagine di Dragos raffigurata su un cartellone circondato da luci colorate.

    Che cosa?!

    Quell’immagine l’aveva distratta dalle sue preoccupazioni e, quando una nuvola oscurò il sole, la osservò con più attenzione.

    Sul cartellone era rappresentato un lussuoso night club, pieno di ombre scure, luci bianche e dorate e rose rosse.

    Sul palco, c’era un uomo dall’aspetto possente. Indossava un completo nero ed era in controluce, voltato a metà. Guardava la fotocamera girato di spalle e faceva cenno allo spettatore con un gesto della mano. Su un lato del cartellone c’era scritto Last Dance, the Midnight Lounge, Riverview Hotel & Casino.

    Non era Dragos. Non poteva essere

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