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Pia vola a Hollywood
Pia vola a Hollywood
Pia vola a Hollywood
E-book165 pagine2 ore

Pia vola a Hollywood

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Info su questo ebook

Dopo aver trovato un accordo diplomatico con gli umani e gli altri capi delle Razze Antiche, Pia Cuelebre, compagna di Dragos Cuelebre, signore dei wyr, si dirige controvoglia a Hollywood per trascorrere una settimana con la regina dei fae di luce Tatiana, prima che a New York abbia inizio il masque di dicembre.
Un mancato invito non ha mai dissuaso Dragos dal fare quello che gli passa per la testa. Così, restio a far andare la compagna da sola, viaggia in segreto con lei nel sud della California.
Quando, però, un vecchio nemico sferra un attacco devastante contro la regina dei fae di luce, Dragos e Pia sentono il bisogno di intervenire. La distruzione minaccia di colpire e sterminare chiunque abbia poteri magici, siano essi umani o membri delle Razze Antiche.
Dragos e Pia collaborano con la regina dei fae di luce per neutralizzare il pericolo, ma a un certo punto le loro fragilità più profonde vengono messe alla prova, e i loro segreti rischiano di essere svelati.
Pia vola a Hollywood è la seconda parte della trilogia su Pia, Dragos e il figlio Liam. Ogni storia può essere letta individualmente, ma consigliamo di leggere i libri nell’ordine in cui sono stati pubblicati: Dragos va a Washington, Pia vola a Hollywood e Liam conquista Manhattan.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mag 2020
ISBN9788893127462
Pia vola a Hollywood

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    Anteprima del libro

    Pia vola a Hollywood - Thea Harrison

    1

    Il volume di una musica intensa, sullo schermo panoramico della TV, si alzava e si abbassava.

    «Ci siamo,» disse Liam, piantando con insistenza il dito tra le costole di Pia. «Ecco che arriva una delle mie citazioni di film sugli zombie preferite di sempre. Rullo di tamburi…»

    Quell’Halloween, Liam si era fissato l’obiettivo di guardare (o riguardare in alcuni casi) tutti i film sugli zombie che fosse riuscito a noleggiare o a comprare. Poi Halloween era passato, ma, anche se ormai era rimasto indietro, a inizio novembre era ancora deciso a guardarli tutti.

    Un giovane attore comparve sullo schermo, ma Pia non ne ricordava il nome.

    Poi Liam disse assieme all’attore: «In quei momenti, se non sei sicuro che i non morti siano morti, non lesinare sui proiettili.»

    Scoppiò a ridere.

    Pia gli passò una mano tra i capelli biondo miele, contenta di quell’umore allegro. «Conosci il film a memoria?»

    Liam posò su di lei i vivaci occhi viola. «Certo.»

    «E perché quella è la tua citazione preferita?» gli chiese incuriosita. «Il film è tutto divertente.»

    In realtà, non era una grande fan di film sugli zombie, ma di certo non gliel’avrebbe confessato. Se lui voleva guardarli, allora lei l’avrebbe fatto volentieri assieme a lui.

    La loro vita era frenetica e impegnativa, ed erano costretti ad allontanarsi da Liam fin troppo spesso. E, se di solito l’infanzia era breve e fugace, per Liam lo era ancora di più, dal momento che cresceva in fretta. Di conseguenza, Pia si buttava a capofitto e con sincero entusiasmo in tutte le attività che lui le proponeva. Senza riserve: era sempre coinvolta al massimo.

    «Certo che mi piace anche il resto,» disse Liam, spostando di nuovo lo sguardo sulla televisione. «Solo che non voglio recitare tutto il film, altrimenti tu non riesci a seguirlo bene.»

    Che bravo bambino, pensò Pia. Riusciva a essere premuroso perfino quando si comportava come un normale preadolescente, insopportabile e adorabile.

    Se ne stavano distesi sulla moquette, con i corpi che formavano una T. Pia era sdraiata in modo parallelo rispetto al divano su cui si trovava Dragos, che aveva piegato una gamba, piantando il piede a terra.

    Dragos lavorava al computer e ogni tanto buttava un occhio sul film che guardavano tutti assieme. Pia gli teneva la caviglia con la mano, godendo di quel semplice contatto con la sua pelle. Liam era sdraiato di fronte alla TV, con la testa appoggiata sugli addominali di Pia che gli facevano da cuscino.

    Fuori dalle finestre del soggiorno, il clima di novembre era diventato pungente e piovigginoso. Dal cielo cadeva un misto di acqua sporca e neve, ma dentro erano al caldo e al sicuro. Il fuoco scoppiettava nel camino, riempiendo la stanza di una calda luce soffusa. Pia si era preparata una tazza di cioccolata calda, fatta con latte di cocco, che si stava raffreddando sul ripiano di uno dei tavolini, ma era troppo comoda e felice per spostarsi a prenderla.

    Non in quel momento, almeno. L’avrebbe fatto presto.

    Come prevedeva l’accordo diplomatico stabilito il mese precedente tra i Cuelebre e gli altri capi dei territori delle razze antiche e i governatori umani, quella sera Pia avrebbe preso il jet della compagnia per andare a Los Angeles, dove avrebbe trascorso una settimana con Tatiana, la regina dei fae di luce.

    L’accordo diplomatico prevedeva che ognuno dei sette capi dei territori statunitensi mandasse un membro della famiglia in un altro territorio per una settimana, per promuovere la pace e la buona volontà tra i territori. L’idea era stata ispirata da una pratica medievale in cui i nobili mandavano i propri figli a vivere in ostaggio a casa di altri nobili.

    In teoria, il patto diplomatico avrebbe dovuto ridurre l’eventuale violenza tra i territori che affliggeva gli Stati Uniti moderni, ma chiunque fosse stato l’idiota dell’amministrazione presidenziale che aveva avuto quell’idea geniale, era evidente che non ne sapeva un accidente di razze antiche, ignorandone la lunga memoria e la tendenza a serbare rancori secolari.

    Una visita di una settimana non avrebbe risolto niente. Al contrario, a seconda di come si sarebbe comportato il rappresentante della famiglia, quella visita avrebbe potuto incrementare il risentimento e il rancore tra i territori. O perfino far scoppiare una guerra.

    E poi non poteva succedere in un momento peggiore: i Cuelebre erano occupati a preparare il masque che Dragos teneva ogni solstizio d’inverno a New York. Era un evento gigantesco, per cui le preparazioni iniziavano sempre qualche mese in anticipo. Pia, quindi, non avrebbe perdonato l’anonimo idiota che aveva proposto quell’idea.

    Se fosse stato per Dragos, quel patto sarebbe stato bocciato su due piedi. Non gli piacevano le decisioni prese dalla maggioranza. Per dominare il suo istinto dispotico, Dragos stringeva i denti ogni volta che si adunavano i sette leader dei territori e si era opposto strenuamente a quell’accordo. Ma alla fine, Pia gli aveva detto che sarebbe stato più facile accettarlo che intestardirsi.

    Pia sarebbe voluta andare più tardi in California, magari dopo il masque o all’inizio del nuovo anno. In realtà, Tatiana le aveva mandato un’email il giorno prima dicendole che sarebbe stato meglio rinviare a un altro momento.

    Pensando alla ragione che non le permetteva di rimandare, Pia smise di irritarsi e iniziò a sorridere.

    Tutto sommato, sarebbe stato meglio ingoiare il rospo, prendere l’aereo e buttarsi alle spalle quella visita del cazzo, per quanto fosse spaventata all’idea di trascorrere la settimana con la regina dei fae di luce e le sue domande ficcanaso. Così scrisse a Tatiana, ringraziandola per la proposta, ma rispondendole che sarebbe comunque atterrata a Los Angeles il mattino seguente, come da programma.

    Anche Dragos sarebbe andato a Los Angeles, separatamente. Non le disse come ci sarebbe arrivato, e lei non glielo chiese. Forse ne avrebbe approfittato per spiegare le enormi ali e volare dall’altro lato del Paese immerso nell’oscurità e nella solitudine, ma si erano detti che se Pia non avesse saputo come Dragos sarebbe arrivato a Los Angeles, avrebbe potuto dire con sincerità di aver viaggiato da sola fino al territorio dei fae di luce.

    In fin dei conti, per mentire bene a qualcuno che aveva uno spiccato sesto senso per le bugie, bastava semplicemente dire la verità. Pia credeva con tutto il cuore nel principio della negazione plausibile, almeno per quanto fosse possibile.

    Dopo la chiacchierata con Liam, Pia incrociò lo sguardo divertito di Dragos, gli fece un cenno e gli strinse la caviglia. In risposta, lui chiuse il PC e disse a Liam: «Ehi, puoi mettere il film in pausa un attimo?»

    Il sorriso sgargiante di Liam scomparve all’istante e venne rimpiazzato da un’espressione cupa. «Mi avevate detto che avreste guardato con me tutto il film prima di partire.»

    «Lo so, e lo guarderemo infatti,» gli rispose Pia. «Ma prima io e tuo padre vorremmo dirti una cosa importante.»

    Liam sospirò, prese il telecomando e mise in pausa il video. «Cosa?»

    «Non fare l’incazzato,» gli disse Dragos. «E mentre pensi al tuo pessimo comportamento, mettiti a sedere e girati.»

    Liam sospirò di nuovo, e Pia se ne accorse, ma fino ad allora non aveva mai sfidato l’autorità di Dragos, soprattutto quando usava quel particolare tono di voce. (E, dèi, quanto sarebbe stato interessante il giorno in cui Liam l’avesse fatto e si fosse ribellato al padre.)

    Liam si mise a sedere e si voltò dal lato del divano. Pia, a sua volta, alzò il busto e si appoggiò alle gambe di Dragos.

    Lui le mise una grande mano calda sulla spalla e le chiese telepaticamente: Glielo vuoi dire tu?

    Pia, allegra, sollevò un ginocchio e lo cinse con le braccia, stringendosi la gamba. Per me è lo stesso, glielo puoi dire tu, se vuoi.

    Ok. Dragos disse ad alta voce: «Liam, tua madre è incinta. Avrai presto un fratellino o una sorellina.»

    Liam rimase di stucco per la sorpresa.

    Quell’attimo di esitazione fu sufficiente perché Pia riconsiderasse la loro decisione. Era già da qualche settimana che lei e Dragos tenevano la notizia segreta, ed era stato abbastanza facile, dal momento che il nuovo fagiolino sembrava determinato, o determinata, a tenere nascosta la sua presenza. Ne erano a conoscenza solo il medico di Pia ed Eva, e solo perché Pia era svenuta il mese prima a Washington, durante il summit tra le razze antiche e gli umani.

    Ma se Liam avesse reagito male? E se quella notizia non gli avesse fatto piacere? In pratica, avevano sganciato la bomba e poi sarebbero partiti per una settimana. Non avrebbero potuto aiutarlo, quindi, a riflettere sui sentimenti provocati da quella notizia.

    Pia si torse le mani per l’ansia e giunse a una rapida decisione. Se non avesse reagito bene, non gli avrebbe permesso di rimanere a casa e di andare a scuola. L’avrebbe portato a Los Angeles con lei. Sarebbe riuscita a rimanere da sola con lui in qualche modo.

    Poi l’espressione di Liam si riempì di gioia. «Oh, wow, davvero? Mi prendete in giro?» esclamò. «Quindi non sarò più da solo? È fantastico!»

    Grazie agli dèi. Pia s’illuminò e annuì. «Sì, sono incinta davvero davvero!»

    Liam si protese in avanti e si distese sullo stomaco di Pia, appoggiandole una mano sull’addome. «Quando nascerà? Sarà un maschio o una femmina? Posso sentirlo?»

    «Stai attento,» gli disse subito Pia. Quando Liam sollevò il mento per guardarla, aggiunse: «Sì, puoi provare a sentirlo, ma devi essere davvero gentile e non spaventarlo. Lui, o lei, tiene molto a restare nascosto. Forse è proprio così di natura, o forse l’ho spaventato io. Sono rimasta incinta quando siamo andati a Washington, e quella settimana ero molto stressata.»

    Pia aveva provato a non tormentarsi con quello che era successo il mese prima, quando erano andati a Washington per il summit tra i capi delle razze antiche e il governo umano, ma era preoccupata all’idea di aver spaventato la piccola nuova scintilla vitale. Tra il sentimento ostile alle razze antiche, la palese ostilità occasionale, l’assassinio del marito della vicepresidente in casa loro durante una cena molto importante, e lo svenimento di Pia, quella era stata una delle settimane più intense della sua vita.

    Liam si accigliò. «Non ricordo di avere avuto paura e, da tutte le storie che mi avete raccontato, eri abbastanza stressata anche quando eri incinta di me.»

    «Hai ragione.» Avrebbe tanto voluto credergli, e si morse le labbra. «Ricordo che ci hai detto che non ti interessava quello che succedeva al di fuori della tua bolla, a parte quando Urien mi ha sparato.»

    Quella volta era, anzi erano, quasi morti. In quel momento, Liam, che non era più grande di un fagiolino, si era messo a brillare nel tentativo di curarla, finché Dragos non aveva ricoperto quella nuova scintilla luminosa con il suo Potere, riuscendo a calmarlo.

    E per fortuna, le mormorò Dragos in testa. Considerando tutto il sesso sfrenato che abbiamo fatto.

    Scoppiarono a ridere, e Pia si voltò a guardare il marito con occhi vivaci. E che continuiamo a fare.

    «Sì, è vero,» disse Liam, appoggiando la guancia sulla gamba di Pia. «Ricordo che dormivo un sacco. Mamma mia, che belle dormite! E poi fluttuavo senza gravità. E ricordo che ti consideravo così grande, eri il mio intero universo. E infatti possiamo dire che lo eri.»

    Pia gli passò ancora una mano tra i capelli. «E ti sentivi al sicuro?»

    «Al cento per cento, tranne quella volta.» Smise di sorridere, ma durò solo un istante. «Poi mi ricordo che è arrivato papà, e io ero di nuovo al sicuro.»

    Pia sentì un senso di sollievo. Dragos le strinse piano la spalla. Lei sollevò una mano per accarezzargli le dita lunghe e calde e disse: «Ok, quindi quello che succede nella mia realtà non lede la percezione del fagiolino, o fagiolina, se è almeno un po’ come te. Ah! Questi pronomi saranno difficili da gestire finché non ne conosciamo il sesso. Forse, allora, si nasconde per istinto.»

    «Riesci a sentirlo adesso?» le chiese Liam.

    «Sì, ma la prima volta mi ha dovuto aiutare tuo padre. E anche lui l’ha sentito solo dopo che

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