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L'inquietudine del roseto
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L'inquietudine del roseto
E-book99 pagine44 minuti

L'inquietudine del roseto

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Info su questo ebook

Poetessa, giornalista, insegnante, attivista a sostegno delle fasce sociali più trascurate, Alfonsina Storni è considerata una delle voci liriche più importanti del Novecento latinoamericano, nonché autrice di culto nella sua Argentina.
Con la pubblicazione della raccolta d'esordio, a cui seguirà quella dell'intera opera in versi, Finisterrae intende farne conoscere anche al pubblico italiano la raffinata sensibilità e l'eleganza emotiva.
A cura e traduzione dallo spagnolo di Daniele Lucchini.

La versione in brossura è ordinabile dal sito dei Libri Finisterrae.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2023
ISBN9791222059105
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    Anteprima del libro

    L'inquietudine del roseto - Alfonsina Storni

    Colophon

    Finisterrae 56

    Titolo originale: La inquietud del rosal

    Prima pubblicazione: Buenos Aires, 1916

    Prima volta in Finisterrae: 2023

    Traduzione dallo spagnolo di Daniele Lucchini

    In copertina: Daniele Lucchini da autore ignoto

    Ritratto di Alfonsina Storni a ventiquattro anni, 2023

    © 2023 Daniele Lucchini, Mantova

    www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9791222059105

    Epigrafe

    Tu vai, Alfonsina, con la tua solitudine.

    Quali nuove poesie hai cercato?

    Félix Luna, Alfonsina y el mar

    Prefazione

    Alfonsina Storni è considerata quasi unanimemente la voce femminile più importante della poesia latinoamericana del Novecento. Poetessa, giornalista, insegnante, attivista per i diritti femminili e delle classi più disagiate, nel proprio paese, l’Argentina, è un vero e proprio mito nazionale. Unica voce fuori dal coro Jorge Luis Borges, il quale manifesta sempre anche pubblicamente la propria antipatia per la persona e il proprio spregio per l’opera, adducendo a giustificazione il fatto che, in quanto donna, scrive in modo troppo emotivo e non sofisticato. Una motivazione che non fa certo onore alla nomea dello scrittore.

    Alfonsina Storni nasce a Sala Capriasca, Canton Ticino, nel 1892 da una famiglia emigrata qualche anno prima in Argentina a cercare fortuna e rientrata temporaneamente in Svizzera per problemi di salute del padre. Gli Storni riattraversano definitivamente l’Atlantico nel 1896, stabilendosi in provincia; Alfonsina pertanto si considererà sempre soltanto argentina. Nel 1906 il padre muore e la giovane futura poetessa deve prodigarsi nell’aiutare la madre a tirare avanti. Presto però il suo carattere indomito e poco incline a lasciarsi recludere in un tipico ruolo muliebre di donna di casa la porta a cercare la propria strada e a staccarsi dalla famiglia d’origine. Dopo una breve esperienza al seguito di una compagnia teatrale itinerante, nel 1909 ottiene impiego come maestra rurale; l’insegnamento resterà la sua professione per il resto della vita.

    Nel 1912 ha, da una relazione clandestina con un uomo sposato, il suo unico figlio; nonostante le rigide convenzioni della società del tempo, decide di tenerlo e di crescerlo da ragazza madre. Tuttavia, al fine di alleviare il senso di stigma che sente gravarla in provincia, si trasferisce a Buenos Aires, convinta che la grande città possa farla sentire meno in gabbia. Qui entra faticosamente in contatto con i circoli letterari e intellettuali, affrontando pazientemente e con grande costanza i pregiudizi nei confronti di una donna scrittrice; l’apprendistato nella società culturale portegna, se così lo si può definire, passa per una serie di collaborazioni gratuite con vari giornali fino a quando nel 1916, dopo ripetuti sforzi e tentativi, riesce a pubblicare la sua prima raccolta poetica… a proprie spese, anche se di fatto non pagherà mai lo stampatore.

    Tuttavia questo primo lavoro, La inquietud del rosal, ha l’effetto di riuscire ad accelerare il suo riconoscimento come autrice: negli anni seguenti pubblicazioni e collaborazioni si moltiplicano e Alfonsina Storni entra a far parte stabilmente, unica donna, delle attività del circolo letterario modernista argentino nella capitale. Peraltro questa unicità non manca di suscitare la sua feroce ironia. Nel 1927, durante un pranzo del circolo, uno dei presenti interviene per elogiarne il valore artistico con parole che, pur volendo essere originalmente lusinghiere, risultano assai goffe: Alfonsina Storni, io la ammiro. Lei è la salvezza dell’America. In confronto a lei ogni donna che scrive appare anemica. In lei invece c’è letteralmente il cento per cento di emoglobina. La risposta della poetessa è bruciante: Che commozione ‘sta roba dell’emoglobina!. Per lei, ragazza madre, sempre più impegnata nella promozione dei diritti femminili, che tiene addirittura letture per le lavandaie nere, sempre più amata dalle donne degli strati più bassi della città, l’idea di essere considerata un’eccezione, una

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