Idee manageriali. I 203 concetti dei leader di successo
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Idee manageriali. I 203 concetti dei leader di successo - Alessandro Galavotti
Alessandro Galavotti
Idee manageriali
I 203 concetti dei leader di successo
Copyright© 2023 Edizioni del Faro
Gruppo Editoriale Tangram Srl
Via dei Casai, 6 – 38123 Trento
www.edizionidelfaro.it
info@edizionidelfaro.it
Prima edizione digitale: febbraio 2023
ISBN 978-88-5512-309-9 (Print)
ISBN 978-88-5512-792-9 (e-book)
http://www.edizionidelfaro.it/
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Il libro
In questo libro vengono presentate in ordine alfabetico duecentotré idee, la cui conoscenza riteniamo imprescindibile per i leader delle odierne organizzazioni. Comprendere concetti che vadano al di là della propria conoscenza tecnica è infatti centrale per poter gestire nel miglior modo possibile sé stessi, la propria area organizzativa e l’ambiente in cui ci si trova a operare. Questo testo, come un dizionario, può essere letto saltando da un concetto all’altro, tralasciando eventualmente ciò che non è al momento rilevante. Questo non toglie che in un secondo momento si possano riprendere i concetti tralasciati per ampliare le proprie conoscenze al fine di un interesse personale, oppure perché si è cresciuti a livello manageriale. Viviamo nella società della conoscenza per cui i leader, fra le varie caratteristiche, devono in primis arricchirsi di idee che gli facciano comprendere il mondo organizzativo in cui si trovano a operare, con il fine di essere più efficaci ed efficienti.
L’autore
Alessandro Galavotti ha lavorato nel settore delle Risorse Umane per varie aziende, sia come dipendente che come consulente tramite la società Images da lui stesso fondata. Con questa è diventato partner della società di consulenza californiana Management Systems, gestita dal professore di management dell’UCLA, Flamholtz Eric. Laureato in filosofia all’Università di Bologna, si è poi specializzato con tre master in Business Administration, Risorse Umane e Finanza con il fine di avere una visione sempre più approfondita delle organizzazioni. Dello stesso autore sono stati pubblicati dalla stessa casa editrice: 1) La Cultura Aziendale. Una prospettiva pratica; 2) Pratiche Manageriali. Pensare l’azienda e costruirne una vincente; 3) Il Metodo GMBA: Golden Mindsets, Golden Behaviours and Golden Assets; 4) Idee Manageriali. I 203 concetti dei leader di successo
a tutte le persone che ho incontrato
nel mio percorso professionale.
Senza il dialogo con loro, infatti,
i concetti qui espressi
difficilmente avrebbero preso forma.
Idee manageriali
I 203 concetti dei leader di successo
Introduzione
Per essere dei leader al giorno d’oggi, riteniamo che si debbano conoscere tanti aspetti della vita organizzativa e del mondo, in generale, in cui le organizzazioni nascono, crescono e muoiono.
Pertanto, ogni persona che nella vita aziendale ha un posto di rilievo, dovrebbe essere padrone di un numero di concetti, di cui ne capisce a fondo il significato, per potersi muovere in maniera sicura e affidabile. Naturalmente, questa conoscenza, per essere impattante, non dovrebbe essere astratta, ma legata alla realtà quotidiana in modo che ogni singola idea sia riempita di cose concrete.
Con questo libro si è quindi tentato di esprimere i 203 concetti più importanti nella vita di un leader, senza i quali diventa difficile capire il mondo in cui è immerso e quindi dare agli altri le indicazioni necessarie per ottenere una buona performance aziendale.
Questi concetti, proprio perché calati nella pratica quotidiana, si relazionano gli uni con gli altri in una spirale che li fa leggere come qualcosa di unico e correlato. A questo proposito, quando si citerà un’idea all’interno di un’altra, si segnerà numericamente il paragrafo di sua competenza, in modo che il lettore possa andarla ad approfondire o, nel caso l’avesse già letta, riapprofondire immediatamente.
I concetti, quindi, possono essere letti sia in ordine alfabetico, come si farebbe tradizionalmente leggendo un libro, ma anche iniziando da quelli che interessano di più, per poi intesserli con quelli a cui sono collegati, a mo’ di ipertesto, via via in una spirale che inevitabilmente porterebbe a leggere comunque tutto.
In questo testo inoltre compaiono idee base, che potrebbero interessare uno studente, fino a concetti evoluti, sviluppati con esempi tratti dalla vita aziendale, che potrebbero più far riflettere un manager, oppure si possono scorgere idee di stampo più teorico utili a un consulente o a un professore universitario. Ciò è relativamente importante per il lettore perché ognuno, di questo insieme di idee, ne farà quello che per lui ritiene necessario, focalizzandosi ora sull’uno, ora sull’altro aspetto, potendo leggere il libro tutto d’un fiato o poco per volta.
Al di là dei contenuti, la cosa più importante sarà quanto il lettore sarà in grado di applicare alla sua realtà organizzativa, in modo da diventare un leader che conosce il vocabolario alla base della sua attività con il solo scopo di farne azioni concrete.
Tanto si è detto sulla leadership, da tanti punti di vista. Per noi questa è anche, e soprattutto, sapere le cose più importanti, che esulano dal mero vocabolario tecnico della propria professione specifica, per avere un bagaglio culturale atto ad affrontare le sfide del mondo moderno. Un buon background conoscitivo è infatti fondamentale per il successo di ogni leader e, di conseguenza, per ogni azienda dove questo agisce.
Siamo nella società della conoscenza per cui conoscere è sempre più la base su cui costruire un successo saldo e duraturo.
Achievement
Il termine achievement descrive la capacità dell’individuo di porsi degli obiettivi e di raggiungerli concretamente. Questa competenza, di conseguenza, è la più importante all’interno delle organizzazioni in quanto sia i manager (116), ma anche i dipendenti che la compongono, sono valutati principalmente sui risultati che sono in grado di definire e quindi di conseguire.
Naturalmente il modo di raggiungere i risultati è altrettanto importante in quanto consolida il risultato stesso sul lungo periodo.
Per esempio, quando lavoravo per un’azienda petrolifera internazionale, avevo notato che i distributori di carburante che ottenevano i risultati migliori e più duraturi erano quelli che vendevano in particolar modo i carburanti speciali più costosi spiegandone le caratteristiche vincenti, quali poteva essere il fatto che permettevano di tenere pulito il motore, di dare più potenza all’auto e allo stesso tempo di fare più chilometri.
Coloro che invece li mettevano nell’auto senza che il consumatore ne fosse consapevole, erano forse in grado di raggiungere risultati immediati ma, col passare del tempo, le loro performance scemavano. Il consumatore infatti, non essendone consapevole, non poteva legarsi al prodotto in maniera costante e duratura.
Pertanto, possiamo dire che l’Achievement è la capacità dell’organizzazione di porsi risultati importanti sul lungo periodo e di raggiungerli ponendosi però come target degli obiettivi intermedi.
Abbandono sistematico
Con il termine abbandono sistematico
si intende la capacità delle persone e, di conseguenza, delle organizzazioni di eliminare dalla propria routine lavorativa tutte quelle attività, processi (150), file o altro che non servono più per la gestione corrente. Possiamo infatti dire che in generale l’80% di esse si svaluta nel corso del tempo, arrivando a contribuire al valore del proprio lavoro solamente per il 20%.
Pertanto è compito di ognuno eliminare tutto ciò che è superfluo per concentrarsi sull’essenziale e avere tutto ordinato, chiaro e facilmente trasmissibile ad altre persone. Ossia concentrarsi sul 20% delle attività, processi, file o altro che contribuiscono all’80% del valore che portiamo in azienda.
A titolo esemplificativo delle mille mail che abbiamo, quante sono veramente utili al nostro lavoro? Possiamo dire che 200 di queste contribuiscono all’80% del valore della nostra attività mentre le restanti 800 solo al 20%?
Pertanto sarebbero da gestire in modo da averne il minor numero possibile fra posta in arrivo, in uscita e in archivio. Questa quindi potrebbe essere una metodologia da adottare:
quando ci arriva una mail, dopo averla letta, possiamo subito eliminarla se non ci serve più;
mantenerla invece fino a quando ci serve e poi eliminarla;
archiviarla perché importante, ma ricontrollarla a distanza di tempo per vedere se serve ancora. Se non serve più, eliminarla;
fare check periodici di tutte le mail che abbiamo per eliminare quelle che non servono più.
In questo modo avremo solo le mail necessarie in modo da ottenere le informazioni che ci servono il più rapidamente e precisamente possibile.
Concludendo possiamo quindi dire che la vita moderna è fatta di mille complessità, per cui si possono ottenere risultati solo se la si semplifica nella maniera migliore possibile, concertandosi su tutto ciò che è essenziale nel produrre valore e tralasciando ciò che è spreco e perdita di tempo.
Accountability
L’Accountability è la capacità individuale di assumersi l’impegno nel portare a termine il proprio lavoro e di farsi conseguentemente carico di tutte le attività che rientrano nella propria area di competenza. Questo è un concetto sempre più presente nelle organizzazioni, laddove vediamo che queste stesse hanno sempre più bisogno di persone che si attivino in autonomia, pur rimanendo ovviamente all’interno del contesto di valori e norme dell’organizzazione stessa.
Per cui, essere responsabili e attori in prima persona delle proprie azioni, è il principio che sta venendo sempre più avanti nelle imprese che ci farà superare finalmente il modello tayloristico. Si potrebbe infatti dire che solo quando tutte le persone all’interno delle società si sentiranno responsabili almeno delle loro attività lavorative, allora saremo di fronte a un’azienda a sua volta responsabile che otterrà risultati nel mercato di riferimento.
Laddove invece, come nel vecchio modello industriale, le persone si sentiranno altro dall’azienda e quindi deresponsabilizzate, le organizzazioni non potranno essere più competitive sostanziando la loro inevitabile decadenza.
Mi ricordo di un responsabile di un ipermercato presso cui lavoravo che una volta, mentre rientravamo dal pranzo passando per il negozio, vide una carta in terra a dieci metri di distanza in un’area che non era oltretutto di sua competenza. Appena vista ne segnalò la presenza e si affrettò per raccoglierla e a metterla nel cestino. Non era stato lui a buttarla, probabilmente non era stato un dipendente, sicuramente era stato un cliente ma tutto ciò non contava. Lui si sentiva comunque responsabile del negozio e voleva tenerlo pulito e ordinato.
Questo esempio, semplice ma significativo, mi fece capire in modo chiaro e trasparente cosa vuol dire essere responsabili.
Action Plan
L’Action Plan è la concretizzazione di una strategia (179), attraverso l’identificazione degli obiettivi concreti, MBO (112), tramite cui si deve realizzare. Pertanto, a monte di questo, deve essere già stata fatta un’identificazione di quale direzione si deve prendere e quali sono i traguardi intermedi da raggiungere per arrivare al risultato finale.
Per formulare un action plan è necessario quindi concentrarsi sulle persone che implementeranno la strategia, le risorse economiche che si avranno a disposizione e la tempistica che si dovrà rispettare per non procrastinare la realizzazione. Il modello migliore per rappresentarlo è il Gantt (75).
Da sottolineare poi che l’Action Plan non è soltanto uno strumento di azione ma anche di comunicazione. Un Action Plan ben definito permette infatti a tutti gli attori coinvolti di capire dove si vuole andare e quali sono gli obiettivi concreti da raggiungere. Questa autoconsapevolezza aumenta infatti esponenzialmente la probabilità che il piano si realizzi.
Facciamo un esempio concreto legato alla vita di tutti i giorni. Se vogliamo organizzare un viaggio si deve semplicemente:
scegliere dove andare fra le mete possibili in base alle disponibilità economiche, di tempo e di gusti personali all’interno delle persone che devono partecipare al viaggio;
scegliere appunto le persone con cui andare e condividere le scelte fatte;
definire esattamente il periodo;
attivarsi per prenotare in primis il mezzo di trasporto se non si va in auto, poi l’albergo, appartamento o altra possibilità di vitto e pernottamento e infine tutto quello che si rende necessario per quella vacanza;
identificare per ogni giornata che cosa si vuole fare di concreto;
controllare infine regolarmente che tutto quello che è stato pianificato sia implementato nel modo migliore possibile, seguendo step by step tutti i vari passaggi;
fare, con le persone coinvolte, un resoconto finale della vacanza per trovare spunti di miglioramento per la successiva.
Facendo così risulterà più facile arrivare a quelli obiettivi di svago, divertimento, arricchimento culturale o altro che la vacanza si proponeva di perseguire che se invece non fosse stato fatto appunto un Action Plan.
Analisi dei rischi
Una delle analisi più efficaci in ambito organizzativo è quella dei rischi proprio perché, conoscendo i pericoli verso cui si va incontro, si possono adottare le misure per prevenirli.
Nel far questa analisi è necessario:
essere il più trasparenti possibili. Non ha senso nascondere alcune cose per farsi vedere più belli, perché poi inevitabilmente quelle cose ci cadranno addosso come macigni;
andare a numerare il rischio in modo da metterlo in una scala di priorità insieme agli altri rischi. In genere si usa l’indicatore che moltiplica la probabilità, che l’evento accada, con l’Impatto, più o meno devastante, che questo può avere;
condividere questa analisi con più persone, in modo che ci si attivi il più possibile per evitare il rischio specifico.
La cosa ideale sarebbe poi costruire su questa matrice dei rischi quella delle opportunità, in modo da trasformare in positivo ciò che ci può cadere addosso di negativo.
Se il concorrente, per esempio, sta studiando un prodotto da immettere sul mercato che potrebbe togliere quote di mercato al nostro, è l’occasione buona per ingegnarsi per studiarne uno a nostra volta migliore, oppure trovare altri prodotti in altri segmenti di mercato che possono bilanciare le perdite, oppure fare una joint venture (92) con quella stessa azienda per sviluppare il nuovo prodotto insieme.
Come nella vita, anche nel mondo aziendale, bisogna prendere un evento che sembra negativo e trasformarlo in un motivo di sviluppo e progresso di sé stessi.
Analisi delle varianze
L’analisi delle varianze è quel procedimento per cui si prendono in considerazione gli scostamenti fra i risultati che si stanno ottenendo e quanto era stato preventivato. Questa è quindi una metodologia manageriale, che va di conseguenza a intervenire per allineare i risultati ottenuti a quanto si era definito in fase di budget (19).
Le vendite sono più basse, le spese operative invece sono più alte per esempio. Si tratta quindi di intervenire per vedere come implementare azioni di allineamento alzando