Le miserie umane
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Anteprima del libro
Le miserie umane - Luigi Tortorella
LUIGI TORTORELLA
LE MISERIE UMANE
Atile edizioni
Per tutte le umiliazioni che ha subito.
Per il suo corpo che avete calpestato.
Per la bocca che le avete tappato.
Per la libertà che le avete negato.
Per tutto questo:
In piedi signori, davanti ad una donna.
(tratto dal monologo del " Chisciotte , spettacolo de
il Teatro di Ipazia " , adattamento e regia di William Jean Bertozzo)
PREFAZIONE
" Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno. "
(Pablo Neruda)
L'incipit dell'intricato racconto Le miserie umane apre le pagine della memoria che richiamano alla superficie l' Antologia di Spoon River , opera di Edgar Lee Masters . Di certo il protagonista non passeggia a Spoon River . Tuttavia, Luigi Tortorella dà voce ai morti e ne ascolta le sofferenze, poi mette in luce, quasi in forma liberatoria, l'ipocrisia della morale comune che vuole buoni
tutti i defunti e attira l'attenzione sulla falsa morale e sul conformismo.
Fra fantasia e riferimenti alla realtà oggettiva, la narrazione contrappone, talvolta con brutalità, il bene alla malvagità, la parte della società onesta all'underground della società criminale, dove anche il linguaggio ha una sua funzione e dove i repertori linguistici possono considerarsi tratti di personalità dei diversi personaggi. In particolare, quei repertori sembrano contribuire a determinare il comportamento di chi possiede un insieme strumentale inappropriato al vivere civile, esempio è Janoz, incapace di pulirsi da odori nauseabondi (infatti viene sopranominato la fogna
).
Potremmo definire il romanzo come la storia del protagonista Gregorio, ma tale definizione sarebbe riduttiva e limitante perché Le miserie umane offre diverse angolazioni interpretative e vari spunti di riflessione. Se consideriamo i personaggi Gregorio e Janoz, possiamo renderci conto di una differenza qualitativa del vissuto di ognuno di loro che ha influito nella formazione della personalità di ciascuno e sui loro conflitti emotivi. Gregorio aveva sviluppato un meccanismo mentale tale da indurlo all'introversione mentre Janoz ha riversato all'esterno il conflitto delle sue cariche emotive. Durante il suo percorso di vita avviene, però, in Gregorio un cambiamento: da modesto, insignificante e remissivo progredisce verso una forma di affermazione di sé e costruisce un solido puntello tramite cui si adatta alle esigenze del codice sociale e legale.
Come un deus ex machina, giunge in aiuto a Gregorio la scoperta di facoltà irrazionali, paranormali, che gli consentono un cambiamento di stile di vita e di risolvere alcune situazioni che lo vedono vittima di una ignota e misteriosa organizzazione criminale. Gregorio, nel processo di evoluzione interiore e nell'attuare comportamenti funzionali adattivi, è sostenuto anche da quelle facoltà paranormali che sembrano assumere le caratteristiche di un rinforzatore simbolico. Ecco, pertanto, prospettarsi la determinazione nel nostro protagonista a cambiare l'immagine di sé, a trovare una collocazione e un ruolo specifici nella società d'appartenenza, a collaborare con le forze di Polizia, ad accettare le sue origini
, a capire la madre. A rinascere
.
Chi è la madre di Gregorio?
È una donna che ha subito lo scempio della sua dignità, del suo sottosuolo psicologico, del suo giovane corpo; che ha dovuto lavarsi
; che ha dovuto conformarsi a leggi sociali fondate sul perbenismo morale; che ha dovuto nascondersi; che ha dovuto accettarsi; che ha dovuto rinascere
. Nonostante tutto.
Tagore recita che gli uomini, gli artisti, sanno dare forme perfette a una donna ma la storia di Marianne – così come quella di Virginia – evidenzia altro: la malvagità e la prevaricazione fisica e psicologica dell'uomo, che non è Uomo.
Eppure anche quell'uomo appartiene
alla donna, perché è una sua creazione
.
Elena Midolo
1 - UN UOMO INSIGNIFICANTE –
A mezza strada fra Milano e Vigevano, c’è una graziosa cittadina tra il Naviglio e il fiume Ticino.
In questo centro rurale e industriale, non grande ma neanche piccolo, la vita sociale si svolge prevalentemente nella piazza centrale. Piazza caratterizzata da portici medievali occupati dai molti tavolini dei caffè che vi si affacciano.
Come succede in quasi tutte le città di provincia, anche qui, il sabato e la domenica la piazza si anima. Diventa una vera e propria passerella o meglio palcoscenico
dove esibire o recitare il proprio status
( vero o fasullo ).
Si incontrano quelli che con un modo di parlare tra il cinguettio e il miagolio consumano la propria esistenza con divertimenti vari e corna che fanno e ricevono;
Quelli che mostrano il proprio benessere: con abiti eleganti, la battuta pronta, il piglio spiritoso e il faccino tra l’ironico e il divertito.
Ci sono …
Questo luogo ameno era frequentato fino a qualche tempo fa anche da un gruppo di pensionati che intonava in coro le arie più belle della lirica italiana. Smise di cantare quando i suoi componenti furono accusati di crimini canori
e minacciati. Se non avessero smesso di cantare sarebbero stati messi su quella pira l’orrendo foco. Tutte le fibre m’arse, avvampò! …
Citata nel Trovatore. Una delle tante opere da loro maltrattate. Qualcuno sostiene (malignamente) che da allora Verdi, Donizetti, Bellini, Rossini… hanno smesso di rivoltarsi nella tomba.
Tutti, ma proprio tutti, hanno il vezzo di maltrattare la grammatica italiana mettendo l’articolo davanti ai nomi propri : lo Stefano, la Giusy, il Carlo, la Sebastiana, il Vincenzo …
Questo benessere (vero o apparente) a Gregorio, uno scrittore senza lettori
, non lo ha mai nemmeno sfiorato. A raccontarla tutta, non ha neanche mai messo piede in quella famosa pasticceria (in piazza) dove una consumazione costa quanto un affitto di casa a Santa Margherita Ligure in agosto.
La stranezza di Gregorio si notava da come si muoveva, da come parlava, da quello che indossava. Insomma, questo trentacinquenne era quello che normalmente viene definito da queste parti
uno sfigato
.
Quando era ancora studente, un suo vecchio professore gli disse:
Ragazzo, hai un modo di pensare così lontano dalla logica comune che da grande o diventi un genio o diventi un pirla
.
Una volta, in una panetteria, fece un innocente complimento a una ragazza. Costei, dopo averlo squadrato da capo a piedi, gli espresse il proprio dissenso:
Prova a uscire dal negozio, poi gira a destra e subito dopo ancora a destra. Troverai una strada lunga e dritta per andare a fanculo !!!
Non si aspettava quella reazione indignata, in fondo voleva essere solo gentile. Ma non se la prese, era abituato. Anzi, erano situazioni come queste che gli permettevano di scrivere racconti e inventare i personaggi. Personaggi strani, personaggi grotteschi che però mettevano a posto le cose.
Un’altra caratteristica dello scrittore senza lettori
era la sua invisibilità. Nessuno lo notava, nessuno si accorgeva di lui.
Al supermercato, dove abitualmente faceva la spesa, veniva spesso scavalcato dagli altri clienti quando era in fila alla cassa.
Forse aveva premura . Pensava.
Con questa filosofia di vita, giustificava la maleducazione degli altri. Quella maleducazione che subiva giorno per giorno in tutte le cose che faceva o diceva. Quella maleducazione prepotente che nasce sempre verso il più debole, verso chi non sa o non può difendersi.
Al tempo della scuola a volte i compagni per bullizzarlo gli dicevano:
Gregorio sei un coglione, sei un ...
Neanche allora si offendeva. Per lui non erano epiteti ma più semplicemente opinioni su di lui. Come se lo avessero chiamato birraio o cameriere.
Questo modo di pensare lo aveva portato a giustificare: i ladri, i truffatori, i parassiti, i maleducati … ( annullando la barriera che divide il bene dal male). Aveva inoltre prodotto in lui la più completa imperturbabilità. Era, per usare una parola poco conosciuta ai giorni d’oggi, uno stoico
, cioè un uomo che aveva ricevuto in dono quel distacco emotivo
così prezioso per fronteggiare i continui problemi che la vita ci presenta. Infatti nessuna cosa lo turbava o gli causava malessere.
La sua esistenza (sfrontata dalle vanità che