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Sul silenzio Relazione, sofferenza e malattia
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E-book98 pagine1 ora

Sul silenzio Relazione, sofferenza e malattia

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Info su questo ebook

Il vissuto del silenzio porta con sé molteplici contraddizioni; possono essere presenti emozioni e sentimenti di paura, in particolare quando è accompagnato da una immensa solitudine dell'uomo che si protrae per lunghi ed "infiniti" tempi.

Il silenzio può accompagnare una profonda ricerca di sé o un momento di ristoro, lontano dal vocìo delle superficialità dei social; può essere momento di vera riflessione in contrasto con la falsità del virtuale, ma può, d'altra parte, accompagnare la fine di una relazione sentimentale, l'angoscia di una "vera" perdita, il dolore della nostalgia del futuro.

Può essere relazione, sofferenza e malattia.
LinguaItaliano
Data di uscita29 ago 2023
ISBN9791221421590
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    Anteprima del libro

    Sul silenzio Relazione, sofferenza e malattia - Alessandro Bani

    Capitolo I

    La comunicazione obbligata

    Generalità sulla comunicazione

    Alessandro Bani

    Siamo obbligati a comunicare! Questa constatazione ovvia percepiamola ed interpretiamola come ognuno può, sia a livello emotivo che cognitivo; inevitabilmente, come vedremo, si comunica anche con il silenzio³. La comunicazione è un aspetto essenziale ed inevitabile della vita, condanna o gioia ma inevitabile vita relazionale. Non possiamo, non avendone la libertà, negare la comunicazione. Comunichiamo costantemente con gli altri esseri viventi e con l'ambiente circostante attraverso una serie di segnali concreti-reali o simbolici che si sono evoluti nel corso dei millenni. Fin dalla nascita ci troviamo immersi come soggetti attivi e passivi all'interno di una relazione che coinvolge le figure primarie d'attaccamento (i genitori) e, nello stesso tempo, inconsapevolmente coinvolti (livello subliminale) in un processo di acquisizione di regole della comunicazione. Il senso della comunicazione nella specie umana possiamo trovarlo nella necessità di sopravvivenza, di riproduzione, di vivere il piacere e di manifestare messaggi di gioia o di dolore, di odio o di amore, di rabbia o di delusione. Conoscere quindi i meccanismi della fenomenica comunicativa è condizione per continuare a vivere ed aiutare a vivere⁴.

    Sappiamo da tempo come la comunicazione sia un processo, attivo e passivo, connesso alla relazione interindividuale ed espressione delle caratteristiche della personalità dell’uomo, del suo modo di esprimersi e quindi di apparire agli altri; personalità espansive, assertive, aggressive si contrappongono ad altre più chiuse, taciturne, dubbiose ed incerte che presentano atteggiamenti diversi e contrapposti.

    La comunicazione è modificata dai sentimenti e dalle emozioni, dal contesto e dalle possibilità di un linguaggio rispetto ad un altro, risente di sentimenti quali l’amore, l’odio, la vergogna, l’invidia, il rifiuto ed anche da emozioni quali la rabbia, il dolore, l’ansia e la paura. La constatazione che la comunicazione è condizionata da innumerevoli varianti ci fa capire come sia difficile decifrarla nella sua unicità: quella persona dice il vero o fa finta? È sincera o non lo è?

    Il comunicare potrebbe facilitare la comprensione di se stessi con l’ascolto del proprio Io, nel silenzio e nella solitudine: I pensieri più alti vengono nella più solitaria delle solitudini (Nietzsche).

    Quando parliamo del comunicare uno dei più frequenti riferimenti teorici è rappresentato dagli studi della Scuola di Palo Alto⁵ per la quale la comunicazione si crea attraverso le trasformazioni che si generano all'interno delle relazioni tra gli elementi che compongono il sistema: la comunicazione nasce e si sviluppa, quindi, nel fenomeno delle differenze e del cambiamento, in un universo di messaggi che acquisiscono un chiaro significato solamente se collocate nel loro contesto relazionale e ambientale (Gregory Bateson)⁶.

    Negli anni ’50, Watzlawik, uno dei maggiori rappresentanti di questa scuola, nel suo testo Pragmatica della comunicazione umana, enunciò i cinque assiomi della comunicazione, cardini di una teoria tuttora accettata⁷.

    Classicamente lo studio della comunicazione umana prevede alcune aree d'indagine: a) lo studio della sintassi, che ha a che fare con la trasmissione dell'informazione, con la codifica sintattica dei messaggi, canali ed altre proprietà del linguaggio, che non prende comunque in considerazione l'analisi dei significati presenti nelle unità di comunicazione; b) lo studio della semantica, che si occupa dell'analisi del significato dei simboli che vengono trasmessi da un individuo all'altro, presupponendo l'esistenza di convenzioni semantiche che permettano la trasmissione delle informazioni; c) lo studio della pragmatica, in quanto la comunicazione influenza il comportamento e il comportamento è comunicazione. I dati che vengono presi in esame sono: le parole, le loro configurazioni, i loro significati, il linguaggio del corpo ed i segni di comunicazione inerenti al contesto della comunicazione stessa (P. Watzlawick, 1967).

    Il genere umano può comunicare con svariate modalità espressive che utilizzano il linguaggio verbale e quello non verbale o del corpo; comunica con segni e con simboli; le modalità espressive evolvono nel tempo e si trasformano adattandosi alle esigenze individuali, all’ambiente, allo spazio ed al tempo.

    La comunicazione intesa come pura e semplice trasmissione unidirezionale delle informazioni, si concretizza tra tutti gli esseri viventi e, secondo alcuni studiosi, è possibile anche tra entità artificiali (macchine), ma il processo comunicativo degli esseri umani è molto di più: è la costruzione di una realtà e di una verità condivise, un atto di pura cooperazione (la struttura maieutica di D. Dolci⁸).

    Semplificando possiamo dire che la comunicazione verbale è rappresentata dalle parole e dai suoni onomatopeici, tipiche espressioni dei bambini piccoli. La comunicazione non verbale, può essere di tipo vocalico come il pianto, le grida, le variazioni di intonazione della voce, o mimico-gestuale, come gli sguardi, i sorrisi, lo sgranare gli occhi, i gesti, gli atteggiamenti del corpo.

    Per poter comunicare, usando la lingua parlata, sono necessarie abilità quali: a) il produrre i suoni, vocali e consonanti e di unirli insieme per formare le parole (abilità neuromotoria-articolatoria); b) l’ascoltare ed il percepire i suoni e c) di comprendere le parole (abilità uditivo-percettiva e cognitivo-linguistica). E’ inoltre necessaria la motivazione comunicativa, quella, cioè, di interagire con le altre

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