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Suoni e Ritmi della Terra
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E-book149 pagine1 ora

Suoni e Ritmi della Terra

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Info su questo ebook

Dietro ad ogni strumento musicale esistono secoli di storia, di leggende e di percorsi geografici ed evolutivi che ha acquisito passando di mano in mano dai vari popoli che lo hanno suonato, costruito e spesso anche venerato. Questo libro ci spiegherà la storia di vari strumenti musicali di varie parti del nostro pianeta andando a scavare nelle tradizioni e cercando di dare quante più informazioni e curiosità possibili. Gran parte è dedicata agli strumenti ritmici che in effetti sono quelli più suggestivi e pieni di storie ed aneddoti.

Lello Traisci nasce a Napoli nel quartiere Soccavo nel 1971.  Sin da piccolo si appassiona alla musica ed in special modo al genere etnofolk. Studia al liceo musicale Cesi Marciano di Napoli e consegue nel 1995 il V° anno in chitarra classica al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Oltre alla musica studia anche come perito agrario e nel 1990 consegue la maturità professionale. Nel 1998 prenderà l'attestato di secondo livello come animatore di comunità, confermandosi l'allievo più meritevole del biennio e subito comincia a lavorare nel terzo settore, assumendo nel tempo un ottima preparazione e professionalità. Riesce oltre al lavoro a compiere grandi attività musicali che mette sempre a disposizione delle classi sociali più deboli. Lello Traisci ad oggi risulta l'unico artista al mondo che si autoproduce e dona in omaggio i suoi cd per far sì che la cultura musicale etnopopolare non venga persa.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita19 set 2023
ISBN9791222449616
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    Anteprima del libro

    Suoni e Ritmi della Terra - Lello Traisci

    copertina

    Lello Traisci

    Suoni e Ritmi della Terra

    UUID: 795e49da-f870-4d40-972e-597198877d20

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Prefazione

    Introduzione

    Strumenti ritmici

    Tamburi a cornice

    Djembe

    Darbouka

    Congas

    Bongos

    Marimba

    Kalimba

    Cajòn

    Maracas

    Bastone della pioggia

    Triccabballacche

    Scetavajasse

    Putipù

    Marranzano

    Castagnette

    Gli Strumenti a Fiato

    Zufolo

    Launeddas

    Ciaramella

    Zampogna

    Ocarina

    Flauto di Pan

    Didgeridoo

    Armonica

    Strumenti a corde

    Lira

    Liuto

    L'oud o ud

    Mandolino

    Mandolino napoletano

    Kora

    Balalaika

    Ukulele

    Banjo

    Sitar

    Charango

    Conclusioni

    Nota dell'autore

    Prefazione

    Sono davvero contento e onorato di essere coinvolto in questo nuovo libro del mio carissimo amico Lello, che già col precedente lavoro Il Canto del Fiume della mia amata Terra di Lavoro, ha dimostrato quanto ama la cultura popolare e le sue antichissime tradizioni. Questa volta mi coinvolge per una prefazione di un nuovo straordinario libro pieno di racconti che con la sua pazienza e accuratezza ha saputo scrivere. È importante lasciare una traccia scritta su tutto ciò che fin ora ci è stato abilmente tramandato oralmente, grazie ai racconti dei nostri anziani, ma si sa le parole volano al vento ed è più che giusto che ci si impegni nel tramandarle ai giovani ed alle future generazioni lasciando loro dei testi ben curati. Per questo motivo che la mia ammirazione per Lello Traisci è sempre più forte. Sono contento di aver lavorato spesso con lui e di essere stato da stimolo per le sue ricerche musicali. Particolare m otivo di orgoglio è che il libro si apre con la storia dello strumento della nostra stradizione (‘a Tammorra) e che ho potuto collaborare nel racconto dello strumento ed essere parte attiva di questo paragrafo del libro. Detto questo auguro al lettore una buona lettura ed a Lello un ottimo proseguo del suo straordinario lavoro.

    Foto Marcello Colasurdo

    Introduzione

    Spesso ci approcciamo allo studio di uno strumento musicale e siamo curiosi di conoscere la sua storia, le sue origini. Cercandole troviamo tante informazioni che accrescono ancora di più la nostra curiosità. Dietro ad ogni strumento musicale difatti esistono secoli di storia, di leggende e di percorsi geografici ed evolutivi acquisiti passando di mano in mano dai vari popoli che lo hanno suonato, costruito e spesso anche venerato. Questo libro ci spiegherà la storia di vari strumenti musicali di varie parti del nostro pianeta andando a scavare nelle tradizioni e cercando di dare quante più informazioni e curiosità possibili. Gran parte è dedicata agli strumenti ritmici che in effetti sono quelli più suggestivi e pieni di storie ed aneddoti.

    Cominciamo col dire che sin dalla notte dei tempi l’essere umano ha cercato di comunicare servendosi di strumenti rudimentali ritmici o a fiato. Basti pensare all’uomo primitivo che batteva tronchi vuoti per comunicare a distanza, agli Osci (una popolazione di lingua indoeuropea di ceppo sannitico della Campania antica pre-romana ) che adoperavano grosse conchiglie per indicare il principio della giornata lavorativa ed il suo termine, alle clave che avevano la funzione di portare un ritmo ben cadenzato per vari riti religiosi e non.

    Quindi possiamo dire, senza ombra di dubbio, che sin dalle origini il rapporto musica – ritmo – essere umano è stato sempre stretto e sempre presente nella vita quotidiana di ogni individuo. Secondo l’opinione di molti studiosi, ricercatori, antropologi e musicisti, i primi strumenti musicali sono stati quelli ritmici in quanto l’essere umano per prima cosa ha voluto riprodurre il primo suono o ritmo che ha ascoltato ovvero il battito del cuore della Madre; in un secondo momento si è confrontato con li frastuono dei tuoni e molto probabilmente anche con i tremendi suoni che emettevano i vulcani durante le loro attività sismiche. Inoltre ha scoperto la musica melodiosa del canto dei volatili, il fruscìo del vento fra le foglie, il suono di un fiume etc.

    Così potrebbe essere nata la curiosità e la voglia di riprodurre questi suoni primordiali e si è data vita alla melodia. Cosa dire sono solo dei pensieri delle supposizioni che a mio parere si sposano molto bene e per quanto mi riguarda le approvo come tesi. Cominceremo col parlare di alcuni strumenti ritmici che hanno posto le basi a tanti vari altri strumenti e generi musicali.

    Strumenti ritmici

    Prima di addentrarci in questo nuovo percorso diamo una breve spiegazione di ciò che sono gli strumenti ritmici.

    Come abbiamo già detto l’uso degli strumenti ritmici accompagnano l’uomo sin dalla notte dei tempi, sono ritenuti tra gli strumenti più antichi subito dopo la voce umana.

    Gli strumenti a percussione sono tutti quegli strumenti che emettono suono – ritmo tramite battimento, o sfregamento o agitazione dovuto a bacchette, o ad oggetti simili, o alle mani.

    Tra gli strumenti ritmici troviamo gli idiofoni ossia quelli che emettono il suono dato solo dal materiale con cui sono costruiti, come ad esempio le castagnette, la marimba, le maracas, il marranzano e molti altri. Il termine idiofono viene dalle parole greche: idio – proprio e fono – suono. Oltre a questa categoria abbiamo i membranofoni ossia tutti quegli strumenti che suonano per mezzo delle vibrazioni di una membrana e qui ci troviamo tutti i tipi di tamburi. Detto ciò possiamo cominciare il nostro viaggio nel mondo degli strumenti ritmici e daremo inizio con quello che molto probabilmente è stato il primo strumento creato dai pastori per richiamo dei propri greggi, il tamburo a cornice.

    (Nella foto due flauti di canna, una sonagliera con guscio di castagne, due marranzani, un doppio campanaccio ed una sonagliera con campanelli di varia forma).

    (Nella foto due flauti di canna, una sonagliera con guscio di castagne, due marranzani, un doppio campanaccio ed una sonagliera con campanelli di varia forma).

    Tamburi a cornice

    Tra i più antichi strumenti musicali ritmici, che si trovano in tantissime iconografie e reperti di vario genere sono i tamburi a cornice, la loro presenza ha circa 6000 anni di storia e vari racconti ne narrano la loro nascita. Uno dei tanti racconti giunto fino ai giorni nostri, grazie alla tradizione e cultura orale che mi ha insegnato il maestro Marcello Colasurdo , è quello che narra che circa 6000 anni fa durante la transumanza, un pastore sacrificò il miglior montone che aveva nel gregge come atto di devozione alle sue divinità e su un rudimentale cerchio di legno stese il dorsale della pelle e lo incollò con la sesina degli alberi, ed al lato posteriore (nel cerchio) pose due rami a foma di croce che avevano il compito di non far deformare e storcere il cerchio una volta che la pelle fosse essiccata, fungevano anche da impugnatura. Con l’osso del femore sempre del montone fece il battente ricoprendo la punta sempre con la pelle, e così il pastore una volta essiccata la pelle cominciò a battere questo rudimentale tamburo ed il gregge udendo il suono familiare proveniente dalla pelle di un loro simile, lo seguivano.

    Molti sono i ritrovamenti in vari luoghi del mondo di divinità precristiane che hanno in mano una tammorra, ad esempio divinità che risalgono al IV secolo a.C. nell'antico regno Elamitico , o nel VII secolo a.C. in Palestina veneravano la dea Madre che vedremo raffigurata sempre con una tammorra in mano. Vi sono altre storie di divinità col tamburo a cornice, che ci piace ricordare, per far comprendere come è stato importante questo strumento musicale in vari luoghi, in diverse epoche e culture e culti. In Mesopotamia tra

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