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Primitive. Un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza
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Primitive. Un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza
E-book360 pagine4 ore

Primitive. Un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza

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Info su questo ebook

Nel romanzo "PRIMITIVE – Un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza", si intrecciano le storie di Kai e Stefano, due uomini provenienti da epoche diverse ma legati da un connubio invisibile.Kai, un essere primitivo che vive in simbiosi con la natura, abbraccia le leggi ancestrali e assorbe la saggezza della vita selvaggia.Nel contesto moderno, Stefano, pur essendo un manager di successo in una rinomata multinazionale, è tormentato da un vuoto interiore e dalla nostalgia dell'autenticità. Quando Stefano decide di abbandonare la sua vita per cercare un significato più profondo, l'anima di Kai emerge come guida invisibile. Grazie a intuizioni e riflessioni, Stefano risveglia parti sopite di sé grazie all'essenza di Kai. Guidato da questa connessione, intraprende un viaggio di trasformazione interiore, lasciandosi alle spalle la frenesia del mondo moderno per immergersi nella bellezza della natura.Nel frattempo, Kai affronta le sfide della sua epoca e, nonostante le difficoltà personali, cede la sua forza vitale a Stefano. Man mano che la connessione tra Kai e Stefano si approfondisce, il lettore è trascinato in un turbine di emozioni e scoperte. I legami tra le loro anime si fondono, superando i confini del tempo e dello spazio. Il culmine di questo scambio energetico rivela un'interconnessione profonda e trasformativa tra i due uomini, una simbiosi che va oltre ogni aspettativa.La tensione emotiva di "PRIMITIVE", stratificata nel corso dell'arco narrativo, raggiunge il suo apice in un finale sconvolgente, lasciando il lettore con una comprensione più profonda della connessione tra le anime di Kai e Stefano, e con una rinnovata consapevolezza dell'importanza di onorare l'anima e di ascoltarne il linguaggio profondo. "PRIMITIVE" rappresenta un memorabile viaggio letterario, che suscita nel lettore un desiderio di riflessione e discussione su profondi temi che trascendono la trama. Il romanzo esplora l'idea che l'anima sia un'entità autonoma e indipendente, che si manifesta attraverso simboli, sogni ed emozioni. I "Codici dell'Anima" emergono come strutture simboliche che influenzano i pensieri e i comportamenti umani, superando le barriere culturali e temporali.Con una prospettiva che trascende il tempo, "PRIMITIVE" invita i lettori ad esplorare il potere dell'anima selvaggia che risiede in ognuno di noi e a intraprendere un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza.Un romanzo inaspettato, sconvolgente e coinvolgente si svela tra le pagine di "PRIMITIVE", lasciando il lettore col fiato sospeso. BUONA LETTURA.
LinguaItaliano
Data di uscita17 nov 2023
ISBN9791221499438
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    Anteprima del libro

    Primitive. Un viaggio straordinario verso una nuova consapevolezza - Stefano Alfano

    CAPITOLO I

    Kai – Anima Selvaggia

    Era l’alba di un tempo lontano, un’epoca in cui la terra pulsava di una forza primordiale e l’uomo era solo un modesto frammento di quella selvaggia sinfonia.

    Nel crepuscolo dell’umanità, l’era glaciale avvolgeva il mondo in un manto di mistero sulla vita stessa.

    La natura regnava sovrana, con una ferocia ineguagliabile, e le montagne maestose si ergevano come guardiani silenziosi, celando i loro segreti sotto una coltre di nebbia.

    Il sole, timido, faceva capolino all’orizzonte, gettando i suoi raggi sulla distesa di praterie che si stendeva ai piedi delle vette imponenti. Quelle alture, spigolose e innevate, si innalzavano come simboli di potenza e grandezza, sfiorando il cielo con le loro cime.

    I ghiacciai sembravano lingue di cristallo che si prolungavano all’infinito, scintillando come gemme preziose, in armonia con il paesaggio maestoso. La loro luce, quasi divina, si rifrangeva tra il bianco dei ghiacci e l’azzurro del cielo, creando una visione di una bellezza sovraumana.

    In basso, nei canyon profondi, i fiumi, spesso gelati e minacciosi, portavano con sé la vita e la morte.

    Le cascate, maestose e potenti, solcavano il paesaggio, spruzzando l’aria con una nebbia gelida che pungeva la pelle e faceva fremere l’anima.

    Questi corsi d’acqua, come arterie vitali, erano testimoni del ciclo eterno della natura, in un’incessante alternanza tra la creazione e la distruzione.

    Nelle notti lunghe e cupe, il cielo stellato si stendeva sopra di loro come un manto di luce accecante.

    Le aurore boreali, con i loro colori vibranti, offrivano uno spettacolo raro che riempiva gli occhi di meraviglia e incantava l’anima.

    Era come se gli dèi stessero dipingendo un quadro con pennellate viola e blu sulla tela dell’eternità, regalando momenti di magia in un mondo altrimenti ostile.

    In questo scenario epico, la vita umana si svolgeva come un piccolo frammento nella grandiosa opera della natura, e gli uomini primitivi, in mezzo a tanta vastità e ferocia, cercavano di lasciare il segno.

    Nel cuore di questa terra incontaminata, Kai emergeva dalla penombra della foresta.

    Il suo corpo possente era scolpito dal duro lavoro e dalle lotte quotidiane per la sopravvivenza.

    Gli occhi intensi scrutavano il terreno con determinazione. Il suo petto si sollevava ritmicamente al ritmo del respiro, mentre si avvicinava a un mammut che brucava serenamente, inconsapevole della presenza dell’uomo che si stagliava nella sua prossimità.

    Il mammut, una creatura titanica dalla pelliccia grigia e dalle zanne affilate come spade di avorio, era un simbolo di potenza e dominio su quelle terre. Un nemico che sfidava l’uomo in una lotta senza esclusione di colpi.

    Il ruggito profondo dell’animale risuonò nell’aria, una sfida lanciata a quell’uomo che attraversava il suo territorio.

    Tuttavia, Kai, privo di paura, accettò il confronto. La scena era intrisa di una tensione palpabile. Il vento leggero si intrecciava tra le fronde degli alberi, producendo un sussurro sommesso che sembrava un inno all’incertezza. Il suolo, umido di rugiada, tremava sotto i piedi nudi di Kai, che era un tutt’uno con la terra che lo ospitava.

    Lentamente, l’uomo si avvicinò al mammut, i suoi movimenti erano fluidi come il volo di un’aquila. L’animale si voltò, gli occhi fulvi fissi sull’uomo. Era un momento di sospensione, in cui il tempo sembrava arrestarsi e il mondo intero conteneva il respiro.

    Poi, con un boato che fece tremare le montagne stesse, la battaglia ebbe inizio. Kai si muoveva con una grazia selvaggia, sfruttando ogni angolo e raggio di luce a suo vantaggio. Evitava le cariche furiose del mammut con una destrezza innata, cercando di colpire i suoi punti deboli. La sua unica arma era una lancia di legno, appuntita con una pietra affilata. Sebbene rudimentale, nelle mani di Kai diventava un’arma efficace, maneggiata con abilità e precisione.

    Il mammut, però, non si lasciava intimidire. Con un urlo di rabbia, scuoteva la testa, cercando di colpire Kai con le sue zanne. La sua forza era enorme, e ogni suo movimento faceva tremare il terreno. La sua pelliccia era spessa e resistente, e la sua pelle era dura come il cuoio. Era un avversario temibile, e Kai lo sapeva bene.

    La lotta continuava senza tregua. Kai e il mammut si sfidavano a vicenda, in una danza di morte. Il sangue scorreva dalle loro ferite, macchiando il suolo di rosso. Il sudore bagnava le loro fronti, mentre il respiro si faceva affannoso. Il dolore era intenso, ma non li fermava. Entrambi volevano vincere, a ogni costo. Ma solo uno poteva uscire vivo da quel duello. E Kai era determinato a essere lui.

    Con un grido di sfida, si lanciò verso il mammut, mirando al suo collo. Questo lo vide arrivare, e tentò di schivarlo.

    Ma era troppo tardi. La lancia di Kai si conficcò nella sua gola, spezzandogli il respiro.

    Il mammut barcollò, poi cadde a terra, con un tonfo sordo. Era morto. Kai si fermò, guardando il suo nemico sconfitto. Un misto di trionfo e ammirazione lo pervase. Aveva vinto, ma sapeva che il mammut era stato un avversario degno di rispetto.

    Si avvicinò al corpo inerte del mammut, accarezzando con delicatezza la testa in un gesto di gratitudine silenziosa. La sua mano, sebbene indurita dalla battaglia, era tenera nel suo addio.

    Estrasse la lancia, un’estensione della sua volontà, e la sollevò verso il cielo. Il suo grido di trionfo risuonò, un tuono solitario che si propagava attraverso la landa ghiacciata. Ma la sua vittoria non era solo un atto di forza fisica. Era un simbolo, un monumento al suo spirito indomabile, un inno alla sua resilienza.

    Aveva compiuto il suo destino, non come un semplice guerriero, ma come un eroe.

    E la sua storia, intessuta di coraggio e sacrificio, continuava a vivere, un’eco eterna nella vastità del tempo.

    CAPITOLO II

    Stefano – Una carriera ambiziosa

    La sala conferenze era avvolta da un’atmosfera elettrizzante, carica di aspettative e promesse di un futuro luminoso. Le pareti, adornate da sfarzosi pannelli di legno scuro, si distinguevano tra vetrate eleganti, attraverso le quali la luce naturale filtrava delicatamente, illuminando il vasto spazio con una lucentezza dorata.

    Un sontuoso tappeto blu intenso adagiato sul pavimento accoglieva con grazia ogni passo, diffondendo una sensazione di calma e fiducia nell'ambiente.

    Al centro della sala, un imponente tavolo di legno massiccio si estendeva per tutta la sua lunghezza, sorretto da gambe intagliate a mano con maestria.

    Poltrone di pelle erano disposte ordinatamente intorno al tavolo, in attesa dei partecipanti alla presentazione, emanando un'aura di autorità e prestigio. Ogni sedia era accuratamente posizionata per garantire massima visibilità e coinvolgimento durante l'incontro.

    Gli ospiti varcavano la soglia con abbigliamenti eleganti e impeccabili, rispecchiando l'importanza dell'occasione. Direttori, manager e funzionari di alto livello indossavano abiti scuri e cravatte raffinate, mentre le donne sfoggiavano completi sartoriali e gioielli sfarzosi.

    Nell'aria si percepiva una tensione palpabile, mischiata a una sottile competizione innata tra i partecipanti provenienti dai vari settori aziendali.

    Al centro della scena, io mi ergevo con sicurezza e carisma. Indossavo un impeccabile completo blu scuro su misura, con una cravatta di seta coordinata che richiamava i colori aziendali.

    I miei occhi irradiavano determinazione, e la mia voce risuonava con fiducia mentre mi preparavo a presentare i risultati ottenuti attraverso la mia strategia di marketing.

    Un gigantesco schermo a LED sulla parete di fronte a me mostrava una serie di grafici e diagrammi in movimento, visualizzando i risultati eccezionali conseguiti grazie alla mia strategia innovativa. I numeri si dispiegavano e rivelavano, illuminando l’ascesa delle vendite, l’ottimizzazione dei costi e l’espansione delle quote di mercato.

    Le espressioni dei presenti si alternavano tra stupore, ammirazione e il desiderio irresistibile di far parte di quel successo. I loro occhi brillavano intensamente, riflettendo entusiasmo e allo stesso tempo una sottile invidia.

    Ogni parola da me pronunciata risuonava nell'aria carica di energia, alimentando l'entusiasmo circostante. Tuttavia, non tutto era scontato. Durante la presentazione, si avvertiva una tensione nell'aria, gli occhi dei partecipanti scrutavano ogni dato, ogni affermazione, cercando conferme, sollevando dubbi e avanzando domande che mettevano alla prova la mia strategia e i risultati delle attività implementate nei mesi precedenti.

    Era una sfida profonda, ma che mi motivava ulteriormente, spingendomi a fornire risposte solide e convincenti.

    In quel momento di grande tensione, le mie parole si facevano ancora più decise e incisive. Ero pronto a difendere ogni aspetto della mia strategia con argomentazioni chiare, obiettivi raggiunti, ricerche, piani operativi dettagliati e ritorni sugli investimenti al di là delle aspettative.

    Gli sguardi dei presenti si incrociavano, e le domande di coloro che cercavano di mettermi in difficoltà aumentavano sempre di più.

    Le loro richieste erano appositamente provocative per mettermi alla prova, ma io le affrontavo con sicurezza, fornendo risposte pronte e argomentate che delineavano il futuro dell'azienda.

    Notai Sarah, la responsabile del dipartimento Finanziario, seduta nel primo rango. Le sopracciglia di Sarah erano leggermente aggrottate, segno della sua abitudine a valutare ogni aspetto finanziario con estrema attenzione. Nonostante il suo sguardo scettico, i suoi occhi rivelavano anche un briciolo di ammirazione. Era evidente che stava iniziando a considerare la possibilità di applicare alcuni dei miei concetti al suo settore.

    Ricky, il direttore delle Relazioni Esterne, si trovava al centro della sala, circondato da una montagna di documenti e dati. I suoi occhi brillavano di entusiasmo mentre osservava attentamente i numeri e i risultati che presentavo. La sua mente astuta e analitica era in piena euforia, cercando modi innovativi per integrare tali informazioni nelle attività esterne dell'azienda.

    Alex, un giovane manager specializzato in ricerche di mercato, analisi dei dati e comportamenti dei consumatori, aveva un'espressione entusiasta e attenta mentre seguiva la presentazione. Era evidente che Alex mi considerava un possibile mentore per il suo percorso professionale in crescita.

    Con il progredire della presentazione, i volti dei partecipanti si animavano sempre di più. L'ammirazione si diffondeva nell'aria, e le loro menti, chiare come cristalli scintillanti ai miei occhi, si infiammavano di creatività e visione.

    I loro cuori battevano all'unisono, colmi di entusiasmo e motivazione, finalmente pronti ad abbracciare la mia strategia.

    Ogni dato, ogni numero, ogni dettaglio accuratamente presentato suscitava ora una reazione di gioia e ammirazione nell'audience.

    Ero testimone di una trasformazione collettiva, di un cambiamento che si materializzava nelle espressioni e negli sguardi di coloro che mi ascoltavano.

    Uno dopo l'altro, i dubbi si dissolvevano, le domande trovavano risposta, e nei partecipanti si accendeva una fiamma di soddisfazione e fiducia. Era un momento in cui la chiarezza aveva soppresso l'oscurità dell'incertezza, e il mio obiettivo di guidarli attraverso il labirinto delle perplessità stava portando i suoi frutti.

    Le parole fluivano con forza e chiarezza, mentre il mio respiro si amalgamava con l'energia e la passione che permeavano l'intera sala. Dietro ogni slide, ogni grafico e ogni risultato presentato, c'erano mesi di duro lavoro, sacrifici e dedizione. E quel lavoro si traduceva ora in un successo straordinario, che era tangibile nell'aria stessa.

    La tensione lasciava spazio a un profondo senso di gratificazione e adesione. Ogni singola persona presente aveva trovato il proprio posto in quella visione di successo.

    Al termine della mia presentazione, un silenzio momentaneo pervase la sala, come se l'intero pubblico fosse sospeso nell'attesa di una reazione collettiva. I loro sguardi erano carichi di emozione, mentre le mie parole di chiusura si diffondevano nell'aria come un'onda di energia.

    Poi, improvvisamente, l'applauso esplose come un tuono fragoroso. Era un boato di consensi che risuonava nel profondo, un inno di tributo all'entusiasmo e all'impegno che avevo investito in quel lavoro. Le mani dei colleghi direttori si unirono in un gesto di riconoscimento, scandendo il ritmo trionfante della vittoria.

    Sembrava che quel momento magico si prolungasse all'infinito, un'esplosione di complimenti e apprezzamenti. Ogni applauso era un omaggio al mio impegno incessante per condurre l'azienda a nuove vette di successo.

    Le parole di ringraziamento riempirono l'aria come petali di una fioritura primaverile.

    Sorrisi soddisfatti illuminarono i volti dei partecipanti, mentre i loro sguardi di ammirazione riflettevano lo stupore per l'energia, la passione e la dedizione che avevo profuso nel portare avanti la mia visione.

    Mi sentii gratificato, onorato, e dal profondo del mio cuore, ringraziai ognuno di loro, sapendo che senza il loro sostegno e la loro fiducia, tutto ciò non sarebbe stato possibile.

    Mentre i presenti si alzavano pian piano per lasciare la sala conferenze, una sensazione di orgoglio e soddisfazione rimase nell'aria. Le pareti avevano assistito a una battaglia d’idee e ambizioni, mentre la luce che filtrava attraverso le vetrate continuava a illuminare la strada verso un futuro di successi ancora più grandi.

    Era un momento che avrei conservato nel cuore, un punto di svolta che avrebbe segnato la mia carriera e la mia vita.

    Dopo la presentazione trionfale, cercai un momento di tranquillità per raccogliere i miei pensieri e godermi l'effetto dell'adrenalina che ancora pulsava nelle mie vene. Mi avviai verso l’area break dell'ufficio, deciso a prepararsi una tazza di caffè fortissimo, una bevanda che avrebbe scosso i miei sensi aiutandomi a trovare qualche istante di calma.

    Entrai in quella stanza spaziosa e moderna, illuminata da luci soffuse che rispecchiavano l'atmosfera serena del palazzo di vetro in cui mi trovavo. Le finestre enormi si estendevano dal pavimento al soffitto, offrendo una vista mozzafiato sulla città sottostante.

    Mi sedetti su una poltroncina di fronte a una di queste finestre, e come spesso mi succedeva dopo queste riunioni estenuanti, il mio sguardo e i miei pensieri iniziarono a vagare oltre i confini dell'edificio, verso orizzonti lontani e sconosciuti.

    Inaspettatamente, un suono di passi decisi si fece strada attraverso la porta, interrompendo il mio momento di riflessione idilliaca.

    I miei occhi si posarono sull'ingresso, e immediatamente riconobbi la figura di Ricky, un caro amico e stimato collega di lavoro. La sua presenza aggiunse un tocco di familiarità e calore all'atmosfera della sala.

    Con grazia e determinazione, Ricky attraversò la soglia, emanando un'aura di professionalità che permeò immediatamente l'ambiente circostante. Era una figura di grande rispetto nel mondo aziendale e rappresentava una fonte d’ispirazione per coloro che si trovavano a confrontarsi con le sfide e le responsabilità del contesto lavorativo. La sua presenza trasmetteva fiducia, e il suo carisma si diffondeva tra i colleghi, creando un ambiente di lavoro davvero motivante.

    Amico e collega di lunga data, Ricky si distingueva per la sua straordinaria presenza e l’incantevole magnetismo. Il suo viso, dalle linee pulite e ben curate, donava al suo aspetto un'eleganza senza tempo.

    I suoi occhi scuri, profondi e penetranti, riflettevano un'intelligenza vivace e una determinazione incrollabile, oltre che una profonda conoscenza delle persone e del mondo aziendale.

    I capelli, una volta corvini e fluenti come seta, avevano ceduto alla carezza del tempo, ma la sua autorevolezza e il suo stile rimanevano intatti, creando un equilibrio tra la sua presenza carismatica e la sua maturità.

    In qualità di Direttore delle Relazioni Esterne, incarnava l'autorità e la fiducia in ogni aspetto del suo lavoro. Gestiva con maestria le interazioni con i partner esterni e le autorità pubbliche, creando legami solidi che contribuivano in modo significativo all'espansione dell'azienda.

    La sua reputazione era stata forgiata attraverso anni di relazioni aziendali di successo, in cui aveva dimostrato la sua straordinaria abilità nel gestire situazioni complesse e nel prendere decisioni fondamentali.

    Nonostante la sua aura di potere, si distingueva anche per la sua empatia e la sua dedizione per le esigenze personali e professionali dei suoi colleghi. Era una figura rispettata e amata da tutti coloro che avevano avuto il privilegio di lavorare al suo fianco.

    Ma ciò che lo rendeva davvero unico era il suo talento nel creare momenti di leggerezza e divertimento nell'ambiente aziendale. Ogni occasione speciale, come gli eventi annuali, o le cene di Natale, diventavano l'occasione per uno spettacolo personale. Riusciva a trasformare i paradossi del mondo aziendale interno, le persone, e i rigidi requisiti dei processi in fonti di umorismo e stupore. Le sue battute e le sue imitazioni erano estremamente divertenti, scatenando in noi irresistibili scoppi di risate e sciogliendo la tensione che spesso accompagnava la routine lavorativa.

    Era un regalo prezioso per tutti noi, un modo per ricordarci di non prendere troppo sul serio noi stessi e il mondo che ci circondava.

    Io e Ricky eravamo molto più di semplici colleghi, la nostra amicizia si estendeva ben oltre l'ambito lavorativo. Avevamo condiviso così tante esperienze insieme che eravamo diventati quasi come una famiglia.

    Dai nostri reciproci matrimoni ai figli, dalle serate trascorse in allegria nei pub del quartiere alle avventure in montagna durante le vacanze estive, ogni momento della nostra vita sembrava intrecciarsi in modo indissolubile.

    Le risate condivise nei momenti di felicità, il sostegno reciproco nei momenti difficili e la complicità che ci legava facevano sì che la nostra amicizia fosse davvero unica e speciale. Era evidente per chiunque ci conoscesse che il nostro legame era molto più profondo di una semplice relazione lavorativa.

    Eravamo complici di avventure e confidenti di segreti, e ogni momento trascorso insieme era un tesoro prezioso che arricchiva le nostre vite.

    «Ehi Ricky, Ciao. Non pensavo di trovarti ancora qui, ma devo confessare che sono davvero felice di vederti.» Dissi con un sorriso sincero mentre mi avvicinavo al mio amico di lunga data.

    Lui alzò lo sguardo e sorrise a sua volta, accogliendomi con un caloroso abbraccio. «Ciao Stefano! Oh sì, ho volutamente atteso qui per poterti incontrare. Desideravo congratularmi personalmente con te, poiché credo che una semplice telefonata o email non poteva rendere giustizia all'eccezionale impegno che hai profuso, e a quanto sono profondamente commosso.»

    Un leggero e timido rossore si diffuse sulle mie guance, toccato da quell’all'affetto. «Ti ringrazio amico mio. Devo confessarti che quando mi stavo preparando per quella presentazione, provavo un mix travolgente di emozioni, tra eccitazione e ansia.

    La prospettiva di condividere quei risultati e le mie idee mi ha messo a dura prova. Ma la tua presenza in quella riunione, in qualche modo, ha agito come un calmante. Come pensi sia andata, alla fine?» Chiesi, desiderando di conoscere il suo parere sincero.

    Prese un momento per riflettere, fissando la mia espressione ansiosa. «Ascolta, devi capire che non c'era motivo di preoccuparsi così tanto. Conosci la materia in profondità e hai sempre dimostrato una passione travolgente. Quella presentazione era destinata a brillare, e così è stato.»

    Mi sentii sollevato dal peso che avevo portato con me fino a quel momento. «A volte, ammetto che la mia mente tende a giocarmi brutti scherzi, facendomi dubitare di me stesso. Ma apprezzo immensamente il tuo sostegno incondizionato. Alcune domande e i tanti dubbi emersi erano leciti, e io non avevo le risposte. Ho dovuto improvvisare e fare leva sulle mie conoscenze e le mie intuizioni. Pensi che siano state percepite e accettate? Dimmi la verità.»

    Dopo un breve istante di silenzio, rispose mantenendo fede alla mia richiesta.

    «Posso dirti con sincerità che la presentazione è stata fenomenale. Dall'inizio alla fine, ci hai lasciato incantati tutti.

    Coinvolgente fin dal primo istante. Hai saputo catturare l'attenzione del pubblico con una combinazione di eloquenza e passione. La tua esposizione dettagliata ha dimostrato che hai padronanza della materia e hai saputo instillare curiosità nei presenti.» Osservò. «Devo ammettere che sono rimasto colpito, e non ho visto molti relatori dotati del tuo carisma innato.» Continuando con un entusiasmo sincero, e sottolineando la profondità delle sue impressioni.

    Accettai i complimenti con gratitudine, un sorriso di gratificazione era dipinto sul mio volto.

    «Wow, grazie mille. Le tue parole significano molto per me. Sai, non è sempre stato così. Posso ancora ricordare quando ero un po' più giovane, la prospettiva di parlare in pubblico era sufficiente a farmi tremare le gambe.»

    Ricky annuì, riflettendo sulla trasformazione incredibile che avevo subito.

    «È davvero sorprendente come tu sia cresciuto, Stefano. Hai superato le tue insicurezze in modo così determinato, ed è proprio questa evoluzione che rende la tua storia così ammirevole.»

    Mi presi un momento per riflettere, mentre un'ombra di nostalgia traspariva dai miei occhi.

    «Apprezzo davvero il tuo sostegno. Ma devo confessarti una cosa, ultimamente ho iniziato a provare una sensazione strana. Non riesco più a godere appieno dei successi, del lavoro che faccio, persino di questa azienda in cui lavoro. È come se stessi perdendo il contatto con lo Stefano che ero un tempo. È difficile da spiegare, ma mi sembra di essere diventato uno straniero nella mia stessa pelle. Questa sensazione di vuoto e inadeguatezza mi assale di continuo, e mi sono chiesto se la persona di successo che gli altri vedono sia davvero chi sono io.»

    Lui mi fissò con attenzione, comprendendo la gravità di ciò che stavo condividendo.

    «Percepisco che qualcosa ti sta turbando profondamente. Ma sai, anche i più grandi successi possono far emergere questioni profonde. Ma voglio che tu sappia che sei autentico e straordinario proprio come sei. Tutte le tue conquiste sono il risultato del tuo duro lavoro e della tua dedizione. Non lasciare che l'ansia ti distolga dalla realtà. Possiedi un talento unico nell'arte di narrare storie straordinarie e nell'abilità di guidare progetti di lavoro che costantemente raggiungono il massimo successo. Questa fase passerà, credimi. Continuerò a essere qui per te, come sempre. Comunque comprendo, nonostante tutti i traguardi che hai conquistato, sembra che il successo non ti stia regalando la felicità e la soddisfazione che tanto speravi e desideravi ottenere. Ma posso chiederti cosa ti sta facendo sentire così distante da te stesso? È successo qualcosa che sta influenzando questo stato d'animo?»

    Presi un respiro profondo, raccogliendo i miei pensieri prima di rispondere.

    «È davvero difficile da spiegare. Nonostante tutte le realizzazioni professionali che ho ottenuto, sento un vuoto interiore che continua a crescere. È come se mi mancasse qualcosa importante ed essenziale che non riesco a individuare con chiarezza. Inizio a domandarmi se tutto ciò che ho ottenuto sia veramente ciò che desidero. Un conflitto interiore, come se avessi smarrito la mia identità lungo il percorso.»

    Ascoltando con attenzione e rispettando la mia vulnerabilità, lui rispose con voce confortante.

    «Comprendo il conflitto interiore che stai vivendo. È davvero significativo interrogarsi se il nostro successo rispecchia veramente la nostra identità. Ma sai, questo tipo di riflessioni emergono quando si raggiungono traguardi importanti. Il successo può portare con sé una serie di sfide interiori, e il desiderio di allinearsi con i nostri valori personali può diventare più intenso. Ma voglio che tu sappia che è un processo normale, e che molte persone attraversano fasi simili. Questo momento d’introspezione potrebbe rivelarsi un'opportunità per riconnetterti con te stesso, con le tue autentiche passioni e aspirazioni. Potrebbe essere un passo verso una nuova evoluzione personale. Ma hai mai pensato a ciò che veramente brucia dentro di te, alle tue passioni autentiche e ai desideri più profondi? Magari, ricollegandoti alle tue radici, potresti scoprire una nuova profonda consapevolezza di te stesso.»

    Un’ombra di pensieri era dipinta sul mio volto. «Ecco, hai colto esattamente il punto. Mi rendo conto che nel corso degli anni ho messo in secondo piano molte delle mie passioni e dei miei sogni, tutto per perseguire una carriera di successo. Inizio a interrogarmi se tutto ciò che ho raggiunto ha davvero un significato profondo per me, se mi ha reso autenticamente felice. Sto avvertendo un crescente bisogno di riscoprire ciò che mi fa vibrare, di ritrovare un senso di autenticità che forse ho trascurato. Ma voglio chiarire una cosa, il lavoro mi piace, mi dà una certa soddisfazione, la mia famiglia e i miei figli sono una fonte di gioia inestimabile. Tuttavia, qui sto parlando di qualcosa che va ben oltre il lavoro, ben oltre il contesto familiare. Sto cercando qualcosa che tocchi le profondità del mio essere.» Ricky annuì comprensivo.

    «Capisco perfettamente ciò che intendi. Questo percorso di auto-riflessione che stai intraprendendo è cruciale e di fondamentale importanza. È il momento di ascoltare profondamente il tuo cuore e seguire le tue intuizioni interiori, un'opportunità per esplorare le parti più autentiche di te stesso. È meraviglioso che tu sia disposto ad affrontare questo viaggio interiore. Ricorda che la tua evoluzione non finisce, e che ogni passo verso la riscoperta di te stesso è un passo verso una vita più appagante e significativa.

    Con un cenno di assenso grave, dissi: «Sai, ho trascorso innumerevoli ore in contemplazione su questo particolare aspetto. Ho iniziato a percepire che è giunto il momento di fare un passo indietro, di riconnettermi con la mia essenza e con le cose che veramente riempiono il mio cuore di gioia e soddisfazione. Avverto l’urgenza di trovare un equilibrio tra il mio percorso professionale e la mia autenticità interiore.» Il suo sorriso risplendeva, un riflesso della mia determinazione che lui tanto apprezzava.

    «Sono davvero felice che tu stia riconoscendo questa necessità. Affrontare questa ricerca interiore richiede coraggio, amore e una profonda dedizione verso te stesso. Trovare l'equilibrio tra la tua carriera e

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