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Tutto sommato...Professore!: Memorie tra Cielo e Terra
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E-book149 pagine1 ora

Tutto sommato...Professore!: Memorie tra Cielo e Terra

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Info su questo ebook

Cos’è la vita, in fondo, se non una raccolta di immagini, colorate, grigie, belle, brutte, che formeranno la tua collezione di ricordi, il tuo album fotografico che sfoglierai da vecchio, nell’illusorio tentativo di fare a ritroso il viaggio?”

E’ il racconto dei momenti significativi di una vita che si divide tra carriera universitaria e passione per il volo. Dalla Grecia all’Italia, tra cielo e terra, si dispiegano le emozioni, i sogni e i rimpianti di un professore che ha sempre amato il suo lavoro.
"Come tutti gli oggetti antichi da collezione, anche i ricordi hanno valore: se ogni essere umano potesse depositare i suoi ricordi in una “banca”, in uno scrigno alla portata di tutti, quale dono per le future generazioni!”
LinguaItaliano
EditoreHermelinda
Data di uscita25 feb 2024
ISBN9791223011218
Tutto sommato...Professore!: Memorie tra Cielo e Terra

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    Anteprima del libro

    Tutto sommato...Professore! - Luigi Tulipano

    Tutto sommato…professore!

    Memorie tra Cielo e Terra

    Luigi Tulipano

    Copyright 2024 Hermelinda (Raffaella Tulipano, figlia dell’autore)

    Prima edizione a distribuzione limitata: 2017

    Seconda edizione riveduta: 2024

    Copyright © Hermelinda

    Tutti i diritti riservati, nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione dell’Autore, ad eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

    layout by Ayesha

    Cover Art by Luigi Tulipano

    Raffaella, figlia mia,

    al dolce suono delle elleniche melodie

    scrivo della mia vita, come hai voluto.

    Non sono un romanziere,

    ma se qualcuno leggerà

    chi mi ha amato mi riconoscerà!

    chi mi ha odiato, si ricrederà?

    Prefazione

    di Raffaella Hermelinda

    Nel suo ultimo anno di vita mio padre ha cominciato a scrivere questo libro di memorie. Ero stata proprio io a suggerirgli di mettersi a scrivere qualcosa di diverso rispetto alle pubblicazioni scientifiche. Credevo che scrivere di sé ed essere portato a rievocare i momenti significativi della sua vita potesse aiutarlo a trovare un senso nella sua esistenza che, a causa di precarie condizioni di salute, volgeva inesorabilmente al termine. Come scrittrice, ho sempre ritenuto che la scrittura abbia un misterioso potere: è in grado di cambiare la vita sia di chi scrive, sia di chi legge. Chi scrive si trova di fronte a sé stesso, in un silenzioso dialogo che scorre insieme ai pensieri, alle emozioni e ai sogni. Chi legge si ritrova in questo fiume e avvia un dialogo con l’anima dello scrittore, ma anche con sé stesso, intraprendendo un viaggio dal quale potrebbe ritornare profondamente trasformato.

    Mio padre aveva terminato una prima edizione di questo libro e ne aveva realizzato un libretto auto-stampato, distribuendone poche copie a persone care. Aveva intenzione di realizzarne una successiva riedizione, aggiungendo altri capitoli e frammenti, perché ci sarebbe stato sicuramente tanto altro da scrivere e raccontare, ma purtroppo non gli è stato possibile. A distanza di sette anni dalla sua scomparsa ho finalmente sentito l’impulso di non lasciare il libro in una cartella di un computer, ma di dargli luce e pubblicarlo, come mio padre avrebbe sicuramente gradito. Ho lasciato che il testo sia il più possibile fedele all’edizione originale.

    In memoria del mio caro papà, con affetto

    INDICE

    Premessa

    Accarezzato dal vento di guerra

    Mamma e papà raccontano

    L’adolescenza: pronto al decollo

    The flying mustache

    La esaltante pausa: un anno con le Linci

    Il tuffo: la strada giusta

    Chi lascia la strada vecchia …

    Tornato all’ovile

    Gli intermezzi: volare da protagonista

    Non solo rose e fiori

    Ritorno alla culla

    Postfazione

    Sull’ autore

    Appendice Tutto Sommato…

    Premessa

    Per usare un termine aviatorio, sono arrivato in corto finale, la soglia pista si avvicina velocemente.

    Ormai non è più tempo di azione, solo di riflessione.

    Cos’è la vita, in fondo, se non una raccolta di immagini, colorate, grigie, belle, brutte, che formeranno la tua collezione di ricordi, il tuo album fotografico che sfoglierai da vecchio, nell’illusorio tentativo di fare a ritroso il viaggio.

    Come tutti gli oggetti antichi da collezione, anche i ricordi hanno valore: se ogni essere umano potesse depositare i suoi ricordi in una banca, in uno scrigno alla portata di tutti, quale dono per le future generazioni!

    Ma non è la pretesa di distribuire perle di saggezza che mi ha indotto a scrivere queste pagine: solo il divertente tentativo di sfogliare il mio album in maniera più ordinata.

    Divertente? Mica tanto! Non avevo messo in conto che avrei rivissuto anche dolorosi e tristi momenti, che avrei rivisto i volti, riascoltate le voci di tante, troppe figure che hanno calcato intorno a me il palcoscenico della vita, recitando la tragedia.

    Capitolo

    01

    Accarezzato dal vento di guerra

    Appartengo alla generazione nata tra il fragore delle bombe, troppo tardi per ricordarne i boati, troppo presto per non esserne coinvolto.

    Si, bombe che cadevano sulla stupenda isola dove sono nato. Incastonata nel Mare Egeo, parte dell’arcipelago del Dodecaneso, strappato all’Impero Ottomano, c’era mio Padre dal 1927. Aiutato dal fascino della sua divisa della Regia Aeronautica, conquistò il cuore della bella isolana, mia Madre. La famiglia si completò con mio Fratello ed io.

    Il mio primo fu un volo di guerra su un aereo militare che ci portava in Italia, bersaglio delle cannonate inglesi che cercavano di farci inabissare. Avevo solo nove mesi, ricordo la guerra dai racconti dei miei genitori.

    Brindisi, Lecce, Capua e, nuovamente, Lecce sono state le mie tappe da bimbo. Un ricordo visivo è vivo in me: un prosciutto tagliato per festeggiare, con amici e colleghi di mio Padre, la fine della guerra. Così come ancora ricordo l’irruzione di soldataglia ubriaca in un parco cittadino e la conseguente fuga di mamme e bimbi in preda al terrore: quei negri brandivano minacciosamente mazze e baionette, gridando incomprensibili frasi.

    Da quel periodo i miei ricordi sono chiari; l’asilo, le elementari ed il suo preside al quale un triste giorno porgemmo mazzi di fiori perché ornasse la bara del suo Figlio, Tenente della Aqui, rimpatriato da Cefalonia.

    Lecce era bellissima, ancora una visione come vissuta da pochi minuti: il colore dorato di un tramonto tingeva le antichità greco-romane ed io, solo per strada immerso in quella luce, scoppiai a piangere; chissà perché!

    Le ferite di guerra erano ancora aperte nei corpi e nelle menti degli Aviatori superstiti che popolavano il Villaggio Azzurro dove iniziava la mia pubertà.

    Era il tempo della ricostruzione, noi ragazzini eravamo particolarmente coccolati da Mamma Aeronautica: in volo ammassati nelle fusoliere dei sopravvissuti S 82, feste con regali, cinema all’aeroporto, gite e tant’altro. Giochi, anche pericolosi, di noi ragazzini, spesso interrotti dal rombo dell’aereo che sorvolando basso il Villaggio segnalava Butta la pasta che sto arrivando! Un clima allegro, di tanto in tanto rotto dalla tragedia. Sopravvissuti alla guerra, tanti sono ancora caduti. Quella bella signora, la fresca sposa del Tenente, con un abito rosso sgargiante, ferma sulla spiaggia da giorni con lo sguardo verso la turchina linea di confine tra cielo e Mar Adriatico, nella vana attesa di veder comparire l’argentea sagoma che le avrebbe dovuto riportare il suo amore! Ma Lui, ingannato da un falso radiofaro, giaceva massacrato in terra slava.

    La scuola: dove si andava ammassati nella vecchia ansimante Carolina che spesso si rifiutava di proseguire, piantandoci affamati in mezzo ai campi.

    L’amichetto che in una di quelle occasioni mi propone di rubare finocchi! Io che gli dico:" No! Chiediamoli al contadino, ci vede stanchi ed affamati, ancora lontani da casa; vedrai che ce li regala! Infatti, strappa due finocchi e ce li porge.

    Grazie! Gli diciamo, e lui: Graaazie? andò stann ‘l terrris? (traduzione: grazie? Dove stanno i soldi?) e ce li strappa di mano!

    Mi fa l’amichetto:" Hai visto, a

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