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Down & Dirty: Axel (Edizione Italiana): Dirty Angels MC (Edizione Italiana), #5
Down & Dirty: Axel (Edizione Italiana): Dirty Angels MC (Edizione Italiana), #5
Down & Dirty: Axel (Edizione Italiana): Dirty Angels MC (Edizione Italiana), #5
E-book321 pagine4 ore

Down & Dirty: Axel (Edizione Italiana): Dirty Angels MC (Edizione Italiana), #5

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Info su questo ebook

Benvenuti a Shadow Valley, dove regna il Dirty Angels MC. Preparatevi ad affrontare quest'avventura a muso duro… Questa è la storia di Axel.

 

Per un poliziotto che ama una donna nata e cresciuta in un club di motociclisti, la vita può diventare complicata…

 

Sebbene nelle vene di Axel scorra impetuoso il sangue del club, tutti lo disprezzano perché è un poliziotto. Lo odiano anche perché la sua famiglia, anni fa, ha voltato le spalle non solo al club ma al suo stesso fratello: Zak, il presidente del Dirty Angels MC. Tuttavia, Axel ama Bella da sempre ed è rimasto in disparte mentre lei sposava l'uomo sbagliato, un mostro che le ha reso la vita un inferno; eppure lei è ancora la persona più forte che Axel conosca. Nonostante la rivalità tra le loro famiglie, questa volta non permetterà a niente e a nessuno di ostacolarlo nel farla sua.

 

In tutta la vita, Bella non ha conosciuto altro che motociclisti alfa. Il matrimonio con uno di loro si è trasformato in una tragedia che le ha rovinato l'esistenza. Non è più stata la stessa dopo quella fatidica notte in cui è stata soccorsa da Axel. Anche se rimane ai margini della sua vita, lui è sempre lì: la osserva, l'aspetta e si preoccupa per lei… soprattutto quando un club rivale continua a creare caos nelle loro vite.

 

Come quelle di Romeo e Giulietta, le loro famiglie non si accetteranno mai a vicenda, ma Axel e Bella sono determinati ad abbattere il muro che li divide.

 

Nota: Down & Dirty: Axel è il quinto libro della serie Dirty Angels MC. Si consiglia vivamente di leggere questa serie di 10 libri in ordine. Non ci sono tradimenti, non ci sono cliffhanger nelle relazioni e, come sempre, c'è un finale da "vissero tutti felici e contenti".

LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2024
ISBN9798224205172
Down & Dirty: Axel (Edizione Italiana): Dirty Angels MC (Edizione Italiana), #5
Autore

Jeanne St. James

JEANNE ST. JAMES is a USA Today and international bestselling romance author who loves an alpha male (or two). She writes steamy contemporary M/F and M/M romance, as well as M/M/F ménages, and has published over 60 books (so far). She also writes M/M paranormal romance under the name: J.J. Masters.

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    Anteprima del libro

    Down & Dirty - Jeanne St. James

    Capitolo Uno

    Tre mesi dopo

    Bella, in piedi dietro il bancone del club, osservò Zak, l’attuale presidente. Si sperava che lo restasse anche in futuro, dato che nelle settimane successive ci sarebbero state le elezioni.

    Dopo aver spodestato Pierce un paio di mesi prima, poiché quell’uomo era davvero un gran bastardo, Zak era tornato al suo ruolo iniziale, e cioè quello di guida del club. Bella immaginò che fossero tutti contenti della situazione, a eccezione di Pierce.

    Credi che riuscirai a gestire tutto? le chiese Z. Lo avrei chiesto alla mia signora, ma dal momento che è incinta, preferirei non metterle più pressione di quella che ha già con la pasticceria.

    Vogliamo assumere altre due persone per aiutarci nel periodo delle feste, Z.

    Lo so, dannazione. Sono stato io a suggerirvelo.

    Bella strinse le labbra per combattere la tentazione di rispondergli a brutto muso. Voleva bene a Z, ma ultimamente era diventato un tantino irritabile e protettivo nei confronti di Sophie e del nascituro.

    Bella lo capiva, ma forse Zak stava cominciando a esagerare. Soprattutto perché la coppia viveva ancora sopra la pasticceria e lui, fin troppo spesso, scendeva a controllare la moglie. Gironzolava nel negozio, sempre con gli occhi aperti nel caso in cui quegli stronzi degli Shadow Warriors decidessero di farsi vedere.

    I Warriors le avevano già devastato il negozio una volta, perciò potevano sempre ritentare. Qualche tempo prima, il club rivale aveva persino tentato di rapire Sophie. Fortunatamente avevano miseramente fallito, ma non significava che non avrebbero potuto riprovarci, soprattutto dal momento che Z era tornato a essere il capo del club. E quegli infami di sicuro ce l’avevano a morte con lui.

    Peggio ancora, purtroppo non avevano fallito in tutti i loro tentativi di rapimento. No, niente affatto.

    Kiki, Jazz e Jewel avevano sofferto per mano loro.

    Sì, è tutto sotto controllo, Z.

    Chiedi a tutte le donne di aiutarti.

    Hai intenzione di darmi altri ordini o mi lasci fare da sola? sbottò lei.

    Z si accigliò e prese il boccale di birra che Bella gli aveva versato. Se ne scolò un po’ e poi lo sbatté sul bancone prima di passarsi il dorso della mano sulla bocca, per rimuovere eventuali tracce di schiuma dalle labbra.

    Hawk arrivò dietro di lei e le mise una mano sulla spalla. Non farci caso, Z ha gli ormoni a palla peggio di Sophie.

    Non dire stronzate, borbottò il presidente nel boccale.

    Hawk, cugino di Bella e vicepresidente del club, afferrò una bottiglia di Jack Daniel’s che si trovava lì vicino e se ne versò uno doppio. Lo mandò giù in un sorso, poi emise un soffio tra i denti dovuto al bruciore dell’alcol. "Deduco che ti ha appena chiesto di dirigere la raccolta fondi per Toys for Tots?"

    Hawk prese di nuovo la bottiglia e la inclinò verso di lei in segno di offerta. Bella annuì. Il cugino afferrò un secondo bicchierino e versò a entrambi doppia dose.

    Bella fissò il liquido ambrato. Sì, e ho accettato volentieri. Sono davvero contenta che il club stia tornando in carreggiata ora che Pierce è fuori dai giochi.

    Era ora, borbottò Hawk, poi inclinò la testa all’indietro per tracannare il contenuto del cicchetto. Lo sbatté sul bancone e si passò una mano sui capelli tagliati alla moicana. Kiki ti aiuterà.

    "La aiuteremo tutti, annunciò Ivy, che si era appena avvicinata al bar. Bella rivolse a sua sorella uno sguardo pieno di gratitudine. Finalmente. Era da anni che non organizzavamo una raccolta fondi per bambini bisognosi."

    "Forse vuoi dire che la aiuterete tutte, chiarì Jag, la dolce metà di Ivy, che subito dopo sollevò il mento verso Hawk. Passamene un po’."

    Con un gran sorriso, Hawk versò una doppia dose di liquore anche al Road Captain del club. Peccato che faccia troppo freddo per una corsa natalizia di beneficenza.

    Jag fece spallucce. Magari ne organizzo una la prossima estate. Oppure possiamo aspettare che qualcuno si faccia mettere in cella così da farla passare come lavoro socialmente utile.

    Z fece una risatina nasale. Già, come abbiamo fatto con Chicken Hawk.

    Io ho già dato, ricordò Hawk al fratello.

    E ne hai anche beneficiato parecchio, gli disse Jag ridendo. Se non fossi finito in prigione, non saresti qui a farti le coccole con l’avvocato del club.

    Non sono il tipo da coccole, borbottò Hawk.

    Con un tempismo perfetto, Kiki entrò attraverso le doppie porte a battente della cucina che si trovava tra il bar privato e il The Iron Horse Roadhouse, il bar pubblico del club gestito da Hawk.

    Non credergli, ribatté lei a gran voce, mentre si avvicinava con il suo abbigliamento da lavoro attillato e sexy e le tipiche décolleté con tacco a spillo. Guardò il suo uomo con occhi vispi e maliziosi. Le coccole gli piacciono eccome. È un professionista.

    All’improvviso, qualcuno sbatté una mano sul bancone facendo sobbalzare Bella. Tutti si voltarono verso l’estremità del bancone e notarono Grizz, il membro più anziano del club, comodamente seduto a sorseggiare una birra. Fottute donne, brontolò lui.

    Tutti aspettarono che finisse di elaborare quel pensiero, ma il vecchio si limitò a portarsi il boccale alle labbra, a malapena visibili a causa della barba grigia, arruffata e decisamente troppo lunga. Buttò giù un lungo sorso.

    Dopo che tutti ebbero rivolto all’anziano qualche occhiataccia, Kiki scivolò tra Hawk e Bella. Sarei felice di aiutarvi. Preparerò una cassetta per la raccolta fondi nel mio ufficio. Potremmo piazzarne una anche in pasticceria.

    Non dimenticare l’officina e il banco dei pegni, aggiunse Ivy. Posso creare un sito web per aumentare le donazioni.

    Porta una cassetta anche da Crow e Dawg, aggiunse Jag.

    Secondo te lo strip club è un posto adatto per la donazione di giocattoli per bambini? chiese Bella con un sorrisetto.

    Jag scrollò le spalle. Chi se ne frega. Alcune delle ragazze di Dawg hanno dei figli, e con tutte le mance che ricevono, sono sicuro che doneranno qualcosa. Dirò a Dawg di organizzare una serata in cui i clienti potranno entrare solo donando un giocattolo. Vedrai, ne raccoglieremo una montagna intera.

    Le reclute lasceranno delle cassette anche nei negozi in città, aggiunse Zak.

    Bella annuì. Era un’ottima idea.

    Z continuò: Contatterò i Knights per vedere se vogliono partecipare.

    Se accettano, fammi sapere. Posso contattare la signora di Magnum, gli disse Bella.

    Lui annuì, poi batté le nocche sul bancone e scese dallo sgabello. Torno a casa dalla mia donna.

    Bella guardò Z attraversare la grande area comune, piena di tavoli da biliardo e vecchi divani sudici. Era sempre uno spettacolo vederlo oscillare con i fianchi; quell’uomo era proprio figo. Il fratello di Z, Axel, non ancheggiava allo stesso modo. Certo, era un poliziotto, e anche un tipo molto serioso, quindi tendeva a muoversi più rigidamente.

    Z sollevò due dita a mezz’aria in segno di saluto e uscì.

    Andiamo anche noi, aggiunse Hawk, che mandò giù un altro cicchetto e arricciando le labbra.

    Credo proprio che guiderò io, puntualizzò Kiki, roteando gli occhi al cielo.

    Hawk le diede una pacca sul sedere e le mormorò all’orecchio qualcosa che la fece sorridere dolcemente e sgranare gli occhi.

    Bella non ci teneva a sapere cosa le avesse appena sussurrato. Rabbrividì al solo pensiero, poi aggiunse: "Penserò io alle cassette per il The Iron Horse, Hawk."

    Il cugino le fece un cenno di assenso con la testa. Sì, brava. Avvolse il braccio intorno alle spalle di Kiki e la guidò da dietro il bancone nella stessa direzione in cui era scomparso Z.

    Chi si occuperà del bar stasera? urlò Bella.

    Slade e Linc, gridò Hawk alle sue spalle.

    Bella era contenta di non dover più lavorare fino a tardi al bar. Aveva servito cocktail per anni, ma da quando era diventata socia di Sophie e lavorava in pasticceria, era molto più felice e rincasava molto prima. A volte restava fino a tardi per provare nuove ricette nella cucina della pasticceria e sperimentare nuove combinazioni di sapori per i cupcake, che ormai erano famosi a livello locale, ma lo faceva per amore del mestiere.

    Aveva scoperto che cucinare era la sua vocazione, proprio come per Sophie.

    Bella era felice che l’amica fosse entrata a far parte della famiglia grazie a Zak, che l’aveva conosciuta quando l’aveva scambiata per una delle spogliarelliste di Dawg e l’aveva trascinata con decisione nella propria vita e nel proprio cuore.

    Bella sorrise dolcemente. Fece scivolare lo sguardo sulla sorella, Ivy, che era accoccolata tra le gambe di Jag. Lei gli teneva una mano poggiata sul petto, mentre lui le cingeva la vita con un braccio per stringerla a sé.

    I fratelli del club stavano cadendo tutti come pere cotte. Prima Z, poi Jag e Hawk, e di recente anche Diesel, colpito e affondato da Jewel.

    Nessuno se lo sarebbe aspettato da lui. Nemmeno lui stesso.

    Poiché Sophie era incinta, il nuovo anno avrebbe inaugurato la quarta generazione del DAMC.

    Bella non si sarebbe stupita più di tanto se anche Kiki o Ivy avessero annunciato una gravidanza.

    Non riusciva davvero a immaginare di diventare zia.

    Il pensiero avrebbe dovuto renderla felice e scalpitante, ma non era così.

    Tutto il contrario: all’idea di avere a che fare con dei bambini, Bella si aggrappò al bancone affondandoci le unghie per la disperazione.

    Tutto bene? Fu riportata alla realtà da un brontolio profondo e basso. Bella si voltò e vide Diesel.

    Sì, si sforzò di dire. Tutto a posto.

    Lui grugnì, come perplesso. Infatti, non le credeva. La conosceva fin troppo bene. Quasi quanto la conosceva Axel.

    Dopo quella fatidica sera, Diesel si era autodesignato suo protettore. Suo cugino si prendeva sempre cura di lei. Proprio come Axel.

    Tuttavia, i due uomini si odiavano a morte. Se D avesse potuto, l’avrebbe riempito di mazzate, ma il motivo era più legato a Z che a Bella. Erano stati i familiari di Zak, Axel incluso, a non aver più voluto sapere niente di lui da quando Z aveva deciso di andare contro la volontà del padre e di entrare nel DAMC.

    Mitch aveva tenuto la propria famiglia lontana da quel mondo, mentre Zak aveva seguito le orme del nonno e per quel motivo si era visto sbattere la porta in faccia dai propri cari.

    "Anch’io me ne torno a casa. Di’ a Jewel che avrò bisogno del suo aiuto per questa raccolta fondi di Toys for Tots, ok?"

    D grugnì e prese una birra dal frigo. La stappò con la sua manona carnosa e il tappo cadde sul bordo del bancone.

    Bella alzò gli occhi al cielo. Per fortuna capiva il linguaggio dei motociclisti e riusciva a distinguere il significato di ogni grugnito.

    Poi, prese le chiavi e uscì dalla porta sul retro.

    Bella e Sophie sollevarono gli occhi al tintinnio della campanella sulla porta della pasticceria.

    Puntuale come un orologio svizzero. Quell’uomo era davvero prevedibile.

    Axel varcò la soglia in tutta la sua stazza, con la cintura di servizio appesa ai fianchi snelli e l’uniforme ben aderente che lo facevano sembrare un regalo di compleanno tutto da scartare. Si tolse gli occhiali da sole scuri e se li infilò nel taschino.

    Sophie, intenta a confezionare una torta, si fermò immediatamente e allungò la mano verso la vetrina per prendere un cupcake red velvet ripieno di formaggio cremoso. Glielo porse, attendendo che fosse abbastanza vicino da prenderlo.

    Grazie, mormorò lui, senza staccarle gli occhi di dosso.

    Axel passava dalla pasticceria per comprare un dolcetto quasi tutti i giorni, prima o dopo il turno, a seconda degli orari di lavoro, e a volte anche nei giorni liberi.

    Quegli ultimi erano i preferiti di Bella, perché Axel si presentava con jeans morbidi e consumati che gli abbracciavano le lunghe gambe e, visto che ormai faceva freddo, con una maglietta a maniche lunghe che gli aderiva perfettamente al torso snello ma muscoloso.

    Quel giorno, però, Axel indossava il pesante giubbotto dell’uniforme, perciò Bella avrebbe dovuto limitarsi ad ammirargli le gambe… e il sedere. Senza farsi beccare, ovviamente.

    Nonostante mangiasse un cupcake quasi ogni giorno, il bel poliziotto sembrava mantenersi in forma.

    Bella, la salutò dolcemente, osservandole i capelli legati in una crocchia alta, e poi il petto, coperto da un grembiule bianco con sopra ricamato il nome della pasticceria: Sophie’s Sweet Treats.

    Bella sentì i capezzoli indurirsi immediatamente sotto quello sguardo penetrante.

    Sophie si schiarì la voce facendolo tornare alla realtà. Come sta il bambino? le domandò lui.

    La ragazza si portò subito la mano al pancione e gli sorrise calorosamente. Benissimo, tua nipote sta crescendo come un fiore.

    Merda, mormorò Bella. Non farti sentire da Z quando dici che sei sicura che sarà una bambina.

    Sophie rise e rispose: Altroché, lo faccio proprio per farmi sentire. Si altera sempre. Poi inclinò la testa, facendo scivolare gli occhi verdi da Bella ad Axel. Io, ehm, devo prendere dei dolci sul retro. Poi se ne andò prima che la socia potesse fermarla.

    Bella si occupò di riprendere il lavoro che Sophie aveva lasciato, riponendo in una scatola la torta che il cliente avrebbe ritirato più tardi per una festa di compleanno.

    Bella, mormorò Axel, quasi attaccandosi alla vetrina di vetro che lo separava da lei. Questo lo hai fatto tu?

    Bella non riuscì a non guardarlo. Axel aveva tolto la carta dal cupcake e stava leccando la glassa bianca che lo ricopriva.

    Quando lui fece turbinare la punta della lingua sulla farcitura, Bella si sentì il fiato corto. Santissimo cielo.

    Lo faceva ogni volta. Ormai Bella avrebbe dovuto farci l’abitudine.

    Sai già che l’ho fatto io, rispose lei, stringendo le cosce e abbassando gli occhi sulla torta davanti a sé. Armeggiò con la scatola, cercando di distogliere lo sguardo e i pensieri da quello che stava facendo Axel.

    Cavolo. Cavolo. Cavolo.

    Nonostante ci fossero andati vicini in passato, si erano dati il primo bacio solo tre mesi prima. Quella volta a casa sua, quando Axel l’aveva spinta contro la porta e le aveva appoggiato l’uccello duro contro il ventre, Bella aveva ricevuto il bacio più bello della sua vita.

    Sfortunatamente, non era riuscita a dimenticarlo.

    Ci aveva provato.

    Ma ogni sforzo era stato vano.

    Lei lo guardò da sotto le ciglia folte. Axel la stava fissando dritto negli occhi, con le labbra curvate in un sorriso malizioso e la lingua ancora al centro del cupcake, intento ad assaporarne lentamente il dolce ripieno.

    Bella sospirò.

    Che c’è? le chiese lui, con il labbro inferiore un po’ sporco di glassa.

    Se non se ne fosse andato subito, lei avrebbe scavalcato la vetrina e gli sarebbe saltata addosso per pulirglielo a colpi di lingua.

    Bella scosse la testa, come per schiarirsi le idee. Niente.

    Pensavo che volessi dirmi qualcosa.

    No.

    Sei sicura?

    Axel… sospirò lei.

    Sì?

    Lei strinse le dita nei pugni, affondando le unghie nella carne per fermare quei pensieri proibiti. Hai un po’ di glassa sulla bocca.

    Axel sorrise e si passò il pollice sul labbro inferiore, poi se lo mise tutto in bocca per succhiarlo e pulirlo.

    Dannazione!

    Ora che hai preso il cupcake, non devi tornare al lavoro? chiese lei prima di voltarsi e appoggiare le mani sul bancone posteriore, abbassando la testa per fissare una macchia di farina.

    Hai sentito cos’ha detto? Ti sei trattenuto oltre l’orario di benvenuto. Fuori dalle palle, s’intromise Zak, con voce fredda e dura come l’acciaio mentre sfondava la porta a battente della cucina sul retro, con Sophie alle calcagna.

    "Fratello," lo salutò Axel con un lieve ringhio.

    Z fece un minaccioso passo in avanti. Continui a chiamarmi così, ma non sono tuo fratello. Hai comprato quello che volevi, ora vattene.

    Zak, mormorò Sophie, mettendogli una mano sul braccio.

    Devo ancora pagare, disse Axel, senza muovere un muscolo, con la schiena dritta e rigida, impettito e pronto a litigare.

    Offre la casa, ora sparisci.

    Axel annuì bruscamente, poi, dopo aver frugato in tasca, tirò fuori un paio di banconote da un dollaro tutte stropicciate e le gettò sulla vetrina.

    Bella arraffò i soldi e si diresse verso la cassa, sollevata di avere un pretesto per evitare di guardarlo finché non se ne fosse andato.

    Eppure, Axel non si mosse. Restò immobile a fissare la cassetta di Toys for Tots che Bella aveva sistemato in un angolo del locale.

    Quella che ci fa lì? le domandò lui.

    Bella si accigliò. Ce l’ho messa io.

    Sophie si avvicinò a Zak, mettendosi tra i due fratelli. "Bella sta organizzando la raccolta Toys for Tots per conto del club."

    Anche di spalle, Bella sentì chiaramente lo sguardo pesante di Axel su di sé. Premette il pulsante per aprire la cassa. Lisciò le banconote con cura e le spinse nel cassetto, ignorando Axel.

    O per lo meno, ci provò finché non sentì la sua presenza vicina. Troppo vicina. Bella dilatò le narici per inalare il profumo maschile. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Che fosse dopobarba o acqua di colonia, quella fragranza era unica e gli si addiceva. Era davvero una boccata d’aria fresca rispetto alla puzza di fumi di scarico, carburante, fumo, birra e alcol che impregnavano i vestiti dei membri del club. Per non parlare poi dell’odore di sesso, particolarmente intenso dopo una notte di festini.

    La voce profonda di Axel le provocò un brivido lungo la schiena. Ma non mi dire. Anche noi della polizia ne organizzeremo una quest’anno, e hanno incaricato proprio me. Forse potremmo confrontarci. Pronunciò l’ultima frase a voce talmente bassa che solo Bella riuscì a sentirla, e non poté che alzare lo sguardo per fissarlo.

    Axel, vattene prima che Z ti sferri un destro alla gola, gli rispose con voce altrettanto bassa.

    Axel lanciò un’occhiata in direzione del fratello. Sa che vengo qui ogni giorno; dovrebbe rassegnarsi.

    Non significa che ne sia contento.

    Axel annuì bruscamente, ma restò ancora lì.

    Diesel entrò nel negozio quasi staccando la porta dal telaio a causa della stazza e, non appena notò il poliziotto, lo incenerì con lo sguardo.

    Dovevo immaginarlo che quella schifosa volante là fuori appartenesse a te, infame.

    Axel si allontanò dal bancone, con la mano appoggiata leggermente sul calcio della pistola, per fortuna ancora riposta nella fondina.

    Quando imparerai che non sei il benvenuto qui? D gli abbaiò praticamente in faccia, ma, nonostante una tale aggressione da parte di un bestione come lui, che avrebbe intimidito chiunque, Axel non reagì.

    D, s’intromise Bella bruscamente. Stava per andarsene.

    Lo vedo ancora fermo, cazzo. Vattene, maiale.

    Persino dalla sua postazione, Bella riuscì a vedere Axel che dilatava le narici, pur rimanendo calmo. Smetterò di venire il giorno in cui Sophie dirà che non sono il benvenuto. Fino ad allora, non hai voce in capitolo, D.

    Col cavolo, abbaiò D in un tono ancora più impetuoso, con il viso ormai rosso fuoco e i pugni chiusi.

    Hai intenzione di colpirmi, Diesel? E in più, mentre indosso l’uniforme?

    Non me ne frega un cazzo di cosa indossi, stronzo. Non me ne frega niente.

    Axel, va’ via, gli ripeté Bella dolcemente, poi alzò la voce per rivolgersi a suo cugino D, smettila. Non vale la pena farti arrestare per lui.

    Diesel spostò gli occhi su di lei e poi di nuovo su Axel. Gli puntò un dito contro. Fatti da parte, Axel. Vai a ficcanasare altrove. So perché sei qui, e quello che pensi non succederà.

    Con gli occhi fissi su Diesel, Axel mormorò: Non spetta a te deciderlo.

    Oh, invece sì, ripeté D.

    Tu non hai voce in capitolo, proprio come io non l’ho avuta riguardo a te e Jewel.

    Tu non puoi dire niente sulla proprietà del DAMC, miserabile. Tienilo bene a mente.

    Se tu vuoi proteggere tua cugina Bella, anch’io ho diritto a prendermi cura di mia cugina Jewel. Parliamo sempre di famiglia.

    Diesel sbuffò. Famiglia… Non sai nemmeno cosa diamine significhi.

    Axel, vattene, lo incalzò Bella con più fermezza, quando notò che anche Z gli si stava avvicinando. Lei cominciava a pensare che quell’uomo volesse morire. Non era una buona idea provocare Zak e Diesel. Gli sussurrò: Per favore.

    Quella supplica attirò l’attenzione di Axel.

    Girò la testa verso di lei e la scrutò per un lungo momento. Noi due parleremo più tardi.

    Lei, però, scosse il capo. No, non lo faremo. Per favore, vattene.

    Lanciando un’occhiata a Sophie, Axel aggiunse: Prenditi cura di mia nipote, poi superò coraggiosamente D e uscì.

    Quando Bella sentì il tintinnio della campanella sulla porta, tirò finalmente un sospiro di sollievo. Si voltò verso la grande finestra e guardò l’auto di pattuglia allontanarsi dal marciapiede, poi incrociò per un momento gli occhi di Axel.

    Hai sentito, non smetterà di venire finché la tua signora non glielo dirà, mormorò D a Zak.

    Sophie superò Z e si avvicinò a Diesel, stendendogli una mano sull’ampio petto. D, ti voglio bene come a un fratello, ma non impedirò ad Axel di venire qui. Mi dispiace. Che vi piaccia o no, è pur sempre parte della famiglia. Sta per diventare zio. E poi… Lasciò in sospeso la frase spostando lo sguardo su Bella. È un buon… cliente.

    Hai forse dimenticato che sei la signora di Z e che questo negozio ora fa parte del club?

    D, mormorò Z muovendosi verso Sophie, la quale lasciò cadere la mano dal petto di D e fece un passo indietro con espressione dura.

    Diesel spinse un dito in direzione di Sophie. Lei è di proprietà del DAMC, Z. Sei tu il dannato presidente. Sei tu che detti legge. Poi agitò il braccio. Anche questo locale appartiene al club.

    Bella cercò di nascondere lo shock, spinse l’apertura del bancone e si precipitò al centro del negozio, piazzandosi tra Sophie, Zak e

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