Effetti collaterali: Harmony Bianca
Di Tina Beckett
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Anteprima del libro
Effetti collaterali - Tina Beckett
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
NYC Angels: Flirting with Danger
Harlequin Mills & Boon Medical Romance
© 2013 Harlequin Books S.A.
Traduzione di Giacomo Boraschi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A..
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-258-1
1
Non poteva nascondere la sua vergogna.
Certamente non quella volta. Tuttavia Chloe Jenkins strinse più forte la cintura dell’impermeabile, finché temette che la spezzasse in due... come il suo cuore. L’idea che mezz’ora prima le era parsa sexy ora le sembrava insopportabilmente patetica e meschina. Anche a quell’ora di notte, la stazione della metropolitana di New York era affollata e lei si scostò dagli occhi i capelli bagnati, felice di essere finalmente sfuggita alla pioggia.
E adesso che cos’avrebbe fatto?
Forse strapparsi l’anello e tirarlo contro suo marito gridando questa è la fine del nostro matrimonio! le era parsa un’eccellente battuta finale, il solo modo per uscire di scena con un minimo di dignità. Ma dopo avere lasciato la stanza d’albergo, si trovava in un’immensa città dove non conosceva nessuno.
A parte...
Trasse un lungo sospiro. Doveva esserci un’alternativa.
Poteva tornare a casa nel Connecticut.
E affrontare suo fratello? La sua famiglia? Avevano sempre saputo la verità ma era stata troppo ingenua per ascoltarli.
Le porte si spalancarono e lei entrò nel vagone, facendo attenzione a non toccare nessuno con i piedi nudi.
Poteva noleggiare una macchina. Per fortuna aveva la borsetta e il portafoglio.
Ma aveva stupidamente lasciato le scarpe nella stanza e la legge proibiva di guidare senza scarpe. E se la cintura dell’impermeabile si fosse allentata, tutti l’avrebbero vista nuda.
Si sentì bruciare le guance. Okay, forse non del tutto nuda, ma il minuscolo négligé nero e gli slip trasparenti non concedevano quasi niente alla fantasia.
Aveva fatto colpo perfino sul suo ex. Quando aveva scostato furiosamente le coperte ed era scesa dal letto, lui si era degnato di guardare il suo corpo con una scintilla d’interesse negli occhi appannati dall’alcool.
Santo cielo. Perché si era data la pena di tentare?
Perché non si arrendeva mai. O almeno, non si era mai arresa... fino a quella sera.
Il treno rallentò prima della fermata successiva e per qualche terribile secondo lei perse l’equilibrio. Annaspò per aggrapparsi alla maniglia mentre con l’altra mano impediva all’impermeabile di aprirsi.
Qualcuno la spinse alle spalle mentre cercava di uscire, facendola vacillare di nuovo. Chloe si morsicò il labbro e sentì il sapore del sangue.
«Mi scusi.»
Due mani cercarono di sorreggerla ma lei scappò via, temendo che qualcuno scoprisse la sua nudità. Controllò con la punta della lingua il danno prodotto del dente. Non aveva progettato di passare la notte in quel modo.
Hai ragione, caro, sembra veramente frigida.
L’ultima amante di Travis si era aggrappata al suo braccio, ridacchiando alla vista di Chloe sotto le coperte con il piumino tirato fino al mento.
L’estremo tentativo per salvare il loro matrimonio si era trasformato in una ghigliottina. Aveva troncato il vincolo che la univa alla sua metà, ma simultaneamente l’aveva ferita.
Di fronte alla sua furia, Travis non aveva battuto ciglio. Forse era troppo ubriaco per curarsene. L’aveva invitata a restare, implicando che lei volesse partecipare alla festa. Chloe aveva alzato il pugno, pronta a sferrare il gancio che le aveva insegnato suo fratello, ma poi si era fermata, comprendendo che non sarebbe servito a niente.
Era finito tutto.
Provò un’ondata di nausea.
Avrebbe potuto telefonare a suo fratello per... che cosa? Era quasi mezzanotte e Jason abitava a quasi quattrocento chilometri di distanza. A parte il fatto che l’avrebbe tempestata di domande. Era veramente pronta ad ammettere che Travis aveva mirato ai soldi della famiglia? Pur essendosi dimostrato un compagno affascinante, non l’aveva voluta. No, aveva voluto soltanto assicurarsi la gestione del patrimonio della famiglia Jenkins... con un bonus supplementare.
Dio santo, si era conservata per lui. E che cosa ci aveva guadagnato?
Cercò di riflettere.
Se avesse telefonato a Jason, lui si sarebbe comportato da fratello maggiore e le avrebbe offerto la sua protezione. Ma lei non voleva essere protetta. Doveva nascondersi. Per qualche tempo, se non altro. Per progettare la prossima mossa, a parte intentare una causa di divorzio.
Così le occorreva una stanza in un altro albergo. Almeno fino a lunedì mattina.
In camicia da notte? Ricordò il film Pretty Woman. Sì, sapeva esattamente per chi l’avrebbero presa con i capelli bagnati, l’impermeabile troppo corto e i piedi nudi. Nessun albergo rispettabile l’avrebbe accolta.
E quelli non rispettabili...
Pur detestando l’idea, non poté fare a meno di pensare all’unica persona che conosceva a New York: Brad Davis. Sapeva che lavorava all’Ospedale Pediatrico Angel Mendez, ma ignorava dove si trovasse l’ospedale e dove abitasse il vecchio amico di suo fratello. Tuttavia sapeva come rintracciarlo.
Puntando i piedi contro le scosse del vagone, estrasse il cellulare e consultò la lista dei contatti.
Brad passeggiava nel soggiorno del suo lussuoso appartamento, diviso fra l’irritazione e la curiosità. Era venerdì sera e aveva appena rispedito a casa la sua compagna di turno, raccontandole con un sorriso contrito che una parente era arrivata inaspettatamente a New York e stava venendo a fargli visita.
Be’, non aveva mentito del tutto. Chloe era come una sorella. Da ragazzo aveva passato più tempo da Jason e Chloe che a casa propria. Benché fosse più noto per il suo giubbotto da motociclista, il polsino borchiato e il sogghigno sarcastico che per le buone maniere, i genitori del suo migliore amico lo avevano sempre accolto come un figlio. Mentre i suoi genitori sembravano scordarsi di lui.
E Chloe...
Rievocò le immagini del passato fino a formare un collage di ricordi. Le loro schermaglie giovanili, le sue guance rosee quando lui si divertiva a stuzzicarla.
Sei anni prima era rimasto di stucco apprendendo che Chloe si sposava. E quando aveva assistito alle nozze, si era nuovamente meravigliato scoprendo che Chloe era diventata una donna molto attraente. Aveva commesso l’errore d’invitarla a ballare. Mentre volteggiavano sulla pista, aveva improvvisamente capito che Chloe non era più l’impacciata ragazzina di un tempo. Sbirciando le forcine che le imprigionavano i lunghi capelli, si era chiesto che cosa sarebbe accaduto se avesse alzato le mani e...
Si era irrigidito per resistere alla tentazione e così facendo l’aveva stretta più forte. Il suo corpo aveva reagito, il suo cuore aveva accelerato pericolosamente i battiti. Lei aveva sospirato, stringendogli la spalla attraverso il tessuto della giacca.
Brad aveva abbassato lo sguardo mentre Chloe alzava il proprio. Fra loro era scoccata una scintilla di desiderio e lei si era morsicata il labbro. Gli era parso che il mondo circostante svanisse, che esistessero soltanto loro due.
Quasi avesse avvertito il pericolo, il marito di Chloe era apparso improvvisamente accanto a loro con la mano tesa e un solco in mezzo alla fronte. L’aveva condotta via, una misteriosa creatura con gli occhi azzurri e curve sinuose. Brad aveva ricordato per tutta la notte la morbidezza del suo corpo.
No, non doveva pensare a quelle cose. Chloe era la sorella del suo migliore amico. Dolce. Innocente.
Sposata.
Tutta diversa dalle donne che lui usava frequentare... donne sofisticate che conoscevano perfettamente il significato delle parole senza impegno. Donne che erano il perfetto contrario di Chloe Jenkins. Allora perché la donna in questione stava vagando tutta sola di notte nelle vie di New York? Aveva detto che l’albergo non le aveva riservato la stanza. Allora perché non aveva cercato un altro albergo? O perché non era tornata a casa nel Connecticut?
Dopo le nozze l’aveva vista una sola volta e lei non aveva mai cercato di contattarlo. Fino a quella sera. Avrebbe dovuto rispondere di no. Si sarebbe dovuto ricordare di quella pazzesca danza e dirle di stare alla larga... oppure informarla che aveva compagnia, calcando sulla parola per farle capire di quale compagnia si trattasse.
Ma al telefono la sua voce gli era parsa incerta... come se lei si aspettasse un rifiuto. E Brad non le avrebbe mai risposto di no, anche se non fosse stata la sorella del suo migliore amico. Anche se, rivedendola, avrebbe ricordato cose che preferiva dimenticare.
Sentì ronzare il citofono e premette il pulsante che avrebbe aperto il portone al pianterreno.
Ringraziando il cielo di avere rispedito a casa Katrina, aprì la porta e aspettò che l’ascensore arrivasse al quindicesimo piano.
Meno di un minuto dopo le porte dell’ascensore si schiusero e Chloe camminò con la grazia di una ballerina sul pavimento di marmo. I suoi piedi leggiadri non facevano alcun rumore, a differenza dei tacchi di Katrina quando lei aveva attraversato quello stesso pianerottolo.
E Brad lo avvertì di nuovo. Quel particolare ronzio nella mente che segnalava il pericolo.
Sbatté le palpebre e guardò meglio, comprendendo che Chloe non calzava scarpe color pelle come gli era parso un momento prima. No, piccole unghie rosa riflettevano la luce del corridoio. Vedendosi osservata, Chloe curvò le dita come se cercasse di nasconderle. Brad corrugò la fronte.
Che cosa stava succedendo?
Era stata assalita? Derubata?
Guardò le snelle caviglie e risalì lungo i polpacci fino all’orlo dell’impermeabile, notando che Chloe lo teneva chiuso con una mano.
L’ansia cancellò ogni traccia d’irritazione. «Chloe, tutto bene?»
«S... sì.»
Finalmente Brad riuscì a guardarla negli occhi e li vide brillare. Troppo, come se nelle profondità azzurre si nascondesse un’intensa emozione.
Quando vide le tracce di mascara che le rigavano le guance e il gonfiore del labbro inferiore, Brad capì.
Chloe si trovava nei guai.
2
Chloe si sedette sull’orlo di un divano e bevve un altro sorso del suo secondo bicchiere di whisky. Fece una smorfia quando l’alcool le bruciò la piccola lesione che si era procurata morsicandosi il labbro.
Seduto sull’ottomana di fronte, Brad la guardava con una