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L erede dello scandalo
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E-book155 pagine3 ore

L erede dello scandalo

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Info su questo ebook

La dinastia Sauveterre 4/4
Per una sola, magica notte l'ereditiera Trella Sauveterre mette da parte le paure del passato e cede alle lusinghe di una bollente seduzione, ritrovandosi subito dopo... incinta! Trella è sempre stata a disagio davanti ai riflettori, e l'idea di portare avanti una gravidanza sotto lo sguardo cinico della stampa la terrorizza. Così, decide di tenere segreta l'identità del padre.

Tuttavia, la foto di un bacio appassionato uscita su un giornale scandalistico coinvolge inevitabilmente il principe ereditario Xavier di Elazar. Xavier farà di tutto per reclamare suo figlio, perfino rapire la donna che in una notte indimenticabile è riuscita a stregarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2020
ISBN9788830521889
L erede dello scandalo
Autore

Dani Collins

Dani Collins ha scoperto la letteratura rosa alle scuole superiori e ha immediatamente capito che cosa avrebbe voluto fare da grande.Dopo aver sposato il suo primo amore, ha cominciato a cercare la propria strada nel mondo dell'editoria, non rinunciando al suo sogno di fronte ai primi ostacoli, così due figli e due decenni dopo l'ha finalmente trovata grazie a un concorso per nuove autrici.Quando non è immersa nella scrittura, chiusa nel proprio fortino come i suoi famigliari chiamano il suo studio, Dani occupa il tempo scarrozzando i propri figli da un'attività all'altra oppure con un po' di giardinaggio.Visita il suo sito www.danicollins.com

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    L erede dello scandalo - Dani Collins

    successivo.

    1

    Sei mesi prima...

    Quando l'addetto all'accoglienza all'ingresso del salone da ballo chiese a Trella Sauveterre il suo nome, lei avrebbe voluto rispondere con fare arrogante: «Sa benissimo chi sono».

    A ogni modo si trattenne perché sua sorella non era mai pungente. Non con gli sconosciuti e soprattutto non con i sottoposti. La sua gemella era molto sensibile ed empatica. Gentile e generosa.

    Lei? Non molto.

    «Angelique Sauveterre» mentì Trella, abbozzando il sorriso riservato e cortese della sorella. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa, ma non era così.

    Si sentiva viva.

    E in apprensione. Il terrore avrebbe potuto sopraffarla. Era come nuotare verso il centro di un lago di cui non era possibile immaginare la profondità. Chi conosceva i pericoli che si potevano celare in quelle acque scure? Mostri? Esistevano. Li aveva incontrati. Era stata quasi divorata da loro.

    Ma non voleva pensare a quello.

    Il suo aspetto esteriore non rivelava nulla del modo in cui il suo cuore batteva, o le sue battaglie interiori. Si muoveva con grazia, anche se i muscoli erano rigidi, per non dire pietrificati.

    Perché insieme alla paura, una cascata di gioia scorreva dentro di lei. Non sapeva se scoppiare a piangere, o ridere.

    Lo sto facendo! Avrebbe voluto chiamare la sua famiglia per dirglielo. Guardate, sono in pubblico e non mi sto rinsecchendo come un vampiro al sole.

    Ma nessuno dei suoi sapeva dove fosse ed era meglio così. Quello era il tipo di fuga dalla finestra che avrebbe dovuto fare anni prima, quando era un'adolescente, invece di una sopravvissuta con disturbi alimentari.

    Scacciò quel suo dialogo interiore negativo e si mosse tra la folla come una persona qualunque. Gli sguardi dei presenti indugiavano su di lei, prendendo nota che Angelique Sauveterre era arrivata. La sua guardia del corpo impediva agli ospiti di avvicinarla. Forse quello non era proprio normale, però lo era per le gemelle Sauveterre.

    Con un cenno distaccato del capo salutò alcuni presenti che probabilmente sua sorella conosceva. Nel giro di poche settimane si sarebbe rivelata come Trella. Basta mura protettive. Basta fratelli dalle spalle ampie a proteggerla. E basta mettersi nei panni della sua gemella per evitare di essere se stessa. Si era ripromessa che quello sarebbe stato l'anno in cui sarebbe uscita dalla prigione in cui si era rinchiusa.

    Per il momento si celava ancora dietro Angelique. Si era già sostituita a lei in alcune occasioni di recente, con il suo permesso ovviamente, e scortata da suo fratello Henri. Avevano assistito a una gara automobilistica di Ramon e partecipato a qualche evento mondano.

    Trella non si era mai mostrata in pubblico da sola. In realtà, in tutta la sua vita raramente aveva fatto qualcosa da sola.

    I suoi fratelli le erano sempre stati con il fiato sul collo anche prima del suo rapimento, quando aveva nove anni.

    Poi era stata rapita e aveva disperatamente desiderato che il suo rapitore la lasciasse sola.

    Trella deglutì e allontanò la mente da quei ricordi perché le avrebbero procurato di sicuro un attacco di panico e lei ultimamente aveva iniziato a stare bene. Era già da un po' che non ne aveva uno.

    Gli attacchi si erano presentati qualche tempo dopo il suo rilascio, quando avrebbe dovuto prendere in mano la sua vita e invece era diventata un peso terribile per la famiglia. I suoi fratelli non lo avrebbero mai ammesso, tuttavia dovevano essere stanchi di essere costantemente reperibili per correre in suo soccorso. Di sicuro lei era stanca di essere la più debole e fragile della sua famiglia. Doveva cambiare.

    E quella sera sarebbe stato un altro passo in quella direzione. La stampa sarebbe impazzita quando fosse uscita allo scoperto, il che sarebbe avvenuto nel giro di alcune settimane, al matrimonio di un amico. Doveva essere pronta, ma soprattutto doveva sapere di esserlo. Ecco perché si stava mettendo alla prova. Era stata una decisione impulsiva, dal momento che quella cena di beneficenza non era affatto nei suoi programmi.

    Aveva viaggiato da sola per raggiungere Parigi ed era molto orgogliosa. Aveva lasciato la sicurezza della villa di famiglia in Spagna e aveva volato sul loro jet privato con le sue guardie, però senza sua madre e i suoi fratelli. Così aveva raggiunto un nuovo livello di indipendenza.

    Pertanto, quando Angelique le aveva chiesto, esitante, se poteva andare a Londra per un weekend segreto piccante le aveva risposto di sì. Sua sorella le era sembrata entusiasta mentre le parlava del principe Kasim. Era ovvio che fosse un uomo speciale.

    Trella voleva che la sua gemella fosse felice e trascorrere una notte da sola nel loro sicurissimo appartamento sopra la Maison des Jumeaux le era parso un ulteriore passo avanti per liberarsi delle vecchie paure.

    Si era aggirata per l'appartamento sentendosi dispiaciuta per se stessa. Avrebbe mai avuto una storia romantica? I suoi sentimenti nei confronti degli uomini erano ambivalenti. A dodici anni aveva avuto i suoi scompensi ormonali e aveva persino condiviso un abbraccio con il figlio del giardiniere dietro un roseto. Poi era morto il loro padre e online erano comparsi predatori della peggior specie, minacciandola nella maniera più vile. La sua paura degli uomini, di tutto in realtà, si era centuplicata. Erano iniziati gli attacchi di panico e nella sua anima si era radicato il terrore profondo di essere talmente danneggiata che nessuno l'avrebbe mai più voluta.

    Per anni non si era fatta avvicinare. Passava da un luogo protetto all'altro accompagnata da guardie del corpo donne. Di tanto in tanto, i suoi fratelli le presentavano qualche amico, ma anche se avesse voluto farsi corteggiare da uno di loro, Henri e Ramon non lo avrebbero permesso.

    L'unico uomo con cui passava del tempo era Sadiq, un carissimo amico di famiglia, e con lui non c'era mai stato alcun legame sentimentale. Era l'esperto di computer che aveva aiutato la polizia a localizzarla e a liberarla dal suo rapitore. Lo amava tantissimo, ma in quanto suo salvatore e basta.

    Ecco perché il suo fidanzamento l'aveva costretta a uscire dalla sua torre d'avorio. Avrebbe fatto di tutto per Sadiq e se la voleva al suo matrimonio, lei avrebbe partecipato... anche se ciò significava superare i suoi demoni e tornare a mostrarsi in pubblico.

    Non era stato facile raggiungere l'obiettivo di avere una vita normale e aveva ancora parecchia strada da fare. Voleva essere la persona che sarebbe stata se non fosse stata rapita e perseguitata. A ogni modo tutto ciò non sarebbe mai successo se avesse continuato a vivere entro quelle dannate mura!

    Era stato a quel punto che, gettando una rivista di moda sul tavolino, erano cadute sul pavimento alcune buste, tra cui quella di un invito a un ballo di beneficenza. La raccolta fondi avrebbe aiutato un orfanotrofio, una causa molto vicina al tenero cuore di Angelique.

    Senza soffermarsi troppo a pensare, aveva aggiornato le sue guardie e poi aveva indossato una delle creazioni di sua sorella, che amava uno stile più discreto rispetto al suo. L'abito color champagne creava un effetto sensuale e delicato allo stesso tempo, grazie al modo in cui la seta aderiva al suo corpo. Si era messa un paio di orecchini e il pendente che conteneva un bottone antipanico. Aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle.

    E adesso si trovava al ricevimento. Era senza fiato, pietrificata, ma anche piena di un ottimismo che non sperimentava da anni. Si avvicinò a parlare con Aleksy Dimitriev, che aveva organizzato la serata, e sua moglie Clair.

    «Sono così contenta che sia venuta» le disse Clair, per poi aggiungere con un tono confidenziale che lasciava intuire che non l'aveva riconosciuta: «Non sei l'unica sostenitrice che si è presentata senza accompagnatore, però sei l'unica che non farà la stupida con il mio ospite d'onore. Non chiedermi come ho fatto a indurlo a partecipare, comunque ci sono riuscita».

    Trella cercò con lo sguardo questa personalità così decantata mentre Clair continuava la sua confessione scortandola in giro.

    «Aleksy mi ha detto che almeno uso il mio potere per fare del bene e non del male, ma io mi sento cattiva perché i corvacci l'hanno circondato nel momento stesso in cui è arrivato, ma con te qui si tireranno indietro. So già che lo metterai a suo agio. Tutti ti adorano. Ti dispiace?»

    Trella intuiva come mai Clair riuscisse a ottenere sempre quello che voleva. Sembrava sincera nella sua adulazione e ovviamente dava per scontato che lei avrebbe accettato.

    E in effetti era abbastanza curiosa da mormorare in francese, come preferiva sua sorella: «Bien sûr».

    Clair si illuminò e si fece largo con lei in mezzo agli invitati.

    L'uomo misterioso si voltò, rivelando una fascia rossa sotto la giacca nera dello smoking. Era molto alto, con le spalle ampie, e i suoi movimenti suggerivano un fisico da cacciatore. I capelli castano chiaro avevano delle sfumature bionde naturali. E poi gli occhi, di un blu incredibile. Mascella squadrata, zigomi pronunciati e due labbra piene completavano il suo volto bellissimo.

    Era un uomo coinvolgente che andava ben oltre la sua esperienza, tanto che il salone attorno a loro sparì. Era come se fossero rimasti intrappolati in una bolla silenziosa priva d'aria mentre facevano la reciproca conoscenza.

    Trella si chiese se avesse mai desiderato essere vista come una donna perché era quello che stava succedendo. Scorse una luce interessata in quello sguardo che stava tenendo prigioniero il suo. Era evidente che gli piaceva quello che vedeva.

    Peccato che stesse fissando sua sorella. La dolce Angelique, che era abituata a stare in pubblico, dove gli uomini regolarmente la squadravano sperando di conquistarla. Una strana sensazione si insinuò in lei. Avrebbe potuto mettersi sulla difensiva, oppure comportarsi come la sua gemella e mostrarsi indifferente a quell'interesse maschile. No, non poteva accettare che Angelique fosse considerata una specie di trofeo. L'istinto di protezione che aveva affinato fin dalla nascita fece emergere la sua personalità polemica.

    Lo sguardo di lui divenne più intenso. Bruciava. La vedeva. Qualunque scudo avesse indossato per recarsi a quel ricevimento, incluso farsi passare per Angelique, era sparito. Si sentiva del tutto scoperta a quell'esame attento.

    Trella arrossì e dovette mascherare un'inedita consapevolezza sensuale. Di solito gli uomini non avevano alcun effetto su di lei, ma l'incantesimo che quello, in particolare, le aveva gettato addosso le stava procurando sensazioni strane ai capezzoli, al ventre, persino in mezzo alle cosce, che la spingevano inesorabilmente verso di lui.

    «Vostra Altezza» sentì dire a Clair da una distanza siderale, «ha già conosciuto Angelique Sauveterre?»

    «Signorina Sauveterre, il Principe ereditario di Elazar, Xavier Deunoro.»

    Xavier sapeva benissimo cosa stava facendo quando Clair Dimitriev l'aveva convinto a intervenire a quell'evento benefico: porre le basi per un futuro favore da parte del suo potente marito, un uomo

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