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INCUBI: Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.
INCUBI: Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.
INCUBI: Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.
E-book90 pagine57 minuti

INCUBI: Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.

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Info su questo ebook

Il libro che state per leggere è una raccolta di scintille. Lampi di luce, più o meno fioca, che mi sono balenati nella mente negli ultimi dieci anni. A volte mi è capitato di avere un’idea nel bel mezzo della notte, ed alzarmi di scatto per scriverla. Storie impossibili create di getto, in pochi minuti, poi chiuse in un cassetto. Come colpe inconfessabili da nascondere.

Prima o poi avrei dovuto farlo: raccogliere tutti questi miei deliri, ripulirli e metterli insieme, in un vano tentativo di dar corpo a qualcosa di effimero.
La mia speranza è che il bagliore di una scintilla riesca ad illuminarne un’altra, in un gioco in cui l’insieme risulti più accettabile del singolo.. dal distorto punto di vista di una mente razionale.

Ed ecco a voi dieci idee monche, dieci intuizioni errate, dieci incubi di una mente offuscata. Storie che non hanno nessun senso e nessuna pretesa, se non quella di incuriosirvi. Ognuna di queste mie fioche scintille è nata con uno scopo, a voi scoprire quale. Ognuna racconta qualcosa di non scritto tra le sue righe, a voi intuire cosa. Ma tutte hanno in comune un flebile filo conduttore, che verrà rivelato solo alla fine dell’ultima pagina.

Non aspettatevi personaggi sfaccettati, dialoghi ricercati o finali soddisfacenti, non ne troverete.

Benvenuti nei miei incubi.
LinguaItaliano
Data di uscita21 lug 2014
ISBN9786050312171
INCUBI: Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.

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    Anteprima del libro

    INCUBI - Massimiliano Pacchiano

    INCUBI

    Dodici microstorie nel mondo del bizzarro, del terrore e dell’ignoto.

    Di Massimiliano Pacchiano

    Una città deserta, un uomo solo che si aggira per le strade in cerca di risposte. Non ricorda nulla, nemmeno chi fosse o dov’era prima di trovarsi lì. Nella mano sinistra stringe il manico di una valigetta, legata al suo polso da un paio di manette.

    Il pensiero di aprirla non lo sfiora minimamente, vorrebbe solo liberarsene. Ma non ha né la combinazione, né le chiavi delle manette.

    E così l’uomo gira senza meta, in cerca di risposte nella solitudine più totale..

    Nel frattempo, all’interno di una vetrina rotta, un vecchio televisore alimentato a plutonio trasmette incessantemente immagini di un uomo sorridente, in giacca e cravatta. Con fare serafico, l’uomo catodico continua a ripetere che va tutto bene, che la gente per le strade è felice e che le tasse non sono mai state così basse..

    PREFAZIONE

    Il libro che state per leggere è una raccolta di scintille. Lampi di luce, più o meno fioca, che mi sono balenati nella mente negli ultimi dieci anni. A volte mi è capitato di avere un’idea nel bel mezzo della notte, ed alzarmi di scatto per scriverla. Storie impossibili create di getto, in pochi minuti, poi chiuse in un cassetto. Come colpe inconfessabili da nascondere.

    Prima o poi avrei dovuto farlo: raccogliere tutti questi miei deliri, ripulirli e metterli insieme, in un vano tentativo di dar corpo a qualcosa di effimero.

    La mia speranza è che il bagliore di una scintilla riesca ad illuminarne un’altra, in un gioco in cui l’insieme risulti più accettabile del singolo.. dal distorto punto di vista di una mente razionale.

    Ed ecco a voi dieci idee monche, dieci intuizioni errate, dieci incubi di una mente offuscata. Storie che non hanno nessun senso e nessuna pretesa, se non quella di incuriosirvi. Ognuna di queste mie fioche scintille è nata con uno scopo, a voi scoprire quale. Ognuna racconta qualcosa di non scritto tra le sue righe, a voi intuire cosa. Ma tutte hanno in comune un flebile filo conduttore, che verrà rivelato solo alla fine dell’ultima pagina.

    Non aspettatevi personaggi sfaccettati, dialoghi ricercati o finali soddisfacenti, non ne troverete.

    Benvenuti nei miei incubi.

    1. MACCHIE

    Mi sveglio, lentamente.

    Un fascio di luce filtrato dalla finestra mi trafigge gli occhi, costringendomi alla resa. Un’altra giornata uguale a mille altre mi aspetta, fuori dalla mia stanza da letto.

    Fisso il soffitto ancora per qualche minuto; attimi di riposo rubati, forse inutili. Una macchia sul soffitto bianco: circa due centimetri di diametro, ma so che crescerà. Questo appartamento è troppo umido, d’inverno le infiltrazioni sono piuttosto fastidiose.

    Uno scatto e sono in piedi. Mi trascino stancamente verso il bagno, dove l’impietoso giudizio dello specchio mi attende. Sono appena sveglio eppure la stanchezza mi si legge in volto: i miei occhi arrossati e contornati da profonde occhiaie, la mia carnagione pallida e la mia lingua biancastra sono il segno evidente di come tenda a trascurare la mia salute. Mi lavo velocemente il viso e fisso ancora lo specchio. Una macchia. Nera, piccola.

    Provo a toglierla con le dita bagnate. Ma non va via.

    Ci penserò dopo – Mi dico.

    Una doccia veloce, ad occhi chiusi, illudendomi di essere chissà dove in vacanza. Lavo via la stanchezza e la sporcizia. Odio la sporcizia. Mi vesto, guardando fuori dalla finestra: il cielo grigio sovrasta i lugubri palazzi minacciando pioggia, ma in realtà qui non piove mai.

    Una macchia sulla finestra.

    Mi avvicino. Non sopporto la sporcizia. Strofino la manica della camicia sul vetro, ma la macchia resta lì dov’è. Faccio finta di nulla allora, al mio ritorno pulirò come si deve. La vista della macchia però mi inquieta. Qualcosa non va.

    Vado verso la porta-finestra del soggiorno. Macchie. Macchie anche qui sui vetri. Tante piccole macchie nere, indelebili. Gratto con le unghie, ma le macchie restano.

    Macchie sulle pareti bianche, sul soffitto, sul pavimento chiaro. Macchie sugli specchi, sulle finestre, ovunque. Le macchie mi seguono, non mi danno pace. So che se strofino non andranno via.

    Devo eliminarle, distruggerle. Ora si sono assiepate tutte in un unico punto, sulla parete bianca di fronte a me. Prendo una sedia e la scaglio contro il muro, con violenza. Le macchie si spostano, si muovono e tornano dov’erano, come fossero vive.

    Sono anni che non dormo bene, da quando persi mia madre. So che non è colpa mia, me l’hanno detto in tanti. Ma forse potevo fare qualcosa per lei. Forse.. Ma ora è troppo tardi per pensarci. Vedo macchie, solo macchie.

    Giro lo sguardo verso l’esterno, ora si trovano sul vetro. Lancio la sedia con tutte le mie forze verso la finestra, certo di colpirle tutte in un sol colpo. Non sbaglio mira, il vetro va in mille pezzi. Stremato fisicamente e mentalmente, mi accascio a terra. Piango. Mentre le lacrime sgorgano dai miei

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