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Fusa e mascara
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E-book105 pagine1 ora

Fusa e mascara

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Info su questo ebook

Noi siamo come i gatti. Un minuto stiamo gioendo, e un attimo dopo abbiamo il muso perché, magari, ci è venuto in mente un episodio spiacevole, o perché piove, o forse solo perché non abbiamo più voglia di ridere. Noi siamo come i gatti nella ricerca continua di attenzioni e di libertà allo stesso tempo. In questo libro venti donne, dai diciassette anni ai sessanta passati, sono protagoniste insieme ai loro gatti di venti storie buffe, tenere, drammatiche o felici. E' la loro vita, divisa con creature meravigliose che l'hanno in qualche modo cambiata.
LinguaItaliano
Data di uscita4 nov 2011
ISBN9788863692587
Fusa e mascara

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    Anteprima del libro

    Fusa e mascara - Angela Giulietti

    Noi siamo come i gatti. Un minuto stiamo gioendo, e un attimo dopo abbiamo il muso perché, magari, ci è venuto in mente un episodio spiacevole, o perché piove, o forse solo perché non abbiamo più voglia di ridere. Noi siamo come i gatti nella ricerca continua di attenzioni e di libertà allo stesso tempo. E come loro vorremmo afferrare le farfalle che passano e che sono gli attimi destinati a non tornare. Ci muoviamo sinuose e caute, non facciamo rumore ma sappiamo graffiare e lasciare il segno. Li amiamo perché ci ricordano noi stesse, e perché la loro bellezza ci aiuta a superare ogni giorno dolori, problemi e momenti difficili. In questo libro venti donne, dai diciassette anni ai sessanta passati, sono protagoniste insieme ai loro gatti di venti storie buffe, tenere, drammatiche o felici. E' la loro vita, divisa con creature meravigliose che l'hanno in qualche modo cambiata. Piano piano, in silenzio, per anni o per pochi mesi, con eleganza, amore e leggerezza. Il tocco di un gatto, come quello di una donna, è lieve come un soffio di vento estivo, e incisivo come un fulmine che cade a pochi passi.

    Grazie al mio Boris, il protagonista dell'ultima storia, per avermi dato lo spunto con il suo musino e la sua dolcezza. E grazie a tutte coloro che si sono raccontate, mettendosi in qualche modo a nudo e offrendomi episodi della loro esistenza affinché io li trasferissi in questo libro. Grazie alle splendide donne, e grazie ai loro meravigliosi amici baffuti per essere stati, ed essere, semplicemente gatti.

    Fabiana: Piccolo soldato coraggioso

    Ci sono piccoli soldati che combattono grandi battaglie. Che sfidano il destino, non per conquistare territori o per ottenere ricchezze, ma per vivere la vita di tutti i giorni.

    E' il caso di Briciola, che nell'estate del 2002 era stata lasciata in una scatola vicino ad un cassonetto. E' qui che comincia la sua storia, con le mani di un giovane che la sollevano e la portano a casa, e con la moglie di quel giovane che la osserva e decide che l'amerà per sempre. Fabiana guardò Briciola e si intenerì: le ricordava un po' un pipistrello, per le orecchie enormi, ma era una gattina meravigliosa, nera, con un pelo lungo e folto e begli occhi gialli.

    La loro vita insieme iniziò senza grossi problemi, ma dietro l'angolo c'erano giorni difficili, c'era un destino che riservava alle due sfide importanti da affrontare. Il primo segnale Fabiana lo percepì a maggio, quando notò che da qualche giorno la gattina era inappetente e apatica. La portò in clinica, e la prima diagnosi parlò di un'infezione da pulci. Briciola fu curata con una pasta per via orale, sembrava si riprendesse bene, ma la storia non era affatto conclusa. Tre mesi dopo Fabiana e il marito partirono per le ferie, lei decise di lasciare Briciola ai suoi genitori e si sentiva abbastanza tranquilla.

    Ma un giorno i suoi la chiamarono, allarmati: avevano dovuto portarla in clinica perché stava male, i medici avevano riscontrato un'anemia e le avevano praticato una trasfusione. Le vacanze terminarono in quell'istante. I due ragazzi tornarono a casa,e Fabiana iniziò a pensare che forse Briciola era davvero malata.

    Poche settimane dopo, infatti, dovette riportarla in clinica, dove fu riconfermata l'anemia. Il veterinario voleva fare un'altra trasfusione, ma Briciola si agitava, rendendo impossibile qualunque intervento. L'uomo allora la legò e la imbavagliò, e Fabiana, quando vide quella scena, prese la gatta e se la riportò a casa. Non tollerava quel trattamento, e non aveva ancora avuto risposte sulla causa dell'anemia.

    Cambiò clinica, e nella nuova clinica cui si recò, trovò una dottoressa preparata e interessata al caso, che le spiegò: -Vedi, l'anemia è molto forte, il numero dei globuli rossi è impressionabilmente basso. In pratica, la malattia distrugge gli anticorpi che vengono creati dall'organismo- -E cosa si può fare?- Chiese Fabiana. La donna fu sincera: -Si può solo tentare di tenere sotto controllo la situazione. Ma è un problema serio, non credo che questa gattina vivrà a lungo, forse un anno o due- Era un colpo inaspettato. Quella malattia senza nome stava consumando la sua Briciola poco a poco. Fabiana la guardò: era così bella, e giovane... perché il destino si accaniva contro di lei? Decise che non avrebbe mollato: avrebbe lottato insieme alla sua piccola, per darle la vita migliore possibile.

    Gli anni che seguirono furono complicati: più di una volta la gattina rischiò la crisi fatale e si salvò per miracolo. Nel frattempo, Fabiana si separò, e si trovò a lottare da sola per aiutare la sua amica pelosa. Ogni volta che Briciola stava male dovevano cambiarle la terapia, per aumentare il numero di globuli rossi. Quella precedente si dimostrava sempre obsoleta, e si dovevano cercare strade alternative. Non che Briciola soffrisse. Semplicemente, l'anemia la rendeva mogia e inappetente. Fabiana ormai riconosceva i campanelli d'allarme: se si accorgeva che la micina non mangiava e non si puliva, capiva che era il momento delle cure.

    Non c'erano solo giorni tristi, però. C'erano i periodi in cui andava tutto bene, in cui Briciola giocava, chiedeva le coccole e faceva le cose pazze che fanno i gatti. Ogni tanto Fabiana la trovava infilata tra l'avvolgibile e la zanzariera, altre volte in bilico sullo stipite della porta, che guardava tutto dall'alto...quelli erano i giorni in cui sembrava una gatta come le altre. E si riprendeva sempre dalle crisi, combattendo come un guerriero. Aveva voglia di vivere,e per questo Fabiana la ammirava.

    Nel 2007, Briciola aveva superato di gran lunga l'aspettativa di vita che le era stata pronosticata. Ma proprio quando la veterinaria che l'aveva sempre seguita si trasferì lontano, iniziarono i problemi più seri. Fabiana trovò un'altra clinica, una dottoressa di cui rimase soddisfatta, però le terapie iniziarono a dare sempre meno risultati. Provarono perfino ad effettuare un esame del midollo, per vedere di dare un nome alla patologia che la affliggeva, ma neanche quella procedura servì a fugare i dubbi. Per più di un anno la situazione restò la stessa: ogni tanto Briciola si sentiva debole, Fabiana capiva, la portava in clinica e l'unica cura cui potessero sottoporla era un palliativo, un ricostituente che le facesse recuperare un po' di energia.

    Fabiana, ormai, era consapevole che il momento di separarsi da Briciola si stava avvicinando. La gatta iniziò a muoversi sempre meno e a passare le sue giornate immobile su una poltrona. Lei si chiese spesso se non fosse il caso di lasciarla andare...ma poi incontrava quello sguardo determinato e combattivo, che diceva Io voglio vivere, e accantonava l'idea. In fondo, Briciola non soffriva, era solo un po' giù,

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