Un timido spicchio di luce
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Anteprima del libro
Un timido spicchio di luce - Angela Giulietti
dell'autore
Attese
I corridoi lunghi a Giorgia hanno sempre ricordato la casa della nonna, situata in provincia di Firenze. Un odore di acqua di colonia e detersivo accompagnava il tragitto, sfiorando le stanze chiuse e ordinate. Ma il corridoio della nonna era pieno di vita e di passione: c'erano le sue foto e quelle dei genitori, soprammobili etnici, piccoli mobiletti intarsiati e uno specchio con la cornice dai contorni un po' sbeccati dal tempo. Questo corridoio, invece, è freddo e severo. E di notte sembra anche minaccioso. Nel reparto di neuropsichiatria infantile non c'è un quadretto, una foto, una stampa, a interrompere la monotonia di quel verde e bianco noioso. Giorgia guarda l'orologio e calcola che tra circa mezz'ora arriverà sua madre. Cosa fare in mezz'ora? Si trova ricoverata da quasi un mese e i modi per passare il tempo dalle 8 di mattina fino a tarda sera li ha già studiati tutti. Un libro, un altro libro, parole crociate, un film sul pc, un po' di musica, due chiacchiere con Vanessa, un sonnellino, qualche messaggio alle compagne su whatsapp... ma dopo tutto ciò restano ancora minuti, e ore. Intere ore di nulla.
Deve essere forte, ma dentro quella clinica è davvero difficile. Perché è arrivata lì? Non riesce a darsi una risposta. E' accaduto tutto in pochi mesi. Stava bene, poi ha cominciato a dimagrire, infine l'hanno ricoverata. E adesso è lì, su quel letto troppo grande per contenere il suo corpo minuto. Pensa, e legge, e guarda, e aspetta, non sa nemmeno cosa. I capelli castani le incorniciano il viso smagrito, su cui spiccano gli occhi verdissimi, sempre più grandi. Giorgia ha l'espressione intensa della mamma e il sorriso accattivante del babbo. E' bella, molto bella, ma adesso si sente uno straccio, nei suoi 16 anni di ore vuote e di attese senza fine.
Ma tra mezz'ora arriverà la mamma. E le racconterà cosa succede fuori da quelle mura. Le dirà come va avanti il mondo, oltre a lei e senza di lei. E Giorgia si sentirà un po' meno sola. Sono le piccole gioie che deve farsi bastare.
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Dopo aver scambiato due parole con i camerieri, Ilaria saluta Vincenzo e lascia la pizzeria. Ha chiamato la baby sitter, chiedendole di restare un paio d'ore con Mattia e Tommaso, ha fatto tutto ciò che doveva fare, e adesso sale in macchina diretta verso la clinica. Non è facile seguire Giorgia in quel momento complicato e al tempo stesso occuparsi dei due figli piccoli, lavorare in pizzeria e trovare lo spazio anche per la spesa e le piccole, noiose commissioni quotidiane. Non era previsto. Nel suo orizzonte personale questo step non era in programma. Perché Giorgia era l'adulta, lo è sempre stata, era quella su cui contare, quella razionale, che si prendeva cura dei fratellini, andava bene a scuola, teneva la camera in ordine e sapeva già cosa avrebbe fatto della propria vita. Giorgia era tra quelli di cui non ci si doveva preoccupare. Fino a pochi mesi prima...
Cosa è successo? Ilaria ha provato a pensarci più volte, ma non si capacita. Giorgia poco a poco ha smesso di mangiare, è diventata nervosa, ha iniziato a soffrire di insonnia ed è iniziato l'incubo. E' qualcosa che lei e Vincenzo hanno fatto o non hanno fatto? E' stata colpa di Dario? C'entra l'adolescenza? Perché una ragazza responsabile e saggia all'improvviso ha ceduto, trascinando se stessa e tutti gli altri nel baratro dell'angoscia e del dubbio?
Ilaria si dà una controllata nello specchietto della macchina. Della bella donna di 43 anni, snella, graziosa e attraente è rimasto ormai ben poco. Da un mese va a letto tardi e si alza presto, per poter stare dietro ai figli e alla pizzeria. Gli occhi sono stanchi e poggiano su un paio di occhiaie grigiastre, il volto è tirato e il corpo reclama una sessione di pilates, facendosi sentire con dolorini e