Impronte sulla sabbia
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Impronte sulla sabbia - Angela Giulietti
sarà.
1
All'inizio, nell'estate del 1968, fu solo un gioco di sguardi. Paola arrivò con la bicicletta fino al bar, e notò subito che Cesare era tornato. Era diventato più bello e più alto nei due anni in cui aveva lasciato Marina di Cecina per seguire i suoi genitori in Sicilia. Molto più bello. Gli occhi, azzurri e vaganti, possedevano una luce nuova. Teresa glielo indicò:
Visto chi c'è? Il tuo spasimante
Ma smettila!
Si schernì Paola Era solo un gioco da bambine
Non lo avrebbe mai ammesso, davanti alle amiche, che stava provando una sensazione strana, di paura e di eccitazione insieme. Stando attenta a non inciampare, superò il vialetto che immetteva in spiaggia, e con aria ostentatamente indifferente salutò Cesare, che stava giocando a biglie con due amici:
Così, sei tornato?
Eh già
Rispose lui Babbo ha avviato la sua succursale a Palermo, e adesso rieccoci qui
A Paola non sfuggì che, quando lui aveva alzato la testa, gli altri due ragazzi si erano fermati di colpo. Era come se la gara delle biglie dipendesse solo ed esclusivamente dalla presenza di Cesare. Se lui lasciava il gioco per un attimo, il gioco era sospeso. In questo non era cambiato affatto: sempre accentratore, sempre magnetico. E, non poteva non ammetterlo, aveva rapito anche tutta la sua attenzione.
Un'ora dopo le biglie erano state riposte, e Cesare teneva banco seduto al tavolino del bar, coi capelli bagnati che rendevano il suo volto più luminoso. Scrollò le spalle e fece ciondolare un po' la testa, mentre rispondeva a una delle tante domande:
No, non voglio diventare un impiegato di mio padre e vendere mobili per tutta la vita. Io farò l'attore
L'attooore?
Ripeté Teresa, che tendeva a trascinare le vocali. Lui annuì:
A settembre inizio un corso di recitazione a Cecina città
Indicò verso destra, oltre la pineta Poi deciderò se frequentare l'Accademia d'Arte Drammatica
Le reazioni furono di ammirazione e sorpresa. E in quel momento Paola decise: si sarebbe iscritta al corso di recitazione anche lei. Era un modo come un altro per restare vicina a Cesare.
Il primo ostacolo da superare fu convincere i suoi genitori. Sua madre le ricordò:
Quando alle elementari hanno rappresentato 'Pinocchio' ti sei impuntata per avere la parte di un albero. A te recitare non piace
Ma mi piace Cesare
Precisò lei Ti prego, ti prego!
Beh, la famiglia di Cesare non ha problemi a pagare il corso... ma tuo padre è un operaio. Non so se ce la facciamo
Vi aiuterò io
Paola rilanciò Nel weekend posso lavorare in gelateria, cercano una commessa
Sei sicura? Hai 18 anni, chissà quanti altri ragazzi ti piaceranno!
Non quanto Cesare. Di questo Paola era sicura. Cesare estroverso, affascinante, a momenti anche sbruffone, ma che poi ti fissava con quegli occhi azzurri e sembrava un angelo! Cesare che cambiava ragazza ogni sera, con nessuna andava fino in fondo, quasi come se si annoiasse in compagnia di un solo essere umano. Cesare egocentrico, chiacchierone, coinvolgente, che ancora non lo sapeva ma si sarebbe fatto sedurre da una ragazza timida.
Seguire il corso di teatro tre sere la settimana si rivelò stancante. Paola faticava ad alzarsi la mattina e nel fine settimana non si riposava, perché lavorava 6 ore al giorno in gelateria. Tuttavia, l'insegnante si dimostrò soddisfatta di lei. Era una signora sui 50 anni, che aveva recitato in alcuni sceneggiati e pieces teatrali, e che aveva un nome esotico: Perla. Una donna dal carattere spigoloso e severo ma anche carismatico, che sapeva riconoscere il talento. E che una sera le disse:
Il pezzo forte del saggio di fine anno sarà un estratto da 'Molto rumore per nulla'. Tu interpreterai Beatrice, puoi decidere chi vorrai come Benedetto
E chi poteva essere, se non Cesare? Provando insieme, i due ragazzi si scoprirono molto affini e complici. Cesare invitò Paola a fare una passeggiata sulla spiaggia al tramonto, una sera di aprile del 1969, a poche settimane dal saggio. Lei, emozionata e affascinata, lo ascoltava, camminando al suo fianco. Si sedettero su un tronco, vicino a degli scogli. Cesare disegnò un cuore con un bastoncino sulla sabbia, e sussurrò:
E' quello che provo. Ed è quello che sparirà alla prossima onda
Non capisco
Replicò Paola Cosa mi vuoi dire?
Che adesso vorrei baciarti. Però... ecco, vedi? Il cuore non c'è più. Metto la mia mano, faccio un'impronta, e sparisce anche quella. E' la caducità dell'esistenza
Cioè... mi vuoi baciare o no?
Io sì... però forse domani non lo vorrò più. Io sono affidabile come quel cuore, come un'impronta sulla sabbia
Beh...
Lei alzò il viso Credo che sia importante quello che vogliamo adesso, non domani o tra un mese
Si lasciò baciare, senza che fossero aggiunte altre parole. Il tramonto colse i due ragazzi a formare una figura unica contro il sole, un'ombra scura e quasi immobile, appena appena fluttuante. Era l'inizio di una storia d'amore.
Cesare era vivace, instancabile, attivo. Con lui Paola non si annoiava mai. E avrebbe potuto giurare sul suo successo. Anche se, appena si erano diplomati, lui si era adattato a lavorare nel negozio del padre, lei aveva la consapevolezza che sarebbe andato lontano.
E intanto, dopo sei mesi dal primo bacio, il cuore sulla sabbia era ancora lì. Per l'invidia di tutte le ragazze di Cecina mare, Cesare stava con lei e solo con lei. Una sera gli chiese:
Cosa ti piace di me?
Che mi accetti
Spiegò lui Non cerchi di fare di me un tipo serio e posato. Ti va bene come sono, non fai troppe domande e non limiti i miei orizzonti
Rispose con una frase riferita a se stesso, e Paola sul momento restò un po' delusa. Forse avrebbe preferito che Cesare nominasse il suo carattere sensibile, il suo sorriso o la sua intelligenza, ma appunto, come lui aveva appena detto, doveva prenderlo così com'era. Non esisteva un altro ragazzo tanto ambizioso, affascinante e divertente, Cesare Braschi era uno su un milione e aveva scelto lei. Cosa desiderare di più dalla vita?
Quando c'erano novità interessanti, Cesare tendeva a spalancare gli occhi, e a strizzare gli angoli della bocca. Vedendolo entrare in gelateria con quella espressione, Paola aveva già intuito che era eccitato, e attese la sua dichiarazione:
Ci sarà una serata di letture tratte da Shakespeare. Qui a Cecina. E sarà presente anche Toni De Segni
Chi...?
Lei non riusciva a dare un volto a quel nome
Il regista di sceneggiati televisivi! Ti rendi conto? Cercano due attori e un'attrice giovani, domani c'è il provino!
Oh bene
Più che bene! Senti, mi devi accompagnare, io sento che sarà la mia occasione e voglio che mi stai vicina
Lei acconsentì. Il pomeriggio seguente entrò con Cesare nell'albergo dove si teneva il casting, e notò che c'erano molti ragazzi ad aspettare di essere chiamati. Mentre si guardava intorno una donna la sfiorò appena, le mise un adesivo sul giubbotto e sussurrò:
32 e 33
No...32 e basta
Provò a dire lei Lui è in gara, io no...
Ma quella era già sparita, con la velocità di un treno umano. Così lei si ritrovò in una sala davanti a tre persone e a una pila di fogli, a declamare un sonetto, cercando di essere carina e veloce perché dopo sarebbe toccato a Cesare. Non mise particolare enfasi nella lettura, che pure era di suo gradimento. E quando terminò, rimosse quel provino dai propri pensieri per due settimane. Fino a che non le arrivò a casa una lettera recante il messaggio:
Le comunichiamo che è stata selezionata per l'evento su Shakespeare
Ma dai! Non ci credo!
Ridacchiò tra sé. Uscì di casa e arrivò fino al negozio per dare la notizia a Cesare. Lui finì di spostare un tavolino da fumo e alzò un sopracciglio:
Tu non hai nemmeno fatto il provino sul serio
Già... assurdo, vero?
E pensa che io ci tenevo tanto e non mi hanno scelto... beh, la vita è ingiusta
Mi dispiace...
Di colpo, si sentì triste per lui. Stava per fargli una carezza, ma lui si spostò, scuotendo la testa:
A quanto pare come attore faccio schifo
Era sul punto di piangere, e Paola decise di lasciarlo solo. All'improvviso, non era più felice all'idea di recitare Shakespeare davanti a un pubblico, perché non poteva dividere quella gioia con il ragazzo che amava.
Come Paola aveva scoperto presto, non c'era un modo indolore di dare brutte notizie a Cesare. Quel pomeriggio girovagò sul lungomare, osservando la spiaggia battuta dal vento invernale, riflettendo, provando il discorso mille volte e poi dandosi della stupida. Rivedeva continuamente la scena e avvertiva un misto di orgoglio e di vergogna.
Toni De Segni che la ferma alla fine della lettura, e le stringe la mano:
Complimenti. Hai una bella dizione, una bella voce e un volto interessante. Verresti a Roma dopo Natale? Sto mettendo insieme un cast per uno sceneggiato e mi servono diverse giovani attrici
E lei, che arrossisce, si volta verso sua madre e le esce un filo di fiato rauco:
Possiamo?
Perché no? Ci facciamo una vacanza, male che vada
Ancora non ci credeva e già doveva rielaborare il fatto nel modo migliore possibile. Non voleva fare del male a Cesare, ma non voleva nemmeno mentirgli. Trascorse ore a decidere quali parole usare, quale faccia fare, infine si sedette al tavolino del bar, in attesa dell'arrivo di lui. La testa le scoppiava e sentiva un senso di nausea forte, che attribuì allo stress.
Freddino eh?
Disse Cesare, arrivando col solito passo spedito. Ordinò due cappuccini e prese posto davanti a Paola, che si esibì in un sorrisetto titubante:
Sai? Poi la lettura è andata bene
Okay, mi fa piacere
Mormorò Cesare Peccato che non abbia fatto in tempo a venire, ma sai, c'era da controllare gli ordini in magazzino. Io non sono un artista, io lavoro in una mostra di mobili
Lo sottolineò con un tono scocciato, rendendole ancora più difficile andare avanti. Ma lei doveva dirglielo, e raccolse tutto il suo coraggio:
De Segni è rimasto colpito da me e vorrebbe che andassi a Roma per un casting
Ecco. Dopo ore e ore a tentare di mettere insieme un discorso delicato e graduale, le era uscito tutto di getto. Cesare deglutì, restò in silenzio per alcuni secondi e poi sospirò:
Okay, a quanto pare sarai tu ad avere successo. E' evidente che sei più brava di me
Ma no... tu reciti meglio nelle commedie moderne, sei più brillante, vedrai che l'occasione arriva anche per te
Oppure resterò a vendere divani per sempre...
Non scoraggiarti, Cesare...
Paola tentò di piegarsi in avanti, ma avvertì una fitta allo stomaco. No, non era il momento giusto per ammalarsi, quello! Fece un respiro profondo, ma la nausea non se ne andava. E prima che potesse dire altro, l'incontro al bar si trasformò in una corsa in bagno a vomitare. Quello che lei non sapeva, e lo scoprì solo dopo la visita medica, era che lo stress non c'entrava nulla col suo malessere. La causa della nausea era un bambino.
E ora cosa facciamo?
Paola guardò sua madre, che non aveva perso la calma, e che la informò:
I genitori di Cesare sono felici all'idea di un nipotino. Dicono che in ogni caso ti aiuteranno
Cesare, però, non parla
Beh, è stato lui a metterti incinta. Subirà le conseguenze. Ha quasi 20 anni, è ora che si decida a crescere
Ma non siamo troppo giovani per sposarci?
Se sei abbastanza adulta per fare sesso lo sei anche per avere una famiglia
Replicò sua madre, lapidaria Lui ha un'azienda solida, tu lavori, se pensi di amarlo allora dovete stare insieme
Io.. certo che lo amo
Bene. Marzo potrebbe andare. Sceglieremo un abito non troppo stretto
Si sarebbe sposata! Paola non riusciva ancora a crederci! Aveva paura di parlarne con Cesare e cercò di evitarlo per qualche giorno, ma poi, una sera, lui si presentò a casa sua e annunciò:
Ho deciso per un completo blu scuro!
Oh...
Lei lo fissò, sconcertata Credevo che non ti volessi sposare
"Ecco, non mi sentivo pronto... però ci ho riflettuto. Se non sposo te, chi altre? E poi sarà un giorno bellissimo, perché faremo un grande rinfresco. E i miei ci regalano la casa che