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Il dottore venuto da Parigi: Harmony Bianca
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Il dottore venuto da Parigi: Harmony Bianca
E-book162 pagine2 ore

Il dottore venuto da Parigi: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Diciotto anni prima Maggie Louis e Raphael Boucher avevano condiviso desideri, speranze e infuocate carezze sotto il romantico cielo parigino. Ora però di quei giovani assetati di vita non è rimasto quasi più nulla. Maggie sembra aver perso la strada che avrebbe dovuto condurla dritta alla realizzazione dei propri sogni e Raphael ha definitivamente smarrito se stesso.

Quando si rincontrano a Sydney, Raphael intuisce che il destino gli sta regalando una seconda possibilità: Maggie è l'unica che possa aiutarlo a ritrovare la parte più viva di se stesso. Quella compassionevole. Motivata. Quella che lui sembra aver perduto per sempre, e che lei tanto amava.
Lavorare fianco a fianco sembra però far emergere il meglio e il peggio di entrambi. Per poter avere un futuro accanto alla donna che ama, Raphael capisce quindi di dover affrontare i propri demoni proprio lì dove sono nati: a Parigi.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2019
ISBN9788830503656
Il dottore venuto da Parigi: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Il dottore venuto da Parigi - Annie O'neil

    successivo.

    1

    Odori. Suoni. Sapori. Anche l'aria sembrava diversa in Australia, e lo stesso valeva per la distesa azzurra in cui stava nuotando. Ma mentre i giorni diventavano settimane, e le settimane mesi, Raphael aveva imparato che viaggiare per il mondo non faceva alcuna differenza. Provava sempre la stessa sensazione di vuoto, appesantito da uno schiacciante senso di colpa. Lasciare Parigi non era servito a nulla.

    A niente era valso il volontariato. E lavorare in zone di guerra. Nemmeno donare il sangue. Si sarebbe fatto strappare il cuore dal petto se fosse servito. Neppure lavorare giorno e notte era stato di qualche utilità. E poi c'era il denaro. Solo il cielo sapeva quanto avesse cercato di gettarne via, con il solo risultato di peggiorare la situazione.

    Jean-Luc non sapeva cosa farsene del suo denaro.

    Era la semplice verità. Niente poteva cambiare il fatto che la figlia del suo migliore amico era morta sul suo tavolo operatorio.

    Sapeva di essere troppo legato a lei, che non avrebbe dovuto prendere in mano il bisturi, non appena aveva visto chi era il paziente e le sue gravi ferite. Ma non c'era nessuno più qualificato di lui. E Jean-Luc l'aveva implorato di salvare la vita di sua figlia.

    Raphael continuava a rivivere quegli interminabili minuti passati in sala operatoria.

    Morsetti chirurgici. Aspirazione. Chiudere la grande rottura dell'aorta solo per trovarne un'altra. Morsetti. Ancora aspirazione. Punti. Decine, forse centinaia. Si rivedeva le dita mentre li bloccava. Cercare di far tornare il flusso di sangue ai reni, al cuore.

    Il giovane corpo della paziente rispondeva molto bene all'operazione. Un vero miracolo, considerando il trauma che aveva subito quando un'auto si era schiantata contro la sua. Tutto quello che restava da fare, quando lui era stato chiamato nella sala operatoria adiacente, era di richiuderla.

    Non importa quante volte aveva pensato a cosa fare, si era bloccato nel momento critico. Aveva due possibilità. Ne seguì una. Avrebbe dovuto scegliere l'altra. Capì il suo fatale errore dal pesante silenzio che lo accolse quando tornò, e vide il suo assistente allontanare la mano dal piccolo corpo senza vita.

    Tutti lo guardarono aspettando che lui facesse la dichiarazione di morte.

    Raphael nuotò fino al bordo della piscina e sbatté le palpebre quasi sorpreso nel vedere che il sole stava cominciando a sorgere.

    Era stanco, anzi esausto. Arrivare a Sydney era l'ultimo tentativo disperato di ritrovare l'uomo che era stato un tempo. Era distrutto da un dolore che l'avrebbe tormentato fino all'ultimo giorno della sua vita. Si era costretto a nuotare più velocemente di quanto avesse mai fatto prima, ma il bruciore dei suoi polmoni non riusciva minimamente a mitigare il peso che sentiva nel cuore.

    L'amore forse avrebbe potuto e ancora di più il perdono.

    Eccitato dal fatto che in meno di ventiquattro ore avrebbe incontrato Maggie...

    Era passata una vita da quanto l'aveva vista l'ultima volta, ma la ricordava benissimo. Una studentessa dagli occhi chiari e dal cuore grande venuta dall'Australia per uno scambio culturale. A parte Jean-Luc non c'era nessun altro nella sua vita che lo avesse conosciuto così bene, che fosse riuscito a vedere fino in fondo nella sua anima.

    Se al loro nuovo incontro lei fosse riuscita a scorgere in lui una traccia dell'uomo che aveva conosciuto tanti anni prima, avrebbe potuto pensare che c'era una luce in fondo al tunnel.

    Dopo essersi asciugato e rivestito si diresse verso l'uscita, già pronto a guardare attraverso la cancellata bianca che sulla destra portava ai bagni disseminati lungo la costa.

    Eccolo le petit monstre de la mer, il piccolo mostro del mare.

    Era ancora lì. Il bastardino che lo stava seguendo dal posto che aveva affittato, lungo il sentiero costiero che portava ai Bronte Baths, da quando era arrivato a Sydney una settimana prima.

    Era stato abbandonato dagli inquilini che lo avevano preceduto? Non aveva nessuna targhetta, nessun chip. Niente che potesse indicare chi erano i suoi proprietari.

    Si era stupito di se stesso, quando prese la decisione di portarlo da un veterinario il giorno precedente. Questo almeno significava che nel suo petto batteva ancora un cuore.

    Rise senza allegria.

    Non si trattava piuttosto della prova che nella sua vita aveva bisogno di un'anima buona che non lo giudicasse?

    Era Maggie l'anima buona? Dopo una decina d'anni praticamente senza contatti, non solo lei aveva accettato di incontrarlo la sera dopo, ma gli aveva proposto un lavoro nella stazione medica dove lavorava. La sua disponibilità andava oltre a un'amicizia di lunga data.

    Da quello che gli aveva scritto nelle sue e-mail, le stazioni come la sua erano sempre a corto di personale e costringevano a lavorare incessantemente. Forse con il tempo questo sarebbe stato l'inizio per guarire le sue ferite.

    «Allons-y ,andiamo Monster.» Girò la testa dall'altra parte della strada e il cane si affrettò a raggiungerlo. «Vediamo se riusciamo a trovare qualcosa da mangiare per cena.»

    2

    Perché l'aveva portato al cinema?

    Raphael avrebbe potuto pensare che lei lo odiava. Invece era soltanto un po' timida. E non era ancora pronta a fargli incontrare la vera Maggie.

    Il cellulare si mise a ronzare nello zaino facendola sentire ancora più avvilita. Lo recuperò da sotto il sedile e si mise a frugare all'interno. Lavorare nei servizi di emergenza significava stare sempre all'erta, che si fosse trovata o meno accanto alla sua cotta giovanile, durante quell'anno perfetto.

    Un anno a Parigi.

    Raphael Boucher.

    Il paradiso.

    Non c'era stata una storia fra di loro. Soltanto una cotta adolescenziale da parte sua, bruscamente interrotta non appena si era imbarcata sull'aereo che l'aveva riportata in Australia.

    Lesse il messaggio.

    Dags, papà ha bisogno di rifornirsi di quelle super calze la prossima volta che vieni.

    Lei si affrettò a rispondere.

    Sono calze contenitive, stupidone.

    La sua espressione si addolcì. I suoi fratelli stavano facendo del loro meglio per fronteggiare gli sbalzi di pressione del loro padre. Dopotutto erano meccanici, non medici.

    Diede un'occhiata a Raphael.

    All'improvviso le venne voglia di piangere pensando che avrebbe potuto diventare un chirurgo come lui e si affrettò a fissare di nuovo il telefono.

    Ci vediamo fra un paio di settimane con un nuovo rifornimento. Maggie.

    Ripose il cellulare nello zaino soffocando un sospiro di frustrazione. Vivere a Sydney era a volte più una seccatura che un piacere, ma stare per sempre a Broken Hill non era una scelta.

    Nel risistemare lo zaino sotto il sedile fece quello che aveva cercato di evitare per tutta la sera. Sfiorare con il suo ginocchio quello di Raphael.

    «Desolé.» Raphael diede un colpetto con la mano nel punto in cui il suo ginocchio aveva carezzato quello di Maggie.

    Lei fissò la sua mano. Lunga, bella, forte. La mano di un chirurgo. Non il tipo di mano che accarezzava le ginocchia di un'umile infermiera.

    Un momento. Si era trattato di una carezza? Se lo era stata, quella specie di raduno della scuola superiore poteva rapidamente trasformarsi da sogno in realtà. Altrimenti...

    Gli lanciò un'occhiata e vide che i suoi occhi azzurri erano fissi sullo schermo. Niente di strano visto che erano al cinema.

    «Non, c'est... Va tutto bene.»

    Maggie farfugliò una risposta non necessaria e intanto strinse le ginocchia al petto e incrociò i polpacci cercando di farsi il più piccola possibile. Se non si fossero più sfiorati - e fosse riuscita a convincersi che Raphael non stava cercando scuse per toccarla - forse avrebbe smesso di sentirsi una sedicenne con una cotta per lui.

    Nessuna possibilità che questo potesse accadere!

    L'alto, bello e fin troppo affascinante Raphael Boucher se ne sarebbe tornato in Francia senza nessun altro commento che C'est la vie!, se lei avesse solo cercato di risuscitare quel fantasma del sogno che fra loro c'era stato qualcosa da far rivivere.

    Nell'istante in cui aveva messo gli occhi su di lui Maggie aveva provato la buffa sensazione di essere tornata un'adolescente.

    Due ore dopo ne sentiva ancora l'effetto e, a dispetto della calda serata tipica della fine estate australiana, sentiva la pelle d'oca sulle braccia. In lontananza le magiche luci del famoso fronte del porto di Sydney brillavano scintillando e mimando le ondate di calore che danzavano nel suo stomaco.

    Il cinema all'aperto dei Giardini Botanici di Sydney era il luogo perfetto per un idillio, se Raphael avesse mostrato un minimo d'interesse per lei.

    Forse sarebbe stato meglio che non si fosse spacciata per quella che non era. Mentre attraversavano i giardini diretti al cinema aveva parlato a ruota libera della sua brillante vita a Sydney invece di essere onesta. Come poteva dire a un uomo di successo come lui che tutta la sua brillante vita implicava un appartamentino che avrebbe avuto bisogno di una bella pulita, un lavoro che la impegnava tutto il giorno e viaggi bisettimanali nell'entroterra per mettere mano a montagne di indumenti sporchi da lavare che i suoi fratelli lasciavano?

    Altro che la vita di una brillante ragazza di città!

    Per non parlare del miscuglio tra inglese e francese che le era scappato di bocca dal momento in cui si erano incontrati davanti ai giardini. Tutti gli ammonimenti che aveva ripetuto a se stessa durante la corsa in autobus si erano volatilizzati nella sua testa. Compreso quello che non stava andando a un appuntamento, ma solo a incontrare un vecchio amico che era arrivato in città.

    Forse era perché il Raphael trentenne era ancora più attraente di quello diciassettenne o perché aveva un'aria un po'... sconvolta e questo gli aggiungeva un certo magnetismo intrigante. Comunque fosse, esercitava su di lei lo stesso fascino di quando si erano incontrati la prima volta, nella casa dove risiedeva ospite tanti anni prima.

    Jean-Luc. Provò un improvviso senso di colpa, non si era più tenuta in contatto con lui, da quando era tornata a casa. Aveva avuto un mucchio di cose da fare. Non era Wonder Woman. Non poteva fare tutto.

    Si risistemò sul sedile e si disse che doveva solo comportarsi normalmente e godersi il film.

    Tre secondi dopo cambiò posizione delle gambe. Aveva visto Casablanca un centinaio di volte e poteva ripetere le battute una a una. Era quello che aveva intenzione di fare anche quella sera, ma non era sola...

    Lanciò un'altra occhiata verso l'uomo che aveva conosciuto da ragazzo.

    Lui aveva un'aria attenta e intensa, anche se il resto degli spettatori stava ridacchiando per una delle battute di Humphrey Bogart. Sorridere non era cosa per Raphael.

    Non più comunque.

    A Parigi era stata tutta un'altra storia, almeno quando erano stati insieme. La sua risata riusciva ad alleggerire ogni cosa, a trasformare sempre la vita in un film a colori.

    Non che la sua inattesa ricomparsa tramite Internet fosse stata annunciata da una e-mail sentimentale in cui lui le dichiarava l'amore che aveva sempre provato segretamente per lei.

    La realtà era stata ben diversa. Le aveva scritto una e-mail educata, ma senza fronzoli. Sciocca lei a pensare che i motivi per cui aveva deciso di contattarla per trasferirsi a Sydney, dopo anni di brillante carriera come chirurgo a Parigi, fossero solo dettagli poco importanti.

    Portarlo al cinema la prima volta che lo incontrava non era

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