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Borges aveva un Tumblr
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E-book59 pagine38 minuti

Borges aveva un Tumblr

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Un percorso intrecciato fra racconti e visioni ipertestuali. Un oggetto digitale che parte dal web e che nel web ritorna, in un rapporto di creatività liquida e circolare. Territori narrativi volutamente sgranati, dove l’apparente mancanza di punti di riferimento è il punto di riferimento. Apparizioni di effigi pop e underground. Frammenti e contaminazioni che attraversano la rete e che dalla rete si fanno attraversare. Luoghi che si fondono con le storie e storie che nascono dai luoghi. Un viaggio in una Interzona burroughsiana, popolata, tra gli altri, da Hunter S. Thompson, Jack Kerouac, John Holmes, Mick Jagger, David Hockney.
Il tutto sotto lo sguardo sornione di Borges.

Angelo Ricci è scrittore e blogger. Ha pubblicato il romanzo Notte di nebbia in pianura (Manni) e l’ebook L’ossessione per le parole (Errant Editions). Ha partecipato all’antologia Nero Lombardia (Perrone Lab) con il racconto Ozana.
LinguaItaliano
Data di uscita12 giu 2012
ISBN9788863699258
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    Anteprima del libro

    Borges aveva un Tumblr - Angelo Ricci

    Tumblr

    Borges, microblogging e frammenti narrativi:

    intervista allo specchio con Angelo Ricci

    Responsabile della promozione digitale per Errant Editions, Angelo Ricci presenta anche su Storiacontinua il suo nuovo oggetto digitale Borges aveva un Tumblr. Un lavoro molto ampio, fatto di ipertesti intrecciati a frammenti di narrazioni, suggestioni e strem, la cui versione integrale uscirà a breve, ma che ha già avuto successo nella sua Fragments&Preview Version.

    Quindi, qualcosa in più di un semplice ebook?

    Credo che il concetto di ebook possa essere inteso in due modi.

    Il primo è la semplice trasposizione digitale di un libro esistente già in forma cartacea oppure un ebook che, pur edito direttamente in forma digitale, riproduce comunque la struttura del libro in formato classico. Il secondo prende le mosse dalla creazione di uno strumento che attraversa la Rete e che dalla Rete si fa attraversare, puntando alla solidificazione momentanea della liquidità di quelle narrazioni che della Rete sono l’essenza. In questo senso mi piace parlare di oggetto narrativo digitale.

    Un oggetto narrativo digitale che parte dal Web e che nel Web ritorna, in un rapporto di creatività liquida e circolare. E non mi riferisco solo alla ipertestualità, ma alla narrazione volutamente sgranata, dove l’apparente mancanza di punti di riferimento è il punto di riferimento.

    Pensiamo a quella vera e propria forma di racconto che, da più di vent’anni, Enrico Ghezzi conduce sul mezzo televisivo. Frammenti filmici e visivi, a volte strutturati e altre volte volutamente privi di ogni riferimento narrativo e tecnico, dove il documentario e il film si alternano a brani di pellicole sfocate e sgranate. Una sequenza che a poco a poco assurge a racconto autonomo. E, in quel gioco di specchi che forse è anche questa intervista, ecco che riappare lo sguardo di Borges.

    Ecco, proprio questo accostamento tra Borges e il microblogging, da cosa nasce?

    Saramago ha definito Internet un mare infinito, ma la stessa letteratura possiede le caratteristiche di un oceano senza fine e la narrazione che ci interfaccia ogni secondo con la rete, e che fonde noi stessi con lo stream, con la timeline, con la dashboard, è semplicemente inesauribile ed eterna. I frammenti contaminano storie che, a loro volta, si scindono in frammenti e questo in un perpetuo gioco di specchi dove siamo al contempo immagini riflesse e protagonisti. La rete non fa che amplificare l’esempio illustre di Borges, che con Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares, compose l’Antologia della letteratura fantastica o, con il solo Bioy Casares, il Libro del cielo e dell’inferno.

    Entrambi i testi non si limitano a un repertorio antologico, ma contaminano frammenti, racconti, brani di romanzi o poesie, semplici frasi, sino alla creazione di un testo in tutto e per tutto nuovo, dove la contaminazione si trasfigura in una nuova narrazione. Ma già nel XVII secolo raggiunse l’apice, tra i lettori, la consuetudine di unire in apposite raccolte le citazioni e i brani che consideravano più interessanti, tratti dai libri che avevano letto, raccolte che testimoniavano la narrazione che il lettore faceva di se stesso attraverso i suoi libri.

    Non so se David Karp, quando creò Tumblr, fosse al corrente di questo, ma considerando il microblogging, e in particolate Tumblr, come un mezzo attraverso il quale molti di noi raccolgono brani e citazioni prese sia dai libri che dalla rete, ecco che, se vivesse

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