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Librai si salvi chi può
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E-book109 pagine40 minuti

Librai si salvi chi può

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Info su questo ebook

“Si salvi chi può” è il grido del nostro tempo, e si ode soprattutto in alcuni mestieri che designavano uno status privilegiato nel mondo del lavoro, tra cui i tipografi e i librai. Barnes & Nobles, la più grande catena di librerie del mondo, ha annunciato che da qui al 2020 chiuderà 20 librerie l’anno. Quelle che sopravviveranno non saranno più luoghi per libri ma qualcosa che ancora non si sa. Dobbiamo preoccuparci? No, perché questo ebook breve, a cavallo tra il racconto, il saggio e la ricostruzione giornalistica, è il vademecum indispensabile per salvarsi dalla disoccupazione, a patto di essere informati e fortunati.

La storia che ha visto protagonisti i dipendenti di una storica libreria fiorentina, ostinati a non voler perdere il loro posto di lavoro, ha tenuto con il fiato sospeso un’intera città per mesi. Ma quella dei 38 librai della Edison non è solo la cronaca di una vertenza sindacale e, neanche, quella della nascita e della vita di un movimento politico. La loro vicenda, piuttosto, è un modello d’azione per tutti coloro che, inseguiti dallo spettro della disoccupazione, non intendono rassegnarsi e sono disposti a battersi anche in modi non convenzionali per conservare il posto di lavoro. Un cavillo nei regolamenti comunali, una petizione da migliaia di firme, una costante e intelligente pressione sulle istituzioni, sui social media e sugli organi di informazione. Elementi che non riguardano esclusivamente la città di Firenze, ma che si prestano, se supportati da tenacia e determinazione, a essere esportati ovunque.

La storia dei librai della Edison – di cui non è ancora stata scritta l’ultima pagina – ci indica un modello di azione politica per ri-scrivere la propria storia, anche quando il finale appare già segnato.
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita14 feb 2013
ISBN9788867970155
Librai si salvi chi può

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    Anteprima del libro

    Librai si salvi chi può - Andrea Lattanzi

    Anno 2013

    ISBN 978-88-6797-015-5

    © goWare per l’edizione digitale

    Redazione: Francesco Guerri, Patrizia Ghilardi

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    Reperimento dei brani musicali: Francesco Guerri

    goWare è una startup fiorentina

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

    Made in Florence on a Mac

    L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.

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    Ai ragazzi di Riot Van,

    insostituibili compagni di viaggio

    Prologo

    35.000 nomi, 40 librai

    e una campagna elettorale

    C’era una volta, nella bella Firenze, una libreria amata da tante persone. Situata in centro, sotto il loggiato di piazza della Repubblica, vedeva aggirarsi fra i suoi locali gli individui più disparati di questo mondo. Era frequentata, infatti, da illustri professori come da poveri debosciati, da casalinghe come da turisti e da studenti. Il suo nome era Edison e si chiamava così perché nelle sue stesse stanze – o meglio, in quelle della ex Procura – aveva preso vita, si dice, il primo cinema di Firenze. A metà strada fra il Duomo e piazza della Signoria, la libreria rimaneva aperta anche dopo cena. Un posto che oggi non se ne fanno più – direbbe qualcuno.

    La vita alla Edison era abbastanza semplice. Si entrava e si cercava fra i tre piani lo scaffale con il libro desiderato. Lo si prendeva, magari aiutati dai tanti commessi pronti a trovar ogni testo disponibile, e ci si sedeva fra i suoi ampi spazi. C’era pure un bar, per chi non sa rinunciare a un dolcetto (o a un goccetto) che accompagni la lettura.

    Ma la sua storia, come tutte le storie più belle e autentiche, è finita molto presto. La libreria Edison di piazza della Repubblica, infatti, aveva appena diciotto anni quando, il 29 novembre 2012, è stata chiusa.

    Son tempi duri, soprattutto per i libri, per chi li scrive e per chi li vende. Tra i maggiori responsabili di questo momentaccio per la letteratura e l’editoria troviamo la crisi, il mercato digitale che avanza e il tanto paventato quanto mai non veritiero disinteresse per la lettura. Cose già sentite che, anche questa volta, hanno scritto la parola fine a un romanzo fatto di libri e persone, pagine e incontri, amori e catalogazioni.

    Però, forse, nella novella che si prova qui a raccontare c’è sì tutto questo ma anche di più. Le librerie chiudono pure perché chi le gestisce talvolta sbaglia e si indebita, oppure perché quelli a cui si paga l’affitto all’inizio del mese preferiscono affittuari più blasonati, affidabili e, quindi, generosi.

    E poi, beh, poi c’è chi non ci sta. Parliamo qui dei 38 dipendenti della libreria che pur di scongiurarne la chiusura hanno raccolto 35.000 firme in poco più di un mese, generando un’epica fabula di perduta memoria che si è intrecciata a doppio filo con la campagna elettorale per le elezioni primarie del centro-sinistra e le aule di alcuni tribunali sparsi per la Toscana e l’Emilia Romagna. Alle cronache giornalistiche questi dipendenti sono passati come librai e anche noi, in questa storia, li chiameremo così. Vedremo poi

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