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Il vangelo del buon senso
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Il vangelo del buon senso
E-book587 pagine5 ore

Il vangelo del buon senso

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Info su questo ebook

Il libro per cui l’autore al rogo e pure elogiato al contempo?
Per sintesi estrema, più spirito e meno religione.
Domanda: per trovare Dio, bisogna sfidarlo?
Ne la ricerca, se non Dio, ad incontrare e scoprire noi stessi?
Il libro vive per tre decise tracce d’indole spirituale.
La prima è tesa a conciliare fedi e uomini tra di loro, in pace.
Di ricerca la seconda, di rivolta la terza.
La rivolta non tesa all’affermarsi, in verità sentito per sterile.
La rivolta quale mano tesa al Latitante che in chissà quale tana si nasconde.
La ricerca sul perché di questo Altrui eludere, la spina dorsale del libro.
Il bambino in noi, come volesse attirare l’attenzione del Padre, distratto in altrove?
Il libro si apre con la questione ambientale perché la Natura è spiritualità.
Non il vile Paradiso poi, noi ora! predica questo Vangelo.
Ne la disperata attesa dell’Uomo Perfetto, impatto zero.
Il pregio del libro il senso della posizione all’interno delle tematiche proposte.
LinguaItaliano
EditoreAbel Books
Data di uscita9 ott 2013
ISBN9788867520725
Il vangelo del buon senso

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    Anteprima del libro

    Il vangelo del buon senso - Dario Schonberg

    nome

    Ouverture – Non il vile Paradiso poi, noi ora

    Come compenso, il Paradiso in bustapaga?

    Essere buoni, devoti e giusti, però la bustapaga?

    L’anima venduta a buon prezzo, certo.

    Però venduta, così quale sorta di pagamento

    per equo ritenuto, poi non si saprà se avuto?

    Comunque, nell’oggi a comportarci

    per quello, non perché così lo dovremmo?

    Bustapaga, io non la amo.

    Io che non ho un soldo e per la paga fremo,

    la bustapaga mi avvilisce,

    sminuisce, lo rimpicciolisce l’animo nell’intento,

    il cimento che mi andrà sul violento?

    Lo spietato, crudele, feroce sentire del poeta,

    il dire se si sente come se sotto compenso.

    Quindi, dirò/scriverò semplicemente:

    non il vile Paradiso poi, noi ora.

    Tali, lo vogliamo essere! perché così ci sentiamo.

    Sarà o no il vile Paradiso poi…

    Vaffanculo! che saremo noi dentro di noi.

    La Dichiarazione d’Intenti

    Etemenanki

    Più spirito e meno religione, nella notte del cuore spesso grida un senso che Dio anela e mai lo trova.

    Il Caos della Creazione vive in ogni vitale autore.

    La vita, l’opera sua come tale lo fosse?

    Dio, il folle sregolato collega d’ogni tempo che fu?

    Dio, la Grande Avventura di imperscrutabile umore.

    Il buco nero, il mistero, le tenebre eterne (nel mio pensiero almeno).

    Secondo me, non occorrono grandi chiese, parole grosse o frasi intonate, non i sacri arredi, non i pentimenti per pronti sconti di pena con patteggiamenti, non principi i più ostentati, non se poi l’ipocrisia ci svende per il più vile conveniente.

    Mi basta e conforta i sensi il mio Cuore Grande Grande Grande o Dio che non ci sei.

    Non ai versi miei, mi sento solo!

    Chiunque e dove tu sia, quale la strada per a te arrivare, idealmente mano nella mano e…

    Lontano l’andare, le distanti stelle nell’universo!

    Noi d’aneliti, le stelle in attesa dei nostri dirimenti.

    Noi inchiodati su questa zolla di terra per il peso obeso del proprio ego?

    Di assoluto relativo, il colpevole più assurdo vive nel cuore del mio cuore.

    Cuore/amore/dolore/nella cosmica solitudine, l’abitudine.

    Il cuore tutto sull’incudine.

    Dimmi, sei forse tu il respiro dell’universo?

    Nella lunga notte dell’umanità addentro, d’ogni solitario cuore la notte, il cammino del genere umano?

    Ditelo voi come! qui, io sono come sono.

    Nel Territorio detto senza fine (la sregolata anima del genere umano), frugo una legge che ci tenga insieme, una regola che ci regga, il Padre Nostro cercando.

    Fondamentalismi d’ogni Fede o fatale credo politico nel loro ceto, d’ogni interesse costituito e coalizzato nel sovente, il loro relativo particolare ad imporsi sul carattere della visione globale che tutto e tutti quanti comprende?

    Pure il tuo di particolare, sul comune globale?

    Oh uomo, chi tu sei!

    Particolare per particolare, mi ci metto io! puntando al malato generale che veramente sta male, in ogni suo più fragile assale.

    Io lo cerco il senso del globale, non facile lo sguardo, metaforicamente dalla luna?

    Impeti di Rifondazione Umana, in chiave arcana.

    Chi siamo? Da dove veniamo noi? Dove cazzo stiamo andando?

    Del sogno, dell’incubo o dell’uomo soltanto?

    Nel lungo cammino nel lungo viaggio nella notte dell’umanità, la Fede che aderire voglia, aderisca aderendo però di proposta, mai per imposizione, quale che sia la suggestione all’arcione del suo dettato spietato.

    A proporre, tali cuori sì volti ad ogni altro cuore e mai ad imporre che… ‘sto cazzo!

    Sappiate, fosse pure l’Atteso da tanto, bello e forte? Condivisibile? se imposto… Manco morto!

    Non vive Spartaco privo del suo aitante spietato Tiranno.

    O Padre!

    Noi cuori dolenti, ci riconosciamo nel sofferto Cerchio della Vita.

    Ogni cuore lungo la sua linea come circolare, convergente eppure egualmente distante a quel senso.

    Non privilegi, preferenze, sconti o precedenze: tutti siamo alla medesima stregua, i brutti e cattivi forse solo i più appetibili?

    Uomini d’altra onorevole Fede, in brama e trama d’altra difforme distanza?

    Ogni Fede o Verità o Vita, il Cerchio della Vita! che Dio è mistero come pure l’Uragano vero ai sensi dell’uomo.

    Poi, sincero io lo sono nel mio.

    In propria morte solo il cadere del muro più duro, più vero muro, il Velo Ultimo?

    Perché, per conoscere… davvero morire si bisogna.

    Oh sogno dei miei bisogni, sogna i tuoi sogni.

    La meta della vita umana, la morte di sorte ambigua.

    La nonconoscenza sia la nostra arma aperta e leale contro l’imponibile d’ogni superbo e più arrogante orgoglio di questo mondo.

    Dio, giusto per precisare.

    Ehi, non solo Dio! lo scibile umano, senza eccezioni.

    Il peso d’ogni insostenibile creso, a soffocarci dentro per troppo ego, liberato sia nel fatto di non sapere però consapevole.

    Così a dire la nonconoscenza, in nostra indocile errante coscienza e risorsa.

    La riserva d’ogni inaudita e più insospettabile riscossa, se accoppiata a la disperante disperazione d’ogni suo disperato protratto campione.

    Inaudite insospettate, risorse d’ogni risposta dentro.

    La vita il fiore in attesa d’essere colto, da versi d’intenso.

    O infinito animi, di Diversi Versi spasimi?

    Siamo Sotto l’Unico Cielo, pure sulla medesima barca (se meglio s’intende) che imbarca acqua, addentro la tempesta a dirsi ne la intemperie più perfetta.

    Sotto l’Unico Cielo, più donati o più costretti, la Magia del Fare a fare qualcosa purché Vero Fare lo sia, privo de le pie ipocrisie.

    La Fede è nella speranza del Fare, mossi/smossi/scossi in conclamata Disperanza.

    Il Libro aperto noi siamo, da chiudere presto presto o tutto da scrivere ancora, come intonso?

    Il toccare Dio con un dito? La prova provata di Dio?

    Finalmente tangibile, cosciente nostra coscienza?

    Del biblico Nimrod, ne prendo l’anelo.

    In verità, sono ancora lo stelo che a stento regge se stesso, il dolore indicibile del mondo, proprio non sapendo come riesco a tenere tanto, fino a quando, fino a dove e come?

    L’anelo di altro cuore a poter meglio sostenere quanto s’ha da sostenere, a costo d’ogni tosto.

    Il sogno di Altro Ulteriore Verso: d’un Dio che parli finalmente al nostro cuore solitario, genere umano.

    Di un Dio che lo faccia senza usufruire di deleghe o terzi altri, l’indomabile rango della speranza.

    S’intenda, sempre ne la Disperanza! poi il sospetto duro dell’aspettare invano?

    Aiutati che Dio t’aiuta! così si scrive e si procede.

    Se Dio poi non si facesse vivo, perlomeno saremo noi!

    Se la religione si impone, lo spirito si propone.

    L’idea di Spartaco può più dello stesso Spartaco?

    Non il vile Paradiso poi, noi ora.

    "In ogni vero cuore, dormono, aspettano le audaci chiavi dell’universo?

    Devi solo svegliarti, alzarti, prenderle e…

    Il vivere tuo Diverso, non più allo sbando, non alla cieca, non a tentoni o in ginocchio, alta la testa, il cuore che si appresta."

    Etemenanki! la fatica della sfida, poi di ricerca.

    Lo salire talmente in alto, l’orgoglio nel verso del poeta che Dio cerca, anela e mai lo trova.

    Nota dell’autore.

    Etemenanki è l’antico nome della Torre di Babele.

    Secondo la Bibbia, Nimrod colui che la fece costruire.

    Di questo Vangelo

    Qui, non la parola d’un Dio

    viene presentata,

    una religione non la si propone.

    Qui, il bisogno dell’uomo!

    Lo spirito nella ricerca estenuante

    del suo imperterrito sentire,

    volendo pure sentire alla grande.

    Qui, l’uomo come fosse solo!

    Quale compagno, l’immaginario collettivo.

    La ricerca per la ricerca

    di un senso

    al disperato genere umano,

    addentro la cosmica solitudine

    per tale percepita.

    Vissuta, meditata, la ricerca

    addentro il Vangelo.

    Come in ogni mia opera d’impegno.

    La mia vita per la Vita! qui nel dire.

    Di questo Vangelo.

    Pure contro ogni Dio

    se distante,

    da vile latitante,

    poi la manda a dire,

    non seguendo la regola

    che chiede e dice Sii presente

    innanzi il tribunale

    d’ogni dibattuta coscienza.

    Il gioco della coscienza

    Il Caos è tale, è primordiale, fetale.

    Qui, lo si canta d’esplicito verso.

    Tutto a discutere, ripensare, punti di vista

    nuovi, insoliti, i più inusitati?

    Per fare poi, nella Legge

    della coscienza,

    quanto coscienza in sé sente.

    Il Vangelo lo esige.

    La vita la Legge la reclama?

    La vita grida, spera e dispera,

    la regola che al Caos

    consegni ordine, responsabilità e senso,

    per un Buonsenso che tale sia.

    Prima il Caos però, la necessità

    della Creazione, del doversi soffermare,

    crescere, maturare,

    nella disperata speranza questa vita

    non sia la stupida futile inerte

    vacanza dell’eterna umana idiozia.

    L’Apocalisse è quotidiana, oggi.

    Caos e Regola, ladri e guardie,

    il gioco come fosse,

    della coscienza tutta a rose rosse.

    Se il Caos è la vita in fiore,

    la Regola è il franco suo governo

    che si anela cercando Dio,

    trovando se stessi nel proprio io.

    E saremo noi

    Provocazione? Sollecitazione? Ispirazione?

    Lo spirito di Rivolta, pure di ricerca.

    Le grida, volte a stimolare sì, come d’incontro.

    A conoscere in profondità, Dio.

    Chi sei? Dove e come in noi?

    Se Dio non interverrà, Lui non a dire,

    non a ribadire, tutto a riprendere

    in mano l’audace…

    Perché Dio? Perché non esisti, oppure…

    Forse, lasci fare? Noi ne le nostre scelte?

    Tu, a tirare poi le somme?

    Se Dio non si farà voce vera dal vivo

    o per altra convincente posa,

    se Dio non esiste o non risulterà poi

    alle nostre ansie/angosce,

    ne la cosmica solitudine dell’umano…

    Perlomeno saremo noi! intervengo io,

    precisando per tutte insinuazioni anticipate.

    Perché, come lasciò in giro Olmi,

    se Dio non risponde…

    Dobbiamo rispondere noi! così propongo.

    La raccomandazione

    Uomo, non misurare col metro

    in dote all’umano.

    Uomo, utilizza, calcola e misura

    secondo la dote della Natura.

    Natura

    Uomo, credi nella Natura.

    Gande sintomo della tua salute,

    il suo stato, di vita

    e di senso in ogni tuo senso.

    Natura è qui.

    Di un Dio ha tutto il respiro.

    Natura che oggi sta morendo.

    Il Dio antropomorfo di cui dici,

    invochi, adori e pure offendi,

    è distante nel chissadove.

    Latita, non si espone.

    Da tempo ci ignora

    abbandonandoci al nostro dolore.

    Invece, Natura è qui, è la vita!

    E’ il Dio certo, presente,

    reale ai nostri sensi,

    Natura che tanto sta morendo

    causa il nostro volgare venale triviale.

    Vaffanculo di rigore

    Il lavoro, la casa, la famiglia, loro contano

    nel cuore dell’onesto cuore.

    Più di successo, denaro e poteri

    detti del cazzo, al cuore detto per onesto.

    Il Vaffanculo di rigore, sul mercato delle verità.

    Vaffanculo di rigore! più vero e più sincero.

    La Magia del Fare per fare qualcosa

    che Vero Fare lo sia davvero,

    quanto si chiede ad ogni onesto nel contesto.

    Oh uomo, dimmi: di quale dimora?

    Il mondo è la casa in cui riponi

    le tue stanche ossa,

    tali per pesi di lavoro e di vita.

    La casa che riduci a latrina, fogna

    o discarica d’ogni viltà

    da me sentita per venale/banale,

    nella tua inutile ricerca della felicità.

    Non lo sai? Altrove è, però dentro di te.

    Il mondo intero? la tua casa!

    Le specie, la vita? sono la tua famiglia!

    Il tuo Dio lo devi ancora capire?

    Il Vaffanculo lo sia di rigore,

    in ogni comunque agire

    che tenda all’ineccepibile, d’azione.

    Ricapitolazione/riconciliazione/rinaturazione.

    Lo stato delle cose dell’uomo oggi

    Niente è nostro per sempre, niente è perduto per sempre.

    1) Tutto è soggettivo, tutto è relativo.

    Lo è Dio, lo è l’uomo!

    Lo siano fino a contraria prova provata, con rigore.

    2) Dio potrebbe esserlo Natura, nel respiro dell’universo.

    Se vi sia un Dio a confutazione, si presenti Lui, si dica.

    3) Se l’uomo è il problema, nell’uomo pure la soluzione.

    4) La crescita, l’espansione, lo sviluppo! non lo sono il canto infinito.

    La visione globale sia l’onesta chiave di imprescindibile lettura.

    5) La Terra è il sistema chiuso, limitato.

    Risorse, Nuova Vita e Speranza sono disponibili oltre la luna.

    Al di là dell’orbita di Plutone, il cammino tra le stelle.

    6) Non il denaro, non il potere! in loro non la Forza.

    Il cuore dell’uomo piuttosto, poesia/fantasia/rigore morale.

    7) Non la volontà di potenza, Volontà di Coscienza! pure d’urgenza.

    La Magia del Fare per fare qualcosa che Vero Fare lo sia.

    8) L’ostacolo, il muro innanzi, il vicolo cieco?

    Come l’andare avanti, come poterne uscire?

    La forza eversiva della vita il sollecito stimolo.

    Lo scalare di un gradino la vita, è senso di evoluzione.

    9) A sanare/non lo spezzare.

    Ad unire/mai il dividere.

    A dare/non lo squallido arraffare.

    La Nuova Stagione dell’Amore?

    10) Chi cerca la morte forse anela alla vita.

    Cos’è la vita e cosa la morte?

    Siamo solo risposte prive delle giuste domande.

    S.O.S. Pianeta Terra! risponderà forte l’EcoSapiens?

    Nessun Luogo, Dotazione 14/8 – S. Elena 18/11/2012.

    Problema/soluzione

    Più che per mero interesse, il belligerare

    dell’uomo, per il puro battersi?

    La lotta per la vita.

    Nel sovente più stringente di impellente,

    lo scaricare le proprie cariche energie?

    Lo sfogare tensioni, nevrosi, accapigli?

    La razionale belligeranza io la propongo:

    l’uomo contro se stesso,

    in ognuno di noi, in ogni adesso.

    Metodologia/psicologia dell’estremo oriente?

    Poi, la Guerra del Verde sì.

    Prima, lo specchio onesto e sincero.

    L’indagine poi, lo scontro, l’evoluzione?

    Noi tutti siamo il sistema.

    In sé, l’uomo è sistema.

    Il soggetto dichiaratosi per bellicoso

    si volga contro di sé,

    le combatta le sue voglie,

    le manie, le frenesie, le indomite

    cialtronerie dell’agio,

    della vita comoda e facile, meglio a dire:

    soccomba al suo vile o muti interiormente,

    così evolvendosi in Altro Essere.

    In ciascuno giacciono le inaudite risorse.

    Poi, siamo il problema come sua soluzione.

    In attesa di sguardo, di scoperta, di rivelazione.

    RAN – Le riflessioni veneziane

    L’umanità è sbronza! a dirla tutta, pure stronza.

    Quanti capi di stato, funzionari e responsabili, se intercettati da ideali pattuglie galattiche, verrebbero sottoposti ad alcoltest, l’antidroga o le urgenti visite psichiatriche, se non fermati all’istante, privati della carica e d’ogni patente di guida?

    L’ambiente è la mia religione.

    Pure, più spirito e meno religione.

    Nel senso e nel favore della religione stessa.

    Natura è Dio.

    Dio è Natura! l’uomo la merda lercia, asfissiante e volgare che questo Dio lo opprime.

    L’oppressore tale, in quanto dedito al proprio mero profitto, ai mediocri interessi insiti nei beni più effimeri.

    S.O.S. Pianeta Terra!

    Urge Angelo Sterminatore su vasta scala.

    La Misura Generale almeno.

    Forse, la forza eversiva della vita la dirà la sua, a dire tutto il suo dire nel sovvertire l’uomo del disordine?

    Imago dei, il mondo a propria stolta misura, per allietarne il vivere?

    La Grande Menzogna!

    L’uomo sia al servizio della Natura, non il suo vuoto e vano signore.

    Il suo dottore egli sia! non il micidiale tumore come ora si mostra, si ostenta pure ed è, a prova d’ogni prova di ravvedimento e di Buonsenso.

    Il tutto è la vita, la parte è la parte che non può imporsi al tutto.

    Tutto è soggettivo, tutto è relativo.

    Peroro la visione globale, a vivere addentro già altra globale visione.

    Nel suo, ameno pure lo sia! però globale si dica veramente, mai avvinghiata al fottuto proprio interesse particolare, per vile sentito nella ravvisabile arroganza.

    L’uomo è Situazione Alfa oppure Omega, come oggi?

    Un libro tutto ancora da scrivere o sul suo finire, da chiudere presto presto perché non dice più niente di serio alla vita?

    L’uomo è nel suo burrascoso mattino o l’avviato disperato sul viale del proprio tramonto?

    L’Apocalisse è quotidiana, nel drammatico del nostro contemporaneo.

    Siamo in regime di assuefazione tanto che…

    Non ce ne rendiamo, il conto che ci verrà sbattuto in faccia, ce ne fottiamo, perché?

    La Società dei Consumi, il nostro assurdo di vita.

    Consuma consuma, consumi tu, consumo io, tutti noi veniamo consumati dai nostri oggetti.

    Loro, i padroni assoluti della nostra avvilente vita.

    Tanto paga la Terra?

    Tanto paga Eloisa! come da opera teatrale da me scritta, da cucina ispirato.

    Non si sperperi più di quanto si produca, è il monito del gennaio 2013, Venezia/Italia/Terra.

    La manovra che urge è di carattere ambientale, verrà lei a noi nel tempo più inclemente perché i restii oggi, più ipocriti o più stupidi o folli?.

    Volenti o nolenti, sarà lacrime, sangue e morte a profusione.

    Perché l’esigenza è l’esigenza, a che la manovra sia una vera manovra.

    Astronave Terra! per quanto grande sia, un pianeta è un sistema chiuso, sempre.

    Come tutti i chiusi ambiti, è limitato, quel che ha lo ha e poi merda.

    L’umanità quale ignobile associazione a delinquere?

    Sfruttamento e profitto, antropocentrismo, signoraggio e schiavitù sulle specie, morte e ancora morte, sempre e solo la morte?

    In nome della vita comoda e facile dell’uomo.

    Ehi, l’Angelo Sterminatore avanza a grandi falcate.

    Le guerre ambientali sono quanto si prospetta al macigno del nostro cuore.

    Il disperato orrore che dietro l’angolo il vile idiota lo aspetta, non d’agguato.

    Non l’agguato, il senso nel verso della giustizia piuttosto.

    Tre livelli, tre passaggi fondamentali per una civiltà.

    1) Il primo livello è primitivo, selvaggio, in forte ansioso divenire.

    L’essere suo tende ad esplodere.

    Non si erge in tutta la sua statura, cerca la sua misura con estrema lentezza.

    Forse diviene, anche se solo come conviene al proprio vento nel tempo che lento scorre.

    2) Il secondo è il barbaro tecnologico.

    Industriale, scientifico, potenzialmente distruttivo, sfrenato.

    In bilico tra le stelle e la barbarie.

    Il secondo livello è che tutto lo decide per come decide e vive.

    3) Il terzo livello, l’uomo delle stelle?

    Vi giunge e vi cammina, umile, consapevole e fiero.

    Dopo aver domato se stesso, dopo.

    Nel superare i propri problemi sulla Terra d’origine, il vero progresso.

    Poi le stelle, il cammino dell’evoluzione come evoluzione propone e dispone.

    Noi oggi, ancorati stolidamente al barbaro tecnologico.

    Dio ora, parlerebbe ecologista?

    Quali i suoi comandamenti?

    Di quale dirittura il suo dettato?

    Siamo quel che siamo, duro barbaro tecnologico.

    Governare il fenomeno dei fenomeni (il genere umano), è quanto l’universo intero aspira.

    La vita sulla Terra con quest’uomo che mangia, beve e caga e poi non gira?

    Nella crisi del XXI secolo, una politica per l’apocalittica la si vuole, si spera, la si esige.

    Lo Stato dell’Uomo oggi.

    Perché latita sempre il responsabile nella reale catena di comando d’ogni evento?

    Siamo interessi, esigenze, orgogli, necessità e voglie infinite prive di pudore.

    Non la responsabilità, non la consapevolezza, né vera coscienza.

    La Misura Generale ce la scolpirà la sorte, stati di morte.

    Dobbiamo attivare la fine del mondo.

    Il mondo per come lo conosciamo.

    Dalle sue ideali ceneri, il mondo nuovo e tutte le mille possibilità e vita d’ogni vita?

    Questo dice il filosofo della fine del mondo: dobbiamo mutare noi stessi per poter vivere ancora il mondo.

    Poi, che cazzo vale fare una, due o dieci buone pregevoli azioni pro ambiente, se poi sull’anima ti crolla il veleno di quelle mille che gridano vendetta a Dio?

    Il Dio che nemmeno risponde al tuo urlo di dolore e d’impotenza?

    La Natura che lo è Dio, nulla può se non sperare nell’uomo, nel possibile Buonsenso.

    Nell’uomo o in questo autore sperare, nel Libro forse?

    Perché il Dio da favola, favola si rimane, tace, distante e latitante.

    Il quadro generale è di merda, non altro davvero.

    Che vale il volontariato, l’anima buona e generosa in un mare di merda dove tutto ormai pare compromesso?

    Siamo di nessun futuro?

    Il dolore del mondo tutto parla a questo cuore d’autore.

    Addentro questo dolore immane, da insostenibile a volte, la Natura mi parla più forte.

    L’Ideale delle Parrocchie della Responsabilità.

    L’educazione ambientale a prescindere?

    L’Ideale del fondere Gesù Cristo, S. Francesco, il dottore, il giardiniere.

    Tutti a riassumerli ne l’EcoSapiens: la Nuova Stagione dell’Amore.

    La vita è una reale forza eversiva, vera ed unica in tal senso.

    Quando pare sfinita, doma, in fin di vita, si rianima, si rialza, impreca e vive.

    La vita esprimersi può tramite l’Amore.

    Per l’uomo, per le specie tutte o semplicemente per la Vita nel suo Senso Totale.

    Tutti noi che speriamo, invece del vano insulso sperare se a questo limitato, pure vile se inerte, vogliamo farci dura speranza ne l’essere noi Vera Attiva Speranza?

    Il Verbo oggi dice: ricapitolazione/riconciliazione/rinaturazione.

    In tutte le evidenze, siamo una Società Disturbata.

    Riuscirà a curarla la forza dell’Amore?

    Detta per eversiva, come pure lo è la Vita.

    L’uomo si dichiara, si esige ad imago dei, il mondo in sua funzione.

    L’uomo a dire ogni giorno a Natura: smamma che qui ci faccio la roba mia!

    In navigazione, Canal Grande/Venezia.

    Inverno, secondo logica, dovrebbe fare un freddo cane.*

    La stronza seduta accanto la senti dire alla sua amica: pensa, oggi sono andata al mare.

    Uomo, pensi solo a te stesso, come vive l’oggi e come ti viene?

    Si addita l’omosessuale perché contronatura?

    C’è solo una Contronatura, una specie: il genere umano, vilmente HSS.

    Qualsiasi libro, persona o sensibilità morale, che nasconda il suo ego vile dietro lo stendardo virile schierato contro l’omosessualità altrui, commette il chiaro delitto di evidente lesa verità.

    L’antropocentrismo è il reato che vi viene imputato, qui io ed ora.

    Il contronatura mettetevelo pure nel culo, voi!

    Siete Contronatura e vi nascondete dietro l’omosessuale: io etero, lui lo elevo, voi all’Inferno.

    Sono/siamo in attesa della Misura Generale.

    Non saremo mai ad impatto zero.

    Siamo avvinti al nostro particolare, prigionieri delle sue esigenze.

    Interessati come fossimo, lo siamo nel nostro esclusivo interesse?

    Quando mai l’abbiamo avuta una visione globale?

    La prospettiva ideale la si dovrebbe in condizione lunare, è puro Buonsenso.

    Ehi uomo, la curi, ci tieni alla tua casa vero?

    Ehi uomo, stante la tua espansione, lo sviluppo, il progresso (di merda), la Terra è la tua casa, pensaci!

    Beh, casa dolce casa…

    E’ troppo grande la Terra, però tu pure sei troppo oggi.

    La Terra, la tua casa, sta male, urge il suo dottore, subito!

    L’uomo a dover stare dietro alla Terra come fosse il suo giardino in fiore, per amore di Natura e non il profitto delle stolide solite tasche.

    Invece, lo sfruttamento per un sostentamento senza limiti o ritegno, perché si vuole tutto a qualsiasi costo, nel segno del proprio agio o comodità di sorta: lusso, gozzoviglie e follie?

    Affinché Natura abbia il suo corso e duri per il suo legittimo tempo, nel tempo dell’umanità a l’umanità pure oltre, l’uomo sia il responsabile di questo giardino, a fini medicali e non di lucro o vile insensato godimento.

    Nella filosofia delle biodiversità che fanno la Terraecosistema.

    Non i dediti alla monocoltura umana.

    Non tutto a nostra funzione, l’uomo sia in funzione di Natura.

    Il cane che ti fa le feste al rientro, il tuo piacere eh?

    Se il cane fosse anziano, brutto o malato, il tuo amico lo sarebbe sempre, vero?

    Uomo, pensa se a fartele le feste fosse la Natura tutta.

    Sì, non è espressiva abbastanza, è diffidente ormai, l’esperienza poi.

    Pensalo tu allora! sia in te il dono di questa straordinaria francescana visione.

    Tu ad essere a posto in te stesso, il malato che si cura donando amore?

    Non più il rango di questa società malata dei consumi, chiaramente disturbata, come da tempo ch’è tempo.

    Non più l’uomo che incute paura, sfrutta e uccide per il suo deleterio fine piacere.

    L’uomo per amore, la Nuova Stagione dell’Amore.

    Se Gesù Cristo poteva anche essere antropocentrico, io pongo la Natura al centro del Tutto.

    L’uomo a girare intorno a Natura nel suo circostante, non al centro del mondo e non ad imago dei.

    A curare le cause, a prevenire gli effetti letali come sono oggi, la Nuova Stagione dell’Amore.

    Ne l’attesa de la Misura Generale, sempre.

    Tutto è per l’uomo oggi, tutto è al suo servizio.

    Dite, lo vorreste pure docile docile il tutto per voi?

    Senza criterio, non l’ombra di una razionalità, privi di Buonsenso, del futuro possibile.

    Allevamenti e culture intensive a dismisura e solo in quella visione, tutto assoggettato a tale umana infida infame pretesa?

    Dicono: ehi, la vuoi la bistecca, no?

    E allora che cazzo brontoli, lo dicono con arroganza.

    Sì però, dove stiamo andando di questo passo?

    Sì però, quale la prospettiva che si pone a noi innanzi?

    Sì però, che cazzo fare! di quest’umano quale vero e proprio affare?

    Se l’uomo fa quel che solo gli conviene, lo stato si suppone ce l’abbia la nozione documentata dello stato delle cose, lo stato lo faccia quel che deve, l’onestà gli impone la verità di ben altre ragioni.

    Non il mondo a funzione umana, non ad imago dei.

    Saggio sarebbe spazzare via l’uomo dalla faccia della Terra?

    Prima del provvido intervento d’una Misura Generale di cui non si sanno i tempi, prossimi però: ecco, lo Stato dell’Uomo oggi.

    Problema, come poter convivere con il proprio ambiente, senza ucciderlo?

    Come il poter prosperare insieme, evitando l’unilaterale vile insensato sopraffare che, prima o poi, è solo plateale autodistruzione.

    L’ambiente sano è in grado di produrre profitto in termini di salute e benessere generale.

    A seguire, il sostegno psicologico del vero buonumore intimo esistenziale, addentro una sana Natura.

    L’alternativa all’effimero dell’attuale che poi che cazzo vale?

    Oro Verde, Trasmutazione, Bellum Continuum.

    Chi vuole offrire altre idee, dal proprio Caos Interiore, intervenga pure nella disperata discussione.

    Lo faccia adesso d’urgenza, l’urlo intimo del suo cuore?

    Lo sballo oggi, tra profitto e sopravvivenza quotidiana?

    Perché dare addosso a chi si droga quando è ovvio che sta male perché questa società è priva di senso, di valori, di motivazioni, ad imago dei?

    L’uomo, lo sballo oggi, come nel domani?

    Lo stato che non governa il fenomeno, lo statocoglione?

    Export, crescita, PIL, il reddito medio, il conto in banca, poi che cazzo dice o vale?

    Se va meglio di qua è solo perché va male di là, no?

    In realtà, oggi è il mondo tutto che va in merda.

    Ciascuno lo potrà intuire da sé se assume la posizione della visione globale: Condizione Lunare.

    La Natura muore, la Terra muore!

    L’uomo sta bene, questo è quanto ritiene?

    Può andare avanti così, di corsa verso il precipizio?

    Ipocrisia più o meno inconscia, la spudorata finzione?

    La crescita stenta, il suo PIL del cazzo poi come?

    In una prospettiva di più vasta portata, non limitata alla misura del nano interiore, vive il possibile lavoro! lavoro per tanti se non per tutti.

    Dovete solo muovere il culo, darvi da fare.

    Prima ancora, il culo dovete smuoverlo dentro, soprattutto dovete svuotarlo di tutta la merda che ingolfa ogni possibile soluzione, le idee fisse asfissianti la vita del mondo in generale.

    Il lavoro possibile ne l’ottica di Natura sana dove il profitto non sia il fatturato da mettere in banca.

    Il profitto: integra Natura/vita sana per uomo più salubre.

    La chiamano Green Economy, quel che io intendo non è questo, però ci stiamo avvicinando.

    La fabbricazione o l’acquisto di nuovi cacciabombardieri, navi militari o altre armi, invece che i canadair, lo ipotizzerei quale perseguibile reato in tutta la sua gravità di misfatto.

    Se non il reato, l’idiozia in tutta la sua insolente evidenza.

    Cementificare, costruire, asfaltare, distruggere?

    Invece del ricreare una natura, questa sì ad imago dei.

    Se non il reato, la fessaggine di uno stato incapace di intendere e di volere, le politiche attuali che sanno più di cesso dal volto umano.

    Così, aspetto sempre la Misura Generale, con ansia.

    La rinaturazione sia la scienza di Dio, la coscienza all’arcione.

    Nel rimediare, ricomporre, ripristinare quant’era.

    Non l’istinto della morte attorno per l’effimero dell’ottenuto nel momento.

    Una società malata/disturbata, alla sua fine votata?

    La cultura, l’arte della Creazione, con dedizione si spera.

    Eh sì, perché lavoro ce ne sarebbe per tanti davvero, anche se mai per tutti.

    Poi che si fa, pretendete il fatturato?

    Respirare l’aria sana, gli uccelli, la vita, la Natura, questo.

    Oppressi come siamo dai conti in banca, ci mancano ragioni, valori e sensi alla vita.

    Allora sì, venga la Misura Generale! venga tutta e subito.

    Vedere/ascoltare/pensare in scala, una visione globale.

    Idealmente, come si fosse in Condizione Luna.

    Da dove io vedo l’uomo quale tumore, il mondo il malato grave.

    L’imago dei mettetevela nel culo! è il suo censo.

    L’uomo il tumore che sta uccidendo un corpo, il proprio ospitale.

    L’uomo che morirà con la fonte di tale ospitalità perché, se muore il corpo, pure il suo parassita, logica stringente.

    Spero in una diversa Organizzazione Mondiale della Sanità che, in altra Ginevra, ponga il suo centro di approfondite analisi, di ricerche e cure, non finalizzata sul mero soggetto umano, la OMS sulla Natura tutta, la Terra l’ecosistema in crisi d’emergenza.

    Una OMS di condizione Animale generale, ponendo il suo senso nell’interesse detto per superiore, della vita per la Vita.

    Altra organizzazione, altra teoria, altro reagire per una Terra malata di umano ad imago dei.

    L’idiota dell’essere il mondo a proprio beneficio come pure personalità religiose ancora pretendono?

    Calci in culo! calci in culo! calci in culo!

    Cazzi in culo? cazzi

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